TRACCIA GPS SCARICABILE
Montorfano e Monte di Capriolo sono tra le mete più gettonate dei bikers bergamaschi e bresciani. Da Grumello raggiungo Capriolo e continuo per Adro. Alla rotonda, seguo le indicazioni per Zocco. Supero un cavalcavia e, 50 metri prima che la strada compia una curva a destra, io giro a sinistra, procedo dritta e svolto alla prima via a destra. Passo accanto ad un vigneto e ad un campo di mais. Subito dopo, a sinistra, inizia lo sterrato che sale a Montorfano. Non c’è alcuna indicazione, perciò non è facile da individuare. E’ un peccato che nessuno abbia mai pensato di mettere dei cartelli segnaletici anche per i bikers.
Poche decine di metri e la pendenza sale vertiginosamente. Il cuore schizza subito in mezzo alle orecchie. Resisto, in quanto so che, poco dopo, la strada spiana e posso riprendere fiato, ma solo per una manciata di secondi, perché poi si riprende a salire in modo deciso. Entro in un fitto bosco di castagni. Il fondo in terra battuta del largo sentiero rende più agevole il mio procedere, ma, dopo la curva a gomito, le cose si complicano. Qui, il modo migliore per superare i massi che sporgono dal terreno è quello di spostarsi a destra sull’unico passaggio accessibile. Continuo per un tratto davvero scosceso e malagevole, che non sempre riesco a fare in sella. Poi, però, posso recuperare un po’ prima di affrontare un altro tratto ripido su ghiaia. Dopo l’ampia curva a destra, il fondo ritorna in terra battuta, anche se la pendenza non molla. Arrivo all’ultima curva e, qui, su questa rampa da capre ricoperta da una spanna di sabbia, mi pianto sempre: a metà salita i pedali non girano più. Solo un argano a motore riuscirebbe a portare su il cancello su cui sono seduta! Comunque, in un modo o nell’altro, scollino su una radura dove si trova una grande croce in ferro e un’area picnic. Proseguo dritto fino a sbucare su una stradina asfaltata. Scendo a destra poche centinaia di metri e, prima della chiesetta degli alpini, prendo un sentiero che mi riporta sullo sterrato poco sotto la croce di prima e che, quindi, ripercorro in discesa. Accidenti! Con tutti questi moscerini che mi danzano davanti agli occhi faccio fatica a vedere dove metto le ruote. Speriamo bene! Ritorno sull'asfalto e mi avvio verso il centro di Adro. Lasciando la parrocchiale alla mia sinistra, salgo poche decine di metri. Subito dopo la grande croce in legno, giro a sinistra. Percorro la ripida rampa in bitume, supero la torre in pietra e mi trovo sullo sterrato che sale al Monte di Capriolo e che, in confronto a quello di Montorfano, è un velluto, seppur abbia anche lui le sue belle rampette. La strada, lunga circa 4,5 km, è quasi tutta in terra battuta e attraversa un fitto bosco di castagni. Scollino abbastanza velocemente e percorro un tratto in falsopiano. In questo punto, purtroppo, le piogge di domenica scorsa hanno lasciato il segno. Il sentiero è diventato un pantano e non c’è modo di arginarlo. Ahimè, ci devo per forza entrare in mezzo! Le ruote scivolano paurosamente. Dio, ti prego, non farmi mettere i piedi a terra proprio qui! Grazie al cielo riesco ad uscire indenne da questo fiume di melma, ma io e la bici siamo davvero inguardabili. Pazienza! La discesa è facilissima, perché di recente i cacciatori della zona hanno pensato bene di ricoprire tutto lo sterrato con bitume e asfalto, togliendo a noi bikers tutto il divertimento. Arrivo così in un baleno a Capriolo e, dopo pochi chilometri, sono a casa. Non vedo l’ora di farmi una doccia per rendermi di nuovo presentabile. Chissà cosa direbbero in ufficio se mi vedessero conciata così!
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