Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

martedì 11 ottobre 2011

Val di Scalve e Croce di Salven: 160 km - 2.160 m di dislivello in bici da corsa (Lombardia, BG-BS)




Grumello del Monte, 10/10/2010
Percorso: Grumello - Lovere - Rogno - San Vigilio - Angolo Terme - Dezzo - Croce di Salven - Borno - Malegno - Boario Terme - Angolo Terme - San Vigilio - Rogno - Lovere-Grumello

E’ da un po’ di tempo che mi frulla nella testa l’idea di esplorare la Val di Scalve. Una delle mie mete, la Croce di Salven, si trova soltanto ad una quota di circa 1.150 metri ed ho letto da qualche parte che la discesa è, sì, di 15 km, ma tutta esposta ai raggi del sole. Pertanto, un itinerario fattibile in questo periodo dell’anno. Si trattava soltanto di aspettare una domenica di bel tempo e, oggi, dovrebbe essere quella giusta. In effetti, quando esco da casa, il cielo promette bene: non è limpidissimo, ma il meteo prevede un miglioramento nel corso della giornata. Sono fiduciosa e, poi, quell’alba infuocata, che si presenta davanti ai miei occhi mentre mi dirigo verso il lago d’Iseo, è incoraggiante.
Come domenica scorsa, percorro la sponda bergamasca del lago, l’unica assolata al mattino. 25 km che scorrono veloci sotto le mie ruote. Il lago infonde una gran pace e, a quest’ora del mattino, la strada è tranquilla. Tra non molto, quando sarà invasa dai numerosi gruppi di ciclisti e dal traffico motorizzato, perderà gran parte della sua magia. Supero Predore, Tavernola e Lovere, con i loro porticcioli ancora deserti. Alla rotonda, prima del ponte sull’Oglio, seguo le indicazioni per Rogno e, dopo 3 km, al bivio per Castelfranco, giro a sinistra. Ovviamente, in Val di Scalve ci voglio arrivare per la via più dura e meno trafficata, quindi quella che sale a S. Vigilio e a Monti. Nei primi 3 km la pendenza è regolare e si mantiene al 7-8%. Seguono, poi, circa 4 km abbastanza impegnativi, con un lungo rettilineo al 13-14% ed altri due al 9-10%. Infine, uno strappo, al 14-15% poco prima di scollinare. La strada è molto panoramica: sale a zig-zag sul versante della montagna rivolto ad est e, perciò, essendo completamente al sole, è l'ideale per le fredde mattine di ottobre. Laggiù, un po’ più spostato a sud, il lago d’Iseo, mentre, dall’altra parte della vallata, una lunga catena di montagne, tra le quali Montecampione, rinomata stazione sciistica.


Dalla piccola borgata di S. Vigilio, la strada si restringe e prosegue a mezza costa per circa 2,5 km, con qualche saliscendi, fino al paesino di Monti, disegnando un ampio semicerchio, alle cui estremità sono situati, appunto, S. Vigilio e Monti. Sopra e sotto di me il bosco, con i suoi caldi colori autunnali. Scendo, quindi, verso Angolo Terme per 6 km, godendomi il panorama e lasciandomi riscaldare dai raggi del sole, essendo anche questo versante orientato ad est. Giunta al paese, seguo le indicazioni per la Val di Scalve e svolto a sinistra. Poco dopo, mi trovo all'imbocco di una galleria. Alla sua destra c’è una stradina, ma, a colpo d’occhio, non mi sembra in buono stato. Uhm ... meglio evitare. E dài, che sarà mai? Non c’è traffico e il tunnel è abbastanza illuminato. Lo percorro di buona lena, sperando di vederne in fretta la fine. Non so dire quanto sia lungo, perché il Garmin dentro la montagna non rileva i dati, ma, a spanne, penso non più di 2 km. Quello che vedono i miei occhi, all’uscita del budello, mi lascia letteralmente a bocca aperta. Sono sorprendentemente catapultata in un altro mondo. Incredibile! La valle si è ristretta all’improvviso e la strada corre in mezzo ad una bellissima gola. Mi sento come Alice nel Paese delle Meraviglie. Non so più dove buttare gli occhi. Alla mia destra, leggermente più in basso, un torrente dalle limpide acque azzurre; ai lati, due alte pareti rocciose a strapiombo, dalle quali scendono innumerevoli rivoli e cascatelle. Certo non mi aspettavo di trovare un posto così incantevole! Non c’è in giro anima viva, sono sola soletta. Quasi quasi, mi prende un pizzico di inquietudine, che passa subito. Perchè inquietarsi in un posto tanto bello? Mi infilo in una seconda, piccola galleria di 500 metri e in una terza leggermente più lunga. Poco dopo, eccone un'altra. Accipicchia! Ma quante sono? Questa avrà una lunghezza di 3 km, abbastanza illuminata e in leggera discesa, quindi velocissima da superare. Scoprirò più tardi di aver appena percorso la famosa Via Mala. Ne avevo sentito parlare, ma non sapevo fosse questa. Poi, la valle diventa appena appena più ampia e il bivio per la Croce di Salven mi coglie di sorpresa. Di già? Attraverso un ponte sul torrente alla mia destra e, dopo una curva a gomito, inizio a salire in mezzo al bosco, continuando, per circa 3 km, su una strada più stretta e ripida, con una pendenza tra il 9 e l’11%. Seguono 2 km panoramici in falsopiano ed altri 2 un po’ più aspri, finchè arrivo alla Croce di Salven: una croce di marmo bianco che noto per puro caso alla mia sinistra. Un cartello mi informa che mi trovo nei boschi di Giudetti, parco naturale. Bene! Indosso il k-way e mi lancio nella lunga discesa che mi condurrà, prima a Borno e, poi, a Malegno su strada ampia, soleggiata e non troppo trafficata. Da Malegno a casa avrò davanti a me circa 60 km di piattume. Mi vien male solo a pensarci. Dopo una decina di noiosi chilometri, raggiungo Boario Terme e sono già in preda ad una leggera sonnolenza: è l’effetto del pedalare in pianura. 


Al semaforo, un cartello indica a destra la direzione per Angolo Terme e la Via Mala.  Decido in una frazione di secondo. Ritorno ad Angolo Terme e percorro a ritroso la strada fatta all’andata. Non so di quanto allungherò il tragitto, ma la deviazione mi aiuterà a rompere la monotonia. 4 km di salita e arrivo ad Angolo Terme; altri  6 e risalgo a S. Vigilio, più o meno tutti ad una pendenza del 7-8%. Scollino, sbrano il terzo ed ultimo panino, dopodiché ridiscendo a Rogno. Da qui a Lovere mi aspettano 3 km di puro inferno, un caos tremendo. Sono costretta pure io a procedere a passo d’uomo ed a fermarmi spesso per far passare i pedoni. Il bivio per Castro arriva come una liberazione. L’inferno se ne va a destra ed io a sinistra, lungo la riva del lago che, stranamente, è meno incasinata di quel che pensavo. Come sempre, i chilometri sul lago scorrono veloci. All’improvviso sento un sibilo. Che succede? Oh no, ho forato! Ma proprio adesso ... a 10 km da casa? Chissà se mi ricordo ancora come si fa a sostituire la camera d'aria! L'ultima foratura risale a due anni orsono. No panic! Ce la devo fare per forza. Sorprendo me stessa per la facilità con cui eseguo l'operazione. Però, che soddisfazione poter contare solo su se stessi! E adesso via, di corsa a casa, a riabbracciare i miei figli, più felice che mai!





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