(anello di 86 km e 1300 metri di dislivello in
mountain bike)
Una vacanza tra le province di Vicenza, Treviso,
Belluno e Trento in bici e camper
(4° giorno)
Questi luoghi selvaggi, quasi
dimenticati da Dio, sono una manna dal cielo per me. Quando decisi di venire a
curiosare in queste zone, non immaginavo di trovare una natura così intatta. E' stata una piacevole scoperta.
In questo periodo, poi, i fiori a bordo strada sono cascate di colori che mettono allegria e il canto degli uccellini, che ci accompagna lungo il cammino, contribuisce a creare un’atmosfera serena, rilassante, che ci fa sentire in armonia con il mondo intero. Un toccasana per chi vuole liberarsi dallo stress.
Oggi ho optato per la mountain bike. Dovremmo
percorrere strade asfaltate, ma non si sa mai. Magari riusciamo a fare anche un
po’ di sterrato. Intanto questa salita di 14,4 km e 939 metri di dislivello, pur non essendo particolarmente impegnativa, ha una buona pendenza e non molla proprio mai.
A Foza continuiamo per Asiago. La strada corre in
falsopiano per 14 km; la prima parte in leggera discesa, la seconda in lieve
salita.
All’Ufficio Turistico chiediamo delle mappe per escursioni in mountain
bike. Ci dicono che non tutti i sentieri sono segnati. E allora chi si fida?
Per percorrere 10 km rischiamo di farne 30. Asiago è un comune grosso e
trafficato. Non è il caso di perdere troppo tempo qui. Ritorniamo, pertanto a Foza, passando davanti al sacrario. Marco vorrebbe rientrare dalla medesima
strada percorsa all’andata.
Paesaggi superbi anche qui. Pinete, prati, piccoli borghi e un lungo viadotto, là dove la
montagna sembra spaccarsi in due. Da Enego, una discesa di una dozzina di chilometri e 19 tornanti, ci fa perdere oltre 500 metri di dislivello, depositandoci, così,
nei pressi di Primolano, frazione di Cismon del Grappa.
Poco dopo il ponte sul
Brenta, ci infiliamo nella pista ciclabile della Valsugana, lunga ben 80 km e
che collega Caldonazzo a Bassano del Grappa, dirigendoci verso sud. La
stradina, asfaltata, si snoda per alcuni chilometri all’interno di una stretta
gola.
Alla nostra sinistra, il corso d’acqua, che qui non ha ancora le dimensioni che assumerà più a valle. Tra il fiume e la montagna, invece, corre la statale 47, strada infelicemente battuta da camion e TIR. Cerco di ignorarla e mi concentro su tutto il resto del paesaggio, che è splendido. Pedaliamo sempre in leggera discesa. Man mano che scendiamo, la valle si allarga e così pure gli argini del fiume. Ed eccoci, dopo 15 km, di nuovo a Valstagna, “paese delle zattere”, sani e salvi … c’era da dubitarne?
Alla nostra sinistra, il corso d’acqua, che qui non ha ancora le dimensioni che assumerà più a valle. Tra il fiume e la montagna, invece, corre la statale 47, strada infelicemente battuta da camion e TIR. Cerco di ignorarla e mi concentro su tutto il resto del paesaggio, che è splendido. Pedaliamo sempre in leggera discesa. Man mano che scendiamo, la valle si allarga e così pure gli argini del fiume. Ed eccoci, dopo 15 km, di nuovo a Valstagna, “paese delle zattere”, sani e salvi … c’era da dubitarne?
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