(72
km – dislivello tra i 1000-1500 metri. Il
Garmin ad un certo punto ha smesso di rilevare il dislivello, forse a
causa del temporale?)
Uscire
in bici stamattina è un azzardo. Non piove, è vero, ma tutta la
notte sulle nostre teste ha imperversato un violento temporale ed è
impossibile che quei nuvoloni neri, che ci osservano minacciosi da
lassù, non rovescino di nuovo, sul mondo sottostante, qualche goccia
d’acqua, ma io voglio crederlo; magari non proprio qui, magari non
così tante da inzupparci, magari molto più tardi, a giro concluso.
Così, sorretti dal reciproco ottimismo, Marco ed io inforchiamo le
nostre mountain bike, che, in questi posti traboccanti di piste
ciclabili, sono l’ideale, perché permettono di andare dappertutto
e ci dirigiamo verso Hieflau. Costeggiamo per 9 km la sponda destra
del torrente, in un ambiente che, se fosse illuminato dai raggi del
sole, sarebbe paradisiaco. Come cambiano i luoghi, invece, in una
giornata fosca e cupa! Un paesaggio ridente diventa improvvisamente
lugubre ed opprimente. L’allegro gorgogliare di un torrente si
trasforma in un frastuono sinistro e inquietante. Le sue acque,
limpide e chiare, assumono il colore della terra che trascinano nella
loro corsa tumultuosa. Ce la sto mettendo tutta per vedere un
cespuglio di rose al posto di uno di rovi, ma proprio non mi riesce.
Non lo voglio ammettere, ma sono delusa. Oggi, come non mai, avrei
tanto desiderato una giornata diversa. I 9 km fino a Hieflau scorrono
lenti; il paesaggio è nascosto dalle nuvole. Passiamo sull’altra
sponda dell'Enns, percorrendo, ora, il corso d’acqua in senso
inverso e seguendo le indicazioni per Kirchenland.
Lo scroscio
violento arriva improvviso, preceduto da folate di vento. Neanche il
tempo di indossare il k-way e ci ritroviamo fradici. Il cielo è
squarciato dalla luce dei fulmini, che preannunciano i boati dei
tuoni. Raggiungiamo, dopo alcuni minuti, una vecchia cascina e ci
ripariamo sotto un capanno della legna, in attesa che il temporale passi. Poi ripartiamo alla volta di Attanmarkt,
allontanandoci dalla gola del Gesause.
Pioviggina, adesso. La strada
è tutta un saliscendi ed è praticamente deserta. Svoltiamo a
sinistra verso Admont, attraversiamo St. Gallen, passiamo ai piedi
del suo piccolo castello, eretto su un’altura, e, poco dopo,
iniziamo a salire; prima dolcemente, poi con pendenze più severe.
Una bella strada, fiancheggiata da un ruscello, che serpeggia tra boschi e prati. Scolliniamo dopo circa 7-8 km e ci fiondiamo in
una discesa che è spettacolare anche col maltempo. Alte montagne
rocciose si stagliano all’orizzonte, emergendo dalle nuvole, che le
avvolgono come stole preziose sulle spalle di eleganti signore.
Continuiamo, poi, su un tratto in pianura fino ad Admont, dove
seguiamo le indicazioni per il Campingplatz, immettendoci sulla n.
146. In alto, a destra, immersa nel fitto del bosco, scorgo l'abbazia
benedettina, che
ospita, tra l'altro, la più grande biblioteca abbaziale del mondo,
creata nel corso dei secoli dai monaci benedettini.
La tregua è terminata, ricomincia a diluviare. Con gli occhi
appannati dalla pioggia, percorriamo
gli ultimi 15 km che ci separano dal campeggio. Oggi è andata così,
ho voluto forzare gli eventi e mi devo accontentare. Beh, almeno ci
ho provato. Poteva andare meglio, ma forse anche peggio.
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