(73 km - 1344 m dislivello)
2° week-end nel vicentino – 1° giorno
Eh, sì, svegliarsi al mattino al suono del
campanaccio delle mucche che brucano l’erba intorno al camper, anziché al
trillo della sveglia, è tutta un’altra cosa. Così come abbassare le tendine del
finestrino e trovarsi davanti uno sfondo di montagne a perdita d’occhio,
predispone l’animo ad affrontare la giornata nel migliore dei modi. L’area
camper, illuminata e con camper service, si trova 3 km dopo la frazione di Sant'Antonio e 1 km prima di Pian delle Fugazze, 300 metri dopo
il bivio per la “Strada delle 52 gallerie” e per il Passo Xomo (GPS: 45.76333, 11.17409 - tariffa: euro 5, pagabili presso il rifugio Balasso, 500 metri più su). Per
raggiungerla, come settimana scorsa, abbiamo viaggiato sulla A4 per Venezia e
siamo usciti al casello di Montecchio, poco prima di Vicenza. Seguendo la
segnaletica per Valdagno, lì giunti, anziché continuare per Recoaro Terme, ci
siamo diretti verso Schio, passando all’interno di un tunnel lungo circa 5 km
che consente di evitare il Passo di Zovo e alla fine del quale, come in
autostrada, si paga un pedaggio di € 5,50 ai caselli (ben 3 in entrata e 3 in
uscita), soltanto con bancomat, viacard o telepass. Mah …un’esagerazione?
La segnaletica, invece, lascia un po’ a desiderare. Siamo andati per tentativi: sempre dritto, in direzione di Bassano del Grappa e poi a destra, per Rovereto, finchè sono spuntati anche i cartelli per Valli del Pasubio. Abbiamo risalito la valle nel buio totale, affrontando, da S. Antonio, gli 11 irti tornanti che ci hanno portato ai 943 metri di quota dell’area camper. Nonostante l’altitudine, alle 9 di stamattina il termometro già segna 31° C. Sarà un’altra giornata rovente, ma che importa: a noi ciclisti il caldo ci fa un baffo. Saltiamo in sella alle nostre bici e scendiamo poche centinaia di metri, fino ad un bivio, dove svoltiamo a sinistra per salire al Passo di Xomo. In pratica stiamo ripetendo un tratto dell’itinerario dello scorso week-end. Al Passo ci arriviamo dopo 5 km e, come settimana scorsa, prendiamo la via a destra per S. Caterina. Ignoriamo la strada che scende a Valli del Pasubio e tiriamo dritto, superando il monumento ai caduti della guerra. Più avanti attraversiamo un magnifico e fittissimo bosco, dove i raggi del sole faticano a penetrare.
La segnaletica, invece, lascia un po’ a desiderare. Siamo andati per tentativi: sempre dritto, in direzione di Bassano del Grappa e poi a destra, per Rovereto, finchè sono spuntati anche i cartelli per Valli del Pasubio. Abbiamo risalito la valle nel buio totale, affrontando, da S. Antonio, gli 11 irti tornanti che ci hanno portato ai 943 metri di quota dell’area camper. Nonostante l’altitudine, alle 9 di stamattina il termometro già segna 31° C. Sarà un’altra giornata rovente, ma che importa: a noi ciclisti il caldo ci fa un baffo. Saltiamo in sella alle nostre bici e scendiamo poche centinaia di metri, fino ad un bivio, dove svoltiamo a sinistra per salire al Passo di Xomo. In pratica stiamo ripetendo un tratto dell’itinerario dello scorso week-end. Al Passo ci arriviamo dopo 5 km e, come settimana scorsa, prendiamo la via a destra per S. Caterina. Ignoriamo la strada che scende a Valli del Pasubio e tiriamo dritto, superando il monumento ai caduti della guerra. Più avanti attraversiamo un magnifico e fittissimo bosco, dove i raggi del sole faticano a penetrare.
Alla biforcazione della strada
lasciamo a destra quella che scende a Schio e deviamo a sinistra verso Bosco di
Tratte, salendo tra prati sconfinati ed il profumo di erba appena tagliata.
Sullo sfondo, il singolare profilo roccioso di una montagna. Mi piace pedalare
su queste stradine silenziose, immersa nei colori e negli odori della natura. A
S. Rocco inizia la bella e contorta discesa di 8 km verso Santorso, che termina
sulla statale, larga e trafficata, ma con un ampio spazio per il passaggio
delle bici. Come alternativa, si può passare dall’abitato di Santorso, ma noi
lo scopriamo troppo tardi.
Svoltiamo a sinistra e, dopo circa 4 km, alla rotonda, prendiamo la SP 79 per Arsiero, ignorando la SP 349 per Asiago e transitando, invece, per i comuni di Piovene Rocchetta e Cogollo del Cengio. Continuiamo, quindi, sulla SP 80 ed evitiamo la SP 78 per Valdastico. La strada comincia a salire e, poco più avanti, al bivio, giriamo ancora a sinistra e ci immettiamo sulla SP 81 per Posina, anziché procedere sulla SP 83 per Tonezza del Cimone. Se non si fa attenzione in questo groviglio di strade si rischia di sbagliare.
Svoltiamo a sinistra e, dopo circa 4 km, alla rotonda, prendiamo la SP 79 per Arsiero, ignorando la SP 349 per Asiago e transitando, invece, per i comuni di Piovene Rocchetta e Cogollo del Cengio. Continuiamo, quindi, sulla SP 80 ed evitiamo la SP 78 per Valdastico. La strada comincia a salire e, poco più avanti, al bivio, giriamo ancora a sinistra e ci immettiamo sulla SP 81 per Posina, anziché procedere sulla SP 83 per Tonezza del Cimone. Se non si fa attenzione in questo groviglio di strade si rischia di sbagliare.
Il Passo di Xomo, da qui, dista 21 km, 9 da Posina. Ad
una breve discesa segue un lungo falsopiano di circa dieci chilometri. Ci
stiamo inoltrando nella Valposina, verdissima e lussureggiante. E’ l’una del
pomeriggio e la fame si fa sentire. Troviamo un facile accesso alla riva del
torrente che fiancheggia la strada e ci fermiamo per un breve ristoro sulla
sponda sassosa. Poi proseguiamo, sempre in falsopiano, fino a Posina,
All’uscita del paese la strada si biforca: a destra si sale al Passo della
Borcola, a sinistra al Passo di Xomo. Prendiamo la via a sinistra, che subito
s’impenna. Sarà che è quasi tutta all’ombra del bosco, ma questa salita è
davvero piacevole e regala degli scorci superbi. Alla fine, i 9 km previsti risultano
essere 6,5 e il dislivello di circa 500 metri.
Rieccoci al crocicchio di
stamattina. Ora, gli ultimi 5 km, ripercorsi in senso inverso, offrono una
visuale completamente diversa. Lo scenario, da questa angolazione, è ancor più
incantevole. Rallento, per crogiolarmi ancora un po’ in questo luogo idilliaco
e prolungare la sensazione di benessere che sto provando. Il nostro giro,
infatti, finisce una volta raggiunto l’incrocio con la statale. Svoltiamo a
destra, ma non ci fermiamo subito all’area camper.
Dobbiamo salire al rifugio,
posto 500 metri più in alto, per pagare la sosta. Sorpresa! Il gestore ci dice
che, circa 10 minuti fa, i vigili ci hanno dato la multa perché il ticket
andava pagato in anticipo e messo in bella mostra sul cruscotto. Non lo sapevamo.
Quando siamo arrivati ieri sera era buio e noi un po’ stanchi. Abbiamo letto
con poca attenzione il piccolo cartello posto all’ingresso dell’area e illuminato dai
fari del camper.
Mannaggia! Pensavamo, sbagliando, che l’importante fosse
pagare. Dopotutto non era che una piccola radura sperduta tra le montagne, con
area picnic e mucche al pascolo, non un parcheggio in città.
Ma porca paletta,
possibile che i vigili non avessero qualcosa di meglio da fare a Schio che non arrampicarsi fin quassù per dare ammende? Così i 5 euro diventano
46. Vabbè, non permettiamo ad una multa di rovinarci la giornata.
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