Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

domenica 6 giugno 2021

VIGEVANO E LA LOMELLINA in camper (Pavia - Lombardia, 25-27 maggio 2021)


Descrizione 


La Lomellina è una pianura alluvionale racchiusa tra il Sesia (ad ovest), il Ticino (ad est), il Po (a sud) e la fascia delle risorgive (a nord). Una terra, pertanto, ricca d’acqua e fertile, conosciuta per le sue risaie, che affascina proprio per quel particolare paesaggio plasmato dall’uomo, il quale si è adoperato per creare le condizioni adatte alla coltivazione non solo di pregiati risi, ma anche di cipolle rosse, zucche, asparagi, fagioli, ecc. Convogliando rogge e canali, rialzando argini e camminamenti, ha disegnato un mosaico naturale sorprendente. 

Un territorio suggestivo, che conquista gli amanti della vita campestre e della quiete, dove le corti rurali, i piccoli borghi e le fortezze in mattoni rossi si fondono armoniosamente con l’ambiente.

Quindi, non solo natura, ma anche cultura e storia: la Lomellina, infatti, è uno scrigno di tesori d’arte, attraversata per un lungo tratto dalla Via Francigena, l’antica strada percorsa dai pellegrini diretti a Roma.


ITINERARIO IN CAMPER

Vigevano - Gravellona Lomellina - Robbio - Palestro - Rosasco - Langosco - Sartirana Lomellina - Lomello - Tramello - Valeggio - Scaldasole - Sforzesca - Vigevano (142 km)



 



ITINERARIO IN BICI-TRACCIA GPS


DIARIO

25/05/2021 - 1° giorno: Vigevano


Area camper in Corso di Vittorio (GPS: N45.311925, E008.866466). Automatizzata; pagando con bancomat o carta di credito, prima dell’ingresso agli stalli, presso una colonnina posizionata tra le due sbarre che consentono l’accesso, viene rilasciata una Card prepagata, che deve essere restituita a fine servizio (15 posti, acqua, CS, corrente, tariffa: € 6 per 12 ore e max 48 ore - Solo Camper Service: € 5 e la tessera dura un’ora, pertanto bisogna uscire dall’area prima della scadenza, altrimenti si rimane bloccati all’interno).


Tempo di riaperture, entrambe le dosi del vaccino fatte; possiamo riprendere a viaggiare con più serenità. Per ora, però, ci limitiamo a goderci la nostra bella Lombardia: c’è tanta bellezza anche qui, che non aspetta altro di essere scoperta. E adesso è l’occasione giusta per farlo. 

In questi giorni di fine primavera, le risaie della Lomellina, allagate e trasformate in tanti specchi d'acqua, in cui si riflettono le nuvole di passaggio e i voli degli uccelli, possono regalare immagini piene di magia. A soli 100 km da casa. Non è un valido motivo per andarci?



Primo punto di appoggio è la cittadina di Vigevano, capoluogo della Lomellina e località in cui risulta esserci un’area camper attrezzata. Purtroppo, quando arriviamo, scopriamo che il gestore, cui l’amministrazione comunale aveva dato in affitto l’area, è fallito e la zona non è accessibile, seppur il Camper Service sia funzionante (la colonnina, però, non rilascia le tessere e, quindi, non può essere utilizzato). Fortunatamente, accanto all’area camper c’è un grande parcheggio per auto e ci sistemiamo lì: è ormai tardo pomeriggio e non c’è nessuno (mentre al mattino si riempie, essendoci, nei pressi, una scuola).

Il centro dista circa 1,5 km e ci andiamo subito, a piedi. Uscendo dal parcheggio, giriamo a sinistra e, poi, ci infiliamo nella prima via a destra (via Cararola), la quale va ad incrociarsi con Corso Piave. Svoltando ancora a destra e superando un passaggio a livello, perveniamo ad una rotonda. Qui, proseguiamo dritto su Via Cairoli e, passando davanti all’antica chiesetta di San Giorgio, incastonata tra due case (all’interno vi è l’affresco “S. Giorgio uccide il Drago” del XIV sec.), arriviamo al Portone sottoposto alla sopraelevata “Strada coperta”, varcando il quale sbuchiamo in Via XX Settembre, che immette sul lato sud di Piazza Ducale.



La città nacque nell'alto medioevo come borgo fortificato a guardia del Ticino, ma divenne fastosa a partire dal XIV secolo, prima con i Visconti e, dalla metà del XV secolo, con gli Sforza. Il suo fulcro è la Piazza Ducale, una delle più belle d’Italia, ideata dal Bramante e fatta erigere da Ludovico il Moro come atrio del castello. E’ uno dei primi modelli di piazza rinascimentale. Lunga 134 metri e larga 48, è circondata da portici ad arcate, sorretti da 84 colonne con capitelli tutti differenti fra loro. Originariamente i portici si interrompevano ai piedi della torre e una rampa, percorribile anche a cavallo, consentiva di salire dalla piazza fino al portone di accesso al castello. Nel 1680 la rampa fu abbattuta, il giro dei portici completato ed il quarto lato della piazza fu chiuso dalla facciata concava e barocca del duomo. 


Visto che ormai si sono fatte le 18,30 e i luoghi di visita sono chiusi, passando accanto alla statua di S. Giovanni Nepomuceno, eretta dagli austriaci durante l’occupazione del 1799 (in quanto patrono dell'esercito imperiale asburgico), usciamo da Piazza Ducale e seguiamo Via del Popolo, la quale, fiancheggiata da palazzetti borghesi, aggira da ovest il Castello. Dopo aver gironzolato ancora un po’ per le stradine acciottolate, acquistato formaggi e dolci nelle botteghe incontrate sul nostro cammino, non ci resta che tornare al camper. Completeremo la visita domani, con calma.


26/05/2021 - 2° giorno: alle 5 del mattino, con mio figlio Andrea, sgaiattolo fuori dal camper per recarmi nuovamente in centro e scattare qualche foto alla splendida Piazza Ducale nella versione notturna. Una bella sensazione poter godere della città silenziosa e deserta!







Più tardi, verso le 9, ci torniamo con Marco. Beviamo un caffè, visitiamo il Duomo e, quindi, ci dirigiamo in fondo alla piazza, dove, a sinistra, una ripida scalinata, nascosta dai portici, consente il passaggio sotto la Torre del Bramante e l’accesso al vasto cortile della reggia. 

Dopo aver pagato il ticket (€ 3 cad.), saliamo i 100 gradini della Torre per ammirare la città dall’alto e, poi, continuiamo la visita del Castello.







Un po di storia: Luchino Visconti, nominato podestà di Vigevano, nel 1341 iniziò una grande trasformazione del borgo medievale sorto su un castro romano. Realizzò, all'esterno del castro e a guardia della strada per Milano, la Rocca Vecchia e una strada coperta per poterla raggiungere (1347) mentre, nel 1345, eresse il castello vero e proprio, a forma quadrilatera.

Galeazzo Visconti, invece, a partire dal 1390, trasformò il castello da fortezza militare a dimora principesca e costruì due scuderie, capaci di contenere quasi mille cavalli. 

Con la dominazione degli Sforza e grazie al contributo artistico di Donato Bramante, il castello raggiunse il suo massimo splendore, divenendo una delle più ricche corti rinascimentali d'Europa. Ludovico, detto il Moro, aggiunse l’ala residenziale riservata alla duchessa Beatriche d’Este, l’elegante loggia delle Dame, la Torre e la Falconiera (collegata ad una delle due ali del Palazzo Ducale mediante una loggia di 11 arcate sostenute da esili colonne), dove venivano allevati e addestrati i falconi per la caccia. 

Con la fine della dinastia sforzesca (1535), iniziò il lento declino del castello: fu conteso tra francesi e spagnoli, usato come caserma dall'esercito austriaco, occupato dall'esercito sardo e poi dal regio esercito italiano. Fu sgombrato dai militari nel 1968 e venne dato in concessione, dal Demanio dello Stato, al Comune di Vigevano con l'obbligo di restaurarlo e manutenerlo. Invece fu abbandonato per anni, fino a raggiungere uno stato di degrado e pericolo tali da indurre il Demanio a provvedervi a proprie spese.



Al momento, le visite non sono permesse, per cui ci accontentiamo di dare un'occhiata all’interno di una delle tre scuderie ducali, i cui fabbricati si susseguono dalla Falconiera alla Torre: il primo è, oggi, sede del Museo Archeologico Nazionale della Lomellina; il secondo viene attualmente utilizzato per mostre temporanee, mentre il piano superiore ospita il Museo Internazionale della calzatura; il terzo è il più recente e fu fatto edificare nel 1490 da Ludovico il Moro.

Davvero non mi aspettavo tanta raffinatezza in una stalla: sono colpita dal bel soffitto con volta a crociera, dalle due lunghe file di colonne adorne di capitelli corinzi e dalla sua luminosità. Una reggia per cavalli! 


Nel castello si trova anche la Leonardiana, un museo unico al mondo, in cui, oltre a conoscere la biografia di Leonardo da Vinci, il visitatore può ammirare tutte le opere che il geniale maestro riuscì a pensare e a realizzare nel corso della sua vita (per info cliccare qui: Leonardiana).

Ciò che più cattura il mio interesse, però, è la “Strada Coperta”. Vi accediamo attraverso un portale aperto sulla facciata del Palazzo Ducale. Che meraviglia! Questa sorprendente via acciottolata, lunga 167 metri e larga 7 - possente opera di ingegneria militare medievale, concepita come un ponte fortificato - scavalcando il borgo, raccordava il Castello alla Rocca Vecchia, posta più in basso, per consentire ai duchi di entrare e uscire senza essere visti o di fuggire rapidamente verso la campagna in caso di pericolo. 


La percorriamo fino in fondo e ci troviamo nel luogo in cui sorgeva la Rocca Vecchia, sui resti della quale venne costruito il grandioso edificio della Cavallerizza, struttura in legno  utilizzata come maneggio coperto per i cavalli. Qui, c’è un giardino pubblico, dove notiamo  l’entrata alle due “vie sotterranee” (purtroppo chiuse a causa del covid): sembrano essere molto suggestive, almeno da quel che si vede sbirciando attraverso la rete metallica che ne impedisce l’ingresso; percorrendole in successione, portano nelle immediate vicinanze di Piazza Ducale.



Vigevano è una piccola cittadina, che concentra i suoi tesori in un’area ristretta e si visita tranquillamente a piedi, in poche ore. Da anni desideravo conoscerla e, adesso, sono felice di essere riuscita a soddisfare, in parte, la mia curiosità, ma mi riprometto di tornarci a fine pandemia, quando sarà possibile accedere anche alle aree oggi chiuse.

Prima di salutarla per andare ad esplorare i suoi dintorni con il camper, ne approfittiamo per fare gli ultimi acquisti mangerecci.



Lasciamo Vigevano per dirigerci verso ovest, oltre Gravellona Lomellina (da non perdere in autunno lo spettacolo offerto dal Parco dei Tre Laghi https://www.parcodeitrelaghi.it/), conosciuta come “paese d’arte” (a partire dal 1996, i muri delle sue case si sono riempiti di murales), dove iniziamo a vedere le prime risaie, attraversate da un fitto reticolo di rogge, i tipici canali della campagna lombarda che servono per irrigare i campi. Papaveri rossi, fiori di malva e camomilla sulle loro sponde annunciano l'arrivo della stagione estiva. Intorno a noi, immense distese coltivate a riso si perdono all'orizzonte, interrotte, qua e là, da piccoli pioppeti. Geometrie create dall’uomo, appezzamenti delimitati da lievi bordi di terra e allagati periodicamente per consentire la coltura di questi buonissimi chicchi, nei quali trovano nutrimento anche numerose specie di uccelli. Scorgiamo un’infinità di aironi cenerini, aironi guardabuoi, garzette e Ibis sacri, bianchi e bellissimi, con i loro lunghi becchi neri e ricurvi, adorati dagli Egizi come simbolo del dio Thot.


Percorriamo strade di campagna, spesso strette (ma con piccoli slarghi laterali in cui spostarsi in caso di incrocio con altri mezzi), accompagnati dal gracidare delle rane. Incontriamo minuscoli nuclei rurali, silenziosi e sonnacchiosi, spesso privi dello spazio sufficiente per parcheggiare il camper. Così ci accontentiamo di osservarli passandogli lentamente accanto, senza disturbare la loro quiete.

Si è fatta l’ora di pranzo quando giungiamo nei pressi del fiume Sesia e, appena riusciamo a scovare un luogo adatto alla sosta, facciamo una pausa per rifocillarci e sgranchirci le gambe. 




Poi, proseguiamo verso sud. 

Da Palestro, la strada corre parallela al fiume Sesia, che segna il confine  tra Piemonte e Lombardia. Intersecando rogge e canali, passiamo per i borghi di Rosasco e Langosco. 

All’altezza di Breme, il Sesia confluisce nel Po. In questo paesino, nell’area sosta per camper indicata dalla nostra applicazione (Via Po, 24 - GPS: N45125736, E008.621311), c’e solo la fontanella per l’acqua, mentre il pozzetto è stato chiuso. E' presente un altro ampio parcheggio, vicino ad un parco giochi e ad un’area picnic, in Via Giuseppe Verdi n. 84 (GPS: N45.129499, E008.621998), adatto ai camper.

Breme è sede dell’Abbazia di San Pietro, danneggiata e rimaneggiata nei secoli; la cripta è l’unica parte originale rimasta, risalente al decimo secolo. 

Il paese è, inoltre, rinomato per la dolcissima “cipolla rossa DeCo di Breme”, la cui coltivazione avviene ancora come da tradizione millenaria tramandata dai monaci dell’abbazia.

La seconda domenica di giugno si tiene la Sagra della cipolla rossa,  dove si può degustare un menu “dall’antipasto al dolce-gelato” a base di questo dolcissimo bulbo o acquistare marmellate e composte di mostarda.

Maggiori info su Breme: http://www.comunebreme.it/

Per chi ama pedalare, vi sono tre percorsi (rosso, giallo e verde), tracciati e adatti a tutti, che si sviluppano dalla selvaggia golena del Po alla Garzaia del Bosco Basso (Itinerari in bici).

Questa zona è ricca di fortezze difensive, come quella di Sartirana Lomellina, poco distante da Breme e che raggiungiamo velocemente. Il grande parcheggio del piccolo borgo accoglie anche i camper ed è fornito sia di una fontanella di acqua potabile che di pozzetto per lo scarico di acque nere e grigie (Via Camillo Benso di Cavour n. 220 - GPS: N45.113404, E008.669285). Di fronte c’è la Coop: ne approfittiamo per fare la spesa, visto che il castello è chiuso. 

Il Castello dei duchi di Sartirana fu fatto costruire da Gian Galeazzo Visconti ed è uno dei più interessanti della Lomellina: presenta, oltre al fossato, un torrione angolare a più piani sovrapposti di forme diverse e un cortile con finestre decorate in cotto. 

In questo paesino, dal 1972, il 1° fine settimana di settembre, si svolge la Sagra della rana. Il giorno clou della festa è la domenica, con possibilità di visitare le mostre allestite nel trecentesco castello.



Procediamo sempre verso sud, adesso vicino al Po (che, però, non si vede), in direzione di Frascarolo, superando, poi, Suardi, Gambarana e Pieve di Cairo, dove il grande fiume piega ad est.

Da qui, risaliamo verso l’interno, passando per Lomello e San Giorgio in Lomellina.

Continuando la nostra esplorazione, giungiamo a Valeggio. Lungo la strada, di fianco al castello, c’è un po’ di spazio per parcheggiare (Via Vittorio Emanuele II n. 9, Valeggio - GPS: N45.149638, E008,863217). Anche questo trecentesco, pittoresco maniero in mattoni rossi è chiuso e sembrerebbe pure abbandonato a se stesso. Un vero peccato! Le grandi corti coloniche ottocentesche, su cui si affaccia, potrebbero essere recuperate ed utilizzate per mostre o eventi.

Mi allontano a piedi di alcune centinaia di metri e individuo un punto in cui poter almeno scattare una foto panoramica al castello, che si erge imponente in mezzo alle risaie (per la storia del borgohttp://www.comune.valeggio.pv.it/index.php?mod=Storia).




Poi, continuiamo il nostro viaggio. Pochi chilometri ci separano da Scaldasole. Dopo aver varcato il torrente Terdoppio, approdiamo in Piazza del Castello; troviamo subito un posto per una breve sosta (GPS: N45.125160, E008.909271), ma c'è anche un ampio parcheggio in Via Alberto Salvadeo, accanto ad un parco giochi. 
Il castello, sempre in mattoni rossi, è tra i più interessanti della Lomellina (di proprietà privata). Si tratta di un complesso monumentale composto da un castello e da un ricetto racchiudente un vasto cortile. Tale tipologia edilizia, unica nel panorama lombardo, è, invece, molto frequente nel vicino Piemonte.  Il nucleo originario del castello fu eretto alla fine del X secolo mentre il ricetto all'inizio del XV; con le sue torri medievali, il ponte levatoio, i camini rinascimentali e alcune sale di rappresentanza decorate, è una delle fortificazioni viscontee di pianura più significative della provincia di Pavia e dell'intera regione. Del fastoso giardino, non rimangono che due enormi magnolie sul lato settentrionale del fossato, colmato per l'occasione, nonché una scalinata in pietra, adornata da due statue. A poca distanza dall'ingresso settentrionale furono costruite bellissime scuderie, ancor oggi ben conservate (per maggiori info e visite guidate: https://www.castellodiscaldasole.it/)

Scatto una foto ricordo all'esterno del castello, sotto lo sguardo incuriosito dei pochi avventori del bar situato di fronte, dopodiché risaliamo sul camper e, passando per Tromello, completiamo il nostro itinerario ad anello, raggiungendo in serata Sforzesca



Non vediamo parcheggi: l’unico posto adatto al nostro camper è di fronte al Ristorante Ludovico il Moro, ora chiuso, e, se non daremo fastidio a nessuno, trascorreremo la notte qui (Via Battaglia della Sforzesca n. 8, Vigevano - GPS: N45.288230, E008.884443). 



27/05/2021: 3° giorno: stamattina, il saluto caloroso del gestore del ristorante mi fa capire che siamo i benvenuti. Se oggi non avessimo dovuto proseguire il nostro viaggio, a mezzogiorno avremmo pranzato qui (pranzi di lavoro a 12 euro). A dir il vero, già ieri sera eravamo in cerca di un locale in cui cenare, ma, in questo periodo di restrizioni per il Covid, in zona solo alcuni ristoranti sono aperti su prenotazione. 

Dopo essersi assicurato che avessimo dormito bene, il brav’uomo ci informa che il complesso della Sforzesca non è visitabile. Pazienza! Se non altro, adesso so che esiste e ne conosco la storia.



Alcuni cenni su Sforzesca, frazione di Vigevano: nel 1463, il Comune di Gambolò donò 2000 pertiche di terreno incolto a Ludovico il Moro, il quale decise che ne avrebbe ricavato una tenuta modello. La rete di irrigazione fu progettata da Leonardo da Vinci, ospite di Ludovico alla fine del Quattrocento; vennero, quindi, introdotte le coltivazioni del gelso da bachi, della vite e di altre colture; infine fu edificato il "Colombarone", una struttura rurale a corte chiusa, arricchita da quattro torrioni angolari. Facevano parte della costruzione, i magazzini, le stalle, i fienili e le case dei lavoratori, che si affacciavano sulla Via dei Fiori, così chiamata per le fioriture che abbellivano gli ingressi e le finestre. La Sforzesca nacque, dunque, come azienda agricola, per favorire la produzione e nuove sperimentazioni e non per il diletto di Ludovico, il quale vi dimorava nei periodi della caccia.



Questa magnifica cascina rinascimentale, nel 1494 fu regalata da Ludovico alla moglie Beatrice d’Este, la quale morì nel dare alla luce un bambino, nel 1497, a soli 23 anni.

Beatrice venne sepolta nella chiesa di S. Maria delle Grazie a Milano, retta dai Padri Domenicani, ai quali Ludovico donò Villa Sforzesca. Con la soppressione dei beni ecclesiastici, la tenuta passò ai genovesi Saporiti, che sostituirono le colture dei cereali con il riso.



Nel corso dei secoli la Sforzesca fu teatro di vari passaggi di proprietà. Verso la metà dell’800, sorsero nuove costruzioni, come la villa padronale, la Chiesa di Sant’Antonio e un edificio scolastico. All’interno di quest’ultimo, attualmente, si trova il Centro Parco Ticino “La Sforzesca” (Via dei Ronchi, 5 - Vigevano, fraz. Sforzesca - PV - Tel: 0381.346451).

Sito web: https://ente.parcoticino.it/visita-il-parco/i-centri-parco/centro-parco-la-sforzesca/

La struttura, oltre alla funzione di Centro Informazione per i turisti, si offre come punto di partenza per escursioni a piedi o in bicicletta lungo i numerosi percorsi che si snodano all’interno del Parco del Ticino. 

Sentieri in prossimità del Centro Parco: Vie Verdi


Ciò che si presenta oggi davanti ai nostri occhi è un piccolo, antico borgo, un po' decadente, circondato da una distesa di terre coltivate e canali d’irrigazione, testimonianze di un periodo florido maturato sotto il dominio dei signori di Milano. Con un pizzico d'immaginazione, posso ancora respirare l'atmosfera operosa di quell'epoca lontana, riesco a sentire i canti e le risate dei contadini, ne percepisco la fatica. Per un attimo il tempo si ferma e mi restituisce un frammento di quel passato che non esiste più.




Nessun commento:

Posta un commento