Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

giovedì 26 gennaio 2012

05/08/2011: Gorges du Cians (5° giorno: Alta Provenza in bici e camper - Francia) (da Touët sur Var a Beuil e ritorno: 44 km – 800 metri di dislivello in bici da corsa)

Le mattine d'estate, in Alta Provenza, sono fresche e luminose. Anche oggi il cielo è limpido e azzurro, il sole splendente e, tra poche ore, batterà implacabile sulle nostre teste. Adesso, però, percorrendo in bici la strada che corre in fondo al canyon delle Gole inferiori del Cians, tra altissime pareti di roccia levigata che non lasciano trapelare nemmeno un piccolo raggio, ho i brividi e la pelle d'oca.
Procediamo su tratti di dolce pendenza che si alternano a falsopiani. Giunti in località Moulin de Rigaud, continuiamo facilmente fino a Pra d'Astier e all'incrocio con la strada per Pierlas. Pedaliamo lungo la falesia che sovrasta il piccolo borgo, mentre la salita s'inasprisce sempre più, finchè arriviamo alle Gole superiori del Cians. La carreggiata ora è stretta e ripida, ma la vista spettacolare. Pur riproponendo i medesimi colori delle Gorges du Daluis, tuttavia questo ambiente offre vedute diverse. 
Raggiungiamo l'ingresso della Petite Clue, l'incredibile forra che la nuova strada evita con una moderna galleria, ed imbocchiamo il vecchio percorso accessibile soltanto ai ciclisti ed ai pedoni. L’angusto passaggio, scavato nella roccia rossa, consente una visione magica della gola. La luce, in alcuni punti, fa fatica a penetrare attraverso la profonda e stretta fenditura. Sono istanti unici, di grande emozione, che mi godo lentamente, cercando di rimandare il più a lungo possibile l’uscita da questo luogo magnifico.  


A malincuore mi reimmetto sulla nuova strada, che continua a salire con accentuata pendenza fino all'imbocco della Grande Clue, a quota 1067 metri. Anche qui, una moderna galleria consente ai veicoli di aggirare la gola, difficile da percorrere pure in bici. Infatti il fondo stradale, in alcuni tratti, è abbastanza sconnesso e ricoperto da un tappeto di frammenti di pietra rossa.



La gola è superba: le opposte pareti quasi si congiungono sopra il torrente e la roccia scarlatta crea forti contrasti con il verde smeraldo della vegetazione, l'azzurro del cielo ed il bianco spumeggiante dell’acqua del torrente.



Riprendiamo la strada principale, adesso ampia e a due corsie, che prosegue in modo deciso. La valle si allarga e, piano piano, l'ambiente circostante cambia, ritrovandoci in una grande vallata alpestre. Affrontiamo alcuni impegnativi tornanti e, dopo 22 km, giungiamo ai 1450 metri di quota dell'antico, arroccato borgo di Beuil. Ignoriamo il bivio per Valberg ed entriamo nell'abitato.



Una sosta nella piazzetta della chiesa per dissetarci con la freschissima acqua della fontanella e, poi, riprendiamo la via del ritorno, tutta in discesa e per lo più deserta. Del resto è mezzogiorno e i buoni cristiani, a quest'ora, sono già con le gambe sotto il tavolo. Noi, invece, consumiamo i nostri panini seduti su grandi massi rossi nei pressi di una bella cascata, con i piedi in ammollo nell'acqua gelida, rompendo le scatole ai poveri gamberetti provenzali.





martedì 24 gennaio 2012

03-04/08/2011: da Barcelonnette alle Gole del Daluis in camper (4° giorno: Alta Provenza in bici e camper – Francia - 300 km)



03/08/2011
Lasciata l’area camper di Barcelonnette, ci dirigiamo a sud sulla D900, costeggiando per un tratto la sponda del Lago di Serre Ponçon e, al bivio per Seyne, imbocchiamo la via alla nostra sinistra. Valichiamo facilmente il Col de Maure ed il Col du Labouret, continuando il nostro viaggio lungo una strada tranquilla, che si snoda tra sonnacchiosi, piccoli borghi rurali. Oggi ce la prendiamo con calma, abbiamo bisogno di recuperare le fatiche dei giorni precedenti ed è bello godersi il panorama che scorre lento attraverso i finestrini del camper, fare qualche sosta per assaggiare le golosità culinarie della regione e scambiare due chiacchiere con i nonnini del posto. Giunti a Digne-les-Bains, dopo 85 km, però, finiamo dritti e senza volerlo su una veloce superstrada, che ci scodellerà, 53 km più a sud, nella pittoresca cittadina di Castellane, dominata da un'alta falesia di 200 metri, sulla cui sommità si erge un campanile. E' tardo pomeriggio ed il parcheggio riservato ai camper è completo (Aire Municipale Ancienne Route de Grasse, Castellane - GPS: N 43.84641, E 6.51484 - Tariffa: 9 euro, max 48 ore)

Perciò andiamo alla ricerca di un posto per passare la notte in uno dei tanti campeggi disseminati sulla strada delle famose Gorges du Verdon, che è senz'altro spettacolare, visto che costeggia le gole più grandi d'Europa, seconde al mondo soltanto dopo il Gran Canyon statunitense, ma terribilmente trafficata in questo periodo dell’anno. Avendola già percorsa nel 2006, so che mi procurerà un mix di vertigine, euforia e palpitazioni: la strada è stretta, scavata nella roccia e ci vuole un’attenzione particolare per evitare le sporgenze laterali. In alcuni punti, l’incrocio con altri camper è da brivido e, comunque, tutti i campeggi sono al completo, pure quello più remoto di La Palud, dove finalmente riusciamo a fare manovra ed invertire la rotta di marcia. Peccato, mi sarebbe piaciuto l’indomani fare il periplo completo delle gole in bici (103 km, compresa la magnifica Route des Crêtes, e 2450 metri di dislivello), ma il traffico esagerato renderebbe la cosa troppo stressante e pericolosa. E' un giro che, effettuato in un periodo di bassa stagione, sarebbe un’esperienza unica e fantastica, ne sono certa. Adesso, invece, l'imperativo categorico è quello di allontanarci subito da questa confusione. Visto che in tutta l'area delle gole vige il divieto di campeggio libero o di sosta per camper, una volta ritornati a Castellane, ci reimmettiamo sulla N85 per Digne-Les-Bains e, dopo 300 metri, alla nostra sinistra, troviamo un ampio spiazzo nei pressi del Museo della Resistenza, dove poter trascorrere la notte.



04/08/2011
Ritorniamo verso Castellane ed imbocchiamo la D955, seguendo le indicazioni per il Col d'Allos. Nei successivi 13 km costeggiamo il lago artificiale di Castillon, con la sua diga ad arco, pervenendo, quindi, al bivio con il Colle, che lasciamo, però, alla nostra sinistra per seguire la N202 in direzione di Entrevaux. Dopo circa una ventina di chilometri, poco prima del villaggio, svoltiamo a sinistra e prendiamo la D902 che conduce alle Gorges di Daluis, per fortuna sufficientemente ampia e tranquilla. Man mano che saliamo di quota, il paesaggio cambia. Che meraviglia il contrasto tra il verde brillante della vegetazione ed il rosso vinaccio delle rocce! Questo luogo è chiamato il “Colorado” delle Alpi ed è un vero spettacolo: gole profondissime sono state scavate nei millenni dalle acque del Var, lungo la sua corsa verso il Mediterraneo. 

La strada, all'andata, aggira in un unico senso di marcia le numerose, strette gallerie, essendo, queste ultime, percorribili soltanto nel senso inverso (col camper, al ritorno, siamo passati a filo). Superiamo il Point Sublime e la Clue d'Amen, con due splendidi belvedere. Un ambiente particolarmente suggestivo, che termina quando la strada scende in corrispondenza del corso d'acqua. La valle allora si allarga, i colori tornano quelli di sempre e, dopo 20 km, giungiamo a Guillaumes, dove, tra l'altro, c'è un'area camper gratuita dietro la stazione dei vigili del fuoco, sulla riva del fiume (GPS: N44.087770, E006.852850 - € 2 gettone per servici presso bar-tabacchi). Da qui, risalendo una bella strada a tornanti per circa 13 km, arriviamo alla stazione sciistica di Valberg. 
La nostra intenzione sarebbe quella di fare il circuito intero delle gole e, quindi, dopo aver raggiunto Beuil, scendere lungo le Gorges del Cians, affluente del Var, per ritornare, infine, di nuovo ad Entrevaux, completando un anello di 83 km. Purtroppo, all'uscita dell'abitato di Valberg, un cartello vieta il passaggio ai mezzi di larghezza superiore ai 2,5 metri e di altezza superiore ai 3,10 metri. Accipicchia, che peccato! E vabbè, non c'è niente da fare, bisogna proprio ritornare indietro. Certo che, a saperlo prima, non ci saremmo avventurati fino ai 1700 metri di quota di Valberg per niente. Dietro front! Ripercorriamo i 13 km in discesa fino a Guillaumes e risaliamo all'apice delle gole, scomparendo, poi, all'interno degli striminziti tunnel per riuscirne, ogni volta, dopo pochi secondi, con un gran sospiro.





Ritornati all'incrocio con la D202, svoltiamo a sinistra e scendiamo a Entrevaux, circondato da un'ansa del Var e dalle montagne provenzali. 


Parcheggiato il camper nei pressi della piccola stazione ferroviaria, dove transita il Pignes (storico trenino a vapore che collega Nizza a Digne-les-Bains, attraversando paesaggi pittoreschi tra le anse dei fiumi, campi di lavanda, strette gole, decine di ponti, viadotti e gallerie), andiamo alla scoperta di questo piccolo borgo medievale. 


Dopo aver superato il ponte sul fiume e l'impressionante ponte levatoio, attraverso la Porta Reale, accediamo alla città storica.


Ci incamminiamo, quindi, lungo una stretta stradina che conduce alla cittadella, costruita su un abbagliante sperone roccioso a strapiombo sui tetti del borgo, arrampicandoci, poi, su per una ripida rampa fortificata che sale a zig zag. Stupendi gli scorci che si intravedono attraverso le strette feritoie aperte nella muraglia.



Alla fortezza ci arrivo con la lingua per terra, ma la fatica è ben ripagata dall'incredibile panorama sulla valle del Var che si gode da quassù. 
Visitiamo le varie stanze, le celle, le prigioni sotterranee, buie ed inquietanti, percorrendo su e giù gli stretti, angusti cammini.


Poi scendiamo di nuovo al villaggio. Un susseguirsi di stradine tortuose e pittoresche, fiancheggiate da antiche, alte abitazioni, che non lasciano filtrare la luce del sole. Botteghe, fontane, una cattedrale, un curioso museo della moto, di proprietà di un gentilissimo italiano, che si può visitare gratuitamente o lasciando un obolo a piacere.
Ritornati al camper, decidiamo di spostarci a Touët sur Var, altro piccolo, singolare villaggio medievale, le cui case, alte e strette, le une contro le altre, letteralmente incollate ad una falesia verticale, ricordano un po' la particolare architettura dei villaggi tibetani. 

Troviamo un posto per la sosta notturna nel parcheggio della tranquilla stazioncina e da qui, domani, potremo risalire, in bici questa volta, le gole del Cians.




venerdì 20 gennaio 2012

02/08/2011: Col d’Allos da Barcelonnette (2250 metri alt.) (3° giorno: Alta Provenza in bici e camper - Francia)

(km 40 – 1050 metri di dislivello – 19 km di salita - in bici da corsa)

Il Col d'Allos mette in comunicazione la valle dell'Ubaye, a nord, con l'Alta Valle del Verdon, a sud. Da inizio luglio a fine agosto, tutti i venerdì, dalle 8 alle 11, la D 908 per il colle è riservata soltanto ai ciclisti, ma oggi è martedì, quindi dovremo condividerla anche con i mezzi motorizzati. Partiamo da Barcelonnette e seguiamo la medesima strada percorsa ieri, ma, al bivio segnalato da una scultura raffigurante un’enorme bicicletta, deviamo a destra, lasciando a sinistra la strada per il Col de la Cayolle. Imbocchiamo la D 908, evitando l’indicazione a destra per Praloup. Attraversiamo un ponte sul torrente e saliamo lungo il fianco della montagna esposto ad ovest. La strada si restringe e si snoda tortuosa, in mezzo al verde, con una pendenza costante. E’ una bella salita, non troppo impegnativa, ma neppure troppo dolce; insomma, di quelle che ti consentono di respirare e di godere il panorama, che è, a dir poco, entusiasmante, con scorci davvero incantevoli.
Il traffico, per fortuna, è scarso e gli automobilisti gentili. Qualcuno si sporge dal finestrino e grida  “Bonjour et bon courage!”, tipico e simpatico incoraggiamento rivolto ai ciclisti che scalano le montagne, strappandomi un sorriso. Pochi chilometri prima di scollinare superiamo una coppia che, con due bici robuste e appesantite da enormi borsoni, arranca lentamente e con evidente fatica sotto il sole cocente. Al colle c’è un bel rifugio, con tanto di tavoli e panche di legno all'esterno. E' una bellissima giornata, il cielo azzurro e terso. Nonostante i 2250 metri di quota, la temperatura è gradevole; così ce la prendiamo con comodo. Le gambe cominciano ad essere affaticate e reclamano un po’ di riposo: non sono abituata a pedalare tre giorni consecutivi e soprattutto ad affrontare ogni volta salite così lunghe. Perciò domani sarà una giornata esclusivamente di trasferta. Continueremo a percorrere la Route des Grands Alps, ma con il camper e ci dirigeremo verso Sud.


mercoledì 18 gennaio 2012

01/08/2011: Col de la Cayolle da Barcelonnette (2326 metri alt.) (2° giorno: alta Provenza in bici e camper - Francia)

(km 60 – 1193 metri dislivello – 27 km di salita - in bici da corsa)

Ieri pomeriggio, al rientro dal Col de la Bonette, ci siamo trasferiti con il camper nell’aria di sosta attrezzata di Barcelonnette (1.130 metri alt.), che dista 8,5 km da Jausiers (Aire de Camping-Car Jacques Villain Digue de la Gravette 21, Barcelonnette, GPS: N 44.38267, E 6.65705). Si trova dietro il campo di atletica, ad 1 km dal centro. Tariffa, agosto 2020: 10 euro, pagamento con carta di credito)..
Dopo la lunga ascesa di ieri, per non stancare eccessivamente le gambe, abbiamo pensato di scalare oggi il Colle della Cayolle, risalendo la valle parallela a quella dell'Ubaye. Una salita impegnativa per la lunghezza, 27 km dal bivio (30 km da Barcelonnette), ma gradevole, con pendenze modeste, tranne gli ultimi 9 km un po' più duretti, ma non troppo.
Dopo l'abitato di Barcelonnette, percorrendo un falsopiano lungo la D 902 e seguendo le indicazioni per la "Route des Grandes Halpes", raggiungiamo il bivio per il Col della Cayolle. La strada sale dolcemente sino ad Uvernet. Superiamo il ponte sul torrente ed entriamo nelle meravigliose gole del Bachelard, un affluente dell’Ubaye. Che spettacolo! Adoro pedalare nelle gole o gorges, come le chiamano qui, lungo questa strada stretta e tortuosa. Attraversiamo ponti e torrenti, spostandoci continuamente da una parte all'altra della vallata.

Le gole finiscono dove la valle comincia ad aprirsi. Dopo alcuni falsopiani, alternati a brevi strappetti, giungiamo al piccolo borgo di Saint Laurent; null'altro che un pugno di case ed un grazioso ristorantino. La strada si insinua adesso in una fresca pineta; oltrepassiamo una bella cascata e raggiungiamo la testa della valle, in località Bayasse. Attraversiamo di nuovo il torrente e affrontiamo alcuni tornanti, non particolarmente aspri, se non fosse per il forte vento contrario che aumenta la difficoltà. Altri ponti, altre cascate. ll panorama è molto vario e non annoia mai. Un cartello ci informa che siamo entrati nel Parco Naturale del Mercantour. Ecco l’immancabile marmottona cicciottella. Quanto vorrei prenderla tra le braccia e accarezzarne il pelo morbido! Impresa impossibile, al minimo rumore fuggono e spariscono nelle loro tane. Il paesaggio diventa via via più brullo e il vento soffia sempre più forte. Gli ultimi tre chilometri sembrano eterni. Comincio a soffrire. La strada disegna ampi tornanti; ecco anche l’ultimo cippo, mancano soltanto 600 metri al Colle. Che fatica! Finalmente scolliniamo. Una coppia di motociclisti si congratula con noi, il vento impetuoso ha reso la vita difficile pure a loro.  

In questo luogo desolato e spoglio non c'è alcuna possibilità di ristoro. Avevamo incontrato il rifugio Cayolle un chilometro prima di scollinare, ma qui non esiste nulla di nulla, oltre alla pietra miliare che indica l’arrivo al colle. Perciò facciamo subito dietro front e ci lanciamo nella lunga discesa verso Barcelonnette. Vivace e colorata cittadina di giorno, di sera, una volta chiusi i negozietti e ritirati i tavolini dei bar, si trasforma in un villaggio fantasma. Per quanto ci riguarda, l’avventura continua e, visto che non c’è il due senza il tre, domani si va all'attacco del Col d’Allos, nella valle parallela a quella percorsa oggi.