Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

giovedì 3 ottobre 2013

20/07/2013: PASSO DEL BROCON da Strigno (TN) in bici


(km 59 – 1493 metri di dislivello)

Una vacanza tra le province di Vicenza, Treviso, Belluno e Trento in bici e camper
(7° ed ultimo giorno)

In mattinata, “leviamo le tende” da Arsiè per portarci, con il camper, a Strigno, in Valsugana. Il paesino dista soltanto 28 km, ma passiamo dal territorio veneto a quello trentino. Una delle differenze tra le due regioni, che qui salta subito all’occhio, è l’abbondanza di fontanelle. Avevo adocchiato su un sito web un anello interessante di 100 km e 2600 metri di dislivello da percorrere con una mountain bike per la presenza di molto sterrato. Un itinerario attorno a Cima d’Asta che comprende due valichi: il Passo del Brocon (1616 m slm) e il Passo Cinque Croci (2016 m slm).
Al Passo del Brocon ci si può arrivare da diverse vie. Noi, a caso, scegliamo di salire da Strigno. Se avessi saputo, però, che l’ascesa effettuata dalla vicina Grigno era più spettacolare, adesso non mi rimarrebbe il rimpianto per un’occasione persa. Peccato che non mi sia informata meglio prima di partire. In ogni caso, a Pieve Tesino, le due strade si ricongiungono e, da quel punto in avanti, si aprono, comunque, bellissimi panorami sulla Valsugana e sulla Cima d’Asta. 
La salita è lunga 31 km, ma non impegnativa e adatta a qualsiasi cicloturista. Purtroppo è abbastanza trafficata e battuta soprattutto dai motociclisti, in quanto il Passo del Brocon collega la Valsugana con la Valle del Vanoi. Continuando, poi, si può raggiungere, da una parte, il Passo Rolle e le Pale di San Martino, mentre, dall’altra, Agordo e il Monte Civetta, nonché il Passo Duran, ecc. ecc. Non c’è ombra su tutta l’ascesa e le temperature anche oggi sono molto alte. A Pieve Tesino la strada scende per un paio di chilometri e poi riprende a salire tra prati fioriti e pinete, ma, essendo quest’ultime un po’ distanti, non possiamo beneficiare della loro ombra. Il bellissimo panorama sulla conca tesina e su Cima d’Asta aiuta, però, ad alleviare il senso di fastidio che l’afa procura. Raggiungiamo un alpeggio, nonché gli impianti di sci, e continuiamo dritto. Strano, ma vero, al Passo ci si arriva percorrendo un falsopiano in discesa di circa 3 km. 
Di certo non mi aspettavo una vista così spettacolare sulle dolomiti bellunesi, immense e maestose. Magnifiche! Sono proprio le Pale di San Martino, le riconosco, e ci danno il benvenuto al Passo del Brocon. Adesso, però, viene il bello, perché Marco sembra rendersi conto solo in questo momento di quello che ancora ci aspetta. A dir la verità nessuno di noi sa esattamente come proseguirà il giro. Io so soltanto che abbiamo davanti ancora circa 60 km, di cui gran parte sterrati, un altro passo con 1300 metri di dislivello, senz’altro un bel po’ di discesa e … ancora tante ore di luce. Mi chiedo perché Marco sia così titubante. 
Sarà per mancanza di fiducia nelle mie capacità o, effettivamente, sto azzardando un po’ troppo? Non è la prima volta che succede. Se ogni volta gli avessi dato retta, avrei perso tante opportunità di scoprire posti  nuovi. Oggi, però, non riesco ad ignorare i suoi se ed i suoi ma. Forse sto invecchiando ... un tempo avrei insistito. Non importa, torniamo indietro, va bene anche così. Poco prima che inizi la discesa, nei pressi degli impianti di risalita, adocchiamo una via a destra che scende verso la Val Mallene. Avevamo visto a Pieve Tesino la deviazione, ma non sapevamo che conducesse quassù. 
Ed è stato un peccato, perché questa stradina è tranquilla e si snoda, con tanti bei tornanti, all’ombra di una bella pineta. Non ci sono neppure i folli motociclisti che, sui tornanti, si divertono a toccare l’asfalto con la mano. Il silenzio è rotto soltanto dal gorgoglio dell'acqua del vicino torrente, che, nella sua corsa verso valle, forma tante piccole cascatelle.
La discesa è abbastanza ripida e arriviamo a Pieve Tesino prima del previsto. Giriamo a destra, risaliamo un paio di chilometri e, mentre stiamo per scendere verso Strigno, notiamo un cartello che indica una ippovia che porta sempre a Strigno. 
Se ci passano i cavalli, ci passiamo anche noi. Va bene, proviamo. Forse così riusciamo ad evitare il traffico della strada principale. E allora giù, per una decina di chilometri di sterrato non proprio facilissimo. Concentrazione al massimo per mantenere un minimo di stabilità sul pietrume e per evitare le insidie nascoste sotto il fogliame. Riesco ad arrivare a valle senza troppi danni, salvo la puntura di un tafano, che mi fa perdere l’equilibrio e abbracciare un cespuglio di rovi. Sicuramente la mountain bike è più divertente della bici da corsa, ma che fatica! Mi merito un gelato ... va bene anche quello confezionato, in mancanza d’altro.
La nostra vacanza è ormai agli sgoccioli, ma, tutto sommato, sono contenta. In una settimana siamo riusciti ad esplorare un buon numero di luoghi a noi sconosciuti, sempre immersi in una natura rigogliosa e spesso incontaminata. Ci siamo riempiti gli occhi di splendide immagini e il cuore di belle sensazioni, che porteremo con noi, insieme a tante altre raccolte nel corso del tempo. Sarà  bello, ogni tanto, nelle fredde, grigie giornate invernali, rispolverare qualche vecchia fotografia per rivivere, con un sorriso e un pizzico di nostalgia, le stesse emozioni.




Per ulteriori fotografie cliccare qui

Nessun commento:

Posta un commento