Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

domenica 16 ottobre 2011

Alla croce di Predore in mountain bike: 35 km - 850 m di dislivello (Lombardia, BG)

(foto scattata in un altro periodo)


Grumello del Monte, 24/10/2010
Un’altra domenica di pioggia e un’altra notizia sconvolgente. Che faccio? Mi chiudo in casa e mi piango addosso o reagisco ed esco ugualmente? Scelgo la seconda soluzione, anche se sarà dura ... il morale è in fondo ai calzini. Comincio la giornata con due ore e mezza di camminata veloce in collina e sto già meglio. Al ritorno, arriva, a fagiolo, un invito di Marco e Giuseppe per un giro in mountain bike nel primo pomeriggio. Pioviggina, ma non percorreremo sentieri infangati. Perciò, accetto volentieri: servirà a distrarmi. La nostra meta è la croce di Predore (che è situata in cima al Col d’Oregia, 892 metri slm) da Viadanica. Partiamo tranquilli, senza fretta e ci dirigiamo verso Villongo. Dopo circa 7 km, al bivio per Viadanica, svoltiamo a sinistra e seguiamo le indicazioni fino al paese. L’atmosfera è distesa, ci si prende in giro a vicenda. Sono grata ai miei compagni: è proprio quello di cui avevo bisogno! Procediamo su asfalto ancora per 4-5 km in leggera salita e arriviamo ad una biforcazione. A sinistra si sale alla chiesetta degli alpini, mentre a destra si può raggiungere il Monte Bronzone (1334 m slm) o la croce di Predore. Pertanto, svoltiamo a destra, inerpicandoci su per una stradina in bitume che si insinua in un bellissimo bosco avvolto dalle nuvole basse. Tutt’intorno è silenzio. Nessuno fiata, adesso; forse per non rompere l’incantesimo, forse per risparmiare ossigeno, visto che nei due chilometri successivi la pendenza non ci darà respiro, mantenendosi sempre tra il 20 e il 25%. Dopo un tornante, il bitume lascia il posto allo sterrato e la pendenza scende all’8%. Procediamo con un po’ di difficoltà a causa delle rocce rese scivolose dalla pioggia. Una breve discesa e, poi, riprendiamo a salire. Ecco alla nostra sinistra il sentiero che porta al Monte Bronzone, ma noi lo ignoriamo e continuiamo su per lo sterrato fino ad un’azienda agricola. Siamo quasi arrivati alla nostra meta.
Imbocchiamo una brutta stradina, che sale a destra del fabbricato e, dopo pochi metri, raggiungiamo il pianoro con l’imponente croce di ferro. Ai suoi piedi c’è una tavola di orientamento con incisi i nomi di alcune vette. Marco sostiene siano le montagne che si possono osservare da qui in una limpida giornata di sole: Presolana, Monte Guglielmo, Ortles ... e dài, addirittura Monte Bianco, possibile? Mah, faccio fatica a crederlo! In ogni caso, il panorama da qui dev’essere davvero eccezionale, ma non oggi. Mi sembra di essere sospesa su un mare di bambagia! L’aria è gelida, quindi non perdiamo tempo o rischiamo di beccarci un accidente! Giriamo le bici e iniziamo a scendere. Al primo bivio, però, svoltiamo a destra e scendiamo verso Predore. Non è una bella idea. Lo sterrato è ripidissimo, con stretti tornanti, fango e pietre viscide. I freni bagnati non fanno un buon lavoro; prendo velocità, non riesco ad avere il controllo della situazione. Scendo e risalgo dalla bici più volte. Nel bosco non va meglio, con quel tappeto di foglie bagnate e scivolose. In un modo o nell’altro, riesco a sbucare sull’asfalto, convinta che il peggio sia passato. Povera illusa! Ma che razza di strada è mai questa! Cerco di spostare indietro il corpo il più possibile al di là della sella per evitare di ribaltarmi. L’asfalto è bagnato e i freni non tengono. Anche qui tornanti stretti e pendenze intorno al 30%. Otto, nove chilometri di terrore! Che sollievo giungere sul lungolago! E chissenefrega se adesso piove a dirotto! Sono in salvo! 15 km e sarò a casa, al calduccio, ma la cosa più importante è che, almeno per alcune ore, ho dimenticato le mie preoccupazioni.

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