Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

lunedì 22 luglio 2019

PORTOGALLO IN CAMPER (17 marzo - 19 aprile 2019)

Praia Tres Irmaos - Algarve
Negli anni Ottanta i miei sogni erano alimentati da riviste quali Gente Viaggi, TuttoTurismo, Qui Turing, ecc.; sogni legati a località da scoprire e nuove culture da conoscere, naturalmente. Il Portogallo si trovava ai primi posti della mia lunga lista di luoghi che avrei voluto visitare, in particolare da quando, sfogliando uno dei suddetti periodici, ero rimasta incantata davanti alle immagini dell’Algarve. Questa regione, la più meridionale della nazione, si affaccia sull’Oceano Atlantico con una splendida costa dorata, battuta spesso da onde impetuose che, nel corso dei millenni, insieme ad altri agenti atmosferici, l’hanno scolpita e ricamata come un merletto.
Ma anche Lisbona, la capitale, e Porto, con la Valle del Douro, avevano acceso la mia curiosità, come pure gli azulejos: piastrelle smaltate di bianco e blu, con cui venivano abbellite le facciate e gli interni sia dei palazzi che delle chiese portoghesi.
Ponta da Piedade - Algarve
All’epoca lavoravo e i giorni di ferie consecutivi erano insufficienti per poter esplorare quei territori lontani, nascosti dietro la Spagna. Avevo riposto quel sogno in un cassetto, consapevole che vi sarebbe rimasto a lungo: il Portogallo meritava di essere visitato senza fretta, con tanto tempo a disposizione, e quel tempo l’avrei avuto soltanto ad un’età avanzata, se la fortuna mi avesse assistito. Ma io sono così: o una cosa la faccio come si deve oppure lascio perdere e amen. Mi è andata bene. A distanza di quasi quarant’anni, libera da impegni di lavoro, posso finalmente rispolverare il mio sogno.
Quando prendo posto sul sedile del camper sono rilassata. E’ arrivato il mio momento e ho tutta l'intenzione di godermelo. Probabilmente sarà impossibile scoprire ogni angolo delle cinque regioni continentali del Portogallo, come desidererei, ma voglio assaporare ogni attimo di questo viaggio e farò in modo di renderlo meraviglioso. 




Km percorsi: 6.770
Costo carburante: € 916

N.B.: 

“In Portogallo la sosta libera è soggetta ad una legislazione recentemente aggiornata. A gennaio 2021 il codice della strada portoghese aveva ristretto di molto le libertà per le soste di pernottamento dei camper. In poche parole, in Portogallo era vietato restare all’interno di un camper parcheggiato se questo si trovava al di fuori delle aree di sosta espressamente autorizzate. Ora il governo ha fatto un passo indietro. Ovvero, salvo nei comuni che espressamente lo vietano, è consentita la sosta notturna all’interno di un camper, regolarmente parcheggiato per strada. Però il camper potrà rimanere sul territorio di un comune per un massimo di 48 ore, a meno che non si trovi in un’area attrezzata per la sosta dei camper. In tal caso non vi sarebbe limite temporale. Vi sono zone comunque dove i camper, in Portogallo, non possono neppure sostare. Sono le aree della Rete Natura 2000, le aree protette e le aree coperte dal “Planos de Ordenamento da Orla Costeira”. Ad eccezione degli spazi inseriti in queste aree naturali che sono espressamente indicati per le soste dei camper. Tutte le limitazioni di permanenza all’intero di un camper o simile sono inserite nel Decreto Legge n° 102-b-2020 entrato in vigore il 9 gennaio 2021, modificato poi il 22 luglio dall’Assemblea Parlamentare con firma del Presidente della Repubblica il 6 agosto 2021. Come le autorità possano risalire alle ore di permanenza su di un territorio comunale non è specificato. Il Parlamento a tal proposito suggerisce la creazione di un registro digitale, che ad oggi non esiste. Rimane comunque vietata la sosta o il parcheggio di veicoli che occupano uno spazio superiore al perimetro del parcheggio." (link: https://www.leggoalgarve.com/camper-e-campeggio-in-portogallo-il-nuovo-codice-della-strada/)


DIARIO

17/03/2019 (domenica): 319 km percorsi – h 15: 16°C – molto nuvoloso
Prima di entrare in autostrada facciamo il pieno di gasolio (€ 1,47 il litro per un totale di 96 euro). Partenza alle ore 15 in direzione Milano, per poi  deviare verso la costa ligure. Arrivo verso le 19,30 all'area camper di Imperia (uscita ovest), SS1 Via Aurelia 2 / Via dei Giardini, subito dopo il supermercato PAM. Costerebbe 10 euro al giorno, quando è in funzione la colonnina per il pagamento; oggi, non lo è.

18/03/2019 (lunedì): 561 km percorsi – sole 
Pieno di gasolio ad Imperia: 62 euro.
Marco vuole percorrere l'autostrada anche in Francia, almeno fino a Marsiglia, pur sapendo che la spesa sarà una salassata. D’altra parte, passare attraverso i caotici centri abitati della Costa Azzurra o salire e scendere dalle montagne, è un’esperienza già fatta e che preferiremmo non ripetere. Quando si ritiene che il gioco valga la candela, è giusto praticarlo. 
Ecco i pedaggi pagati sulle autostrade francesi:
Nice: € 5,50 euro + € 3,50
Cannes: € 7,20
Marsiglia: € 28,50
Uscita St. Martin de Crau: € 9,80
Totale: € 54,50 per 270 km percorsi; esborso presto dimenticato, tutta presa ad ammirare l'ultima fioritura di mimose della Costa Azzurra, la luce particolare della Provenza, gli acquitrini e i fenicotteri rosa della Camargue. 
In seguito, continuiamo sulla D6009 verso Sète e le saline, strada poco trafficata e ampia. Dopo il pieno di carburante (€ 81 a € 1,43 il litro), tra Sète e Beziers, ci fermiamo in un parcheggio di Fitou per pernottare (Avenue des Corbières, 46). Gratuito, con toilettes, acqua ed area pic-nic (GPS: N42.8946° – E-2.98442° / N42°53'40.55” - E2°59'3.91”).

19/03/2019 (martedì): 459 km percorsi - sole
Superiamo il confine tra Francia e Spagna su strade nazionali in ottimo stato e scorrevoli. Direzione Girona e Valencia. Comodissima e veloce l’Autovia del Sud. 
Pieno di gasolio: € 40 a € 1,10 il litro.
Sosta notturna a Peniscola presso Camping Vizmar, CTRA VIEJA Benicarlo, €12 (€ 3 per adulto e € 6 per il camper), con corrente.

20/03/2019 (mercoledi): 521 km percorsi - sole
Continuiamo verso Valencia e Cordoba, percorrendo l’Autovia del Mediterraneo, nonchè altre Autovie gratuite, tra gli agrumeti sconfinati, le vigne e gli uliveti, nelle rossastre terre della Mancia. Bellissimo anche il passaggio nel Parque Natural de Despeñaperros. 
Pieno di gasolio in autovia: € 69 a € 1,26 il litro.
Sosta notturna a Sant'Elena, sull’Autovia del Sur, 150 km prima di Cordoba. Parcheggio presso area di servizio (acqua e pozzetto per carico/scarico) (GPS: N 38°20’10.68”- W-3°32’42.252”  /  N38.336300° - W-3.545070°).

21/03/2019 (giovedì): 430 km percorsi - sole
Proseguiamo il viaggio lungo l'Autovia del Sur e, una volta a Siviglia, imbocchiamo l’Autopista del V Centenario (gratuita). Dopo aver attraversato uliveti a perdita d’occhio, per chilometri e chilometri, in pianura e in collina, arriviamo al confine con il Portogallo, che varchiamo superando un grande ponte sul fiume Guadiana.
Pieno di gasolio a € 1,25 il litro per un totale di € 63.
Non essendo, noi, possessori di un telepass europeo, prendiamo la via “turismo” indicataci da una freccia, la quale ci incanala verso un casello, tipo quelli dell’autostrada, dove, inserendo la carta di credito in un apposito dispositivo e seguendo le istruzioni sul display, la stessa viene associata alla targa del nostro camper. In questo modo, se dovessimo finire su autostrade senza casellante, l'importo del pedaggio verrebbe addebitato direttamente sul nostro conto corrente. In alternativa, dovremmo richiedere un telepass provvisorio (dove, non si sa, perché in loco c’è soltanto un Ufficio Turistico). E' nostra intenzione, comunque, cercare di evitare le strade a pagamento anche in Portogallo.
Poi, ci dirigiamo all'area camper di Castro Marim, gratuita, in Via Josè Alfonso Gomes (GPS: N 37° 13' 11.27” - W-7° 26' 40.09” / N37.219799° – W-7.444447°), con Camper Service, acqua (2 euro il gettone acquistabile nei negozi del paese), 4 km oltre il confine, dove trascorreremo la prima notte in terra portoghese.
Totale km percorsi da Bergamo al confine con il Portogallo: 2.290.
Castro Marin è un paesino tutto bianco e, una passeggiata tra le sue stradine, ci offre un primo assaggio della tradizionale cultura portoghese. 

Siamo nell'ALGARVE, la regione più meridionale, rinomata per le sue splendide spiagge: lunghe e dorate ad oriente, piccole e protette da alte falesie ad occidente, tutte bagnate dalle acque, spesso tumultuose, ma anche limpide e cristalline, dell'Oceano Atlantico. Naturalmente non vedo l'ora di conoscere e visitare anche le sue cittadine, sebbene il terribile terremoto del 1755, pur avendo colpito l'Algarve in forma più leggera rispetto alla regione di Lisbona, abbia spazzato via gran parte del suo patrimonio artistico e culturale. Quello che vediamo oggi risale al periodo successivo. E’, comunque, sorprendente notare come la dominazione araba, durata 500 anni, abbia trasformato questa zona arida e secca in un rigoglioso giardino di alberi da frutto, ulivi e agrumi. 

22/03/2019 (venerdì): questa mattina visitiamo la vicina cittadina di Tavira (parcheggio in Rua Joao Vaz Corte Real  n. 88 – GPS.: N37.128601° - W-7.65228° / N37° 7' 42.96” - W-7° 39' 8.2” - gratuito, vicino al centro storico), situata alla foce del fiume Gilao, con le immancabili case bianche e le stradine lastricate del centro storico.
Tavira - Algarve 
Fu abitata dai Fenici già nel VIII secolo a.C. ed in seguito occupata dai Romani, mentre la dominazione dei Mori durò dal 700 al 1242. Di queste epoche rimangono: un ponte di origine romana e il castello moresco nell'antico quartiere arabo. Dal castello è visibile la nota Talhados de Quaro àguas (il tetto delle 4 acque), un sistema architettonico unico: i tetti delle case di Rua da Libertade, infatti, vennero costruiti in maniera tale da poter disperdere facilmente le frequenti piogge torrenziali. La torre dell'orologio della Chiesa di Santa Maria di Castello è il simbolo cittadino e le lancette sul quadrante mi confermano che il Portogallo è indietro di un'ora rispetto all'Italia. Nonostante ciò, Marco non vuole crederci, affermando che il meccanismo è guasto.
Laguna di Ria Formosa a Santa Luzia - Algarve
Non capisco se ne sia convinto veramente o se lo dica soltanto per farmi indispettire. Tavira, così come Faro e Olhào, sorge nell’area del Parco Naturale di Ria Formosa, il quale si estende lungo la costa algarviana, da Praia de Faro a Cacela Velha, per circa 60 km. Questo tratto di costa è separato dal mare da una laguna. Qui si trovano isolotti, paludi, dune di sabbia per prevenire l'alta marea atlantica; il tutto all'interno di un perfetto eco-sistema per la fauna e la vegetazione di questi luoghi.
Dopo la visita di Tavira, ci trasferiamo al parcheggio per camper di Santa Luzia - 64A-EM1347 (Coord.: N37.092499° – W-7.67664°), 5 euro al giorno, senza alcun servizio, ma ampio, in ottima posizione e tranquillo.
Cimitero dele ancore presso spiaggia di Barril - Algarve
A piedi, ci avviamo verso l’immensa spiaggia di Barril (ma c'è anche la possibilità di raggiungerla con un trenino al costo di 1,5 euro a testa), che ospita un singolare “cimitero delle ancore”. E' una bella e lunga passeggiata, attraverso una lingua di terra che passa tra due acquitrini, senza alcun riparo dal sole. Trascorriamo il pomeriggio camminando a piedi nudi sul bagnasciuga, accompagnati dallo sciabordio delle onde, che s’infrangono spumeggianti sulla riva. Il profumo del mare, la brezza e i primi, caldi raggi del sole sulla pelle sono una sensazione piacevole, quasi dimenticata. 

23/03/2019 (sabato): meta odierna: Faro, capitale della regione dell'Algarve. Il parcheggio è vicino al centro storico, per cui iniziamo da qui la visita della città (Largo de Sao Francisco n. 51 - GPS: N37.0117 – W007.93178 - gratuito).
Faro: panorama sulla laguna dalla torre della cattedrale - Algarve
Percorrendo le sue strade acciottolate e tranquille, arriviamo alla piazza dove sorge la Cattedrale del Sé, del XIII° sec. (ingresso alla torre e al chiostro: 3 euro a testa), in stile romanico-gotico. Saliamo sulla torre campanaria, dalla quale si gode un bel panorama della città e della laguna. Proseguiamo verso la zona del porto, passando sotto l'Arco da Vila, del XIX secolo, che nel passato, costituiva la porta d'accesso al castello medievale e sulla cui sommità le cicogne hanno pensato bene di costruirvi tre grandi nidi. Appena superato l'Arco, a destra, notiamo l'Ufficio Turistico e ne approfittiamo per chiedere una mappa della città.
Faro: panorama sulla laguna dalla torre della cattedrale - Algarve
Dopo aver acquistato alcuni dolci tipici alle bancarelle del porto, girovaghiamo un altro po' nella zona pedonale, tra negozi di souvenirs e varie attività commerciali, supermercati inclusi; non che questi ci interessino più di tanto, però l’osservazione dei prezzi esposti ci aiuta a capire il costo della vita in Portogallo, che, a prima vista, sembrerebbe simile a quello dell’Italia. Anche il gasolio, se ci si serve presso un distributore di carburanti che non sia nell’area di un Intermarché, è di pochi centesimi inferiore. Sapendo che gli stipendi portoghesi sono molto più bassi dei nostri, viene spontaneo domandarsi come facciano a vivere. Almeno il caffè costa 60-65 centesimi ed è molto buono.

Faro: panorama dalla torre della cattedrale - Algarve
Faro: panorama dalla torre della cattedrale - Algarve
Faro: Cattedrale
Faro: Arco da Vila - Algarve
Faro: Arco da Vila - Algarve
Faro: centro storico - Algarve
Torniamo al camper per pranzare, dopodichè partiamo per Silves, antica capitale dell’Algarve, sorta sulle colline che anticipano la Serra de Monchique
Castello di Silves - Algarve
Possiede un’Area Camper privata “Parque do Rio”, con Camper Service, corrente, docce, lavanderia, Wi-Fi, € 6 + € 3 per corrente ed eventuali 0,50 cent. per doccia. GPS: 37.1852 – 8.44566 / N37° 11' 6.72” - W-8° 26' 44.37”). Già dalla strada, prima di arrivare in paese, abbiamo un bel colpo d'occhio sull'imponente castello dalle mura rossicce, che domina dall'alto l’abitato.
Purtroppo, vedo troppo tardi un punto panoramico adatto alla sosta e perdo l’unica occasione di scattare una buona foto. Marco, a dir il vero, sarebbe anche disposto a tornare indietro, ma, per una foto, non mi sembra il caso.
Silves - Algarv
Il gestore dell’area camper è gentilissimo e spontaneamente ci dà alcune informazioni sulla città, il cui centro si raggiunge con una bella passeggiata a piedi di 15-20 minuti lungo la pista ciclopedonale che costeggia il Rio Arade. E' ormai pomeriggio inoltrato e le ripide strade che conducono alla cattedrale (ingresso € 1,5 a testa) sono già in ombra.
Il castello è chiuso, come pure il museo archeologico. Quest’ultimo conserva al suo interno uno spettacolare pozzo moresco, considerato un caso raro nell’architettura araba, essendo affiancato da una scala elicoidale, che facilita l’accesso all’acqua. Non ci resta che proseguire fino alla sommità della collina, da cui si scorge in lontananza il fiume, che prosegue la sua corsa verso l’Oceano Atlantico, dove sfocerà presso la città di Portimao.
Poi, ripercorriamo di nuovo le tranquille vie acciottolate, che scendono verso la sponda del fiume, lungo la quale sorgono grandi aree ricreative (piscina coperta, campo di basket in vetro, palestra all'aperto con vari attrezzi ad uso pubblico, parchi giochi per bambini, ecc).
Facciamo la spesa al grande supermercato della LDL, in centro, situato all'interno di quella che un tempo fu una fabbrica di sughero, recuperata mantenendo alcune strutture originali.

Silves - Algarve
Silves - Algarve
24/03/2019 (domenica): 10°C alle 7 del mattino e 22°C al pomeriggio.
In mattinata ci trasferiamo a Benagil. Una ripida discesa conduce alla spiaggia, racchiusa tra alte falesie, ma siamo costretti a proseguire, non essendoci possibilità di sosta. Dopo un’altrettanto ripida risalita, troviamo uno spiazzo sterrato dove lasciare il nostro mezzo (Coord.: N37.089889° – W008.422989°), avendo, il vicino  parcheggio, una sbarra ad un’altezza di 2.20 metri.

Benagil - Algarve
A piedi, in pochi minuti, torniamo alla caletta e seguiamo alcune persone che si arrampicano sulla scogliera, pensando porti all’Algar, la famosa e superfotografata grotta a forma di cupola, aperta in alto. Scopriremo, invece, più tardi che quest’ultima è raggiungibile solo in barca e con il mare calmo, mentre oggi ci sono onde un po' arrabbiate. Ritorniamo sui nostri passi ed imbocchiamo una scaletta in pietra, sulla destra, che sale ad un ristorantino. Ci ritroviamo, poco dopo, all’inizio di un sentiero ("Sentiero delle Sette Valli Sospese": MAPPA), il quale corre, per una lunghezza di 11 km, sulle alte falesie che si tuffano nell'oceano.
Alvor - Algarve
La passeggiata è allietata dai voli dei gabbiani nonchè da viste mozzafiato sulla costa erosa dall'acqua e dal vento. Torniamo al camper per pranzare intorno alle 14 e, poi, ci trasferiamo ad Alvor, nell’ampio parcheggio gratuito a fianco dell’area camper (€ 7 + € 4,5 per eventuali servizi). C’è divieto di campeggio, ma vi sono molti altri camper posteggiati. Passeremo la notte in questa località (Coord. GPS.: N37.123798 – W-8.59577 / N37° 7' 25.67” - W-8° 35' 44.77”). L'oceano è a pochi metri di distanza; non si vede, ma si sente il fragore della mareggiata. Tiriamo l’ora di cena, camminando sulle infinite passerelle di legno che si estendono sopra le dune sabbiose di questa bellissima costa atlantica, finché intravediamo il sole scomparire all’orizzonte, dietro un ammasso di nubi nere.

Benagil - Algarve
Benagil - Algarve
Benagil - Algarve
Benagil - Algarve
Benagil - Algarve
Benagil - Algarve
25/03/2019 (lunedì): Temperatura 15°C alle 8 – 29°C alle 15. Sole.
In tarda mattinata ci spostiamo nella vicina Praia Tres Irmaos e parcheggiamo nei pressi della spiaggia, che è davvero splendida, contornata da alte falesie scolpite dagli agenti atmosferici: grotte ed archi rendono il paesaggio fiabesco.
E' quasi mezzogiorno e la bassa marea ci consente di raggiungere i vari anfratti, che, forse, con l'alta marea sarebbero di difficile accesso. Le onde accarezzano dolcemente la riva e l’acqua cristallina, nel ritirarsi, ha lasciato una sabbia luccicante, sulla quale si riflette la costa rocciosa. E incredibile, ma vero, non c’è niente e nessuno a rovinare l’incanto del luogo.

Praia Tres Irmaos - Algarve
Praia Tres Irmaos - Algarve
Praia Tres Irmaos - Algarve
Praia Tres Irmaos - Algarve
Praia Tres Irmaos - Algarve
Praia Tres Irmaos - Algarve
Più tardi, ripartiamo in direzione della Praia de Dona Ana, a 24 km di distanza; vista dall’alto del parcheggio - che è vicino alla spiaggia, ma un po’ in pendenza - appare meno spettacolare. Non ci entusiasma molto e, pertanto, proseguiamo per Ponta da Piedade, una manciata di chilometri più avanti, sostando in una rientranza della strada (Coord. GPS: N37.082989° - O-008.670182°, Estrada da Ponta da Piedade), perchè il parcheggio vicino al faro è interdetto ai camper.

Praia de Dona Ana - Algarve
Praia de Dona Ana - Algarve
Praia de Dona Ana - Algarve
Qui, ci sono un'infinità  di sentieri, che solcano l'alta costa frastagliata, dai quali si hanno superbe viste sulle sottostanti formazioni rocciose ricche di archi, pinnacoli, ponti naturali e su un oceano dalle tonalità che vanno dal verde smeraldo al turchese. Uno spettacolo magnifico! Camminiamo per ore, tra la flora selvaggia e tipica di questi luoghi, con gli immancabili voli di gabbiani a farci compagnia, oltre a rondini e a diverse altre specie di uccelli. L'unico rammarico è che, avendo trascorso parecchio tempo ad esplorare il versante orientale della Ponta da Piedade, quando arriviamo a quello occidentale, il sole è appena giunto sulla linea dell'orizzonte. E, così, ci siamo persi quei pochi, meravigliosi minuti che precedono il tramonto, dove i raggi leggermente obliqui, prima indorano e, poi, infuocano le scogliere.
Ponta da Piedade - Algarve
Questo lato esposto a ponente della punta, diversamente da quello che guarda a levante, è munito anche di passerelle in legno che passano sopra la vegetazione, penso per meglio salvaguardare la flora locale; è anch'esso molto suggestivo, con la costa plasmata dalla furia degli elementi marini. Al tramonto, centinaia di rondini tornano schiamazzando ai loro nidi, costruiti all'interno di un enorme e profondo “pozzo” naturale scavato nella scogliera. Vederle scendere in picchiata dal cielo verso quella specie di “condominio” interrato, è un’emozione che mi porterò nel cuore per sempre. E’ ormai buio e decidiamo di trascorre qui la notte. Un camper belga si accoda al nostro; non che questo cambi qualcosa, ma, in compagnia, ci si sente un po’ più tranquilli.

Ponta da Piedade - Algarve
Ponta da Piedade - Algarve
Ponta da Piedade - Algarve
Ponta da Piedade - Algarve
Ponta da Piedade - Algarve
Ponta da Piedade - Algarve
Ponta da Piedade - Algarve
Ponta da Piedade - Algarve
Ponta da Piedade - Algarve
26/03/2019 (martedì): al risveglio, per la prima volta da quando siamo partiti, il cielo è nuvoloso e, pertanto, oggi visiteremo Lagos.
Lagos - Algarve
Prima di entrare in città, notiamo un’area camper; è abbastanza lontana dal centro, perciò cerchiamo un parcheggio più vicino, visto che non abbiamo intenzione di pernottare qui. Troviamo un posto per lasciare il nostro mezzo dietro la stazione ferroviaria (quella in Estrada de Sao Roque), tra Rua Joao Dias e Rua Rodrigo Alvares. Purtroppo, dimentico di prendere nota delle coordinate GPS. Poco distante, un ponte metallico e pedonale ci consente di attraversare il fiume e, dopo pochi passi, siamo nel centro storico. Quest'ultimo si sviluppa alle spalle della fortezza, al di là delle mura del castello, con un intrico di strette stradine lastricate, che salgono e scendono dalla collina.
Lagos - Algarve
Nonostante si sia soltanto a marzo, vi sono già molti turisti che affollano le vie, ma, soprattutto, i tavolini all'aperto dei numerosi bar e ristoranti.
Lagos ha origini celtiche, ma si sviluppò, prima, sotto i cartaginesi e, successivamente, sotto l’impero romano.
Visigoti e bizantini vi si stabilirono nel VI secolo e fu dominata dai Mori nell’VIII secolo.
Durante il periodo delle esplorazioni, Lagos divenne un importante centro navale, ma, purtroppo, anche il primo luogo ad istituire il mercato di schiavi provenienti dall'Africa Sahariana. I suoi bellissimi edifici furono spazzati via dal terribile terremoto del 1755 e dal conseguente Tzunami. 
Lagos - Algarve
Oggi, di quel periodo, rimangono le mura della fortezza araba (all'interno, mostra permanente degli antichi viaggi), il Castello del Governatore e la Chiesa di Sant'Antonio, che visitiamo (€ 1,50 a testa), la cui semplice facciata esterna, come da tradizione portoghese, contrasta con l'opulenza degli interni (navata decorata con azulejos e legno intarsiato, definita tra le più belle del Portogallo). Poi, scendiamo nuovamente sulla riva del fiume. Costeggiando le antiche mura merlate, ci dirigiamo verso la fortezza e la spiaggia. Il mare mosso e l’aria pungente, non invitano al passeggio. Con il sole sarebbe sicuramente un’altra cosa. Allora riprendiamo la via del centro e andiamo al mercato coperto per acquistare del pesce spada fresco (15 euro al kg). Mentre ci apprestiamo a tornare al camper, inizia a piovere. Velocemente raggiungiamo il nostro mezzo e pranziamo con il fragore della pioggia che si abbatte sul tettuccio.
Spiaggia presso Fortezza di Sagres - Algarve
Visto il maltempo, andiamo subito a Sagres (circa 30 km), rinunciando momentaneamente ad ulteriori perlustrazioni di questo tratto di costa. Il piccolo villaggio, nel XV secolo, era considerato il punto più estremo del mondo. Da qui ebbe inizio la storia delle esplorazioni, che aprì le porte a nuovi continenti, grazie al principe Enrico il navigatore. Quest’ultimo, desideroso di conoscere l'ignoto al di là del territorio europeo, nella metà del secolo XV, dedicò le sue energie alla progettazione e costruzione delle Caravelle, imbarcazioni adatte alle lunghe navigazioni oceaniche. Da questo luogo si imbarcarono i grandi esploratori del tempo, come Gil Eanes e Bartolomeo Dias.
Spiaggia presso Fortezza di Sagres - Algarve
Prima di arrivarci, approfittiamo del Camper Service dell'Italmarché. Il gettone, acquistato alla Cassa della vicina Stazione di carburante al costo di 2 euro, consente il carico di 100 litri d'acqua. 
Decidiamo, quindi, di portarci nei pressi della Fortezza di Sagres e di pernottare qui. Il parcheggio per camper è in Rua da Fortaleza n. 22 (Coord. GPS: N37.00447 / W-8.9452).
Piano piano, anche il vento aumenta d'intensità, costringendoci a rimanere sul camper per il resto del pomeriggio. Al tramonto, però, il cielo si rasserena e il vento si placa. Ci basta attraversare la strada, percorrere un breve sentiero, che corre tra cespugli di rosa canina e rosmarino, per raggiungere l'alta falesia ed assistere ad uno scenario mozzafiato, ammantato di luce dorata. Un regalo inaspettato! 

27/03/2019 (mercoledì): dopo una notte insonne, a causa del continuo e violento scuotimento del camper da parte di un vento rabbiosissimo, andiamo finalmente a visitare la Fortaleza de Sagres (3 euro a testa).
Fortezza di Sagres - Algarve
Appena varcata la porta di accesso, vediamo la famosa Rosa dei Venti, un enorme compasso di 43 metri di diametro, disegnato sul terreno del cortile antistante l’ingresso e raffigurante i 4 punti cardinali. Rimaniamo sorpresi dalla struttura di questo forte, in quanto sfrutta, a difesa, le ripide scogliere della Ponta de Sagres, occupando tutta la superficie di quest’ultima. Una stradina consente di percorrere il perimetro del promontorio su cui si erge la fortezza, al cui punto più estremo è stato posto un potente faro. Soffia un vento feroce: cammino come gli astronauti sulla luna se è contrario, avanzando con grande fatica, mentre devo puntare i piedi se spinge alle spalle.
Presso Fortezza di Sagres - Algarve
Quando le raffiche arrivano lateralmente, invece, sono cavoli: persino Marco viene scaraventato a terra. Per fortuna, tutto il percorso è protetto da muretti e staccionate, altrimenti il rischio di volare giù dalla scogliera è davvero alto. 
Tornati al parcheggio, notiamo che tutti i camper, eccetto il nostro, hanno il “muso” rivolto a sud e, così, scopriamo la ragione dell’eccessivo scuotimento notturno: il vento va affrontato di fronte e non di lato! Semplice, no?

Presso Fortezza di Sagres - Algarve
Presso Fortezza di Sagres - Algarve
Presso Fortezza di Sagres - Algarve
Faro di Sao Vicente visto dalla Fortezza di Sagres - Algarve

Prossima tappa: il Cabo de Sao Vicente, distante circa 7 km e che già si vedeva dalla fortezza di Sagres. C'è un parcheggio proprio davanti al faro. 
Faro del Cabo de Sao Vicente - Algarve
Quest'ultimo si staglia, imponente e rosso fiammante, nel blu elettrico del cielo, ma ciò che più mi affascina del luogo sono le onde, altissime, che s'infrangono spumeggianti contro l'alta scogliera. Tutto molto scenografico.
Altro trasferimento: il Miradouro de Carrapateira. Dopo 24 km, parcheggiamo il camper in uno spiazzo alla fine della strada asfaltata e c'incamminiamo lungo il sentiero, che corre sulle alte falesie prospicienti l'Oceano Atlantico. Il vento, qui, è più moderato e non c'è pericolo di essere spinti giù dal precipizio. Questo posto è magnifico: si può passeggiare per ore tra i cespugli bassi e fioriti o su lunghe passerelle che portano a spettacolari punti panoramici, perdendo la cognizione del tempo. 
Presso Miradouro de Carrapateira - Algarve
Ritorniamo al camper e continuiamo il nostro viaggio verso la cittadina di Zambujera do Mar (56 km), con l’intenzione di trascorrervi la notte, ma lì vi sono divieti per i camperisti dappertutto. E, allora, proseguiamo per altri 11 km, verso Cabo Sardao. Questo litorale, selvaggio e poco frequentato, è una riserva naturale istituita per proteggere gli uccelli marini che nidificano sulle coste a strapiombo. 
Una volta lasciata alle spalle la regione dell'Algarve, con la sua costa superba - ma deturpata da un'edificazione scellerata - il paesaggio cambia. Percorriamo una strada tranquilla, fiancheggiata da eucalipti e diversi tipi di abeti, soprattutto pini marittimi. 


Presso Miradouro de Carrapateira - Algarve
Presso Miradouro de Carrapateira - Algarve
Presso Miradouro de Carrapateira - Algarve
Presso Miradouro de Carrapateira - Algarve
Presso Miradouro de Carrapateira - Algarve
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Siamo, adesso, nell’ALENTEJO, la regione “al di là del Tejo” (il fiume Tago), come dice il nome, leggermente ondulata e caratterizzata da vaste distese di querce da sughero (essendo il Portogallo il primo produttore mondiale di sughero, non c’è da stupirsi) e da paesini tutti bianchi con case bordate di giallo e azzurro. Curva dopo curva, salendo e scendendo dolcemente, arriviamo al faro di Cabo Sardao (Estrada do Farol – Coord. GPS: N37.597302° - W008.816491°). Per ora non c’è vento: speriamo non si alzi durante la notte, come è successo ieri. Parcheggiamo accanto ad un campetto di calcio, vicino ad altri due camper e appena in tempo per assistere ad un tramonto sull'oceano da pelle d'oca. Tutto il paesaggio costiero viene indorato dai bassi raggi del sole, inclusi noi, il faro, gli scogli che ospitano i nidi delle cicogne e i gabbiani con i loro ultimi voli della giornata. Pace e tranquillità infinite. Emozioni che rimarranno impresse per sempre nel mio cuore.

Cabo Sardao - Alentejo
Cabo Sardao - Alentejo
Cabo Sardao - Alentejo
Cabo Sardao - Alentejo
Cabo Sardao - Alentejo
Cabo Sardao - Alentejo
Cabo Sardao - Alentejo
28/03/2019 (giovedì): rimaniamo ancora un po' qui, a Cabo Sardao, per esplorare meglio questo tratto meraviglioso di costa, alta e scoscesa, di una bellezza commovente.
Cabo Sardao - Alentejo
Torniamo a salutare le amiche cicogne, camminando lungo il sentiero che serpeggia in una vegetazione bassa e fiorita. Stamattina, il sole splende in un cielo limpidissimo e l’oceano è di un azzurro imbarazzante. Non me ne andrei più da qui! Ma Marco non ce la fa proprio a rimanere troppo tempo in un posto: è impaziente per natura, deve muoversi continuamente. Così, poco dopo, partiamo per Porto Covo, distante una cinquantina di chilometri. La strada sale e scende tortuosa, in un ambiente sempre lussureggiante e ondulato, fiancheggiata da alti eucalipti dai tronchi lisci e lucidi. E' un percorso davvero piacevole e rilassante, anche perchè non c'è traffico. A Porto Covo cerchiamo l'area camper, segnalata. Seguiamo la direzione delle frecce e, niente, non si trova. Rifacciamo il percorso più volte, ma proprio non riusciamo a vederla. Le coordinate GPS, in nostro possesso, invece, conducono in una zona residenziale. C'è un campeggio nelle vicinanze, ma noi non abbiamo intenzione di trascorrere qui la notte. Pertanto, lasciamo il camper in un parcheggio per auto del centro e visitiamo velocemente il paese. Percorrendo tutta la via principale, sulla quale si aprono negozi e ristoranti, sbuchiamo sulla spiaggia. Siamo gli unici turisti in questo periodo, ma immagino che d’estate ci sia un bell’affollamento.
Spiaggia di Porto Covo - Alentejo
Non volendo rischiare di prendere una multa, ritorniamo al camper e, proseguendo lungo la costa, troviamo un ampio spiazzo, in parte occupato da altri camperisti, dove poterci fermare e pranzare con vista panoramica sull’oceano.
Anche qui, i sentieri corrono tra i cespugli fioriti e consentono di ammirare le sottostanti scogliere accarezzate dalle onde.

Porto Covo - Alentejo
Porto Covo - Alentejo
Poco più a nord di Porto Covo
Poco più a nord di Porto Covo
Poco più a nord di Porto Covo
Poco più a nord di Porto Covo
Poco più a nord di Porto Covo
Poco più a nord di Porto Covo
Più tardi, continuiamo il viaggio verso il Cais Palafitico da Carrasqueira (76 km). Strada facendo, ci fermiamo ad un Italmarché fornito di Camper Service gratuito, dove effettuiamo le operazioni di carico/scarico acque nere e grigie. Ne approfittiamo per fare la spesa ed acquistare i buonissimi pasteis de nata, che ormai sono diventati il nostro dessert fisso quotidiano.
Procediamo tra foreste di eucalipto, querce da sughero dai bellissimi rami contorti e pini marittimi dagli immensi cappelli ombrosi che si protendono sulla carreggiata. I paesini che attraversiamo sono bianchi e lindi, i giardini fioriti ed allegri, le case hanno i contorni di porte e finestre tinti di giallo, verde o azzurro. In alcuni di questi paesini i pali della corrente sono sormontati da grandi nidi, con le cicogne appollaiate al loro interno. Io lo trovo uno spettacolo stupefacente, ma Marco non è dello stesso avviso. Dovrei meravigliarmi? Per raggiungere il Cais palafitico dobbiamo percorrere un breve tratto sterrato simile ad un gruviera. Parcheggiato il camper alla bell'e meglio, attendiamo che il sole tramonti all'orizzonte e la marea si alzi, trasformando in pura poesia questo luogo, che, altrimenti, avrebbe veramente poco di poetico. Si tratta di un porticciolo per pescatori, realizzato come le palafitte, con i pali di legno conficcati nel terreno e le barche in secca, adagiate sulla fanghiglia, le quali possono salpare solo quando l'acqua si alza quel tanto che basta per sollevarle da terra e consentire loro di galleggiare. Alcuni moli sono pericolanti, altri impraticabili: bisogna fare molta attenzione e camminare con cautela. Comunque, nonostante la mia preoccupazione iniziale, le foto scattate, alla fine, mi soddisfano. Per la notte ci rechiamo all'area camper della vicina Comporta, in Rua da Barca n. 5, gratuita.

Cais Palafitico da Carrasqueiro - Alentejo
Cais Palafitico da Carrasqueiro - Alentejo
Cais Palafitico da Carrasqueiro - Alentejo
Cais Palafitico da Carrasqueiro - Alentejo
Cais Palafitico da Carrasqueiro - Alentejo
Cais Palafitico da Carrasqueiro - Alentejo
29/03/2019 (venerdì): un bel sole caldo ci accompagna, anche stamattina per tutti i 28 km che ci separano da Alcàcer do Sal, dove troviamo un comodo parcheggio in Avenida Joao Soares Branco n. 53 (Coord. GPS: N38.369691° - W008.510935°; acqua e wc)
Alcàcer do Sal - Alentejo
Alcàcer è un paesino bianco e luminoso, fondato dai Fenici nel 1000 a.C.; si estende sulle sponde del fiume Sado, qualche chilometro prima che questo sfoci nell’Oceano Atlantico e le cui rive sono collegate sia da un moderno ponte pedonale, ad ovest, che veicolare, ad est. Una strada costeggia il corso d’acqua e un’altra passa all’interno del centro abitato. Da quest’ultima, dipartono ripide stradine che salgono verso una terrazza panoramica, il castello e una chiesa di origine romana. Ho soprannominato Alcàcer il paese delle rondini: ce ne sono tantissime che vanno e vengono dai nidi sotto i cornicioni delle case!
Alcàcer do Sal - Alentejo
Le cicogne, invece, ne hanno costruiti tre grandi  sul campanile e il baccano prodotto dai loro lunghi becchi, che sbattono in quell’affascinante modo di comunicare e salutarsi, echeggia nel silenzio delle vie.
A questo punto, lasciamo la costa atlantica e proseguiamo verso l'interno della regione alentejana. Prossima meta: Evora. Lungo la strada, ancora eucalipti, pinete e querce da sughero. S'intravedono alcuni campi arati, ma veramente pochi, oltre a distese prative. Il paesaggio è ondulato, la strada non sempre in ottimo stato, ma non c'è in giro un'anima. Finalmente qualche mucca al pascolo: stavo iniziando a pensare che non ce ne fossero in questo Paese.

Alcàcer do Sal - Alentejo
Alcàcer do Sal - Alentejo
Alcàcer do Sal - Alentejo
Alcàcer do Sal - Alentejo
Ad Evora troviamo un parcheggio gratuito davanti all'acquedotto, (Avenida Condes Vilalva n. 1 – Coord. GPS: N38.577128° - W007.914468°).
Evora - Alentejo
Visto che c'è ancora un po’ di luce, andiamo a dare un'occhiata alla cittadina, sapendo che riusciremo a visitare gran poco, dato che musei e monumenti chiudono alle 17. Pochi passi e siamo nel centro storico. Percorrendo strette vie lastricate, arriviamo alla Praça de Giraldo, la piazza principale, con le sue belle arcate, la fontana in marmo, la chiesa di S. Antao e l'Ufficio Turistico, dove prendiamo una mappa della città. Quindi, saliamo verso la Cattedrale, continuando in Largo Conde Vila Flor e il suo scenografico tempio corinzio romano (erroneamente chiamato Tempio di Diana).
Evora - Alentejo
Poi, ritorniamo sui nostri passi e scendiamo verso la Chiesa di S. Francesco, constatando che la Capela dos Ossos è già chiusa. Approfittiamo del vicino parco pubblico per una breve pausa e qualche foto allo spettacolare glicine che ne abbellisce l'ingresso. Infine torniamo al belvedere che si apre davanti al tempio di Diana, per goderci il tramonto, allietati dal canto degli uccellini.
Domani completeremo la visita di questa affascinante cittadina, dal 1986 patrimonio dell’Unesco, la quale, sicuramente, con un centro storico chiuso al traffico, sarebbe meglio valorizzata. 

Evora - Alentejo
Evora - Alentejo
Evora - Alentejo
Evora - Alentejo
Evora - Alentejo
Evora - Alentejo
Evora - Alentejo
30/03/2019 (sabato): di buon’ora torniamo in centro per visitare la Cattedrale di S. Maria, edificata nel 1186, l'adiacente Chiostro e la sovrastante torre. Ripassiamo dalla Capela dos Ossos, ma l'ingresso costa 5 euro a testa e, così, lasciamo perdere: dopotutto sono solo le  ossa di 5000 monaci.
Evora - Alentejo
Passeggiamo ancora un po' in quel groviglio di viuzze di chiara influenza araba: le case bianche con i bordi giallo ocra, i giardini fioriti, gli alberi di agrumi e, dopo aver preso un caffè con l'immancabile pastel de nata, torniamo al camper per riprendere il viaggio, alla volta di Estremoz (45 km). 
La strada nazionale IP2 corre a fianco dell'autostrada A6 ed entrambe sono prive di traffico. Distese prative si alternano a piantagioni di querce da sughero dalle forme stupende. Una moltitudine di piccoli arbusti, dai fiori bianchi e gialli, adorna il ciglio della strada, che è sempre pulito. Passiamo per Evoramonte, un bel paesino dominato dai ruderi di un castello e il cui centro storico è racchiuso da mura merlate; purtroppo non c'è un parcheggio e non possiamo fermarci. Che peccato! Il navigatore ci porta su una stradella tortuosa, con diversi saliscendi; però è senza traffico e rilassante. Anche qui, placide mucche riposano all'ombra delle onnipresenti querce da sughero. Le forme contorte di quest'ultime non finiscono di sorprendermi: vorrei fermarmi e fotografarle tutte, ma Marco penserebbe che sono pazza. Ad Estremoz parcheggiamo vicino all'arena (Coord. GPS: N38.847632° - W007.586763°), nei pressi di una delle porte d'accesso alla cittadina.
Estremoz, "città del marmo" - Alentejo
Estremoz è conosciuta come la città del marmo. Di marmo, bianco e lucido, sono i contorni di porte e finestre, le fontane, le strade, le scale, i balconi, i marciapiedi. Ma io me la ricorderò soprattutto per il profumo dei fiori d'arancio che si respira ovunque. E’ dominata dalla Torre delle Tre Corone, parte integrante delle mura del castello dove visse e morì la regina Isabella di Aragona, oggi trasformato in pousada (albergo caratteristico di lusso). Una irta salita conduce all’imponente maniero, al cui interno vi è una cappella con preziosi azulejos rappresentanti la vita della regina (“Il Miracolo delle rose”).
Estremoz - Alentejo 
Non avendo trovato l’Ufficio Turistico, camminiamo senza meta, su e giù per le stradine di questa abbagliante cittadina, ricca di antichi palazzi signorili, ma anche di edifici che avrebbero bisogno di un bel restauro.
Oggi è l'ultimo sabato del mese e la piazza centrale ospita un grande mercato dell'antiquariato; ne approfitto per acquistare un portariviste in ferro battuto, che si adatta all'arredamento della nostra casa.

Estremoz, "città del marmo" - Alentejo
Estremoz - Alentejo
Estremoz, "città del marmo" - Alentejo
Estremoz, "città del marmo" - Alentejo
Estremoz, "città del marmo" - Alentejo
La prossima meta sarebbe Vila Viçosa, a 20 km di distanza. Facciamo il pieno di gasolio al distributore dell'Italmarché (€ 1,26 al litro, 15-20 centesimi meno che altrove, per un totale di € 68, da pagare in contanti) e, poi, approfittiamo del Camper Service in Avenida do Alandroal, di fronte ai pompieri (GPS: N38.769025° - W007.415937°) per effettuare le operazioni di carico/scarico acque.
Quercia da sughero - Alentejo
Purtroppo, non riusciamo a caricare l'acqua potabile, in quanto il rubinetto è troppo grande per i nostri adattatori. Proseguendo verso Vila Viçosa, senza volerlo, finiamo in centro con il camper. Per fortuna, le strade sono abbastanza ampie da non crearci problemi. Il monumento più importante di questa cittadina è il Palazzo Ducale, ma notiamo che è chiuso e, in ogni caso, non vediamo parcheggi in cui lasciare il nostro mezzo.
Mi dispiace un po’, perché pare che la Sala dei Duchi, al suo interno, sia di una gran bellezza e penso che anche tutto il resto sia, comunque, piuttosto interessante: dai giardini alla cucina con i suoi 700 utensili, dalla biblioteca alle stanze reali.
Acquedotto di Amoreira - Elvas - Alentejo
Giriamo in lungo e in largo, ma proprio non c’è verso di trovare né un posto per sostare né, tantomeno, per pernottare; forse perché in paese c’è un Luna Park e i carrozzoni occupano parecchio spazio. Così, decidiamo di soprassedere e raggiungere Elvas (36 km), dove passeremo la notte nell'ampio spiazzo alle spalle dell'immenso, impressionante acquedotto di Amoreira, ad ovest della città, costruito nel 1498 e terminato nel 1622; lungo circa 8 km, nel punto più alto è costituito da 4 ordini di arcate, per un totale di 843 archi. (Coord. GPS.: N38.879170° - W007.172628°).

31/03/2019 (domenica): Elvas è una città fortificata, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2012. Situata a soli 11 km dal confine con la Spagna, ha avuto, nel passato, un importante ruolo strategico militare. Il suo centro storico è racchiuso in una lunga cinta muraria e protetto da possenti bastioni.
Elvas - Alentejo
Il sistema di sicurezza di questa cittadella era tra i più alti del mondo: per accedere alla porta principale, una volta varcato il ponte levatoio, si doveva attraversare un piazzale di 150 metri interamente circondato da bastioni, poi percorrere una via coperta e superare tre linee di trincee. All’esterno, il forte di Santa Luiza e quello di Graça, entrambi con impianti bastionati a stella, costituivano un’ulteriore difesa dell’abitato. Oggi, Elvas, è presa d’assalto solo dai turisti. Il suo nucleo antico è ben conservato e piacevole da visitare, soprattutto la mattina presto, prima che venga invaso da orde di spagnoli e asiatici, scaricati in gran numero da lussuosi pullman.
Elvas - Alentejo
Cerchiamo di precederli, incamminandoci velocemente verso Praça da Repubblica, dalla bellissima pavimentazione e, dopo aver dato un'occhiata alla ex cattedrale, continuiamo fino a Largo de Santa Clara, con il suo pelourinho del ‘500, ai cui ganci in ferro venivano appesi i criminali. Da qui, attraverso la Porta del Tempre (o Arco Dr. Santa Clara), raggiungiamo il castello romano-moresco, nella zona più alta della città; purtroppo, è chiuso per lavori di restauro. Scendendo lungo le stradine acciottolate - tra le candide case bordate di giallo ocra che vi si affacciano - arriviamo alle mura difensive, dalle quali la vista può spaziare sulla città, sull'acquedotto, sui forti e il territorio circostante.
Elvas - Alentejo
Il sole è cocente in questa limpida giornata primaverile e le campane suonano a festa, mentre la gente esce di chiesa dopo la funzione domenicale. E’ mezzogiorno e, visto che il nostro girovagare ci ha messo appetito, ci avviamo  verso il nostro camper, dove mettiamo ben presto a tacere i morsi della fame.
Più tardi, andiamo al vicino Intermarché per fare il pieno d'acqua ed infine partiamo per Marvao, che ha un'area camper ai piedi del castello, con pochi stalli, però. Speriamo di essere fortunati! Il navigatore ci informa che è distante 88 km e ci porta sulla N372, deserta, a due corsie e in buono stato, che corre tra prati e rari boschetti di querce da sughero. Poi, deviamo sulla N246 per Portalegre, dove compaiono le prime colline boscose. La strada sale a curve e tornanti per 3 km, si mantiene ondulata per 1 km, scende per 6 km e risale per altri 4-5 km in un ambiente lussureggiante, offrendo un bel panorama sulla sottostante pianura.

Elvas - Alentejo
Elvas - Alentejo
Elvas - Alentejo
Elvas - Alentejo
Elvas - Alentejo
Elvas - Alentejo
Elvas - Alentejo
La fortezza di Marvao si trova ad una quota di 773 metri, nel Parco Naturale della Serra de Sao Mamede, appollaiata in cima ad uno sperone roccioso, proprio come un nido d'aquila. L'area camper è ubicata in Rua do Corro, 6, alle seguenti coordinate: N39.394194° - W007.373585°.
Castello di Marvao - Alentejo
Una volta posteggiato il camper nell’unico stallo vuoto, saliamo al castello (il biglietto d'ingresso costa 1,50 euro cad.; € 2,50 con visita al  museo) e iniziamo l'esplorazione. Ciò che più ci lascia stupefatti è un’enorme cisterna, la quale, durante le guerre, poteva accumulare una quantità d'acqua utilizzabile per un periodo di sei mesi, così da consentire alla popolazione di resistere a lunghi assedi, in quanto sulla cima della collina non c'era acqua a quell'epoca. Ai piedi della fortezza, ma sempre all'interno delle mura difensive, si distende un orto botanico, nonché un piccolissimo borgo tutto bianco, con le strade lastricate, ripide, strette e tortuose.
Nonostante ciò e la possibilità di parcheggiare all'esterno, vi circolano, spesso con grande difficoltà, le auto. Incomprensibile, per me, questa cosa. Ad un certo punto noto un grande uccello volare nel cielo sopra il castello. Sono quasi sicura sia un’aquila e non devo assolutamente farmela scappare! Con mani tremanti dall’emozione, punto l’obiettivo della fotocamera verso l’animale e riesco a scattare una foto (orribile, a dire il vero) prima che il bellissimo rapace, con i suoi potenti e profondi colpi d’ala, sparisca veloce all’orizzonte. Riguardo, poi, l’immagine ingrandita e la mostro a Marco: secondo lui, le piume bianche intorno al collo confermerebbero si tratti proprio di un’aquila. Che felicità!

Castello di Marvao - Alentejo
Castello di Marvao - Alentejo
Castello di Marvao - Alentejo
Castello di Marvao - Alentejo
Marvao - Alentejo
Marvao - Alentejo
Marvao - Alentejo
01/04/2019 (lunedì): Temperatura h 8,30: 11°C. 
Visto che stamattina piove, ne approfittiamo per fare una lunga trasferta di 250 km da Marvao a Lisbona. La IP2 è una strada a due corsie, in buono stato e poco trafficata. Attraversando distese prative, chiazzate da cespugli di fiori bianchi e costellate da bellissime querce, arriviamo ad Estremoz, dove proseguiamo per Evora.
Santa Susana - Alentejo
Nel frattempo smette di piovere. Qualche squarcio di azzurro si fa largo tra bellissime nuvole bianche. Non so se ho le allucinazioni, ma, nel giro di una quarantina di chilometri, vedo tre aquile volteggiare nel cielo. Marco mi dà della visionaria, ma quel battito d’ali mi è familiare.
Dopo una breve esplorazione all'interno dell'Alentejo, lasciamo questa splendida regione, che davvero mi è rimasta nel cuore, per entrare in quella di LISBONA.
Prima, però, facciamo una deviazione a Santa Susana, vicino ad Alcacér do Sal. Per distrazione, l'altro giorno, quando siamo passati di qua, mi era sfuggita, ma ci tenevo tanto a vederla. Pur essendo un piccolo villaggio, con le case bianche contornate di blu e i grandi camini, ha la caratteristica architettura alentejana. Nello stesso stile è anche la chiesetta, il cui campanile ospita l’immancabile nido di cicogna.

Santa Susana - Alentejo
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Arrivando a Lisbona da sud, la città si presenta da subito caotica e lo skyline di palazzi bianchi, rosa e azzurri mi ricorda una grande bomboniera. Attraversiamo il gigantesco Ponte 25 Aprile (pagando € 4,05 al casellante) e, poi, ci dirigiamo verso l'unico campeggio di Lisbona, nella zona di Monsanto. Marco sbaglia un'uscita della superstrada e ci ritroviamo in pieno centro, proprio su quelle stradine strette,  caotiche, ripide e solcate dai binari dei tram, che non avremmo mai, mai, mai voluto percorrere. Solo grazie al sangue freddo di Marco riusciamo a venirne fuori indenni, dopo un tempo che ci pare interminabile, e arriviamo a destinazione (Camping & Boungalows, Estr. da Circunvalação, Lisboa -  GPS: N38° 43' 30° - W009° 12' 27” / N38.72472 - W9.20080; tariffa 34,20 euro al giorno, con servizi, docce e corrente). Paghiamo subito 3 notti, spendendo in totale € 102,60. Non si può dire che sia economico, ma non c'è alternativa. Del resto, Lisbona è la capitale del Portogallo ed è normale aspettarsi prezzi più alti che altrove. 

02/04/2019 (martedì): il bus che porta in centro è il n. 714 (rosa) e la pensilina si trova a poche centinaia di metri dal campeggio, sulla destra, ma dalla parte opposta della strada. Il biglietto costa 2 euro a persona per ogni tratta e viene rilasciato dall’autista.
Tram 28 a Lisbona
La fermata si chiama “Campismo” ed il percorso “Outurela/Praça Figueira”. Sono 34 fermate e si impiega circa un'ora per arrivare in centro. Lisbona è una grande città: sorge lungo la riva destra del Tago, nel punto in cui il fiume, sfociando nell’Oceano Atlantico dopo una corsa di 1007 km, forma una specie di mare interno, chiamato anche Mar da Palha (Mare della Paglia) per il colore dorato che assume la sua superficie al calar del sole.
Arrivati in Praça Figueira, andiamo subito all'Ufficio Turistico per farci rilasciare la “Lisboacard” (20 euro ciascuna, per una durata di 24 ore, valida per tutti i mezzi di trasporto; consente, tra l’altro, l'accesso gratuito a vari monumenti e musei, oltre a sconti su altri. Per due giorni: 34 euro, ecc.). Pertanto, visto che sono quasi le 11 di martedì mattina e la card scadrà alle 11 di mercoledì, dovremo organizzare bene le visite. Quindi, raggiungiamo la Praça Martim Moniz, dove si trova la pensilina del famoso tram 28 (ma si può partire anche dalle fermate successive). La si riconosce subito, perchè c'è sempre una lunga coda di gente in attesa. I tram passano ogni 5 minuti, per cui, dopo mezz'ora siamo a bordo. Il tram 28 attraversa tutti i quartieri del centro: Alfama, Bairro Alto, Chiado, Baixa; perciò, secondo me, è l’ideale per il primo approccio con una città che appare immensa (tra l’altro, gratuito, con la Lisboa Card, altrimenti il biglietto costerebbe 3 euro).
Lisbona: Castello di Sao Jorge
Così, cartina alla mano, prendendo nota mentalmente dei nomi delle vie e delle piazze, cerchiamo di farci un'idea di come è disposta Lisbona, la quale, come Roma, si estende su sette colli. Poco più di mezz'ora per arrivare al capolinea di Campo Ourique. Qui, scendiamo e risaliamo, dopo qualche minuto, sempre sul tram 28, che ritorna in Praça Martim Moniz, facendo un percorso più o meno simile a quello dell’andata. 
Il nostro viaggio tranviario termina nel quartiere Baixa, il cuore di Lisbona, nei pressi della Cattedrale del Sè, dove ci fermiamo per visitare quest’ultima (ingresso gratuito), la quale, all'interno, è piuttosto spoglia.
Lisbona: panorama su Praça do Comèrcio dal Castello 
Il Chiostro è chiuso per restauro ed il tesoro non ci interessa, ragion per cui proseguiamo verso il vicino Castello di Sao Jorge (ingresso € 10 a persona; con la Lisboa Card costa € 8,50).
Dopo aver visitato il cortile ed essere saliti sulle mura, ci rendiamo conto di aver speso 17 euro per nulla; soldi buttati via, visto che, comunque, il panorama della città lo si può ammirare anche da altri miradouros, i vari  belvedere distribuiti sui colli ed ai quali si può accedere anche grazie a diversi “elevator” (ascensori, funicolari, ecc.).
Lisbona: panorama dal Miradouro de Santa Luzia
Torniamo nuovamente sulla via della cattedrale e, poi, continuiamo verso nord, seguendo le rotaie del tram fino al Miradouro de Santa Luzia, in Largo da Graça - abbellito con un grande azulejo ed un pergolato di buganvillee - dal quale abbiamo un altro scorcio sulla città. 
Dopodiché, scendiamo sulla riva del fiume e camminiamo fino alla Stazione di S. Apollonia. Qui, ci informano che il bus per raggiungere il Museo Nacional dos Azulejos è il 759. Lo prendiamo a Ponte De Xabregas e, dopo 5 fermate, arriviamo a destinazione.
Lisbona: Museo Nacional dos Azulejos
L’azulejo, un pannello di piastrelle in ceramica, normalmente bicolore (bianco e azzurro), è una delle espressioni più caratteristiche dell’arte portoghese ed è usato per decorare edifici civili e religiosi, con motivi geometrici, sacri, storici o paesaggistici. Dipinte a mano, queste decorazioni sono di una bellezza semplice, ma straordinaria. E tutto ciò che è semplice, inevitabilmente mi attrae. 
Il museo è ospitato nell’antico Convento della Madre de Deus e consente di effettuare un viaggio nella storia dell’azulejo, dal XV secolo ai giorni nostri. E’, finora, la cosa più bella vista a Lisbona. Dal museo si accede anche alla Cappella di S. Antonio e al Chiostro, pure meritevoli di una visita (con la Lisboa Card è tutto gratuito).
Lisbona: Miradouro do Santa Luzia
Stavolta, Marco ha una pazienza infinita, perchè a lui gli azulejos interessano tanto quanto, mentre io li adoro e rimango ad ammirarli finchè non mi buttano fuori, all'orario di chiusura (le 18). Riprendiamo il bus 759 e torniamo a Praça do Rossio, l'elegante piazza del quartiere Baixa. Passeggiando, arriviamo all'Elevator do Castelo, un ascensore “Patrimonio Municipal”, situato in Rua dos Fanqueiros n. 170-178, all'interno di un edificio anonimo (l'insegna è sul tetto). Dopo essere saliti, scopriamo che collega la parte bassa (Baixa) della città alla collina su cui sorge il Castello de Sao Jorge. Infatti, in pochi secondi ci ritroviamo di nuovo nei pressi del Miradouro de Santa Luzia, dove rimaniamo un po' ad ascoltare un gruppo di musicisti.
Lisbona: Praça do Comèrcio
E poi, di nuovo giù, negli stretti, ripidi vicoli del quartiere Alfama, il cuore storico della città, il più popolare e meno turistico, che si distende ai piedi del castello. Un intreccio di vie, sulle quali si aprono piccoli ristorantini ed osterie, dove risuonano le note malinconiche e struggenti del Fado, il canto che si ispira alla saudade, quel profondo sentimento di sofferenza causato dalla separazione e dalla lontananza, provato soprattutto dagli emigranti. Ci sembra il luogo ideale per cenare. Ed è in questa occasione che scopriamo un'usanza tutta portoghese: nell'attesa dei piatti ordinati (15 euro a testa), ci vengono portati alcuni antipasti, senza specificare che sono a pagamento. Sia noi che altri commensali inglesi li accogliamo con un “wow” di entusiasta gratitudine, per poi ritrovarceli nel conto a fine pasto (8 euro). A questo punto, non possiamo che sorridere per la nostra ingenuità.
Lisbona: Arco trionfale di Rua Augusta
Dopo cena raggiungiamo la Praça do Comércio, la quale ha un lato aperto sul fiume Tago, come Piazza della Libertà di Trieste ce l'ha verso il mare. Scatto alcune foto al ponte 25 Aprile, purtroppo con le tinte del tramonto rese pallide da una leggera foschia. Nel frattempo la piazza, piano piano, si illumina e si riempie di spacciatori che offrono, senza alcun ritegno, ad un attonito Marco, ogni tipo di droga, come fosse la cosa più naturale del mondo. A parte questo, è tutto tranquillo e non percepiamo alcun senso di pericolo. Passando sotto l’Arco trionfale di Rua Augusta (edificato per commemorare la ricostruzione della città dopo il terremoto del 1755) ci immettiamo sull’omonima via, la principale della Baixa, lunga, ampia e pedonale, che collega la Praça do Comércio alla Praça de D. Pedro IV.
Lisbona: Praça de D. Pedro IV (o Praça do Rossio)
Quest'ultima, meglio conosciuta come Praça do Rossio, ha una splendida pavimentazione, che ricorda le onde del mare. Negozi, ristoranti, Caffè e pasticcerie sono aperti fino a tardi. Adesso, che la sera è ormai calata e la ressa di turisti diminuita, passeggiare diventa più piacevole. Ancora pochi passi e raggiungiamo l'attigua Plaça da Figueira, dove riprendiamo il bus 714 per tornare al campeggio.
Oggi abbiamo visitato la parte centro-orientale di Lisbona, con i quartieri Baixa e Alfama; domani visiteremo quella occidentale, ossia i quartieri di Chiado e Bairro Alto, nonché quello di Belem, più distante.

Lisbona: Castello di Sao Jorge
Lisbona: Quartiere Alfama
Lisbona: Museo Nacional dos Azulejos
Lisbona: palazzi in una via della Baixa
Lisbona: Ponte XXV Aprile visto dalla Praça do Commercio
Lisbona: Praça do Commercio e Arco Trionfale di Rua Augusta
Lisbona: Elevator di Santa Justa
Vista del castello dalla Baixa
03/04/2019 (mercoledì): Temperatura h 8,30: 11°C - h 14: 16°C  
Stamattina il cielo è nuvoloso e l’aria fredda. Come ieri, prendiamo il bus 714 e scendiamo nel quartiere di Belém, situato lungo l’estuario del Tago, nella parte periferica ed occidentale di Lisbona.
Lisbona: Chiostro del Mosteiro dos Jeronimos
E’ nostra intenzione visitare, innanzitutto, il Mosteiro dos Jeronimos, dato che, con la Lisboa Card, è gratuito (altrimenti il biglietto costerebbe 10 euro a testa) e dobbiamo sbrigarci, perché la tessera scade alle ore 11. Arriviamo a destinazione alle 9,40, ma l’accesso alla chiesa è momentaneamente interdetto ai turisti, in quanto è in corso la messa. Comunque, ciò che amerei di più vedere è il Chiostro adiacente alla stessa. Non notando alcuna indicazione, ci dirigiamo verso la fine del monastero, dove si sta allungando una fila di persone. Dopo un bel po' di attesa, scopriamo trattarsi dell’ingresso al Museo Archeologico. Visto che non ci interessa, torniamo alla chiesa.
Lisbona: Chiostro del Mosteiro dos Jeronimos
Purtroppo, nel frattempo, si sono formate altre due lunghe code. Anche qui, ascoltando i commenti degli altri visitatori, capiamo che quelli in fila a destra entreranno nella chiesa, mentre quelli a sinistra nel chiostro. Una volta entrati nell'edificio, per i possessori della Lisboa Card c'è una corsia privilegiata e una macchinetta per obliterare il biglietto (come quella dei bus, basta appoggiarvi sopra la tessera).
La visita al chiostro vale l'attesa: lo stesso si sviluppa su due livelli e, dal secondo piano, si può ammirare anche l’interno della chiesa dall'alto.
Uscendo dal chiostro, diamo un’ultima occhiata al bellissimo monastero, realizzato in stile manuelino e commissionato dal re Manuel I per celebrare il ritorno del navigatore portoghese Vasco da Gama, dopo che quest’ultimo ebbe scoperto la rotta per l’India.
Lisbona: Mosteiro dos Jeronimos
Esplorazioni e scoperte portarono, infatti, ricchezza al Paese e, nell’epoca d’oro, il sovrano fece costruire diversi monumenti (Torre di Belem, monasteri di Batalha ed Alcobaça, ecc.) in uno stile particolare, chiamato appunto manuelino, contraddistinto da decorazioni che richiamano gli elementi del mare. 
Quindi, andiamo alla pensilina dei bus che portano in centro (di fronte – non davanti – alla famosa Pastéis do Belém). Oltre al bus 714, notiamo che anche il 15/E va in Praça do Comércio. Dato che arriva prima quest'ultimo, chiediamo conferma al conducente, il quale, però, giunto alla fermata Cais do Sodré, annuncia a tutti che la corsa è finita. Insieme agli altri passeggeri, sorpresi quanto noi, scendiamo e ci avviamo a piedi verso la Praça do Comércio, essendo distante soltanto 1,5 km.
Lisbona: ascensore di Santa Justa
Da lì, percorrendo la Rua d’Augusta, raggiungiamo Rua Santa Justa e l'omonimo Elevator, un elegante ascensore neogotico in ferro, ingentilito da quadrifore, al cui interno ospita due cabine in legno con particolari in ottone. Costruito tra il 1898 ed il 1901, collega il quartiere Baixa, nella parte bassa della città, al Chiado, in quella alta. Comodo per chi vuole evitare la faticosa salita a piedi al colle di Carmo. Alla sua sommità, un viadotto pedonale consente l’accesso alla stazione superiore, nei pressi delle rovine della Igreja do Carmo. Doveva essere una struttura prettamente funzionale, ma è diventata una delle opere d’arte più visitate di Lisbona ed è, dal 2012 Monumento Nazionale. La biglietteria si trova nella parte posteriore, ma, la lunga fila di turisti, in attesa davanti all’Elevator, ci induce a salire a piedi. Dopo la scalinata, giriamo a sinistra, in Rua do Carmo, e poi a destra, in Largo Garrett, passando, quindi, davanti all'antico Caffé “A Brasileira”, riconoscibile dalla statua del poeta Fernando Pessoa sulla terrazza antistante (pare fosse un assiduo frequentatore del locale). E’ uno dei più antichi caffè della città, prediletto da intellettuali e scrittori del passato. Venne inaugurato nel 1905, con lo scopo di vendere il vero caffè del Brasile ed è qui che beviamo il miglior caffè della nostra vita: il Bica, un espresso molto forte, dall’aroma unico.
Lisbona: Quartiere Bairro Alto
L’interno del locale è rivestito di legno e specchi. Il caffè si può bere anche in piedi, al lungo bancone di quercia, dove, tra l’altro, fanno bella mostra di sé dolci accattivanti. C’è poco spazio e siamo costretti a dividere un piccolo tavolo con un’altra coppia di turisti. Ordiniamo due caffè e una fetta di torta (buonissima), pagando soltanto € 4,20. Soddisfatti, usciamo e continuiamo la nostra esplorazione. Attraversiamo la grande piazza, percorriamo una via in salita e, successivamente, un'altra in ripida discesa, dove due vecchi tram fanno la spola, ad intervalli regolari, tra la parte bassa della città e la collina. Siamo nel quartiere Bairro Alto e i muri sono tutti imbrattati di scritte, ma pare sia una cosa ormai accettata: volente o nolente, è diventata una caratteristica del posto. Giunti in fondo alla via, giriamo a sinistra e torniamo in Praça do Comércio, dove prendiamo un bus per Belém (3 euro a testa). La Lisboa Card è ormai scaduta.
Al di là dei giardini, antistanti il Mosteiro dos Jeronimos, scorre il Tago, ma, per poter arrivare sulla sua sponda, dobbiamo sottopassare una grande arteria. Passeggiando lungo la riva del fiume, ammiriamo il Monumento alle Scoperte (Padrão dos Descobrimentos) - realizzato a forma di caravella nel 1960, a 500 anni dalla morte di Enrico il Navigatore, per celebrare l’era delle grandi scoperte dei navigatori portoghesi, iniziata grazie a questo sovrano amante delle esplorazioni marine.
Lisbona: Monumento alle Scoperte e fiume Tago
Poco oltre, notiamo la famosa Torre di Belém (o di Betlemme) costruita nel XV° secolo ad integrazione e completamento del sistema difensivo sul fiume Tago, in quanto le due fortezze già esistenti non furono ritenute sufficienti a proteggerne la foce. 
Nel frattempo il cielo si apre per far passare i caldi raggi del sole. Mangiamo qualcosa in un Caffè con vetrata panoramica sul fiume e, poi, riprendiamo a camminare fino a un moderno edificio a forma di nave; scoprirò più tardi trattasi del Champalimaud Centre for the Unknown, sede di ricerche scientifiche volte a scoprire l'ignoto nei campi delle neuroscienze e dell'oncologia. E' emblematico che sorga proprio qui, nel luogo in cui i navigatori portoghesi salparono nel XV e XVI secolo alla scoperta di mondi sconosciuti. 
Lisbona: Torre di Belém
Ritorniamo, quindi, sui nostri passi e, prima di risalire sul bus 714, che ci riporterà al campeggio, facciamo un salto alla famosa Pastéis de Belém (antica pasticceria nata nel 1837), approfittando dell'insolita assenza di coda per acquistare i suoi rinomati pastéis de nata (pasticcini di pasta sfoglia ripieni di crema all’uovo) e fare un confronto con quelli assaggiati finora durante il nostro viaggio in Portogallo. In effetti, devo ammettere che sono i migliori, seppur più costosi.

Lisbona: presso Praça do Comércio
Lisbona: Elevator di Santa Justa
Lisbona: Rua do Carmo
Lisbona: panorama dal Quartiere Chiado
Lisbona: antico Caffè "A Brasileira"
Lisbona: antico Caffè "A Brasileira"
Lisbona: una via del Quartiere Bairro Ato
Lisbona: una via del Quartiere Bairro Ato
Lisbona: una via del Quartiere Bairro Ato
Lisbona: Torre di Belém e Ponte XXV Aprile
Lisbona: Ponte XXV Aprile
Lisbona: Monumento alle Scoperte ((Padrão dos Descobrimentos) 
Antica pasticceria "Pasteis de Belém
04/04/2019 (giovedì): Temperatura h 8,30: 8°C - h 14: 20°C  
Usciamo da Lisbona con meno difficoltà rispetto all’entrata e prendiamo la direzione di Cabo da Roça, estremo punto occidentale d’Europa e distante 42 km.
Cabo da Roça
Una decina di chilometri prima di arrivare a destinazione, la strada, ampia e ottimamente asfaltata, sale per 4-5 km e scende per altrettanti, in un ambiente lussureggiante. Seguendo le indicazioni stradali, svoltiamo in una via più stretta e ci avviciniamo alla costa. Al Cabo, parcheggiamo nei pressi del faro (GPS N38.780743°, W-9.497799°). Ci sono già 8 pullman di turisti asiatici: sbucano da tutte le parti, come formichine impazzite, impugnando lunghi bastoncini da selfie per immortalare i loro volti sorridenti, incuranti di ciò che li circonda. Mi limito a fotografare il monumento, su cui è incisa la famosa frase del poeta Camoes: “Aqui, onde a terra se acaba e o mar comeca” (Qui, dove finisce la terra e inizia il mare).
Presso Cabo da Roça
Dopodiché, ci allontaniamo subito da quella bolgia infernale, incamminandoci lungo un bel sentiero che corre alto sul promontorio. Respiro a pieni polmoni l’aria fresca dell’oceano, con gli occhi che si riempiono di infinito. Vorrei rimanere qui più a lungo, ma Marco, come sempre, mi richiama all’ordine. Quando torniamo al camper, però, sono già le 14.

Faro presso Cabo da Roça
Faro presso Cabo da Roça
Faro presso Cabo da Roça
Presso Cabo da Roça
Presso Cabo da Roça
Presso Cabo da Roça
Ci trasferiamo, quindi, a Sintra (18 km) e parcheggiamo in Av. Nunes de Carvalho n. 84, Monte Santos (Coord. GPS: N38.804224° - W009.388234°)
Durante il pranzo scorgiamo, dall’altra parte della strada, un vecchio tram che arranca sul ripido versante della collina. Chissà da dove proviene!
Intorno alle 15,30 c'incamminiamo verso il Palacio da Pena, che dista circa 3,5 km.
Sintra: Palacio da Pena
Percorrendo in salita Estrada Monte Santos (quella dove siamo parcheggiati), arriviamo in centro. A destra c'è la stazione, dove parte il bus 434, che sale al Palacio da Pena (€ 3,80 a testa, per una sola corsa). Noi giriamo a sinistra e continuiamo a piedi, seguendo la traccia del navigatore sul cellulare. Dopo circa 7-800 metri, abbandoniamo la strada asfaltata e proseguiamo su una via laterale acciottolata, che attraversa, inizialmente, una zona residenziale, con villette dai giardini fioriti e, poi, un fitto bosco. Impieghiamo circa un'ora per arrivare alla nostra meta, che si trova sulla sommità della Serra de Sintra. L'ingresso al Palacio da Pena costa 14 euro cad. (per il solo parco € 7,50). Mentre usciamo dalla biglietteria inizia a piovere copiosamente e siamo costretti ad ignorare il parco per correre velocemente dentro il palazzo; ne ammiriamo i ricchi arredi, seguendo un itinerario guidato da frecce.
Sintra: Palacio da Pena
La cosa positiva del maltempo e dell'ora tarda del pomeriggio è la riduzione dei turisti, che ci permette di evitare una visita in stile processione e lunghe code alla Cassa. Purtroppo riesco a scattare pochissime foto all'esterno dell'edificio e non possiamo goderci la passeggiata nel parco, ma ad essere sincera, non sono questi i luoghi che amo di più e non me ne dolgo più di tanto.
La curiosità, comunque, è stata appagata. Il palazzo ha un’architettura fiabesca e le pareti dipinte di colori sgargianti lo rendono particolare. Può piacere oppure no, ma è indubbiamente scenografico. Quando usciamo, c'è il bus 434 in attesa dei passeggeri e, non avendo portato con noi gli ombrelli, ne approfittiamo. 
Infine, ci spostiamo al parcheggio per bus e camper in Rua das Cevadinhas, sempre a Sintra (GPS: N38.783977° - W009.374638°), dove trascorriamo una notte tranquilla.


Sintra: Palacio da Pena
Sintra: Palacio da Pena
Sintra: Palacio da Pena
Sintra: Palacio da Pena
Sintra: Palacio da Pena
Sintra: Palacio da Pena
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05/04/2019 (venerdì): E’ piovuto tutta la notte e anche stamattina il cielo non promette niente di buono. Alle 9 la temperatura è di 8°C. Dobbiamo decidere se tornare al parcheggio di ieri per continuare la visita di Sintra o soprassedere e proseguire il viaggio. Essendo stata la residenza estiva dei reali portoghesi per quasi 500 anni, la cittadina possiede altri interessanti edifici storici. Mi piacerebbe vedere, per esempio, il Castelo dos Moros, il Paço Real, il Palacio de Queluz, la Quinta da Regaleira e quella di Monserrate, ma anche il piccolo centro cittadino, con le sue fontane e i giardini fioriti.
Se, nel passato, fu molto amata anche da artisti e scrittori, significa che Sintra è davvero bella. Il problema è che, nel parcheggio, sta arrivando un pullman dietro l’altro e già mi immagino la marea di turisti vocianti invadere ogni angolo del luogo. Se puoi aggiungiamo i costi esorbitanti dei biglietti d’ingresso, il presentimento di non riuscire a fare fotografie e le nuvole gonfie di pioggia, la scelta propende facilmente per la seconda possibilità. Quindi, accendiamo il motore e puntiamo dritto verso Peniche (km 91). Prima, però, mettiamo un po' di carburante nel serbatoio (€ 55 a € 1,44 il litro), visto che siamo a secco, in attesa di fare il pieno presso un più conveniente distributore dell'Intermarché. 
Lungo la strada troviamo un Camper Service gratuito, con pozzetto, presso il parcheggio di Gimnoesportivo, e ci fermiamo per fare pulizia e caricare l'acqua (Av. 10 de Agosto, Santa Susana, Sintra, GPS: N38.918.318° – W009.383356°).
Riprendiamo la marcia sotto un cielo temporalesco ed imbocchiamo la N247 in direzione di Ericeira, dove, dopo aver attraversato una piccola vallata percorsa dalle acque del Lizandro, effettuiamo un’altra sosta per fare la spesa al Continental. Poi, continuiamo a macinare chilometri sulla N247, che a volte si avvicina e a volte si allontana dalla costa. Approfittiamo di un parcheggio a pochi passi da una spiaggia sferzata da onde burrascose e da un vento furioso, per pranzare. Anche qui, ci accoglie l’ennesimo scroscio d’acqua. Forse non è il caso di far rotta verso il promontorio di Peniche, ma converrebbe andare direttamente ad Obidos.
Acquedotto di Obidos
Magari, verso l’interno il meteo migliora. Pertanto, giro di timone e prua a dritta. La cosa bella di un viaggio in libertà è la possibilità di cambiare itinerario in qualsiasi momento. 
Il paesaggio, adesso, si presenta ondulato, punteggiato da piccoli centri abitati; le case non sono più bianche come nell’Alentejo, ma dipinte con colori pastello. Pochi fazzoletti di terra coltivata, nessuna quercia da sughero nelle distese prative e neanche l'ombra di una cicogna sui pali della corrente.
Stiamo per entrare in una nuova regione: il CENTRO DEL PORTOGALLO, che ci riserverà altre sorprese, sia sotto l’aspetto naturale che culturale. 
L’area camper di Obidos si trova vicino all’antico acquedotto (GPS: N39.356018° - W0009.156957°) e costa € 6 per 24 ore (passa un incaricato del Comune a riscuotere, alla sera). Da qui, la vista sul castello è splendida, soprattutto di notte, quando è illuminato. Continua l’alternarsi di improvvisi, violenti acquazzoni, a brevi schiarite, ma, coraggiosamente e con passo lesto, ci rechiamo ugualmente in centro, riparandoci dove capita durante gli scrosci (con il vento l'ombrello serve a poco). Superiamo l’antica porta d’accesso al borgo medievale e camminiamo lungo le belle stradine selciate, sulle quali si affacciano numerosi negozietti. Non manchiamo di acquistare il famoso Ginja (o Ginjinha) di Obidos, un rinomato liquore di amarene. Continuando sulla via principale, tra case bianche bordate di blu o giallo, giungiamo ai piedi del castello.
Castello di Obidos
Possiamo ammirare meglio quest’ultimo all’esterno, salendo sulle mura merlate che racchiudono l’affascinante cittadella fortificata e percorrendone i camminamenti. Essendo, questi, privi di protezione sul lato interno, presto molta attenzione a dove metto i piedi e respiro con calma: un piccolo capogiro  mi sarebbe fatale. Il panorama da quassù, però, è fantastico. 
Almeno qui, ad Obidos, i turisti asiatici non ci sono e posso fotografare tranquillamente, senza rodermi il fegato quando mi si piazzano davanti all'improvviso, proprio mentre sto per fare il mio scatto. Anni fa, nei periodi di bassa stagione, era tutto più tranquillo. Pensavo di non trovare tutta questa ressa di visitatori in Portogallo, tra marzo e aprile; invece, nelle località più rinomate, è un gran casino. Chissà d'estate!

Obidos
Obidos
Obidos
Obidos
Obidos
Obidos
Obidos
Obidos
Obidos
Obidos
Obidos
Obidos
06/04/2019 (sabato): Temperatura h 8,30: 12°C – h 14: 15°C 
Il tempo continua a fare i capricci. Con pioggia, grandine e vento non c'è tanto da andare in giro e quegli sporadici raggi di sole ormai non ci illudono più. E’ l’occasione buona per visitare con calma il monastero di Batalha (71 km).
Monastero di Batalha
Lungo il percorso notiamo un distributore del supermercato Pingo Doce che offre il gasolio ad un prezzo davvero conveniente: opportunità da non perdere per riempire il serbatoio (€1,25 il litro per un totale di €44). Dopodiché, andiamo direttamente all’area camper, gratuita, in Rua Nossa Senora do Caminho n. 26/A - Batalha (GPS: N39.66137° – W008.82439°).
In seguito, a piedi, raggiungiamo la grande piazza su cui sorge il monastero, uno dei più importanti monumenti gotici del Portogallo, oggi Patrimonio dell’Umanità tutelato dall’UNESCO.
Chiostro del Monastero di Batalha
Fu fatto erigere, dal re Giovanni I, nel luogo in cui si svolse la battaglia che vide i portoghesi vittoriosi sui castigliani, in segno di ringraziamento alla Madonna, così come le aveva promesso all’inizio degli scontri. L’ingresso alla chiesa (lunga, stretta, sobria e spoglia) è libero, mentre per visitare il chiostro (stupendo, con i suoi delicati trafori), la cappella (sontuosa) con le tombe della famiglia reale e la cappella “imperfetta”, si pagano 6 euro a testa. 

Chiostro del Monastero di Batalha
Chiesa del Monastero di Batalha
Cappella con le tombe della famiglia reale presso il Monastero di Batalha
Chiostro del Monastero di Batalha
Particolare della "Cappella Imperfetta" presso il Monastero di Batalha
Dopo pranzo prendiamo la direzione di Fatima (30 km) e poi di Tomar (37 km), dove c'è un'area camper vicino al fiume, in Rua Fabrica Fiaçao n.  62, segnalata e tranquilla (GPS: N39.607653° - W008.410623°). Visto il maltempo, rimandiamo la visita della cittadina all'indomani.

07/04/2019 (domenica): Temperatura h 8,30: 11°C - h. 14: 15°C
Tomar è davvero un bel paesino, dominato dalla possente mole del Castello Templare e del Convento di Cristo, ai quali si accede attraverso una ripida strada lastricata.
Tomar
Il complesso è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Vale una visita, soprattutto la chiesa, la cui struttura interna imita quella costruita sul Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il centro storico si sviluppa ai piedi del castello, stretto tra la collina e la sponda del fiume Nabão. Nonostante la pioggerella, ci godiamo una bella passeggiata sul lungofiume, con il suo bel mulino ancora funzionante, il verde dei suoi parchi e le arcate del ponte che si specchiano sulla superficie dell’acqua. 

Tomar
Tomar
Tomar: Castello Templare e Convento di Cristo
Tomar: Castello Templare e Convento di Cristo
Tomar: Castello Templare e Convento di Cristo
Tomar: Castello Templare e Convento di Cristo
Tomar: Castello Templare e Convento di Cristo
Tomar: Castello Templare e Convento di Cristo
Tomar: Castello Templare e Convento di Cristo
Tomar: Castello Templare e Convento di Cristo
Tomar: Castello Templare e Convento di Cristo
Tomar: Castello Templare e Convento di Cristo
Tomar
Tomar
Tomar
Tomar: azulejo
Alle 15 ripartiamo per Castel Brando (93 km), seguendo N110 e N238 in direzione di  Ferreira do Zezere. Le strade sono a due corsie e in buono stato. Anche il paesaggio è rilassante: siamo circondati da vigneti e frutteti. Poi, deviamo verso Dornes, imboccando M520 e M521. La carreggiata si restringe un po’ e procediamo su corsia unica, ma abbastanza larga. Saliscendi e curve c'introducono al grazioso villaggio, che sorge sulla sponda di un lago artificiale formato dallo sbarramento del Rio Zezere.
Panorama da Dornes sul Rio Zezere
Facciamo due passi per sgranchirci le gambe, approfittando di una breve tregua della pioggia, giusto il tempo di dare un'occhiata alla Torre Templaria del XII secolo ed al piccolo santuario. Dopodiché, proseguendo sulla N238 e continuando a costeggiare il lago, entriamo nella Val Serrao, rigogliosa e selvaggia. La strada torna a due corsie e diventa tortuosa; comunque è sempre in buono stato e incredibilmente deserta, come pure lo è la A23, che imbocchiamo più avanti e dalla quale iniziamo a vedere rilievi sempre più alti. In seguito, sulle N241 e N3, notiamo, con orrore, i devastanti danni arrecati alla vegetazione dagli incendi, ma anche i lavori in corso per il rimboschimento delle colline. 
Castelo Brando ci appare subito come una cittadina moderna e anonima. L'idea di pernottare qui non mi aggrada molto. Tra l'altro, il parcheggio consigliato dalla nostra applicazione è circondato e soffocato da alti edifici; con la pioggerella tutto sembra ancora più triste e incolore. Pertanto, proseguiamo fino al Parque de Campismo di Castelo Brando, a circa 6 km dalla città, in mezzo al verde, con Camper Service (GPS: N39.858849° - W007.494427°). Tariffa per due persone e camper, con corrente, meno di 10 euro. Probabilmente non torneremo a visitare la città domani, anche, perché, la nostra meta effettiva sarebbe la Valle del Douro. 
08/04/2019 (lunedì): Temperatura h 8,30: 11°C - h 14: 12°C (sole e nubi)
Riprendiamo il nostro viaggio verso l’Alta Valle del Douro, in direzione di Guarda (98 km) e Vila Nova de Fox Coa (189 km). Nel giro di pochi chilometri iniziamo a vedere in lontananza gli aspri contrafforti della Serra de Estrela, la montagna più alta del Portogallo continentale, che si eleva a duemila metri di altitudine. Passiamo da Covilha (città oppressa da alti condomini,  distesa sul pendio della montagna) e, sempre sulla N18, da Belmonte. Dopo essere saliti di quota, serpeggiando, raggiungiamo la città di Guarda, un altro agglomerato urbano guastato dai condomini. Deviamo, quindi, sulla N340, strada a due corsie, che corre in un ambiente naturale fatto di prati punteggiati da enormi blocchi di scisto. Poi, con una serie di saliscendi, seguiti da una lunga discesa disseminata di curve, arriviamo a Moinhos de Aveia e al borgo di Alverca da Beira. Ancora saliscendi verso Vila Franca as Naves e un paesaggio che diventa, via via, sempre più desolato e aspro.
Valle del Douro - Regione del Nord
Poco prima di Vila Nova de Fox Coa, tornano i vigneti, gli uliveti e i frutteti. Sarebbe stata nostra intenzione pernottare in questa cittadina, presso l'area camper in Rua Eng. Eugenio Nobre 56 (GPS: N41.080632° W007.147970°). Si tratta di un parcheggio lungo una strada tranquilla. C'è l'acqua, il Camper Service, il WC e l'area picnic con panche e tavoli in legno. Panoramicissimo. Ideale per trascorrervi la notte, ma anche per prenotare, se interessati, presso il Centro Visite del locale Museo, un’escursione ai siti paleolitici della Valle do Coa (con guida, su fuoristrada) e poter, così, ammirare migliaia di incisioni rupestri, patrimonio dell’Unesco. Però, visto che sono soltanto le 16, Marco propone di continuare a viaggiare ancora fino all'ora di cena. Il cielo si è aperto, lasciando passare qualche raggio di sole.
Valle del Douro - Regione del Nord
C'è una luce calda. Vuoi vedere che, forse, riesco a scattare qualche foto decente ai vigneti dell'Alta Valle del Douro. Meglio non perdere questa opportunità! Aggiungeremo una sessantina di chilometri ai 200 già percorsi in giornata, ma ne varrà la pena.
Lo spettacolo inizia quasi subito. La strada n. 222 sale sinuosa per alcuni chilometri, permettendoci di ammirare la valle dall'alto, grazie anche a strategici belvedere che consentono la sosta pure ai grossi mezzi come il nostro. Il fiume lo vediamo soltanto dopo una cinquantina di chilometri, in lontananza. Poi, curva dopo curva, scendiamo, per circa 5 km, in uno scenario magnifico, realizzato dall’uomo nel corso dei secoli, che con il suo lavoro arduo e ardito è riuscito a creare un capolavoro di terrazzamenti dove si coltivano le pregiate uve dalle quali si ottiene il famoso vino Porto; vino che andrà ad invecchiare nelle antiche cantine di Vila Nova de Gaia.
Pinhao, lungo la Valle del Douro
Arrivati al livello del fiume Douro, nei pressi di Pinhao, decidiamo di fermarci per cenare e, avendo adocchiato, Marco, un parcheggio in riva al fiume, senza divieti (GPS: N41.187684° - W007.550224°), lungo la M590, vi trascorreremo anche la notte. Non senza aver, prima, però, ammirato i famosi azulejos sui muri esterni della stazione ferroviaria di questa località, che raffigurano scene della vita agricola e della produzione di vino della Valle del Douro. Dopo cena, vediamo i battelli che risalgono il corso del fiume e attraccano al porticciolo di Pinhao. Uno di questi rimane ormeggiato anche durante la notte: con le luci accese, sembra un albero di Natale.

Pinhao: azulejos presso Stazione ferroviaria
Pinhao: azulejos presso Stazione ferroviaria
Pinhao: azulejos presso Stazione ferroviaria
Pinhao: azulejos presso Stazione ferroviaria

09/04/2019 (martedì): La N222 continua a due corsie, ma stretta e trafficata, senza margini laterali, seguendo le dolci anse del Douro, più o meno fino a Peso de Régua (27 km).
Valle del Douro - Regione del Nord
Si dice che il tratto della valle, che va da Pocinho (un po’ più a nord di Vila Nova de Fox Coa) a Peso de Régua, sia quello più affascinante. I vigneti terrazzati si arrampicano dalle sponde del fiume fino alla sommità delle colline, i cui versanti sono punteggiati dalle Quintas, le aziende produttrici di vino. Per fortuna, almeno oggi, splende un bel sole luminoso. 
Man mano ci avviciniamo a Peso de Régua, i vigneti scompaiono,  lasciando il posto ad un altro tipo di vegetazione.

Valle del Douro - Regione del Nord
Valle del Douro - Regione del Nord
Valle del Douro - Regione del Nord
Valle del Douro - Regione del Nord
Valle del Douro - Regione del Nord
Valle del Douro - Regione del Nord

All’incrocio con la N2, abbandoniamo il Douro, che continuerà la sua lunga corsa verso l’oceano - dove sfocerà nei pressi della città di Porto o Oporto - e svoltiamo a sinistra per Lamego. La strada torna a salire tra i vigneti e, dopo 41 km, entriamo in città. Purtroppo i parcheggi sono tutti al completo. Pertanto, Marco rimane in sosta, col motore acceso, in quello adiacente alla monumentale, doppia scalinata, che conduce al Santuario de Nostra Senhora de Sao Romedio, eretto sulla cima di un colle, giusto il tempo per consentirmi di scattare una foto ricordo.
Lamego: santuario de Nostra Senhora de Sao Romedio
Questa opera d’arte di 611 gradini, munita di terrazze a zigzag decorate con azulejos, è davvero scenografica. Da qui, decidiamo di andare direttamente ad Aveiro, che dista 133 km, approfittando di una pausa del maltempo, per poter visitare questa bella cittadina senza la pioggia. Ci riforniamo di gasolio, qui, a Lamego, presso il supermercato Leclerc, ad € 1,40 il litro (che è il costo medio del gasolio nel nord del Portogallo), per un totale di € 50.
Poi, sempre sulla N2, a due corsie e in buono stato, proseguiamo verso S. Pedro Sul e, successivamente, sulla N228 e sulla N16, per Vouzela. Chilometri e chilometri tortuosissimi, senza alcun tratto dritto, nella Valle del Vouga, fiume che scorre in basso, alla nostra destra, anche se non si vede, così nascosto dalla fitta foresta.
Aveiro
Dopo una lunga discesa, attraversiamo un ponte e percorriamo la sponda destra orografica del Vouga, immersi in una vegetazione rigogliosa. Anche questa strada è a due corsie e in ottimo stato, con i cigli abbelliti da grandi cespugli di ginestre dorate. 
Marciamo, poi, per 9 km sulla K2 (grande via di comunicazione) in direzione di Agueda e, infine, sulla N230, arrivando direttamente ad Aveiro. La cittadina è situata all’estremità della Ria de Aveiro, una grande laguna formata dalle acque ristagnanti del fiume Vouga, prima che questo sfoci nell’Atlantico. Questa laguna è rinchiusa da un cordone litorale lungo 45 km e attraversato solo da uno stretto canale. Il parcheggio per camper è in Cais das Falcoeiras n. 19 (N40.644084° - W008.659023°), gratuito.

10/04/2019 (mercoledì): Temperatura h 8,30: 13°C - h 14: 19°C  
Dal parcheggio, a piedi e velocemente, raggiungiamo il Canal Grande e subito vediamo i primi moliceiros (imbarcazioni dalla forma affusolata e decorate con disegni popolari, in passato usate per la raccolta delle alghe, mentre oggi destinate al trasporto dei turisti) solcare le sue calme acque.
Aveiro
La particolarità di Aveiro è, infatti, quella di essere attraversata da quattro canali navigabili: il Canal Grande, il Canal do Fojo, il Canal de S. Roque e il Canal das Piramides. Lungo le rive vi sono numerose compagnie che offrono giri a bordo dei moliceiros al costo di € 10 a testa. Comunque, non è possibile effettuare un percorso ad anello, ma si va e si torna dal medesimo canale. Visto che noi, però, preferiamo camminare, dopo aver richiesto ed ottenuto una mappa della città presso l’Ufficio Turistico, attraversiamo il ponte e continuiamo a piedi lungo il Canal do Fojo, alla fine del quale si trova un'antica fabbrica di ceramica, trasformata in Centro Congressi.
Aveiro
Strada facendo, ci fermiamo al Mercato Coperto Manuel Firmino, dove acquistiamo dei dolci di mandorle e, poi, proseguiamo verso l'antica stazione ferroviaria, che dovrebbe avere un’interessante facciata rivestita di azulejos, ma sono in corso lavori di restauro e l'edificio è coperto dalle impalcature. Di fronte alla stazione noto un bel palazzo bianco in stile Art Nouveau (pare ce ne siano diversi e carini sparpagliati per la città). Quindi, ci dirigiamo verso il Canal de S. Roque, con il suo caratteristico Ponte de Carcavelos. Poco oltre, nei pressi di un altro ponte pedonale dalla struttura avveniristica, svoltiamo a sinistra, verso il Cais de Botiroes. Costeggiando un altro piccolo canale, perveniamo in Praça do Peixe.
Aveiro
Proseguendo tra le splendide vie acciottolate, raggiungiamo di nuovo il Canal Grande. Lo attraversiamo e procediamo dritto di fronte a noi, leggermente in salita, sbucando in Praça da Repubblica, dove si trova il Municipio e la Igreja da Misericordia del 1630, dalla facciata ricoperta di azulejos.
E, poi, continuiamo ancora dritto, lungo la strada lastricata che passa tra la chiesa e il municipio, la quale ci porta alla piazza su cui si affacciano il Palazzo di Giustizia, il Tribunale amministrativo (ospitato in un piccolo conventino) e un bel palazzo anch’esso rivestito da pannelli di azulejos.
Aveiro
Superiamo quest'ultimo e svoltiamo a sinistra, arrivando alla Cattedrale di São Domingos, senza fermarci a visitare il Museo del Convento de Jesus, che incontriamo poco prima (contiene la tomba della principessa Santa Joana e la “Talha Dourada”). Da qui, torniamo al Canal Grande e, infine, al camper.
Di Aveiro mi è piaciuta, in particolare, la pavimentazione delle vie e delle piazze del centro storico: bianca con disegni geometrici neri, che fa risaltare ancora di più le tinte vivaci dei suoi edifici.
E che dire degli Ovos Moles, dolce tipico di questa città? Ne ho assaggiato uno e non mi è piaciuto per niente: sa troppo di uovo … ovviamente.

Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro
Aveiro - Ovos Moles
Aveiro
Aveiro
Con il camper ci trasferiamo alla vicina e pittoresca Costa Nova do Prado (11 km), località balneare situata sulla Ria de Aveiro.
Costa Nova
E' nota soprattutto per le sue case dipinte a righe verticali ed orizzontali, allineate sul lungomare. Fino all’inizio del XIX secolo, Costa Nova era una grande spiaggia disabitata, ma, dopo la creazione del porto di Aveiro, i pescatori di Ilhavo si trasferirono qui e iniziarono a costruire dei grandi capanni di legno (palheiros) per riporvi le reti e gli attrezzi della pesca. I familiari li raggiungevano nei mesi estivi per trascorrervi le vacanze e, in seguito, questi magazzini vennero colorati a strisce, come i bagni alla moda frequentati dalla borghesia nella seconda metà di quel secolo, e trasformati in abitazioni balneari. 
Costa Nova
Dopo essere un po’ impazziti a causa del navigatore, che tentava di farci entrare nei sensi unici al contrario, proseguiamo sulla via principale fino in fondo al paese, dove giriamo a destra, poi ancora a destra ed infine a sinistra. In un ampio spiazzo sterrato, con accesso alla spiaggia (Rua da Companha n. 14: GPS: N40.610748° - W008.753114°), proprio ai piedi delle dune, sono posteggiati alcuni camperisti. Perciò, ci affianchiamo a loro. Prima di cena ci concediamo una bella passeggiata lungo la spiaggia dunosa, aperta ai venti dell’Atlantico, grazie ad una passerella in legno che consente di camminarvi sopra senza rovinare l’ecosistema del luogo. Ci torniamo anche al tramonto, che, pur essendo spettacolare, è diverso da come mi aspettavo.
Spiaggia di Costa Nova
Spiaggia di Costa Nova
Presso spiaggia di Costa Nova
Presso spiaggia di Costa Nova
Spiaggia di Costa Nova
Spiaggia di Costa Nova
Spiaggia di Costa Nova 
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11/04/2019 (giovedì): Temperatura h 9: 19°C - soleggiato
Prima di partire per Porto (60 km più a nord), torniamo in centro e facciamo una breve sosta in uno dei tanti parcheggi lungo la via principale di Costa Nova, per poter fotografare le caratteristiche case a righe con il sole di fronte e non alle spalle, come ieri sera; le foto, così, risultano decisamente più luminose e, quindi, migliori.

Costa Nova
Costa Nova
Costa Nova

Facciamo un po' di gasolio presso l'Intermarché (€ 52 a 1,28 euro il litro) e, finalmente, ci avviamo verso Porto.

E’ proprio in questa regione (il PORTO E IL NORD), che,  nel XII° secolo, il Portogallo divenne una Nazione e dove si può incontrare il popolo portoghese più genuino. E’ una zona montagnosa, ricca di Parchi Naturali, castelli e santuari.
Arriviamo senza difficoltà al Campeggio Orbitur-Madalena (Rua do Cerro n. 608 - Praia da Madalena, Vilanova de Gaia - GPS: N41.107311° - W-8.656370°). Paghiamo € 20,40 al giorno: € 7,40 per 2 adulti +  € 5 per il camper superiore a 6 metri + € 4 per elettricità + € 4 tassa di soggiorno per 2 persone. Ad agosto costerebbe 26,40 euro al giorno.
Capitale del nord e seconda città del Portogallo, Porto sorge sulla ripida sponda destra (opposta, pertanto, a quella in cui è situato il campeggio in cui soggiorniamo) del fiume Douro, nei pressi del suo estuario. Alcuni ponti collegano le due rive (su quella sinistra si estende il centro abitato di Vila Nova de Gaia). 
Porto: Ponte Luis I 
Alle 15,15 saliamo sul bus n. 906 (€ 2 a testa), che ci porterà in centro. Per raggiungere la pensilina, una volta usciti dal campeggio, giriamo a destra e, percorsi pochi metri sulla via principale, svoltiamo ancora a destra in una via laterale, mentre, al ritorno, scenderemo sulla via principale, alla fermata “Parque Campismo”, poco prima del campeggio e della suddetta via laterale. Il bus passa lungo stradine strette, rasentando i muri delle case e le auto in sosta sul ciglio della strada. Non riesco a non immaginare scenari catastrofici e rimango con il fiato sospeso per tutto il tragitto. Anche l'attraversamento del Ponte Luis I, con la sua ardita campata di ferro, che ricorda la struttura della torre Eiffel di Parigi, avviene in un caos infernale. Con mio gran sollievo, dopo 50 fermate e un'ora da brivido, arriviamo al terminal (fermata Trinidad) della linea Madalena/Trinidad.
Porto: Stazione Ferroviaria di Sao Bento
L'autista è un’eroina: entrando in quelle viette a manetta e con una precisione incredibile, rimarrà il mio idolo per sempre; al suo posto, avrei fatto uno scempio.
Scesi dal bus, ci ritroviamo nel quartiere Baixa (che, a dispetto del nome, si trova nella parte alta della città), dove notiamo subito la Igreja da Trinidade ed il Municipio. Poi, scendendo l'Av. Dos Aliados, arriviamo a Praça da Libertade e alla bellissima Stazione Ferroviaria di Sao Bento, che conserva nella sua hall alcuni dei migliori azulejos del Portogallo, con scene raffiguranti l’evoluzione dei mezzi di trasporto oppure eventi storici, come la presa di Ceuta, o di vita rurali. 
Porto: Torre dos Clerigos
Quindi, raggiungiamo la Torre dos Clerigos (in Rua Sao Filipe Nery), un'antica torre in stile barocco alta 76 metri, progettata dall’italiano Niccolò Nasoni attorno alla metà del 1700; una volta saliti i suoi 244 gradini (€ 5 a testa), ammiriamo un panorama a 360° della città dall'alto. Ci dirigiamo, poco dopo, ancora verso nord-ovest, per visitare la Igreja do Carmo, la cui parete laterale esterna è completamente rivestita da azulejos e passiamo accanto alla “Libreria Lello”, in Rua das Carmelitas (€ 5 l'ingresso/buono acquisto, da prenotare presso il check-in a fianco); The Guardian l’ha definita “una delle più belle librerie al mondo”. Inaugurata nel 1906, conserva ancora lo stile neo-gotico del tempo e un’imponente scalinata rossa che troneggia in mezzo alla sala, oltre ad un magnifico soffitto riccamente decorato e a vetrate multicolori. La scrittrice J.K. Rowling ne era una cliente abituale e vi si recava per scrivere quando, negli anni ’90, viveva a Porto. Pare che i registi del film di Harry Potter si siano ispirati all’architettura di questa libreria per la realizzazione di quella di Ghirigoro.
Scendiamo, infine, le ripide vie che portano sulla riva del Douro, attraversando il quartiere Ribeira, il più vecchio e popolare di Porto, con i suoi alti edifici colorati che degradano verso il fiume.
Porto: fiume Douro
Costeggiando il corso d'acqua, tra i tavolini dei caffé all’aperto, i musicisti di strada e una fiumana di gente che si trastulla al sole, arriviamo alla Funicular dos Guindais, che prendiamo (€ 2,50 a testa), per ritornare su, in un’altra zona alta della città, e salire alla sommità del Ponte Luis I, notando solo troppo tardi una scalinata alternativa. Questo ponte in ferro, lungo 385 metri e alto 45 metri, inizialmente fu costruito unicamente per il traffico stradale, il quale viaggiava su due livelli. Dal 2003, il livello superiore è percorso soltanto dai convogli della metrotramvia cittadina e dai pedoni. Lo attraversiamo, pertanto, a piedi e saliamo ancora un po’, fino al Jardim do Morro, che si trova davanti al Monastero della Serra do Pilar.
Porto vista dal Cais di Vila Nova de Gaia
E’ raggiungibile anche con la teleferica di Gaia ed è il punto ideale per ammirare il tramonto sul fiume e la città di Porto dall’alto. Poco dopo, scendiamo verso il Cais de Gaia, sulla riva sinistra del Douro. Qui, sono ormeggiate le Barcos Rabelos, tipiche imbarcazioni, un tempo utilizzate per il trasporto dei barili di vino lungo il fiume, dalla valle superiore, dove si produceva e tuttora si produce il famoso Porto, fino a Vila Nova de Gaia, dove veniva  lasciato invecchiare nelle sue cantine. Da questo molo, riqualificato tra il 2000 ed il 2003, si possono effettuare escursioni fluviali lungo il Douro oppure prenotare visite con relative degustazioni di Porto presso le varie cantine, ma ci si può anche semplicemente sedere al tavolino di un bar, per godere, tra l’altro, di una magnifica vista sulla sponda opposta e sul pittoresco quartiere Ribeira.
Porto vista dal Cais di Vila Nova de Gaia
Visto che è ormai ora di cena, entriamo al Barris do Douro, un ristorante caratteristico disposto su tre piani, per gustare un ottimo bacalau. Paghiamo € 34,80 in due, con birra e caffè. Servizio ottimo, personale estremamente gentile e vista spettacolare sul fiume. Quando usciamo dal locale è ormai buio e le luci della città si sono già accese. Mentre attendiamo l'autobus, ne approfittiamo per ammirare la città nella sua veste notturna e romantica. Porto mi piace tantissimo, molto più che Lisbona: più tranquilla, più illuminata e senza tutti quegli spacciatori che vengono sfacciatamente ad importunarti.
Sono le 9,30 quando saliamo sul bus che ci riporta al campeggio (fermata Parque Campismo), a quest'ora, in soli 40 minuti.

12/04/2019 (venerdì): alle 10,20 prendiamo di nuovo il bus n. 906 e torniamo a Porto. Scendiamo prima del Ponte Luis I, per evitare di rimanere imbottigliati nel traffico e, poi, saliamo a piedi verso la cattedrale, edificata sul Terriero da Sè, una collinetta che domina la città.
Porto: la cattedrale
Attraverso stretti vicoli dal sapore medievale, inerpicandoci tra case ammassate le une alle altre, a volte fatiscenti, spesso sventrate, raggiungiamo un ampio piazzale panoramico, sul quale spicca un pelurinho di bellissima fattura, ma non antico. La Sé, cattedrale-fortezza, che custodisce al suo interno, in una cappella, un altare interamente lavorato in argento, ha un aspetto austero, imponente. L’ingresso è libero, mentre per visitare il bel chiostro, decorato con azulejos, paghiamo € 3 a testa.
Porto: case nel quartiere Ribeira
Una volta usciti, c’incamminiamo verso l’Igreja de S. Francisco; sarà anche la chiesa più bella di Porto, ma, dopo aver appreso il costo del ticket (€ 7,50 a persona) rinunciamo alla visita. Che, poi, dedicare una chiesa così opulenta e sfarzosa ad un santo che ha rinunciato ai suoi beni terreni per avvicinarsi ai più poveri, mi pare proprio un controsenso. Visto che siamo qui, diamo un'occhiata all'interno del neo-classico Palacio da Bolsa (Borsa Valori), la cui “Sala Araba”, un gioiello in stile Neomoresco, è utilizzata per il ricevimento di personalità e vertici di Stato. Si può visitare soltanto con una guida e su prenotazione.
Porto: fiume Douro e quartiere Ribeira
Pertanto, procediamo verso il mercato coperto (che offre anche wc gratuiti e puliti); dopodiché saliamo al Mirador di Rua de São Bento da Vitória 11, per ammirare Porto da un’altra prospettiva. E, poi, ci perdiamo un po' per le vie del quartiere Ribeira, un labirinto di strade strette, affiancate da alti e antichi edifici con le tipiche ringhiere in ferro battuto, dove abbondano ristoranti, caffè e negozi di ogni tipo. Dopo aver assaggiato una “francesinha”, un sandwich molto popolare, qui, a Porto (una riedizione adattata del “croque monsieur” francese: due fette di pane in cassetta con prosciutto, salsiccia e bistecca, ricoperte di formaggio fuso), riattraversiamo il Ponte Louis I e torniamo sulla sponda opposta, a Vila Nova de Gaia, per visitare una cantina.
Porto vista dal Cais di Vila Nova de Gaia
Il tour guidato in lingua italiana parte alle 16,45 e costa € 12 a testa, con degustazione di 2 tipi di Porto. E' disponibile in italiano presso quella di Burmester, in Largo Dom Luis I, accanto all'ingresso del ponte omonimo. Alla fine, dopo aver acquisito qualche nozione in più su questo vino particolare, con 250 anni di storia alle spalle - i cui vitigni sono coltivati nella valle superiore del Douro, quella più secca e arida, pertanto, con le condizioni migliori per produrre vini di qualità eccezionale - pur non essendo grandi bevitori, ne acquistiamo 8 bottiglie (più che altro da regalare). Il vino è davvero buono e liquoroso: ha una gradazione intorno ai 19°, in quanto viene aggiunta una percentuale di acquavite durante la fermentazione (è così per ogni varietà di Porto).
Porto vista dal Cais di Vila Nova de Gaia
Per smaltire gli effetti dell’alcol, ci sediamo sulla riva del Douro, aspettando il calar del sole e l'ora di cena. Ci rechiamo, quindi, in una trattoria (“da Paula”), che avevamo adocchiato stamattina nel quartiere medievale, salendo verso la cattedrale; all'ora di pranzo era piena zeppa di commensali, mentre adesso non c'è nessuno. Come ieri sera, assaggiamo altri due tipi di bacalau. Anche questi non ci deludono. Paghiamo soltanto € 20 in tutto, con due birre e due caffè. Infine, con il nostro carico di bottiglie, alle 8,50 saliamo sul bus 906, alla fermata subito dopo il ponte, a Vila Nova de Gaia, e torniamo al campeggio con un ottimo ricordo di questa affascinante città, patrimonio dell’Unesco dal 1996.

Porto: Igreja da Trindade
Porto: Municipio
Porto: Stazione ferroviaria di Sao Bento
Porto: Stazione ferroviaria di Sao Bento
Porto: Torre dos Clerigos
Porto: panorama dalla Torre dos Clerigos
Porto: Igreja do Carmo
Porto: Libreria Lello
Vila Nova de Gaia: bacalau
Vila Nova de Gaia: bacalau
Porto vista dal Cais di Vila Nova de Gaia
Porto vista dal Cais di Vila Nova de Gaia
Porto vista dal Cais di Vila Nova de Gaia
Porto: via medievale nel quartiere della cattedrale
Porto: Chiostro della cattedrale
Porto: chiostro della cattedrale
Porto: pelurinho davanti alla Sè
Porto: vista sulla cattedrale del Sè
Porto: Palazzo della Borsa
Porto: quartiere Ribeira
Porto: Ponte Luis I
Porto: panorama dal Jardim do Morro
Porto: panorama dal Jardim do Morro
Porto: panorama dal Jardim do Morro
Ponte Luis I dal Cais di Vila Nova de Gaia
Porto vista dal Cais di Vila Nova de Gaia
Cantina Burmester a Vila Nova de Gaia
Cantina Burmester a Vila Nova de Gaia
Porto vista dal Cais di Vila Nova de Gaia
Porto vista dal Cais di Vila Nova de Gaia
Porto: bacalau
Porto: bacalau
Porto vista dal Cais di Vila Nova de Gaia

13/04/2019 (sabato): partiamo un po' tardi dal campeggio (check out massimo alle 14), dopo aver pulito il camper e caricato l'acqua. 
Ponte de Lima
Visto che pioviggina, saltiamo la visita di Vila do Conde, Viana do Castelo, Valença, Maçao e anche del Parco Nazionale di Gerès Peneda, con i borghi d Sistelo e Lindoso, nonchè i granai di Soja. Abbiamo visto le previsioni meteo dei prossimi giorni e le condizioni del tempo sembrerebbero anche peggiori di quelle odierne. Con la foschia che avvolge e nasconde il paesaggio circostante, non ha senso andare in giro. Pazienza! E, poi, comincio a desiderare di tornare a casa. Per di più, al mio paesello c'è una persona, a cui sono particolarmente legata, che sta male ed il medico ha detto che forse non ha ancora molto da vivere.
Ponte de Lima
A questo punto, sarebbe il caso di rientrare e approfittarne per trascorrere la Pasqua (21 aprile) con i nostri figli ed il resto della famiglia. Pertanto, oggi andiamo direttamente a Ponte de Lima e, successivamente, visiteremo solo Braga e Guimaraes. Dopo quasi un mese in Portogallo, ci siamo fatti un'idea di come è questo Paese. Penso che possiamo accontentarci ed essere soddisfatti di quello che abbiamo visto finora.
A Ponte de Lima parcheggiamo sulla riva del fiume, vicino al ponte medievale, in Rua Agostinho José Taveira n. 80 (c’è un altro grande parcheggio nei pressi di Expolima, in Alameda de São João n. 3)
Ponte de Lima: Parque do Arnado
Ponte de Lima è una delle città più antiche del Portogallo; piccola, ma interessante da visitare. Per prima cosa attraversiamo il ponte in pietra costruito dai Romani nel I secolo d.C. In realtà esistono due sezioni di questo ponte: il Ponte Romana e il Ponte Medieval. Appena mettiamo piede sulla riva opposta, notiamo un grande masso, le cui incisioni ci fanno capire che Ponte de Lima si trova lungo la via portoghese del Camino di Santiago (chiamato Caminho Português). Seguendo alcuni passanti, ci ritroviamo nel Parque do Arnado; in questo periodo, con i glicini in piena fioritura, è una gioia per gli occhi. 
Ponte de Lima: Parque do Arnado
Peccato per la giornata uggiosa: la scarsa luce non è l’ideale per fare buoni scatti e le mie foto, così poco luminose, non rendono giustizia alla bellezza del posto. Uscendo dal Parco noto la segnaletica dell’’Ecovia do Rio Lima, costituita da 5 percorsi ciclabili, i quali si estendono sulle rive del fiume che bagnano i Comuni della Valle del Lima: Viana do Castelo, Ponte de Lima, Ponte da Barca, Arcos di Valdevez, per un totale di circa 50 km. Da tenere in considerazione, magari per un eventuale futuro viaggio in bici, perché in quello presente, non siamo riusciti ad usare i nostri velocipedi, vuoi per il vento, vuoi per la pioggia. Prima di tornare al camper, andiamo ad esplorare anche il piccolo centro storico e a curiosare nelle sue botteghe, che offrono prodotti dell’artigianato locale.

Ponte de Lima
Ponte de Lima
Ponte de Lima: Parque do Arnado
Ponte de Lima: Parque do Arnado
Ponte de Lima: Parque do Arnado
Ponte de Lima: Parque do Arnado
Ponte de Lima: Parque do Arnado
Ponte de Lima: Parque do Arnado
Ponte de Lima: Parque do Arnado
Ponte de Lima: Parque do Arnado
Ponte de Lima: Parque do Arnado
Ponte de Lima: fiume Lima
Ponte de Lima: parcheggio sul fiume
Ponte de Lima: centro storico
Ponte de Lima: azulejo

14/04/2019 (domenica): Temperatura h 8,30: 14°C - h 14: 19°C 
Stamattina c’è un gran trambusto a Ponte de Lima. Stanno arrivando un sacco di auto e notiamo gruppi di persone vestite con abiti tradizionali.
Santuario Bom Jesus do Monte di Braga
Scappiamo dal parcheggio prima di rimanere intrappolati qui per tutto il giorno: dev’esserci qualche manifestazione importante. Con molta pazienza riusciamo ad uscire dal paese e prendiamo la direzione del Santuario Bom Jesus do Monte di Braga (41 km). Il cielo è sempre nuvoloso e c’è molta umidità nell’aria. Il parcheggio ai piedi del santuario è gratuito (Rua Rapida do Bom Jesus n. 100, GPS: N41.552233° - W008.381083°). Ci affrettiamo a salire gli innumerevoli gradini della Via Sacra, all’interno di un bel bosco: la prima parte è costituita da un sentiero orlato da cappelle, che corrispondono alle 14 stazioni della via crucis, ognuna delle quali custodirebbe una scena della Passione illustrata da personaggi di terracotta a grandezza naturale, senonché, a causa dei lavori di ristrutturazione, sono vuote; la seconda parte è formata dalla Scalinata dei Cinque Sensi e delle Tre Virtù. Ad ogni piano di sosta è presente una fontana allegorica, dalla quale, a seconda del senso illustrato, l’acqua zampilla dagli occhi, dalle orecchie, dal naso, dalla bocca, mentre il tatto è rappresentato da un personaggio che tiene nelle mani una brocca da cui sgorga l’acqua. Questa Via Sacra, costituita da 577 gradini, che il pellegrino un tempo percorreva sulle ginocchia, rappresenta il percorso spirituale del fedele che deve imparare a dominare i propri sensi ed acquisire le tre virtù cardinali (Fede, Speranza, Carità) per guadagnarsi la salvezza eterna.
Santuario Bom Jesus do Monte di Braga
E’ già abbastanza impegnativa da salire a piedi, figuriamoci sulle ginocchia! In alternativa, si può usare una funicolare alimentata dalla forza di gravità dell’acqua, grazie a due serbatoi che fanno da contrappeso; è la più antica del mondo tuttora in uso. Arriviamo alla base della bella scalinata barocca giusto in tempo per scattare qualche foto prima che il santuario, posto in cima alla collina, venga inghiottito dalla nebbia. Dal sagrato della chiesa, adorno di fiori, si apre un magnifico panorama  sulla sottostante scalinata e, immagino, anche sulla città di Braga, nelle giornate limpide.




A questo punto, non ci resta che trasferirci a Braga, distante 5 km, dove pernotteremo al Parque Municipal de Campismo, in Estrada National 101 (GPS: N 41.53806 - W 8.42222 / N 41°32'17", W 8°25'20"), 15 euro per 2 adulti
Braga: Praça da Republica
Il centro dista 2 km e impieghiamo circa 20 minuti per raggiungerlo a piedi. Un bel viale fiorito (Avenida Central) ci introduce alla città, l'unica, tra quelle visitate finora in Portogallo, ad avere vaste zone pedonali. Sbuchiamo in Praça da Republica, sulla quale si affaccia l’elegante edificio dell’Arcada, fronteggiato da una scenografica fontana rotonda: i suoi giochi d’acqua e vapore, che imitano sbuffi di  fumo, come se venissero emessi dalla scultura a forma di pipa sistemata sul bordo, mi ipnotizzano. Alle sue spalle si erge la Torre de Menagem del XIV secolo, parte di una fortezza in stile gotico. 
Braga: Jardim de Santa Barbara
Braga è la capitale della regione del Minho ed il cuore religioso del Portogallo, nota per le sue famose cerimonie della Settimana Santa. Neanche a farlo apposta, siamo capitati qui proprio la domenica che precede la Pasqua e le vie del centro sono intasate da una marea di gente: tutti in attesa della processione, alla quale non possiamo che assistere, visto che, ad un certo punto tutte le strade vengono bloccate. Questa manifestazione religiosa ricorda un po’ quelle del sud Italia, con un Gesù, nudo, flagellato e coronato di spine, che viene accompagnato sul Golgota da un corteo infinito di persone in costumi d’epoca, i militari a cavallo ad aprire la sfilata e i gruppi bandistici che marciano al suono della musica.
Braga: Avenida Central
Nel tempo rimanente riusciamo a vedere la cattedrale, la più antica del Portogallo, il bel parco del Palacio dos Biscaìnhos e le aiuole fiorite del Jardim de Santa Barbara, considerato il più romantico di Braga: un vero tappeto persiano di fiori naturali. E, poi, dopo esserci persi, volutamente, nel suo labirinto di vie, torniamo in Praça da Republica, in attesa dell’ora di cena. Mentre cala la sera, si accendono le luci dei locali e quelle della fontana, che accompagnano i getti d’acqua nella loro danza senza fine.

Braga: Praça da Republica
Braga
Braga
Braga
Braga
Palacio dos Biscaìnhos
Giardini del Palacio dos Biscaìnhos
Giardini del Palacio dos Biscaìnhos
Giardini del Palacio dos Biscaìnhos
Giardini del Palacio dos Biscaìnhos
15/04/2019 (lunedì): Temperatura h 8,30: 14°C - h 14: 19°C 
Partiamo sotto una leggera pioggerella in direzione di Guimaraes (23 km) e l’area camper gratuita di Rua Doutor Ricardo Marques n. 137 (GPS: N41.440733° - W008.285325°). Il Camper Service si trova all’esterno, qualche metro più avanti
Guimaraes: Palazzo dei Duchi di Braganza
Uscendo dall’area camper, seguiamo la pista ciclopedonale che scende verso la cittadina. Subito c’imbattiamo nel bel Palazzo dei Duchi di Braganza (Paço dos Duques), ispirato allo stile borgognone delle case signorili francesi del XV secolo e caratterizzato da 39 altissimi camini cilindrici. L'ingresso al museo costa € 5, ma si può accedere gratuitamente al cortile interno. Nell’era della dittatura di Salazar, fu la residenza ufficiale del presidente. Poi, cadde in rovina per un lungo periodo di tempo e verso la metà del XX secolo venne restaurato. Nel museo sono esposti arazzi fiamminghi rappresentanti le battaglie combattute dai portoghesi in Nord Africa, nonché mobili, ritratti, porcellane, tappeti persiani, armi, ecc.
Guimaraes: castello dove nacque Alfonso I
Di particolare interesse è la sala banchetti, il cui soffitto in legno decorato ricorda il fondo capovolto di una nave. Proseguiamo verso il castello, parzialmente in rovina, dove nacque Alfonso I, primo re del Portogallo; si trova in cima a Monte Largo, alle spalle del Paço dos Duques ed è immerso nel verde di un bel parco. Nel frattempo smette di piovere e, anche il sole si concede, via via, sempre di più. Troppa grazia! Continuiamo la visita scendendo verso il centro storico, che si concentra attorno a Largo da Oliveira, Largo Republica do Brasil e Largo do Toural, deliziose piazzette, collegate tra di loro da caratteristiche stradine acciottolate.
Guimaraes: Largo da Oliveira
Facciamo una pausa ed entriamo in un bar per prendere due caffè e due paste, spendendo, in totale, soltanto € 2,50 (qui, una tazzina di caffè la paghiamo 50 cent.).
Infine, dopo aver costeggiato le mura merlate fino a Largo Repubblica do Brasil ed aggirato la Igreja Nossa Senhora da Consolaçao, con i suoi alti campanili appuntiti, torniamo al camper. 
Guimarães mi è piaciuta; tranquilla, vivibile e con una tale abbondanza di siti storici da essere stata riconosciuta, nel 2001, Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. 
Guimaraes: Largo do Toural
Per gli amanti dell’arte e dell’archeologia: ci sono due interessanti musei: il Museu Alberto Sampaio, in Rua Alfredo Guimaràes, situato in un bel chiostro romanico (che espone arte religiosa, sculture e reliquie)  e il Museu Martins Sarmento, ospitato nel gotico chiostro del convento di Sao Domingos del XIV secolo, che offre una raccolta di reperti romani, pre-romani e celtiberi rinvenuti durante gli scavi presso Citânia de Briteiros e Castro de Sabroso, oltre a pietre funerarie (Pedra Formosa) e sculture di guerrieri Lusitani. 
Chi ama camminare, invece, può prendere la funivia per salire sul Monte Penha e percorrerne i bei sentieri, godendosi il panorama della città.
La nostra esplorazione del Portogallo finisce qui. Domani inizia il viaggio di rientro in Italia.

Guimaraes: Palazzo dei Duchi di Braganza
Guimaraes: Palazzo dei Duchi di Braganza
Guimaraes
Guimaraes
Guimaraes
Guimaraes
Guimaraes
Guimaraes
Guimaraes
Guimaraes
Guimaraes
Guimaraes
Guimaraes: Igreja Nossa Senhora de Consolação
Pasteis de Nata

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16/04/2019 (martedì): 563 km percorsi  - Temperatura h 8,308°C – h. 14: 21°C 
Alle 8,30 accendiamo il motore del camper ed imbocchiamo la N101 per Amarante, strada ampia a due corsie, che scende e sale tortuosa, attraversando un paesaggio collinare. Stiamo procedendo verso Braganza ed il confine con la Spagna, che dista 212 km, sempre con il navigatore attivato in modalità “escludi strade a pagamento”. 
Superato il confine con la Spagna, seguiamo la N122 e l'Autovia del Duero (A11) per 75 km, dove facciamo il pieno di carburante a € 1,27 litro per un totale di 89 euro.
Dopodiché, c’infiliamo nell’Autovia de Castilla A62/E80 e ci rimaniamo per 300 km, fino a San Sebastian da Palencia. Infine, deviamo sull’Autovia del Norte A1 e sulla N1, fermandoci all'area camper di Briviesca in Calle San Vicente n. 27 (GPS: N42.551391° - W003.329529°), che dispone di una quindicina di posti.

17/04/2019 (mercoledì): 570 km percorsi -Temperatura h. 8,30: 8°C – h. 14: 19°C 
Torniamo sulla N1, lasciata ieri sera, e procediamo in direzione di Burgos - San Sebastian – Tolosa – Audi, con emozionante passaggio in una gola spettacolare nei pressi di Vitoria. Man mano ci avviciniamo alla costa, le aride zone dell'interno lasciano il posto ad altre più lussureggianti  ed anche il traffico diventa più intenso. 
Lisle Sur Tarn (Francia)
Riempiamo ancora il serbatoio di carburante a € 1,19 il litro, per un totale di 59 euro, prima del confine con la Francia. Poi, seguiamo la D810 per Saint Jean de Luz e Baiona/Bayonne, impiegando un’ora e mezza per percorrere i 30 km che separano Bayonne dal confine franco/spagnolo: un inferno di semafori, rotonde e traffico. Più tardi, torna la tranquillità della campagna francese, con gli stupendi viali fiancheggiati da altissimi platani, che formano volte naturali simili a navate di cattedrali. Anche sulla N124 o Route d'Albi incontriamo duemila semafori nell’attraversamento di Tolosa, ma ormai siamo in dirittura d’arrivo della tappa odierna: Lisle sur Tarn, che possiede un'area camper gratuita in Rue des Aulnes n. 2 (GPS: N43.861682° - E001.818679°), con Camper Service, 12 posti, tranquilla, vicina ad un laghetto e ad 1,5 km dal centro. Il paese è caratteristico e ci proponiamo di visitarlo in futuro. 

18/04/2019 (giovedì): 638 km percorsi -Temperatura h 8,30: 11°C 0 – h. 14: 23°C 
Dopo il pieno di carburante all'Intermarché a € 1,41 il litro per un totale di 69 euro, riprendiamo il viaggio sulla D988 per Albi. Poi, proseguiamo sulla Route de Millau, strada tortuosa, ma larga e in buono stato, deserta e tranquilla. Senza rendercene conto, ci ritroviamo su un altopiano panoramico. Alcuni tornanti in discesa ci introducono al grazioso borgo di Saint Sarnin sur Rance, il quale, tra l’altro, ha anche un’area camper sul fiume. La strada, a due corsie, inevitabilmente, sale e scende, seguendo le morbide ondulazioni del terreno; il manto stradale è perfetto e il traffico scarso. Dai finestrini del camper osservo il panorama cambiare mentre i vari dipartimenti francesi si susseguono uno dietro l’altro.
Percorriamo una profonda gola sulla A75 a 4 corsie, strada ritagliata sul fianco di un alto sperone roccioso e, successivamente, facciamo rotta su Montpellier, attraversando una zona di vigneti. Il traffico è sempre scorrevole finché arriviamo in Avenue de la Liberté, purtroppo  all'ora di pranzo, e i vari semafori ci fanno perdere un po’ di tempo.
In seguito, prendiamo la direzione di La Grande Motte e Le Grau du Roi, percorrendo una lingua di terra nella laguna sulla Route de la Petite Camargue, a 4 corsie e, a quanto pare, asfaltata di recente. Ad Aigues Morte, facciamo una pausa pranzo e, poi, continuiamo tra i vigneti del Dipartimento Provence-Alpes-Cote d'Azur. Ed ecco i caldi colori cipriati della Provenza e le sue magnifiche montagne granitiche. La DN7, invece, ci porta tra i vigneti del dipartimento del Var. Effettuiamo l’ennesimo pieno gasolio a € 1,44 euro il litro per un totale di 71 euro e, finalmente, a Frejus entriamo in autostrada (A8), perché, da qui in avanti, come già avvenuto all'andata, il pagamento dei pedaggi viene compensato con un minor accumulo di stress.
Pedaggi:
euro 7,80 a Frejus
euro 7,20 ad Antibes
euro 3,50 a Nizza
euro 5,50 a La Turbie
euro 4,00 a Ventimiglia
Totale: € 28 per 106 km.
Pernottiamo a Camporosso, sulla strada per Dolceacqua, nel parcheggio a fianco di una serra, in quanto Marco vorrebbe acquistare, l’indomani, delle sementi per l’orto.

19/04/2019 (venerdì):  363 km percorsi -Temperatura ore 8: 12°C 
Percorriamo, di seguito: A10 – A26 – A7 – A4  e, per l’ora di pranzo, siamo già a casa.

***
CONSIDERAZIONI  FINALI
Il Portogallo è un Paese che non avevo mai visitato prima d'ora. Partendo dalla regione più a sud, l'Algarve, con il camper siamo risaliti, piano piano, verso quelle più a nord: Alentejo, Lisbona, Centro, Porto e il Nord, per cercare di avere un'immagine globale della nazione.
Ciò che più mi ha colpito positivamente è stato il generale rispetto per i pedoni ed i ciclisti da parte degli automobilisti. Ovunque, dalle località costiere a quelle dell'interno, dalle grandi città ai piccoli borghi, i veicoli si fermano se solo ci si avvicina alle strisce pedonali; TUTTI, nessuno escluso. Potrebbe sembrare un'ovvietà, eppure non lo è, per chi, come me, vive in Italia. Ho apprezzato molto l'usanza dei Portoghesi di cedere il passo, alle fermate dei bus, per salire sui mezzi: gli uomini alle donne, i giovani agli anziani, le donne tra di loro. Adoro questi gesti galanti! I “veri” portoghesi sono gentili e affabili, sorridono e ti aiutano se appena ti vedono in difficoltà. E' stato piacevole trovare i centri abitati curati, le strade in buono stato, pulite e senza spazzatura abbandonata sui cigli o nelle scarpate. Devo dire che, tornare a casa ed assistere al nostro menefreghismo è stato, una volta di più, avvilente. Rispetto (delle regole, dell'ambiente, degli esseri viventi) ed educazione sono il metro con cui valuto il livello di civiltà di un popolo. Soltanto la pratica, ancora diffusa, della tourada - seppur un po' diversa dalla corrida spagnola - che da secoli fa parte della cultura portoghese, non mi permette di mettere il Portogallo ai primi posti nella classifica dei Paesi più civilizzati.




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