Solleticata,
da un amico “virtuale”, la mia curiosità intorno alle colline
parmensi, una zona che non conosco, propongo a Marco una fuga di
qualche giorno (al momento di più non si può) per andarle ad
esplorare, ovviamente in bici, il mezzo meccanico ideale per godere
al meglio i luoghi e la natura. La logistica comporta la ricerca di
aree camper situate in punti strategici, dai quali poter partire
agevolmente per le nostre escursioni a due ruote. Essendo la
provincia parmense amica del turismo itinerante, non mi è difficile
individuare alcune località idonee allo scopo. La prima tappa è
prevista a Berceto, che offre una bella area attrezzata e gratuita in
Via San Francesco da Sales (si paga soltanto 5 euro al giorno per
l'allaccio alla corrente, presso l'edicola in paese). Così, pieni di
aspettative, partiamo da casa nel pomeriggio e siamo a destinazione
giusto in tempo per contemplare un magnifico tramonto.
28/03/2017:
VAL BAGANZA - PASSO DEL SILLARA - VAL PARMA
Anello
Berceto - Passo del Sillara – Bosco - Corniglio – Curatico –
Signatico – Calestano – Berceto
(85
km – 1.851 metri di dislivello+ in mountain bike, su asfalto)
Berceto,
ore 8: guardo perplessa il termometro che segna 3°C e mi vien da
ridere, visto che ho portato con me soltanto l'abbigliamento
primaverile ed estivo. Mannaggia, oggi ci sarà da barbellare dal
freddo! Per fortuna, una volta attraversata la statale della Cisa ed
esser scesi per alcune centinaia di metri, iniziamo subito a salire
ed a scaldarci. Seguiamo le indicazioni per Corniglio, imboccando la
SP 74 che, in circa 8 km e 450 metri di dislivello+, ci conduce al
Passo del Sillara (1200 metri slm), il valico
che collega le valli dei torrenti Parma e Baganza. La natura da
queste parti stenta a svegliarsi. Gli alberi sono ancora
completamente spogli e gli unici colori che ravvivano l'ambiente sono
quelli delle primule, delle violette e dei crocus.
Scendiamo per 7
km, godendoci lo splendido panorama delle montagne innevate, che si
stagliano di fronte a noi. A Marra saliamo di nuovo per 3-4 km e,
dopo Bosco, scendiamo sulla SP40 in direzione di Corniglio.
Proseguiamo, quindi, sulla SP13 e, poco dopo Vestola, deviamo a
sinistra per Curatico. Percorriamo 2 ripidi km asfaltati ed altri 2
sterrati, prima di renderci conto di aver sbagliato strada. Torniamo
giù, all'incrocio, e continuiamo ancora un po' sulla SP40, finchè
notiamo la strada giusta per Curatico, più ampia della precedente,
ma altrettanto ripida, con pendenze che oscillano tra il 9 ed il 13%.
Finora il traffico è stato davvero irrilevante. Pedaliamo nella pace
e nel silenzio di luoghi poco abitati; per lo più si tratta di
fattorie o agriturismi.
Superiamo le piccole frazioni di Costa
Venturina, Signatico, Alpisella, Canesano e, dopo 7 km abbastanza
impegnativi, planiamo verso Calestano, passando, pertanto, dalla
Valle del Parma a quella del Baganza, torrenti dall'alveo ampio, ma
asciutto. Non ci resta che svoltare a sinistra ed affrontare gli
ultimi 24 km di dolce salita sulla SP15, che ci innalzerà, dagli
attuali 417 metri di quota, agli 852 di Berceto. Completiamo, così,
un bel giro ad anello nel Parco Nazionale dell'Appennino
Tosco-Emiliano, dove non è mancato il magico incontro con una
famiglia di cervi. Ci siamo osservati attentamente per un breve
istante, dopo di ché le bestiole si sono dileguate nella fitta
macchia, senza darci il tempo di fotografarle. E pazienza se i km da
77 sono diventati 85 ed il dislivello è lievitato a 1850 metri, a
causa di quello stupido sbaglio di strada; una scusa in più per dar
libero sfogo alla voglia infinita di goduriose cibarie, che mi assale
verso la fine di ogni giro in bici: tipiche allucinazioni da fame del
ciclista!
29/03/2017: TORRECHIARA E MONTECHIARUGOLO (in camper)
In mattinata, con calma, raggiungiamo Torrechiara ed il grande
parcheggio gratuito per bus, camper ed auto, situato nel piccolo
borgo, ai piedi dello scenografico castello.
Castello di Torrechiara |
Tramite una ripida
rampa, guadagniamo l'ingresso all'imponente maniero e paghiamo 4 euro
a testa per la visita. E' ben conservato e, seppur privo di arredi, all'interno si possono ammirare bellissimi affreschi. Percorriamo le
sue sale e i suoi cortili in lungo e in largo, curiosiamo liberamente
in ogni angolo e, sulle torri, ci soffermiamo ad ammirare il
paesaggio che da qui si domina: da questa posizione elevata, infatti,
si ha una splendida vista su tutta la vallata del Parma e sulle prime
propaggini dell'Appennino. Prima di andarcene, passiamo dall'Ufficio
Informazioni. Non trovando opuscoli con proposte di itinerari ciclistici nel territorio, mi accontento di
una saponetta alla delicata fragranza della famosa Violetta di Parma. Prossima
meta: Montechiarugolo. Lasciato il camper nell'ampio parcheggio
all'ingresso del piccolo paese, con quattro passi arriviamo davanti
al cancello del bel castello, dove scopriamo che, nel mese di marzo,
la visita è consentita soltanto durante il fine settimana. Pazienza! E', comunque, un buon posto per trascorrervi la notte.
30/03/2017:
SULLE STRADE DEL PROSCIUTTO E DEL PARMIGIANO
Anello
Montechiarugolo – Urzano – Capoponte – Lagrimone – Nerviano
degli Arduini - Montechiarugolo (Parma)
(76
km – 1007 metri di dislivello+ in mountain bike, su asfalto)
Per la serie “Ciclisti allo sbaraglio in quel di Parma”, partiamo dal
castello di Montechiarugolo e, in 6 km pianeggianti, raggiungiamo
Traversetolo. Proseguiamo, poi, in falsopiano per altri 13 km sulla
SP 98, deviando, quindi, per Urzano. Una volta abbandonato il
fondovalle, la strada s'inerpica sulla collina inclinandosi
paurosamente, con rettilinei che toccano il 15-16% di pendenza.
Continuiamo in direzione di Mozzano e Antreola, sempre leggermente
piegati in avanti sul manubrio per evitare che le bici si impennino.
Finalmente, dopo 4 interminabili km, scolliniamo ed iniziamo a
scendere verso Castelmozzano e Capoponte, zona con la più alta
concentrazione di prosciuttifici del parmense. Qui, imbocchiamo la
SP665R, seguendo le indicazioni per Tizzano (senza arrivarci) e
salendo di nuovo per 5 km poco impegnativi.
Procediamo, infine,
ancora in salita, per Bosco, Cisone, Carpaneto e Antognola,
pervenendo, dopo circa 6 km ed un paio di saliscendi, a Lagrimone
(713 metri slm). Ci concediamo una sosta per recuperare le energie e,
senza fretta, ci avviamo verso Neviano degli Arduini, nota per i suoi
caseifici che producono il famoso Parmigiano Reggiano. Rimaniamo più
o meno in quota per 5 km, osservando i morbidi rilievi che si
estendono intorno a noi, dopo di ché affrontiamo una lunga,
panoramica discesa, interrotta da una breve contropendenza poco prima
di Neviano. All'incrocio con la SP98 giriamo a sinistra ed in
falsopiano torniamo a Montechiarugolo, ripercorrendo la medesima
strada dell'andata.
Le colline parmensi in questo periodo sono
splendide. Qua, a quote più basse, la natura si sta risvegliando e
gli alberi da frutto, con i loro rami fioriti, regalano un'atmosfera
primaverile di rara bellezza. Purtroppo, non aveva nulla di magico e
poetico la bisciona che stava attraversando la strada proprio al
nostro passaggio. All'urlo disumano, che non ho saputo trattenere
alla sua vista, la malcapitata, disorientata, alzando la sua
testolina, è scattata velocemente in avanti con quel tipico
movimento ondulatorio dei serpenti. Penso di averla spaventata a
morte, poverina!
In
serata ci trasferiamo a Salsomaggiore Terme, nell'area camper di Via
Antonio Gramsci. Nonostante si trovi vicino alla stazione ferroviaria, tutto sommato, è tranquilla.
31/03/2017: PASSO DI PELIZZONE E CASTELLO DI BARDI
Anello Salsomaggiore Terme - Pellegrino Parmense - Passo di Pelizzone - Bardi - Varano Dè Melegari - Pellegrino Parmense - Salsomaggiore Terme
(114
km – 1.895 metri di dislivello+ in mountain bike, su asfalto)
Castello di Pellegrino Parmense |
Avendo
come meta il castello di Bardi, partiamo da Salsomaggiore Terme
seguendo la SP359R, che ci condurrà, dopo 10 km in falsopiano ed
altri 4 di salita al 7-9% di pendenza, dapprima al Valico di S.
Antonio (650 metri slm) e, poi, con una discesa di 6 km, a Pellegrino
Parmense, borgo dominato da un piccolo maniero medievale, che si erge
sulla sommità di un dolce rilievo. Quindi, sempre sulla medesima
strada, raggiungiamo Bore, percorrendo 17 km in leggera salita ed
alcuni saliscendi. All'incrocio, svoltiamo a sinistra e saliamo
ancora per 3 km, scollinando al Passo di Pelizzone (1.021 metri slm),
dove una lunga discesa di 10 km ci deposita, infine, all'antico
nucleo di Bardi, con la sua imponente fortezza arroccata su uno
sperone roccioso alla confluenza dei torrenti Noveglia e Ceno.
Castello di Bardi |
Il
castello, purtroppo, in questo periodo dell'anno, è aperto soltanto
il sabato. Un po' delusi, consumiamo la nostra merenda seduti su una
panchina, e, poi, ci avviamo verso Varano Dè Melegari, scendendo 4
km sulla SP28 e percorrendone altri 25 in falsopiano lungo la valle
del Ceno, torrente che, poco più avanti, confluirà nel Taro.
Anche
qui il castello Pallavicino è chiuso. Non ci resta che tornare a
Pellegrino Parmense, deviando sulla SP 30. I 10 km di dolce salita
scorrono veloci sotto le nostre ruote, come pure i successivi 2 in
discesa, ma soffriamo una sete bestiale, in quanto le fontanelle
sono tutte chiuse. Per fortuna riusciamo a rifornirci d'acqua prima
di risalire al Valico di Sant'Antonio. Affrontiamo così gli ultimi 7 km
di ascesa al 6-9% di pendenza, al termine dei quali, non ci rimangono
che 4 km di discesa ed altri 10 in falsopiano per concludere questo
bel giro, su e giù per le colline parmensi.
Le temperature
abbastanza elevate e la mancanza di fontanelle aperte lungo la
strada, ci hanno creato, però, qualche difficoltà. Su un percorso
di 114 km, siamo riusciti a riempire le borracce solo a Bardi ed a
Pellegrino Parmense.
A questo punto, comunque, non posso esimermi dal
fare un elogio agli automobilisti parmensi, sorprendentemente
rispettosi dei ciclisti. Tutti, camionisti inclusi, ci sorpassavano
ad almeno un metro e mezzo di distanza.
Castello di Varano dè Melegari |
Si sarebbe potuto pensare di
essere in Germania o Svizzera, se non fosse stato per le strade
dissestate, devastate da profonde crepe sull'asfalto. In ogni caso,
il traffico è stato contenuto e abbiamo, per lo più, pedalato in
luoghi tranquilli, dove gli unici rumori erano quelli prodotti dalle
motoseghe o dai tagliaerba.
Veder volteggiare nel cielo due
bellissimi falchi, a pochi metri di distanza, nei pressi del Passo di
Pelizzone, è stata la ciliegina sulla torta di questa magnifica
giornata. Un'emozione inaspettata, da togliere il fiato!
(PS:
Purtroppo, la visita di Salsomaggiore Terme, salterà, dovendo
rientrare velocemente a casa, al termine del nostro giro in bici, a
causa di un lutto in famiglia. Sarà per un'altra volta!)