Un anello di 61 km e 1700 metri circa di dislivello
in bici da corsa
Una vacanza tra le province di Vicenza, Treviso,
Belluno e Trento in bici e camper
(2° giorno)
(2° giorno)
Partiamo dall’Agricamp di Bassano del Grappa e,
tenendo la sinistra, ci troviamo subito all’incrocio con la strada per Romano
d’Ezzelino. Procediamo per 2 Km, fino a Semonzo, dove vediamo l’indicazione a
sinistra per Cima Grappa. Ho pensato di scalare il Monte Grappa da questo
versante, meno conosciuto, sia perché, pur essendo la salita più corta rispetto
a quella di Romano, è più impegnativa, ma, soprattutto, perché mi auguro sia
più tranquilla.
Il massiccio del Grappa è immenso e ben
individuabile. Sorge tra il Brenta, ad ovest, e il Piave, ad est. Davanti, la
pianura trevigiana e, alle spalle, quella feltrina.
La strada sale subito a tornanti; ne contiamo 21 nei
primi 9 km. Sono abbastanza distanti l’uno all’altro e soltanto i rettilinei si
trovano all’ombra del bosco, mentre i tratti in curva sono esposti ai raggi del
sole. La pendenza è regolare, senza strappi e si mantiene tra l’8 ed il 9%. Man
mano che saliamo, le pareti della montagna diventano sempre più verticali.
Guardo in alto, alla mia sinistra, quegli alberi e quelle rocce che sfidano la
forza di gravità. Mi chiedo come facciano a non staccarsi dal suolo che a
fatica li trattiene. Alla mia destra, invece, uno strapiombo da vertigine.
Passiamo sotto un arco scavato nella roccia. Poco più avanti, eccone un altro.
Che posto meraviglioso!
Tra il 21° ed il 22° tornante incontriamo un paio di
chilometri pianeggianti, fino a Campo Croce. Da questa località la strada si
restringe e s’impenna. Non c’è più respiro. Circa 8 km sempre tra il 12 e il
16%. Prati, pascoli e un caldo asfissiante, nonostante ci stiamo avvicinando ai
1800 metri di quota.
All’improvviso ci troviamo immersi in un imprevisto e
spesso strato di nuvole. Rabbrividisco, anche perché, per un breve tratto, la
strada scende leggermente per poi impennarsi ancor di più, ma forse è soltanto
una mia impressione. Il paesaggio circostante è celato dalla nebbia. Tutto è
ovattato e silenzioso. Un’atmosfera surreale, da thriller.
L’incrocio con la
strada che sale da Romano d’Ezzelino o da Feltre pone fine alla nostra fatica.
La pendenza ritorna più umana e ormai siamo quasi arrivati a Cima Grappa.
Facciamo una visita all’ossario, dove sono sepolti 55.000 soldati italiani,
oltre a 10.000 soldati austroungarici. Spengo il lettore MP3, per rispetto
verso questi giovani che persero la vita “per riscattare la libertà e la
dignità del nostro Paese”. Dopodiché, andiamo a recuperare le bici, decidendo di affrontare la discesa, questa volta, verso Romano d'Ezzelino.
Sono circa 25 km, ma le pendenze non superano mai il 10%. Inoltre la
salita (nel nostro caso, la discesa) è intervallata da un lungo falsopiano in
contropendenza. E’ bello anche questo versante, ma, essendo quello più noto, è
battuto da una moltitudine di ciclisti e motociclisti, nonché da auto e
pullman, in particolar modo nei fine settimana. Oggi, invece, è lunedì e c’è
poca gente in giro; è quasi tutto per noi.
Ci godiamo in santa pace lo
spettacolo: le pinete, le mucche
al pascolo, le pozze d’acqua dove vanno ad abbeverarsi gli animali, anche
quelli selvatici, che vivono su questa montagna, i fiori multicolori che
spuntano dalla pietre a bordo strada e, poi, più a valle, vasti panorami sulla
pianura. Concludiamo il nostro anello nel centro storico di Bassano del Grappa.
Punto come un segugio la gelateria di ieri per un mega cono ipercalorico. Sono
monotona, lo so, ma il gelato non mi basta mai.
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