Durata
vacanza: 31 giorni
Percorsi
complessivamente: 3.960 km
Spese
complessive di gasolio: € 680
Bergamo-confine
Belgio = km 990 km
Ebbene
sì, ci siamo finalmente convertiti anche noi al navigatore
satellitare e devo dire che mai decisione fu così saggia. Essere
guidati, passo passo, da qualcuno che sa il fatto suo, è una gran
bella cosa. La vecchia mappa cartacea, però, è sempre qui,
sulle mie ginocchia; ogni tanto ci butterò l'occhio e darò una
controllatina, perchè fidarsi è bene, ma ... voglio vedere dove
mi sta portando. Adesso non siamo più soli: con noi c'è Simona e
non la invidio proprio. D'ora innanzi, Marco se la prenderà unicamente con
lei se le indicazioni fornite lo metteranno in difficoltà. La
nostra meta è il Belgio, chissà perchè da noi finora sempre
snobbato.
Il Paese ha la superficie di Piemonte e Liguria messi
insieme, un decimo dell'Italia, eppure le cose da vedere e da fare
sono infinite. Avendo circa un mese di tempo a disposizione e
volendo, comunque, prendercela comoda, cercheremo di cogliere il
meglio di ciò che il Belgio offre. Giusto
per inquadrare la zona, la possiamo geograficamente così descrivere:
a settentrione, le basse coste del Mare del Nord e il corso della
Schelda; a meridione, le morbide colline
delle Ardenne e il solco della Mosa/Sambre; al centro, un altopiano pressoché pianeggiante. Dal punto di vista amministrativo, invece, il Belgio è diviso in tre regioni: le Fiandre a nord, con le province del Brabante fiammingo, del Limburgo, di Anversa, della Fiandra orientale e di quella occidentale; la Vallonia a sud, con le province del Brabante vallone, di Liegi, del Lussemburgo, di Namur e dell'Hainaut; infine Bruxelles, che comprende l'agglomerato urbano ed altri 18 comuni; Fatte le
opportune premesse, si parteeeeeeeeee!!!
|
Fussen (Germania) |
24/06/2015
– mercoledì: alle 11 ci infiliamo nel casello autostradale di Grumello. Imbocchiamo
l'A4, direzione Venezia e, poi, l'A22 del Brennero.
Al Passo, prima del confine con l'Austria, facciamo una sosta in autogrill per
acquistare la vignette (8,70 euro) necessaria per viaggiare sulle autostrade austriache. Paghiamo pure 9 euro di pedaggio per
attraversare il Ponte Europa, che collega il Brennero ad Innsbruck. Qui
giunti, seguiamo A45 – A12 ed usciamo a Mols. Superato il Fernpass, arriviamo a Fussen, in Germania intorno alle 18. Pernottiamo al Camper's
Stop (Abt-Hafner-Str.9 – tel: 08362/940104): 13 euro + 2 euro per 3
kw di corrente, camper service, docce (servizi pulitissimi -
nonostante l'area sia quasi al completo - profumati e con musica in filodiffusione). Fin qui, il percorso è stato piacevole e ci ha
regalato bei panorami in Trentino Alto Adige e lungo la Valle
dell'Inn, in Austria.
|
Abbazia di Orval |
25/06/2015
– giovedì: partenza h. 9,30 da Fussen. Il percorso è monotono sulle autostrade tedesche e sfiora le città di Ulm, Stoccarda e Pirmasens. Gli innumerevoli lavori in corso rallentano continuamente la nostra marcia. Per fortuna, l'attraversamento del Lussemburgo avviene in modo rapido ed indolore. Entriamo in Vallonia, la regione meridionale del Belgio, nei pressi di Arlon. Dirigendoci verso Orval, il paesaggio cambia di colpo. Le Ardenne ci accolgono con le loro
foreste fitte, fitte, i piccoli villaggi dai tetti in ardesia, le antiche dimore, i fiumiciattoli e i laghetti dove
candidi cigni scivolano lenti sulla superficie dell'acqua. Un posto
idilliaco, in una zona lussureggiante. Alle 19,30 parcheggiamo il nostro mezzo di fronte alla
bella abbazia, non essendoci alcun divieto per i camper. Siamo
affamati. Velocemente, ci prepariamo un buon piatto di fusilli al
pomodoro e basilico, che ci gustiamo nella pace e nella tranquillità
del luogo, allietati dal canto degli uccellini.
|
Abbazia d'Orval |
26/06/2015
– venerdì: 20° C al risveglio, che saliranno a 30°C nel corso
della giornata. Tempo soleggiato. Ore 9,30, entriamo nell'abbazia di
Orval, rinomata
non solo per la sua storia e per la vita spirituale dei monaci, ma
anche per la produzione di un formaggio tipico nonché della birra
trappista nell'annesso birrificio. E' immensa e dedichiamo piacevolmente alcune ore alla visita, passeggiando tra le rovine romaniche dell'antica abbazia, soffermandoci davanti alla fonte legata alla leggenda
di Matilde di Canossa e il nome Orval, attardandoci nel giardino delle piante medicinali e nelle sale espositive, dove viene
illustrato il procedimento per produrre la birra. La
zona dell'abbazia abitata dai monaci, giustamente, è chiusa al
pubblico.
|
Le "Classic d'Eduard" |
Ci spostiamo, quindi, a Florenville. Parcheggiato il camper
all'uscita del paese, sulla strada che porta agli
impianti sportivi, andiamo subito alla Maison du tourisme per
reperire del materiale informativo e le mappe del posto, ma non
troviamo ciò che cercavamo. Il paese non ha nulla di particolare, a
parte la famosa cioccolateria “Les chocolats d'Eduard” (dove si
può anche pranzare) che, naturalmente, non mi lascio sfuggire. Entro
e ordino un “Classic d'Eduard”: tre fette di torta al gianduia,
su una base di crepe croccante, ricoperte da un sottile strato di
cioccolato fondente, guarnite con fragole e fogli di fondente, al
costo di 6 euro. Divino e supercalorico, tanto che arrivo all'ora di
cena senza appetito; non è da me!
|
Chateau-fort di Bouillon |
Lasciamo Florenville e ci
dirigiamo a Bouillon, borgo
medievale, racchiuso tra due strette anse della Semois
e dominato da un imponente chateau-fort.
L'area camper si trova nei pressi degli impianti sportivi
(parcheggio gratuito, con camper
service, privo di elettricità), sulla riva del fiume. Per raggiungerlo,
una volta arrivati in paese, ci infiliamo in una piccola galleria,
giriamo a destra, superiamo uno stretto ponte in pietra a tre arcate,
e, poi, svoltiamo a sinistra, proseguendo per circa 1 km sulle sponde
del fiume (Rue de la Poulie). E' una bella zona, tranquilla, in mezzo
al verde, distante circa 1,5 km dal centro. Raggiungiamo quest'ultimo a piedi,
poco dopo, percorrendo una piacevole stradella lungo il corso
d'acqua, che continua anche sulla sua riva opposta, al di là del ponte, sulla sinistra.
|
Bouillon |
Il vialetto alberato
offre una gradevole ombra e una rilassante passeggiata sull'argine
della Semois. Breve incursione alla Maison touristique per recuperare
il solito materiale turistico, veloce spesa al supermercato Colruyt,
lì accanto (i cui prezzi sono davvero convenienti), ancora due passi
lungo il fiume e, quindi, torniamo al camper. Ci troviamo nel
Lussemburgo belga, una delle province della Vallonia attraversata
dagli affluenti della Mosa. Una terra che offre tante attività:
dalla pesca al kajaking, dal trekking alle passeggiate
a piedi o a cavallo. Le strade mi sembrano particolarmente pericolose
per praticare il ciclismo: sono strette e non c'è uno spazio per le
bici. Tra l'altro sono battute anche da grossi Tir, che viaggiano a
velocità sostenuta.
|
La Semois dal castello di Bouillon |
27/06/2015 - sabato: 20° C al mattino, 25° C al pomeriggio. Trascorriamo la
mattinata alla fortezza di Bouillon, chateau-fort
meraviglia dell'arte militare medievale, dove visse Goffredo di
Buglione, il Prode cavaliere che comandò gli eserciti cristiani
della prima Crociata. Ingresso: 7 euro adulti, 4-5 euro bambini.
Siamo fortunati: dopo 10 minuti inizia lo spettacolo di falconeria;
neppure paragonabile a quello offerto dal castello di Hohenwerfen, in
Austria, ma simpatico e divertente, anche se in lingua francese. Per
la visita del castello seguiamo la numerazione apposta sulle pareti,
che ci porta dal gelo dei sotterranei al caldo della torre, dalle
anguste prigioni alle grandi sale a volta. E così, percorrendo tetri
cunicoli, salendo e scendendo ripide scale in pietra, dando una sbirciatina all'esposizione dei rapaci imbalsamati e un'occhiata alla più interessante mostra di scrittura (dalla piuma al
personal computer), non ci accorgiamo del tempo che passa. Per
fortuna le boulangeries sono sempre aperte. Da buoni italiani, senza
pane siamo morti! Torniamo al camper, camminando lungo il fiume e
sbocconcellando le due baguettes appena acquistate. Dopo pranzo si
alza un forte vento, che spazza via le nubi e noi ci concediamo un
pomeriggio di relax.
|
Un meandro della Semois |
28/06/2015
– Domenica: h.
8: 12° C. - - h. 14: 24° C - h. 17: 33° C.
Finalmente
si pedala! Un breve giro in bici di 55 km e 530 metri di dislivello
in mountain bike, ma su asfalto e strade secondarie; meglio di
niente!
Da
Bouillon ci dirigiamo verso Rochehaout. La strada sale leggermente in un ambiente naturale splendido, fino ad un punto panoramico, dal
quale si può ammirare un magnifico meandro della Semois.
Poi scendiamo verso Sedan, sconfinando in terra francese e subito notiamo la differenza dell'asfalto. Tutto sommato, le strade della
Vallonia non sono migliori di quelle italiane, quanto a qualità e
sicurezza. Di piste ciclabili non se ne vedono proprio. Mi piacerebbe arrivare fino a Sedan
(mancano soltanto 12 km) e tornare a Bouillon via Orval e
Florenville, ma Marco sostiene che dovremmo percorrere tratti troppo pericolosi; perciò torniamo subito al camper. Effettuiamo le
operazioni di carico/scarico acque e, poi, ci rimettiamo in viaggio.
|
Sohier |
Lasciamo la valle
della Semois e ci spostiamo verso quella della Lesse. Il navigatore ci porta a percorrere strade strette e
deserte, che si insinuano all'interno di interminabili, secolari foreste, dove il
sole fatica a penetrare. Attraversiamo piccoli borghi, con case in
pietra e tetti neri d'ardesia, come Redu, “villaggio del libro”,
che possiede 24 librerie, una fabbrichetta per la produzione della
carta e una chiesa con un bellissimo altare ligneo; oppure
Daverdesse, un pugno di case nascoste nel verde, circondate da
giardini curati e quattro viette delimitate da basse siepi. Dopo una
quarantina di chilometri arriviamo a Sohier, uno dei tanti villaggi
fioriti di Vallonia. Ci fermiamo qui per la notte, parcheggiando il
camper vicino alla chiesa.
Non c'è in giro nessuno, a parte alcuni
contadini che tornano dai campi a bordo di piccoli trattori. Siamo
ancora nelle Ardenne, ma più a Nord, e qui le attività prevalenti
sono quelle dell'agricoltura, dell'allevamento e del legname. Il
paese è minuscolo, ma carino.
Su un pannello informativo, leggiamo:
“Les Pays de la Haute Lesse: Daverdisse, Libin, Tellin, Wellin.
La Haute Lesse: un paese tra tradizione e modernità dove è bello
vivere. Lungo il suo fiume (la Lesse), La Haute Lesse propone
paesaggi tranquilli ed armoniosi. I suoi villaggi, le sue campagne, i
suoi boschi hanno mantenuto il fascino delle vecchie Ardenne. Vicino
ai grandi siti turistici, come l'Euro Space Center, vi si trova il
Villaggio del Libro, il museo dell'agricoltura, quello della campana
a Tellin e della scarpa (sabot) a Porcheresse, oltre a tante altre
curiosità da scoprire in questo quadro discreto, semplice, vero”.
|
Roche-en-Ardenne |
29/06/2015
– lunedì: h 8: 19° C - h. 17: 36° C - h. 22: 24°C.
Caldo secco, parzialmente nuvoloso.
Ci
avviamo verso Hans sur Lesse, che raggiungiamo dopo 12 km. C'è un grande parcheggio in Rue de la Lesse (GPS:
N 50.12722, E
5.18638), dove contiamo ben 18 pullman già alle 10 del mattino.
Sciami di bimbi festanti si avviano verso la piazza del
paese, dove un tram li condurrà alle famose grotte. Noi non amiamo i
luoghi affollati, perciò, a malincuore, rinunciamo alla visita. Proseguiamo
per altri 5 km fino a Rochefort, ma non troviamo un parcheggio
per il camper. Ci accontentiamo di ammirare il castello dai finestrini del nostro mezzo e continuiamo verso
Marche-en-Famenne per altri 15 km. Belle strade alberate corrono tra distese di campi coltivati, boschi e prati. Il cielo adesso è limpido e una luce calda illumina il paesaggio.
|
Roche-en-Ardenne |
Lasciato il camper presso gli impianti sportivi dopo il cimitero, c'incamminiamo verso il centro storico, che dista circa 500 metri ed è chiuso
al traffico. Marche-en-Famenne è un bel paesotto, curato e pulito, con tanti negozi ed edifici antichi. All'ora di pranzo ne approfittiamo per mangiare qualcosa qui e, intorno alle
h. 14, ripartiamo per la nostra prossima meta: Roche-en-Ardenne (sur l'Ourthe). 24
km di saliscendi, un breve tratto di superstrada e, poi, procediamo
su strada tranquilla, immersi nel verde di pascoli, boschi e pinete.
Nei 4 km che precedono il paese conto 4 camping sulla riva del fiume. Siamo nel Parc
Naturel de Haut Ourthe, nella valle dell'Ourthe. Il colpo d'occhio
sul borgo, con i ruderi di un castello, è spettacolare. Un piccolo
gioiello circondato da foreste, i cui alberi dal fusto dritto e
altissimo svettano verso il cielo. Il parcheggio per i camper si trova di fronte alla piscina, in Rue de Harsè n. 18.
|
Roche-en-Ardenne |
Dopo aver raggiunto il centro storico con una bella passeggiata, costeggiamo il fiume, attraversiamo un ponte e saliamo sulla collina
per scattare qualche foto dall'alto. Questi paesini della Vallonia si girano con pochi passi, ma vale la pena vederli. Facciamo la spesa al Despar e, quindi ci avviamo verso Hutton, che
raggiungiamo dopo 17 km. Superato il ponte sull'Ourthe, troviamo un
parcheggio per i camper accanto ad un parco giochi per bambini (segnalato).
|
Durbuy |
30/06/2015 - martedì: ore 8: 20° C. - - h. 17: 37° C.
Anche Hutton non è un
grande paese, ma ha vasti spazi verdi ricreazionali. Ci accorgiamo solo stamattina che c'è un'area camper
dietro la chiesa, con camper service e corrente; pagamento con carta
di credito: € 10 per 24 ore, 4 posti. E' tutto molto tranquillo e silenzioso: anziani seduti sulle panchine lungo le sponde del fiume, mamme che spingono il passeggino, bambini che giocano nel parco ... Ci rimettiamo in marcia. Durbuy è la nostra meta odierna e dista soltanto 13 km. Lungo la strada, però, facciamo
una deviazione di 4 km verso Soy, classificato come uno dei
più bei villaggi della Vallonia. Ci arriviamo dopo una serie di
saliscendi su dolci colline ricoperte di boschi e pascoli.
Delusione: non c'è nulla! Ci guardiamo attorno con attenzione, ma
oltre alla fila di semplici case che si affacciano sulla via
principale, non notiamo niente di particolare. Bah … Comunque, mi piacciono molto queste stradine, che si perdono all'interno di lunghi tunnel naturali
formati dalle fronde degli alberi. I giochi di luce ed ombre, creati dai raggi del sole che filtrano attraverso il fogliame, rendono il tutto molto suggestivo e poetico. A
questo punto evitiamo anche Hoppale, presupponendo sia sulla falsa
riga di Soy, e puntiamo direttamente su Durbuy, la più piccola
città del mondo, secondo la guida. L'area sosta per i camper sarebbe
in Rue Fond de Vedeur (21 euro al
giorno), ma noi abbiamo intenzione di restare qui soltanto alcune
ore, perciò lasciamo il mezzo nel parcheggio per auto in Allée
Louis de Loncin, tra l'altro quasi vuoto (3,5 euro per due ore e
mezza), sperando di non essere multati.
|
Parco topiario di Durbuy |
Durbuy è un bel villaggio, dominato dal Castello dei conti d'Ursel, di proprietà
privata. E' piacevole passeggiare lungo il fiume, ascoltando il canto degli
uccelli, e respirare l'aria gradevolmente intrisa del dolce
profumo dei tigli. Solo per curiosità, entriamo al Parco toupiaires
(topiario) (€ 4,50 adulti, 4 euro bambini). Quella topiaria è l’antica arte di creare figure con la potatura di
cespugli, siepi e arbusti; nel caso del parco di Durbuy con la
potatura delle piante di bosso. Qui ci sono più di 250 figure, che
arrivano ad avere fino a 120 anni. C'è anche la
possibilità di acquistare tutto il necessario per praticare l’arte
topiaria o bere qualcosa di fresco al bar, con tanto di terrazza
dalla quale si gode di una vista panoramica del parco e del castello.
|
Parco topiario di Durbuy |
Ripartiamo in direzione di Theux (41 km). Come sempre, mentre viaggio, la mia attenzione ricade, non solo sul paesaggio
circostante, ma anche sulle strade per
verificare la loro compatibilità alla pratica del ciclismo e, per
quanto mi è dato vedere finora, in Vallonia, non lo sono: troppo
strette e senza spazio oltre la riga bianca laterale. In effetti di
ciclisti non se ne vedono. Un'occasione per farci
una risata ce la offrono i nomi dei paesi che attraversiamo: Sy, Ny,
Vy, My … sicuramente non aveva tempo da perdere chi glieli ha
assegnati. Proseguiamo su un altopiano, dove si susseguono
piccoli villaggi con case in pietra nera o rossa. Saliamo dolcemente ed altrettanto dolcemente scendiamo, tra prati verdi e mucche al pascolo. Ed eccoci a Theux. Non riusciamo a
trovare un parcheggio per il camper e siamo costretti a
passare oltre, continuando verso Liegi, che dista da qui 39 km.
|
Parco topiario di Durbuy |
Ritorniamo a salire su strade drittissime e dalle pendenze
notevoli. Poi finiamo in autostrada (in Belgio sono gratuite).
Discesa mozzafiato, risalita su viadotto e, poi, di nuovo
giù, in picchiata, perdendo tanto dislivello. L'impatto con la
città è terrificante e qui mi viene in mente che il Belgio è lo
stato più urbanizzato d'Europa: la sua popolazione si concentra,
infatti, nelle città. E l'urbanizzazione
colpisce subito: lungo la Mosa, un
palazzotto dietro l'altro e colonne infinite di automezzi sulle
rive del fiume, nel doppio senso di marcia. Un traffico infernale,
pazzesco ed in ogni dove, sopra e sotto i ponti. Incroci e semafori non fanno altro che creare ingorghi e rallentamenti. Chi lavora o vive qui è costretto a passare la
maggior parte della giornata in auto. Mi chiedo cosa diavolo ci è
venuto in mente di venire a Liegi! Abbiamo attraversato tante grandi
città in vita nostra, ma non ci siamo mai imbattuti in un caos del
genere. E, poi, di solito,
all'ingresso delle città europee, ci sono le indicazioni di
campeggi, alberghi, parcheggi, ecc. Qui non c'è alcun cartello e non
sappiamo dove andare. Nemmeno la guida ci aiuta. Avventurarci verso
il centro sarebbe una pazzia. Non sembra una città vivibile, aperta
al turismo. Riusciamo con fatica
ad allontanarci dalla Mosa ed a ritornare in autostrada. Via da questo
incubo!
|
Huy - vista della Mosa dalla cittadella |
E' molto più saggio andare direttamente a Huy! Lungo la
strada passiamo dal villaggio di Banneux, dove una moltitudine di
pellegrini è in visita ad uno dei santuari più importanti d'Europa. Lo ignoravamo. Costeggiando la Mosa, giungiamo, dopo 53 km, al parcheggio in Avenue du Bosquet n. 18, sulla riva sinistra
orografica del fiume. Terminiamo la giornata, passeggiando lungo le
vie del centro storico di Huy, dove tutto parla del Tour de France,
dato che lunedì è previsto l'arrivo della terza tappa. Nelle
vetrine dei negozi il colore predominante è il giallo: magliette gialle, bici
gialle, striscioni gialli ... Manifesti e fotografie dei
campioni del ciclismo del passato sono esposte un po' ovunque. Si vede proprio che è una manifestazione sportiva molto sentita dai Francesi!
|
La cittadella di Huy |
01/07/2015
– mercoledì: h 10: 27° C - - h. 12: 36° C - - h. 20: 46° C
– soleggiato.
Passiamo
la mattinata visitando la fortezza che domina la città dall'alto
di una rupe (4 euro adulti) e che, nel passato, è stata spesso utilizzata per ospitare i prigionieri politici. Nelle sale interne, imbiancate a calce, è stato allestito un piccolo museo, con fotografie, abiti e cimeli vari. Nel pomeriggio lasciamo Huy e ci dirigiamo verso Jehay per visitare
il suo castello. L'abbiamo deciso all'ultimo minuto, ma sarebbe stato
più sensato andarci ieri per evitare di tornare indietro di 12 km.
Pazienza! La strada è a 4 corsie e ci arriviamo velocemente.
L'apparizione
del bel maniero è da effetto WOW. Il castello, purtroppo, è in fase di ristrutturazione e lo sarà ancora per i
prossimi 5 anni. Si possono visitare soltanto i giardini (euro 2,50).
|
Castello di Jehay |
Ci accoglie una giovane donna di origini friulane, con la
quale scambiamo con piacere quattro chiacchiere. Tra l'altro, ci
informa che un cielo azzurro come quello odierno è una rarità da
queste parti ed un tal caldo veramente insolito. Ne approfittiamo per
passeggiare un po' all'ombra degli alti alberi del grande parco. Non
c'è nessun altro, oltre a noi, e ci godiamo la pace del posto. Più tardi partiamo per Namur, che raggiungiamo dopo
46 km. Il parcheggio è in Rue de Souchets, dove troviamo la solita
attrezzatura per il carico e lo scarico delle acque bianche e nere,
che si attiva pagando euro 7,50 con carta di credito. Man mano che il
tempo passa, la temperatura s'innalza sempre più. Dopo cena, guardo
esterefatta il termometro che continua a salire: alle 20 tocca i
46° C e alle 23 i gradi scendono soltanto a 38. Il caldo è
opprimente e l'aria irrespirabile. Trascorriamo una notte insonne. E noi
che pensavamo, venendo in Belgio, di sfuggire alla canicola padana!
|
Namur - panorama dalla cittadella |
02/07/2015
– giovedì = h. 7: 27° C
- - h. 14: 38° C - - h. 19: 33° C. Il centro di Namur è a 1,3 km.
Ci si può arrivare percorrendo, a piedi o in bici, le sponde della
Sambre, che, proprio qui, confluisce nella Mosa, oppure seguendo le
indicazioni per il centro. Le vie sono strette e lastricate, per lo
più chiuse al traffico, con tanti negozi, chiese e piazze. Fa già
molto caldo. Mangiamo un gelato e, poi, c'inerpichiamo lungo la strada che porta alla cittadella, approfittando dei belvedere all'ombra per fare una pausa ed ammirare il panorama che si offre ai nostri occhi. L'esposizione fotografica allestita all'interno è
gratuita e anche interessante, ma quel che conta è che c'è l'aria
condizionata. Ci sembra di rinascere! Ci attardiamo il più
possibile.
|
Dinant |
Poi ci ributtiamo sotto il sole cocente e scendiamo di nuovo verso
la Sambre. Passeggiamo lungo il suo argine, mentre lunghe chiatte solcano le placide acque del fiume. Al loro passaggio, il silenzio viene rotto da una musica assordante, che sfuma man mano si allontanano.
Il caldo è sempre più insopportabile, di quelli che
ti fanno chiudere gli occhi e strisciare i piedi per terra. Decidiamo
di spostarci subito a Dinant. Se non altro, l'aria che entrerà dai finestrini
del camper ci darà un po' di sollievo. 35 km dopo, parcheggiamo
all'ombra di frondosi alberi lungo la riva destra della Mosa, vicino alla stazione ferroviaria, non essendoci aree riservate ai
camper. Qui, fortunatamente, è abbastanza ventilato e trascorriamo le ore
pomeridiane in assoluto relax.
|
Dinant |
Più tardi ci avviamo verso il centro
e, per prima cosa, ci accertiamo, presso l'Ufficio Informazioni,
della possibilità di lasciare il nostro mezzo dove l'abbiamo
posteggiato, visto che un avviso, notato qualche secondo prima, ci
aveva messo nel dubbio. Non ci sono problemi, dice l'impiegata; lì
non c'è alcun divieto, ma ci consiglia, per l'eventuale sosta
notturna, di trasferirci al parcheggio della cittadella, che
sovrasta il paese dall'alto di uno sperone roccioso. E così facciamo, dopo aver
fatto due passi lungo le vie commerciali, visitato la bella
Collegiata di Notre Dame, con il suo caratteristico campanile a
bulbo, la casa di Adolphe Sax (non si visita la sua abitazione, ma solo un
luogo che consente di entrare nell'universo di questo grande
artista), ammirato dall'esterno il grazioso municipio e attraversato un ponte, sul quale è collocata
una serie colorata di enormi sassofoni dedicati ad alcuni Paesi
dell'Unione Europea.
|
Rocher Bayard nei pressi di Dinant |
03/07/2015
– venerdì: = h. 8: 21° C - - h. 15: 38° C - - H. 22: 32°C.
Giornata soleggiata e calda, senza un filo d'aria.
Lasciamo alle nostre spalle Dinant, passando in una stretta apertura (ottenuta tagliando la montagna per consentire la realizzazione della strada N96) e, quindi, a filo della Rocher Bayard, una guglia rocciosa alta 40 metri, che s'innalza dalla sponda della Mosa. Allontanandoci da Dinant, il fiume scorre grande e lento in mezzo
a verdi foreste. Splendide dimore, circondate da giardini curati e fioriti, si affacciano sulle sue acque lisce e scure. Adesso la ciclabile è ben visibile sulla sua riva, segnalata con grandi cartelli verdi, sui quali sono indicati i nomi delle località e le distanze. Facciamo una sosta a Hautière-par-delà per
visitare la chiesa romanico-mosana dell'IX secolo. Quindi, ripartiamo per Couvin (32 km), imboccando la
N99. Abbandoniamo la Mosa e procediamo verso sud-ovest su dolci
saliscendi, tra pascoli, piccoli villaggi dalle case in pietra
calcarea, fattorie e boschi. A Couvin
ci sono diversi parcheggi gratuiti, ma il paese non offre nulla di
particolare. Mi era parso di capire ci fosse un castello, ma non è
così. Inoltre, all'ufficio turistico, l'impiegata ci spiega che le
Grotte di Nettuno non si trovano qui, ma a Petigny (a 3 km di
distanza), però sono chiuse. Nel fiume, infatti, c'è poca acqua e
non si può effettuare il giro in barca come indicato nella guida. E'
prevista soltanto la visita a piedi di un breve tratto di grotta.
|
Castello di Chimay |
Ci
propone in alternativa il bunker a Bruly de Peche, dove Hitler stabilì, per tre settimane, il suo quartier generale durante la Campagna di Francia nel 1940, ma non ci
interessa più di tanto. Così procediamo per Chimay. 13 km, sempre sui saliscendi della N99, strada spesso a 4 corsie,
non molto trafficata, ma priva di panorami interessanti. Parcheggiamo
in Rue des Ormeaux, di fronte al Casino, essendo, di venerdì, il
parcheggio per i camper occupato dal mercato.
Il castello è ancora abitato dai principi, per cui si accede soltanto ad una piccola parte del piano terra ed al teatro, dove si può assistere ad un filmato sulla storia del maniero (costo 9 euro a testa, dai 12 anni in su). I visitatori sono "guidati" da un Ipad che viene consegnato all'ingresso e pare che la principessa in persona dia loro il benvenuto. Sono le 13 e l'inizio delle visite è previsto per le 14,30. Il caldo, la mancanza di ombra e il pensiero che anche
il camper è posteggiato nel piazzale in pieno sole, ci fanno
desistere. Ci limitiamo a fare qualche foto ricordo. Anche la
Collegiata è chiusa. Recuperiamo il camper e ci avviamo verso
l'abbazia di Scourmont, presso la quale si produce, ma non si
vende, la famosa birra di Chimay. Si tratta di fare una deviazione di
16 km tra andata e ritorno.
|
Binche |
Marco mi chiede se ci tengo tanto; dal
che intuisco la sua scarsa voglia di andarci. Forse è a causa di
questo caldo infernale che l'interesse per le visite diminuisce.
Proseguiamo, pertanto, verso Virelles e Beaumont, su dolci saliscendi. Attraversiamo campi di
frumento e mais, boschi, stagni e prati dove candide mucche pascolano
indisturbate.
Lasciamo la Vallonia ed entriamo nella provincia
dell'Hinault, fermandoci a Binche, dopo una quarantina di chilometri.
La guida indica
un'area camper in Rue des Pastures, con camper service e 50 posti. Le
coordinate GPS, però, sono sbagliate e, a quell'indirizzo, c'è solo
un grande parcheggio per auto. Notiamo in un angolo il marchingegno
per l'erogazione di acqua e corrente, ma è rotto; il pozzetto per lo
scarico inutilizzabile. La sensazione è di abbandono.
Giriamo il
paese in lungo e in largo, ma non ci sono alternative. Ormai è sera
e decidiamo di rimanere qui ugualmente. Almeno possiamo usufruire di
un po' d'ombra e siamo a due passi dal centro. Inoltre, c'è sempre
qualcuno che va e che viene, anche un'auto della polizia. Speriamo
bene!
|
Binche, presso il Museo Internazionale del Carnevale |
04/07/2015
– sabato – h 8 = 28°C - - h. 14: 35° C - - h 21: 30° C -
- h. 23: 25° C.
La giornata già si preannuncia calda, ma la
ignoriamo. Un pensiero va a chi sta lavorando in posti privi di aria
condizionata oppure sotto il sole cocente o, peggio ancora,
sull'asfalto rovente. Noi siamo in vacanza, perciò, gambe in spalla,
andiamo a dare un'occhiata a questa Binche, cittadina medievale,
circondata da mura dell'XI secolo. E' sabato e giorno di mercato. Una
doppia fila di bancarelle occupa le vie del centro storico,
ovviamente chiuse al traffico. Compriamo ciliegie, albicocche, pesche
e lamponi. Saranno il nostro pranzo, l'unico cibo che riusciamo ad
inghiottire con questo caldo. A Binche tutto parla del suo
carnevale, famoso e fastoso, inserito dall'Unesco tra i capolavori
del patrimonio orale e immateriale dell'umanità. La sua celebrazione
culmina il giorno di martedì grasso, quando i partecipanti, dopo
aver indossato i costumi tradizionali e gli alti copricapo con le
piume di struzzo, si radunano nella piazza principale dove si scatena
una divertente battaglia a colpi di arance. Sulla Grand-Place, tra
gli altri edifici antichi, si trova l'Hotel de Ville con la sua
torre civica (beffroi), che è stata inserita dall'UNESCO nel Patrimonio
dell'Umanità. C'incamminiamo verso il Museé International du Carnaval et du
Masque (chiuso) ed alla vicina collegiata St-Ursmer del XII secolo, che visitiamo. Tra una
cosa e l'altra, la mattinata vola. Ritorniamo al camper, che,
riparato dalle fronde di un grande albero, ha conservato all'interno
una temperatura gradevole. Consumiamo il nostro pasto a base di
frutta fresca e, poi, partiamo in direzione di Beloeil (km 54). Nei
giorni scorsi, per raggiungere le nostre mete, a volte, ci affidavamo ciecamente a Simona, che, con
voce molto professionale e sicura, ci immetteva in stradine alquanto
dubbie. Accettavamo qualsiasi percorso con curiosità e lei, spesso, ci
conduceva in luoghi ameni, cui probabilmente non saremmo mai arrivati
senza le sue direttive. Altre volte, Marco, si opponeva e la mandava
a quel paese, dicendole, in modo tutt'altro che garbato, che a tutto
c'era un limite. Ora, dirigendoci verso nord e la regione delle Fiandre, non ci saranno più sorprese. Infatti, le dolci colline e gli
altopiani stanno lasciando il posto ad una terra piatta, piatta, attraversata da grandi arterie che collegano i centri principali. Respiriamo, per l'ultima volta, attraverso i finestrini
abbassati, l'aria resa piacevolmente profumata dagli alberi fioriti a
bordo strada; un profumo che ha caratterizzato il nostro soggiorno in Vallonia e che rimarrà tra i ricordi più vividi. Velocemente copriamo i 13 km che ci separano dalla E42 (direzione Lille/Tournai), della quale percorriamo soltanto un tratto di 33 km. Usciamo sulla N505 e, dopo 8 km, siamo a Beloeil.
|
Castello di Beloeil |
Il parcheggio per i camper è situato subito dopo il castello, sulla destra, in Rue du chateau. Il
castello, circondato da giardini alla francese, è definito la
Versailles belga. Ospita una fantastica collezione d'arte, tra cui
quella del corallo di Trapani dei maestri corallari dei secoli
XVI-XVII, acquistata durante un soggiorno in Sicilia da uno dei
Principi della casata proprietaria di questo maniero, oltre ad una
biblioteca con 20.000 volumi. Queste sono le informazioni che ho
letto da qualche parte. Però, dando un'occhiata sommaria
dal cancello d'ingresso, a parte l'erba del prato ben tagliata, si ha un senso di decadenza, il che avvalora alcune
delle recensioni negative lette al riguardo. Come sempre, gli alti
costi dei biglietti (€ 9 adulti, € 4 bambini) ci impongono una
valutazione e una scelta. Il nostro badget, purtroppo, non ci
permette di visitare tutto quello che le guide consigliano. Pagando un po' meno, avremmo probabilmente appagato la nostra curiosità. Così,
invece, preferiamo rinunciare.
|
La Grand-Place di Tournai con il beffroi sullo sfondo |
Riprendiamo il camper e, attraversando campi di mais e frumento dorato, alternati a piccoli
boschi, dopo 35 km arriviamo a Tournai, la più antica città della
Vallonia, gioiello medievale. Il parcheggio per i camper è in Avenue
o Boulevard des Frères Rimbaut (solo carico/scarico acque), vicino
alla Maison de la Culture (50 posti per camper), gratuito. Andiamo
subito in centro e, prima che sia troppo tardi, visto l'orario,
saliamo sul Beffroi, (la più antica torre civica del Belgio e
anch'essa, come quasi tutte quelle belghe, patrimonio mondiale
dell'Unesco), sperando in cuor mio di non incrociare altri
visitatori. Una scala a chiocciola così angusta non l'avevo mai
vista. Dopo 257 gradini, usciamo sulla stretta terrazza panoramica
che gira intorno alla torre per ammirare lo spettacolo della città e
della sottostante Grand-Place dall'alto dei suoi 72 metri. Il sangue
mi si gela nelle vene quando Marco, che si trova qualche passo
davanti a me, lancia un grido disumano: “Nooo, non dovevi chiudere
la porta!!! Adesso come facciamo a rientrare??? Panico! Non soffro di
vertigini, ma l'idea di restare qui a lungo non mi garba per niente.
E poi è quasi l'ora di chiusura … potremmo essere dimenticati
quassù. Pochi secondi per realizzare che è solo una burla, ma
sufficienti per farmi venire un mezzo infarto.
|
La Grand-Place di Tournai vista dalla terrazza del beffroi |
Tappa successiva è la
cattedrale di Notre Dame, con le sue cinque torri quadrate, una delle
più belle ed immense che io abbia mai visto. Nonostante le opere di
ristrutturazione in corso, che non permettono di ammirarla nella sua
completezza, si intuisce la sua maestosità e il suo splendore. E'
sopravvissuta alle due guerre mondiali, ma un tornado l'ha colpita nel 1999, causandole ingenti danni strutturali. Chissà quanti
anni ci vorranno prima di poterla vedere senza impalcature!
C'inoltriamo,
poi, nella Grand-Place, grande piazza triangolare, purtroppo aperta
al traffico, dove i bambini si divertono con i giochi d'acqua di una
grande fontana a pavimento o su una giostra lì accanto. E' racchiusa
da bei palazzi con timpano a gradino, dalla chiesa di S. Quintin e
dal Municipio.
|
Pont des Trous |
Passeggiamo lungo le antiche vie acciottolate, queste,
sì, chiuse ai mezzi motorizzati, che si diramano alle spalle della
cattedrale. Proseguiamo, quindi, lungo le sponde della Schelda
(Escaut), il fiume che attraversa la città, fino al Pont des Trous,
imponente ponte duecentesco. Non vi si può salire per oltrepassare
il fiume e, più ci avviciniamo, più diminuisce la bella impressione
che avevamo avuto da lontano. Continuiamo fino a Port des sept fontanes,
attraversiamo il Quartier Saint-Jacques e, infine, torniamo al camper.
|
Le Broeltorens di Kortrijk (Courtrai) |
05/07/2015
- domenica: h. 9: 24° C - h. 19: 23° C – nuvoloso
Partenza
per Kortrijk (Courtrai). Imbocchiamo la A17 per Bruges/Mouscron e poi
la E17 per Rijsel (Lille) / Gent. Dopo 37 km siamo a destinazione,
nelle Fiandre Occidentali.
Parcheggio:
Broeltorens – Dam (Kaai) - GPS: N50.83120, E3.26818, munito di
barra di chiusura. Euro 10 per 24 ore (carico/scarico + corrente) a
400 metri dal centro. Si trova vicino al ponte con due grandi torri (Broel
Towers), simbolo della città, sul fiume Leie. Ci avviamo con calma
verso il centro storico, passando accanto al Belfort (il beffroi dei
valloni) trecentesco, che troneggia al centro della Grote Markt, la
piazza principale. Poi, percorriamo la via che porta alla
Onze-Liewe Vrouwekerk o chiesa di Nostra Signora, eretta vicino
al Begijnohof (un insieme di piccole case destinate all'accoglienza),
ora in fase di restauro. All'interno ammiriamo il celebre quadro di
Van Dyck, raffigurante “L'Elevazione della croce”. Fuori il cielo
è grigio e ogni tanto ci butta una secchiata d'acqua. Ci ripariamo
all'interno dei negozi. Ce ne sono un'infinità, oltre ad un grande
centro commerciale, dove un maxi-schermo sta trasmettendo una tappa
del Tour de France. Qui, nelle Fiandre, ahimè, dobbiamo fare i conti con il
terribile fiammingo, la lingua ufficiale di questa regione.
|
Il belfort di Kortrijk |
Cartelli
ed informazioni sono completamente incomprensibili per noi. Per
fortuna, rivolgendoci agli abitanti in francese, ci rispondono
gentilmente. Da queste parti, come in Vallonia, la birra costa poco e
si beve a fiumi fin dal mattino. La vita, invece, è un po' più cara
rispetto all'Italia, ad eccezione dei carburanti, che costano meno
(1,08 euro il prezzo più basso del diesel, 1,40 quello della
benzina). Le vie del centro sono chiuse al traffico ed è piacevole
passeggiare al ritmo della musica rock suonata da un gruppo che si
sta esibendo nella Grote Markt, verso la quale ripassiamo per
ritornare alle due torri (Broeltorens). Costeggiando il canale Leie,
con le barche ormeggiate sulla sua riva destra (alcune adibite ad
abitazione), arriviamo ad un'area verde ricreazionale. Un ponte
moderno, dalla forma sinuosa e riservato alle bici, consente di
passare da una sponda all'altra della Leie; ha il fondo luccicante e
ci vien da pensare che forse il materiale è simile a quello usato in
Olanda per realizzare la ciclabile di Van Gogh, con pietre che
“raccolgono” la luce solare di giorno per rilasciarla di notte e
illuminare la strada. Siccome sono troppo curiosa, torno sul posto
quando è buio, ma di effetti luminosi non se ne vedono proprio.
Pazienza!
|
Menin Gate Memorial a Ieper (o Ypres) |
06/07/2015
– lunedì: h. 7: 17° C – h.16: 24° C – h. 19: 31° C. -
h. 22: 19° C
Giornata
soleggiata, aria fresca. Si sta decisamente bene,
qui, nelle Fiandre. Questo è il clima che mi immaginavo ci fosse in
Belgio. La nostra meta odierna è Ieper (o Ypres), verso la quale ci
dirigiamo, imboccando la R8 per Kourne, Menem e, poi, la N8 per
Vervik-Geluveld-Zillebeke. Lungo la strada, campi coltivati, pascoli,
mucche, paesini curati, case di mattoncini color vermiglio e piste
ciclabili evidenziate in rosso ai due lati della strada, nonchè un
parco divertimenti a Bellewaerde. Il
parcheggio a Ieper si raggiunge percorrendo la via a sinistra del
Menin Gate Memorial, luogo davvero commovente, in cui ogni giorno vengono in
pellegrinaggio i discendenti dei caduti nella Grande Guerra (54.806)
e che costituisce la porta d'ingresso alla città. Ogni sera, alle
20,00, vi si svolge la cerimonia dell'ammainabandiera. E' incredibile come sia ancora così viva, oggi, la memoria di
questi eroi attraverso le preghiere e le poesie, recitate o scritte e
incollate dai parenti accanto al nome dei soldati che persero la vita
in battaglia.
|
La Grote Markt di Ieper (o Ypres) |
Ieper, nel XIIII secolo, era, insieme a Bruges e Gand,
la più potente città fiamminga.
Quasi completamente rasa al suolo tra il 1914 e il1918, è stata
ricostruita alla fine della guerra in modo da riportarla agli
splendori pre-conflitto.
L'immensa Grote Markt è aperta al traffico
e, purtroppo, la moltitudine di auto e moto, che vi sono posteggiate,
rovinano un po' l'insieme. Sulla piazza spicca il mercato del tessuto
(Lakenhalle), uno dei capolavori dell'architettura gotica brabantina
e uno dei più grandi edifici civili del Medioevo. Era il mercato
coperto e magazzino di stoccaggio dei tessuti prodotti dall'industria
cittadina. Oggi rappresenta il simbolo della città e testimonia la
potenza economica raggiunta da Ieper nel passato. Ospita al suo
interno un museo dedicato ai ricordi della prima guerra mondiale.
Il
biglietto d'ingresso (€ 9 adulti, € 4-5 i ragazzi, a seconda
delle fasce d'età) comprende Expo e salita al Belfort, alto 70
metri.
|
Nieuwpoort |
Anticamente, ogni tre anni, da questa torre campanaria, vi si
svolgeva il "Getto dei gatti", una cerimonia di scaramanzia, essendo i
gatti, nel Medioevo, associati alla stregoneria. Tradizione che
continua tutt'oggi, ma con il lancio di peluche al posto di gatti
vivi. Altri monumenti importanti di Ieper sono il Municipio, in stile
rinascimentale, e la Cattedrale di San Martino, alle spalle del Lakenhalle, anch'essa in stile gotico brabantino.
Il
nostro viaggio prosegue verso Veurne per 34 km sulla N 37b, bella
strada a 4 corsie, fiancheggiata da una pista ciclabile aperta anche
agli scooter. I soliti campi coltivati a mais, frumento e patate, le mucche al pascolo, i piccoli boschi. Dopo aver constatato che il parcheggio in Kaaiplaats è troppo corto per il nostro camper, come pure quello in Lindendreef (invadiamo con il portabici il passaggio pedonale), decidiamo di continuare per altri 11
km fino all'area camper di Nieuwpoort in De Zwerver, Brugse-steenweg n. 29
(0,50 €/h con camper service-corrente e 0,50 € per 50 litri
d'acqua).
|
Nieuwpoort |
Nieuwpoort, situata lungo la foce del fiume Yser, è una
località turistica molto frequentata. Il suo piccolo centro storico,
che raggiungiamo dopo una camminata di circa venti minuti, dista un
paio di chilometri dal porto - che può accogliere più di 2000
imbarcazioni - e circa 5 km dalle spiagge sabbiose del Mare del Nord
di Nieuwpoort-Bad. La cittadina è'
piacevole per una sosta e ideale per chi ama pedalare in pianura, essendo
collegata ai paesi limitrofi grazie a tutta una serie di percorsi
ciclabili. Infiniti cespugli di roselline rosa e rosse, sul ciglio
della strada principale, diffondono nell'aria fresca la loro delicata essenza.
|
Bruges (Brugge) Belfort e l'antico mercato coperto |
07/07/2015
– martedì: h. 9: 18°C nuvoloso - h. 12: 23° C - h. 19: 23°
C - soleggiato.
La strada N34 corre parallela alla costa
del Mare del Nord ed è fiancheggiata da una pista ciclabile. Tra le due
corsie passano le rotaie del Kusttram, il tram che fa la spola dal
confine con la Francia a quello con i Paesi Bassi, toccando 14
località balneari lungo tutto il tratto costiero che va da Panne a
Knokke. Il tram passa ogni 15 minuti dalle 5 alle 23 ed il percorso di
67 km viene coperto in circa due ore, con 70 fermate. Il biglietto
costa € 5 ed è valido per l'intero giorno. Pertanto, si possono fare
soste intermedie ed usufruire di autobus o treni per i vari
collegamenti ai centri urbani.
La strada però è una delusione, fiancheggiata com'è da obbrobriosi palazzoni che celano, quasi
ininterrottamente, la vista del mare e delle spiagge. Ostenda, poi, è
orribile, almeno da quel che si può vedere dal camper, con tutti
quei brutti casermoni, che incombono sul litorale, da una parte, e sul
centro, dall'altra. Poi, finalmente, intravediamo qualche scorcio di mare e grandi spiagge di sabbia fine, intervallate da lingue di scogli
artificiali che si allungano nell'acqua. A destra, sulle dune
ricoperte di erba essiccata, una sfilata di cannoni puntati verso il
mare. A sinistra, gente che pedala sul lungomare, bambini e ragazzi
che giocano sulla spiaggia, aquiloni che volano nel cielo.
|
Bruges - Case delle Corporazioni |
Via, via
che procediamo verso est, ritornano le anonime cittadine con gli
inguardabili condomini. Un pallido sole si apre la
via nel cielo grigio. C'è chi cammina a dorso nudo e chi con il
golfino. Di certo non si può fare a meno di notare il rispetto degli
automobilisti verso ciclisti e pedoni, i cui comportamenti da noi, in Italia, sarebbero accolti a colpi di clacson e insulti. Qui, invece,
riscontro una grande pazienza e tranquillità da parte di tutti. La costa
è tutta uguale: palazzoni su palazzoni. Anche spingendoci verso il
centro delle città la situazione non migliora molto. Avvicinandoci a
Zebbrugge e a Brugge, la zona diventa fastidiosamente caotica.
Passiamo dalla R31 alla E403. Strade a quattro corsie, fiancheggiate
da piste ciclabili, belle e in ottimo stato, ma il paesaggio è
noioso ed il traffico insopportabile.
|
Groenerei, il luogo più fotografato di Bruges |
Volendo,
le Fiandre si potrebbero visitare facilmente in bici, ma,
sinceramente, non sono tanto entusiasta di fare questa esperienza.
Dopo 72 km arriviamo all'area camper di Bruges (o Brugge) in Bargeweg
(custodita) GPS N. 51.19633, E3.22544 - di fianco al parcheggio dei
pullman: € 15 da ottobre a marzo, € 19 in bassa stagione, € 25
euro in alta stagione, 59 posti, corrente, scarico acque grigie e
nere, carico acqua 50 cent. Centro raggiungibile a piedi con una
bella passeggiata nel parco di 1,5 km circa.
Scopriamo,
poi, che c'è un altro parcheggio al di là della strada, che non
avevamo notato. Stessi prezzi, soltanto che il pozzetto è più facilmente accessibile. In ogni caso, nel piazzale dei pullman, davanti
alla Cassa dove si va a pagare il ticket per uscire dall'area camper,
c'è un rubinetto per il carico dell'acqua ed un altro comodo pozzetto per
lo scarico di quelle grigie e nere.
|
Bruges |
Ci
avviamo verso il centro, attraversando il Minnewater Park e l'omonimo
laghetto, chiamato anche “lago dell'amore”, immersi in una
rigogliosa natura. Iniziamo già a respirare quell'atmosfera
romantica che finirà per permeare ogni istante della nostra visita a
Bruges. Seguendo il flusso dei turisti, arriviamo proprio di fronte
alla cattedrale gotica del Santissimo Salvatore, che visitiamo, per
poi entrare, subito dopo, nella vicina chiesa di Nostra Signora.
Facciamo appena in tempo ad ammirare la “Madonna col bambino”,
famosa e magnifica scultura in marmo di Michelangelo (ingresso adulti
3 €), in quanto alle 17 chiude.
Continuiamo,
quindi, fino al Markt, la piazza del mercato, dominata dall'alta mole
del Belfort, che svetta dalle Hallen, l'antico mercato coperto.
|
Bruges |
Sul
Markt si affacciano le colorate case dei mercanti e delle
corporazioni, con le belle facciate dai frontoni triangolari, oltre
all'ottocentesco palazzo della Provincia in stile neogotico.
La visione delle piazze fiamminghe mi lascia sempre a bocca aperta. Sono
veramente splendide! Bruges, in particolare, è una cittadina molto
caratteristica, che ha ben conservato il suo aspetto medievale, con
un centro storico comodamente visitabile a piedi. Ovunque si volga lo
sguardo, c'è qualcosa di bello da vedere, angoli suggestivi da
fotografare. Passeggiare lungo le sue viuzze lastricate a ciottoli e
fiancheggiate da pittoreschi canali, ha un fascino indescrivibile ...
riempie l'animo di serenità.
|
Bruges |
Purtroppo, parte del centro storico è
aperto al traffico e bisogna stare attenti, non solo alle auto, ma
anche alle motorette, alle bici e alle carrozze trainate da cavalli.
Una breve strada unisce il Markt al Burg, altra piazza importante,
dove troviamo, oltre al Palazzo di Giustizia e ad altri edifici
storici, lo Stadhuis - il municipio in stile gotico più antico di
tutto il Belgio – e la Basilica del Sacro Sangue, composta da due
chiese sovrapposte, una romanica sotto e la Basilica cinquecentesca
sopra. Con calma, proseguiamo fino al Groenerei, il punto più
fotografato di Bruges. Numerose barche a motore solcano le acque
ferme e scure dei canali, mentre, al piccolo molo, una lunga coda di
turisti è in attesa di imbarcarsi.
|
Bruges |
Camminiamo ancora per ore, senza
una meta precisa, addentrandoci nel dedalo di vicoli che trasudano
storia e riportano ad epoche lontane.
Bruges è da prendere così,
senza fretta, immergendosi, poco a poco, nella sua particolare
atmosfera.
Le vie che conducono al Markt, invece, portano pure alla
perdizione, con le cioccolaterie che si susseguono, una dietro
l'altra, senza fine, perfette ed invitanti. Marco mi segue
paziente, come faccio io quando lui va a curiosare nelle birrerie. Ce
ne è una che ha, addirittura, 500 marchi diversi di
birra belga.
Tra una cosa e l'altra, il tempo vola e si è fatta l'ora
di cena. Mi sarebbe piaciuto rimanere in centro fino a tardi,
aspettare il crepuscolo per godermi questa romantica città con la
luce calda e soffusa dei lampioni. Ma Marco è stanco e la notte, in
questa stagione e a queste latitudini, arriva intorno alle 23.
Perciò, torniamo al camper, mentre si è alzato un forte vento che,
velocemente, spazza via le nuvole.
08/07/2015
– mercoledì: h. 8: 16° C – h. 15: 20° C – h. 22: 16° C. Nuvoloso, con pioggia ad intermittenza.
Stamattina iniziamo la
visita dal Begijnhof, un complesso di 13 case, raggruppate
attorno ad un bel giardino, costruite nel 1245 per le beghine (una
confraternita di donne che vivevano come suore, senza aver preso i
voti) e oggi abitate da monache benedettine. La cinta muraria, che
racchiude questa sorta di cittadella, le garantisce un certo
isolamento dal resto della città e vi regnano pace e silenzio
assoluti. Costeggiando un canale abitato da colonie di cigni, andiamo
direttamente alla Grote Markt. Dopo aver fatto la fila alla
biglietteria (€ 8 adulti – € 5 ragazzi 12-26 anni, chiuso il
lunedì), saliamo i 366 gradini del Belfort, per ammirare il panorama
dall'alto dei suoi 83 metri, mentre le campane suonano a festa,
grazie ad un campanaro pazzerello.
|
Bruges (la Grote Mark dalla torre del Belfort) |
Saltiamo l'Historium museo (12,50
€ adulti), il museo del cioccolato (8 € adulti) e quello delle
patatine fritte (8 € adulti). Andiamo, invece, alla ricerca del
vecchio quartiere anseatico, luogo in cui, tra il XIV ed il XV secolo, si intrattenevano i più strani commerci, dopodiché torniamo sulla
grande via commerciale per acquistare qualche cioccolato. Ci
concediamo un giro in barca di mezz'ora sul canale principale (8 €
ciascuno) ed infine torniamo al camper, sfuggendo appena in tempo ad un violento acquazzone.
09/07/2015
– giovedì - h. 8: 15° C - - h. 12: 16° C - - h. 14: 22° C
- - h. 19: 20° C.
|
Questo dev'essere il cane più famoso del Belgio.
Non c'è turista che non l'abbia fotografato.
E' lì da anni, affacciato a quella finestra,
più o meno nella stessa posizione,
a tutte le ore del giorno. |
Approfittando
della bella giornata di sole, di buon'ora ritorniamo in centro per
scattare un sacco di foto con una luce migliore di quella dei due
giorni precedenti e, soprattutto, senza l'invasione dei turisti. Che
dire … Bruges è semplicemente meravigliosa! Non vorresti lasciarla
mai, ma il nostro viaggio deve continuare. Perciò, tornati al
camper, eseguite le operazioni di carico e scarico delle acque,
paghiamo e partiamo per Gand (o Gent), immettendoci sulla N9 per
Maldegen (17 km), Eeklo (10 km) ed infine Gand (20 km).
E' sorprendente constatare come uomini e donne, giovani e anziani del posto, usino, per i propri spostamenti, principalmente le biciclette, tra l'altro tutte munite di portapacchi e borse posteriori,
percorrendo in totale sicurezza le belle piste ciclabili che
fiancheggiano le strade, queste ultime in ottimo stato. E' proprio un'altra cultura e non posso non provare un pizzico d'invidia.
Campi di mais, prati con mucche e pecore al pascolo, minuscoli
boschetti, si alternano a lunghi e dritti viali alberati che
introducono a piccoli paesi dalle case semplici, in mattoncini rossi,
bianchi, ocra o bruni, con tetti molto spioventi, segno che da queste
parti piove abbastanza. A Gand
parcheggiamo il camper presso Autocars in Yachtdref, nei pressi di un
laghetto ed a circa 3 km dal centro.
|
Gent (Gand) |
|
La Korenlei "Riva del Grano" a Gand |
Quest'ultimo si raggiunge percorrendo la
riva della Leie, alla nostra
destra, dopo aver attraversato la Verenigde Natlesiaan ed il
quartiere residenziale che si estende di fronte. Prima di approdare
qui, con il camper avevamo girato la città in lungo e in largo per
trovare un posto meno periferico dove sostare. Siamo passati anche
in prossimità del centro, cosa che volevamo evitare, senonché una
serie di sensi unici ci ha scodellati proprio lì dove non
desideravamo arrivare. Purtroppo tutti i parcheggi sono
riservati alle auto. In una mezz'oretta a piedi giungiamo sulla
Graslei, letteralmente “Riva delle Erbe”, banchina sul fiume
Leie, alla quale si contrappone la Korenlei, “Riva del Grano”.
Su
queste banchine, comprese tra il Ponte delle Erbe ed il Ponte San
Michele, a partire dal XIII secolo sorsero le splendide case delle
potenti Corporazioni locali e ben presto questa parte del fiume
divenne il vero centro economico e pulsante di Gand. Malauguratamente, oggi,
proprio davanti a questi magnifici edifici, che si specchiano nelle
acque della Leie, si stanno allestendo giganteschi palchi, che
ospiteranno, nei prossimi giorni, i musicisti del Gent Jazz Festival. Difficile scattare
belle foto, ma cerco di fare del mio meglio. Il centro storico è uno splendore: sorge su alcune isole fluviali ed è ricco di edifici
medievali.
|
Het Gravensteen (castello dei Conti di Fiandra) a Gand |
Come Bruges, si gira agevolmente e con piacere a piedi. Dall'Het Gravensteen, scenografico castello feudale dei Conti di
Fiandra (€ 7,50 l'ingresso), che si trova di fronte all'Ufficio
Turistico (presso il quale recuperiamo il solito materiale
informativo), percorrendo una via che pullula di caffè e ristoranti,
arriviamo alla cattedrale di San Bavone. Accediamo subito alla prima
cappella a sinistra, dove è conservato il “Polittico dell'Agnello
Mistico”, una delle opere più importanti della pittura fiamminga,
realizzato dai fratelli Jan e Hubert van Eyck (€ 4 adulti, con
audioguida in italiano). Una meraviglia! La cattedrale ospita tante
altre opere di famosi pittori fiamminghi, tra i quali Rubens, Frans
Pourbus il Vecchio, ecc. All'uscita abbiamo un bel colpo d'occhio
sulla torre del Belfort, sulla piazza, sul mercato coperto dei
tessuti e sul Teatro reale fiammingo dal bel frontone affrescato.
|
Il Limburgo a Gand |
Imboccando una via laterale di quest'ultimo, giungiamo di fronte al
municipio; tornando, invece, sui nostri passi e superando la
Braunplein, arriviamo alla scenografica Chiesa di San Nicola. Ci
riposiamo un po' nei giardini ai piedi del Belfort e, poi,
ripercorriamo il Limburg, ampia ma breve strada che, passando accanto alla cattedrale, ci porta al Castello di Gerardo
il Diavolo, antica dimora dei castellani di Gent, purtroppo chiuso.
Infine, costeggiando di nuovo la Leie, ritorniamo al camper. Gand si gira bene anche in
bici, ma bisogna prestare attenzione ai binari del tram, che tagliano
le carreggiate in ogni direzione, con il rischio di finirci dentro
con le ruote e farsi male.
|
L'Atomium di Bruxelles |
10/07/2015
– venerdì – h. 9: 23° C - - h. 13: 25° C – cielo
azzurro, aria fresca.
L'idea
di raggiungere Bruxelles evitando l'autostrada non si rivela delle migliori. Del resto il paesaggio è anonimo e sulla N9 i semafori e
le code in prossimità dei paesi sono un vero strazio.
Dopo 58
km arriviamo a Bruxelles e parcheggiamo il camper presso l'Atomium in
Boechoutlaan, nel quartiere Heizel, vicino allo stadio (uscita 8
tangenziale). In alternativa c'è un secondo parcheggio in
Dikkelindelaan.
Secondo
la guida, a Bruxelles ci sarebbe un'area camper in Rue dell'Elephant
n. 4, ma ha solo 5 posti ed è molto probabile che sia piena.
Marco
sostiene che, se una città è tourist-friendly, lo vedi subito, già sulle sue vie principali d'accesso, quando trovi la segnaletica utile per
trovare hotels, campeggi, parcheggi o aree sosta per camper.
Qui in Belgio non è così, ad eccezione di Bruges.
Il
Boechoutlaan è un grande viale alberato proprio a fianco
dell'Atomium. Quest'ultimo è stato inaugurato nel 1958 e rappresenta
una molecola di ferro cristallizzata ingrandita 160 miliardi di
volte (ingresso 11 € adulti, 6 € bambini).
|
Panorama di Bruxelles dall'Atomium |
La tariffa del
parcheggio, sul ciglio della strada, varia in base al tempo di permanenza. Più
tempo si rimane e maggiore è il costo (50 cent mezz'ora, 4 euro 2
ore, 7 euro 3 ore, ecc., 25 euro l'intera giornata, ed è applicabile dalle 9 alle 18; quindi,
dalle 18 alle 9 non si paga nulla. Pertanto, visto che sono le 16,
paghiamo soltanto 2 ore e restiamo qui anche la notte. Certamente 11
€ per la visita all'Atomium sono un'esagerazione e non ne varrebbe
la pena, senonchè, venire a Bruxelles senza entrare all'Atomium
sarebbe, forse, un po' come andare a Parigi e non salire sulla Torre Eiffel,
essendo entrambi i simboli delle rispettive città. Dopo una breve
coda, veniamo accompagnati da un addetto, insieme ad un gruppetto di
una decina di persone, all'interno di un ascensore che, velocemente,
(è uno dei più veloci al mondo) ci eleva ai 92 metri della sfera
più alta, dalla quale si gode di un panorama a 360° su Bruxelles,
il cui centro si trova a circa 7 km di distanza. Siamo fortunati,
perchè oggi il cielo è limpido e la vista può spaziare molto
lontano. Poi, ci rimettiamo in coda per scendere di nuovo a
pianterreno con l'ascensore, dove, una serie di lunghe scale mobili e
non, ci consentono di raggiungere altre 5 delle 9 sfere, nelle quali
sono allestite mostre espositive e spazi con telecamere collegate a
computer che creano effetti speciali sui visitatori. Scale mobili,
con giochi di luci colorate, ci portano, infine, all'uscita.
|
Lo Stadhuis (Municipio) ed il Belfort di Bruxelles |
11/07/2015
– sabato. Bella giornata di sole, calda, ma ventilata, sui 28°
C la massima temperatura.
Ci spostiamo con il camper nel parcheggio
dello stadio di Heyzel (Avenue Hoba de Strooper), già occupato da
numerosi camion, che stazioneranno qui tutto il fine settimana. Il costo del ticket è identico a quello dell'Atomium, ma un camionista ci dice che nessuno di loro
paga e la polizia passa per controllare, però non si azzarda a dare
multe a nessuno. Ci assicura che non ci sono problemi neppure per noi. Il
posto, poi, è sicuro: i ladri qua non ci vengono, perchè
rischierebbero una bella legnata dai camionisti. A cento metri da qui, dirigendoci a destra verso il paese, di fronte al distributore della Total,
c'è l'ingresso della metro (stazione di Roi Baudouin - linea 6 blu -
euro 2,10 a testa), che in 22 fermate e circa 40 minuti (più o meno, perchè non mi sono ricordata di controllare il tempo
impiegato) ci porta in
centro (fermata Rogier). Usciamo sulla Rue Neuve e la percorriamo
fino a Place della Monnaie, piena di esercizi commerciali. Da lì, proseguiamo sempre dritto, finchè scorgiamo, in alto a sinistra, la
guglia del Belfort, che si staglia contro l'azzurro del cielo.
|
Grand-Place - Case delle Corporazioni a Bruxelles |
|
Grand-Place - Case delle Corporazioni a Bruxelles |
Andiamo in quella direzione, dopo aver acquistato presso l' “Ufficio
Turistico” - una sorta di bancarella trovata sulla via - per 1
euro, la mappa della città. La Grand Place, cuore pulsante di
Bruxelles, è gremita di gente e letteralmente circondata dalle Case
delle Corporazioni, costruite dalle associazioni che, in un epoca ormai lontana, regolavano e
tutelavano le attività degli appartenenti ad una stessa categoria
professionale. Più le case erano sfarzose, più importante era la
Corporazione. E' stata questa rivalità a rendere le facciate degli
edifici sempre più curate nei dettagli e adorne di sculture, alcune
delle quali placcate in oro. Di case se ne contano 39 e le più belle sono: quella dei panettieri, con il busto del re di Spagna Carlo II, e
quella degli ebanisti, decorata con cariatidi.
La maggior parte di
esse sono di proprietà privata, alcune adibite ad attività
commerciali. Purtroppo quelle sul lato ovest sono in fase di restauro
e coperte da teloni, mentre quelle sul lato sud sono parzialmente
nascoste da un grande palco, essendo questa la settimana della danza
e della musica. Sul lato nord si erge l'Hotel de Ville, il municipio,
in stile gotico-brabantino, con l'alta torre del Belfort. E' una delle
più belle piazze del mondo, patrimonio mondiale dell'Unesco.
|
Galeries Royales a Bruxelles |
Spostandoci sul suo lato nord-ovest, ci infiliamo nella via che
conduce alla fontana barocca del Manneken Pis, una statua di bronzo
alta 50 cm, rappresentante un bambino che sta urinando, simbolo
dell'indipendenza di spirito degli abitanti di Bruxelles. Un'antica
usanza vuole che gruppi e corporazioni omaggino la statuetta con le
proprie uniformi, però, in questo momento, il bimbo non indossa
alcunchè.
Ritorniamo nella Grand Place ed imbocchiamo la via a
sud-ovest, che conduce alla Rue du Marché aux Erbes. Entriamo
subito nelle ottocentesche Galeries Royales (sono due: una del re e
una della regina) dal soffitto in vetro, con bellissimi e lussuosi
negozi, che si contrappongono a quelli più economici, tipo souk, dell'Agora, visti poco prima lungo la strada.
|
Museo della Musica
(ex Grandi Magazzini Old England) a Bruxelles |
All'uscita della seconda
Galleria, andiamo a destra e, percorrendo Rue d'Arenberg, sbuchiamo
di fronte alla grandiosa Cattedrale di San Michele, che rimane un po'
appartata rispetto al centro. Dopo averla visitata, ritorniamo sui
nostri passi, entriamo di nuovo nelle Gallerie Reali e, all'uscita,
svoltiamo a sinistra in Rue de la Madeleine. Passando accanto alla
Maison du Musique, bell'edificio in vetro e ferro (un tempo Grandi
Magazzini Old England), raggiungiamo i giardini di Mont
des Arts. Ci sediamo sulla scalinata ad ascoltare una gradevole musica, credo andina, suonata da un ragazzo che utilizza un particolare strumento rotondo in ferro. Dopo una mezz'oretta, ci avviamo verso la Piazza Reale alle nostre spalle. Continuando a
sinistra, arriviamo all'ingresso del grande parco che si estende di
fronte alla dimora del re, dove un lungo vialetto alberato conduce a due laghetti con fontana. Riposiamo un po' all'ombra dei grandi alberi frondosi e, quindi, ritorniamo nel centro pieno di vita, colore e suoni. Una folla multietnica e ben integrata, a quanto pare, passeggia
tranquillamente, allietata dalle note allegre di una banda che marcia
al ritmo della musica, spostandosi da una via all'altra della
città. La gente balla, canta e applaude al loro
passaggio. Ad ogni angolo spuntano acrobati, danzatrici, musicisti,
ballerini di Hip Hop, mentre i cantanti si esibiscono sul
palco della Grand-Place.
|
Parco di fronte al Palazzo Reale |
Insomma, è proprio una bella festa! Non c'è
proprio da annoiarsi! Senza volerlo, rimaniamo imbottigliati
nell'affollatissima Ilot Sacré, con i suoi numerosi ristorantini ed i maîtres che invitano i turisti ad accomodarsi. Ricorda un po' il Quartiere Latino a Parigi. Si passa a fatica. Le vie sono ingombre
di sedie e tavolini, dove gli avventori stanno degustando
le famose Moules et frites (cozze e patatine fritte, che, da queste
parti, pare sia una prelibatezza), indifferenti alla fiumana di gente
che cammina intorno a loro.
|
Waffels (in fiammingo) - Gaufres (in vallone) |
Mi piace
Bruxelles: affollata, ma tranquilla. Non c'è nessuno che ti
importuna per strada. L'atmosfera è molto rilassata. La polizia c'è,
vigila con discrezione e le persone si divertono: entrano ed escono dagli
eleganti negozi, siedono ai tavolini di cafè e brasseries, mangiano, bevono e passeggiano. Nell'aria
aleggia il dolce profumo dei waffels, tipico dolce belga venduto un
po' dappertutto: una sorta di cialda calda servita in mille modi
diversi, con tanta fantasia (fragole, banane, kiwi, cioccolato, panna
e chi più ne ha più ne metta). Viene servito su un vassoietto di
cartone e si mangia per strada. Dopo aver girato e rigirato come un
calzino la città, capitale del Belgio, nonchè sede della
Commissione Europea, del Consiglio dell'UE e di una Camera
parlamentare, la lasciamo con un arrivederci a presto!
|
La stazione ferroviaria di Anversa |
12/07/2015
– domenica: h. 8: 17° C. - - h. 20: 19° C. - - nuvoloso.
Riprendiamo
il nostro itinerario, dirigendoci verso Anversa (Antwerpen), prima sulla
E19 e, poi, sulla A12. La raggiungiamo dopo 36 km. L'area camper si trova in
Vogetzanglaan n. 7/9, presso Expo, grande e piantumata: € 10 + €
1 per 1 kw corrente + € 0,50 per sacco spazzatura, con
carico/scarico e corrente.
Usciamo
dall'area camper, svoltiamo a destra e, nei pressi nell'Expo 2, c'è
la fermata del tram. Le linee 2 e 6 portano alla Stazione Centrale in
11 fermate; € 3 il costo del biglietto a testa per ogni tratta.
Queste informazioni, insieme alla mappa della città, ce le fornisce il gestore
dell'area camper.
|
La Grote Markt di Anversa (sullo sfondo il Municipio) |
I biglietti vengono rilasciati dal conduttore del
tram. Avvicinandoci alla Stazione Centrale, il tram abbandona la
superficie ed entra nelle viscere della terra, come se fosse una
metro. Essendo la stazione disposta su tre livelli, una serie di
scale, mobili e non, ci permette di salire nell'elegantissima hall. Strabuzzo gli occhi dallo stupore: la
stazione centrale di Anversa è un vero capolavoro architettonico.
|
Grote Markt di Anversa |
Una cupola, alta 75 metri, consente alla luce di illuminare la
monumentale sala d'attesa, maestosa e curata nei minimi dettagli,
facendo risaltare i marmi dei rivestimenti. Un grandioso soffitto a
volta, in ferro e vetro, sovrasta i binari. Nonostante il grande
afflusso di passeggeri, è pulitissima, organizzata ed efficiente.
|
La cattedrale di Anversa vista dallo Suikerrui |
Ci
sono negozi e venditori di cibo, tra i quali una ragazza che prepara
spiedini con le fragole, immergendole nel cioccolato
fondente. Una goduria! Non male come benvenuto: il turista, che
arriva in treno ad Anversa, rimane impressionato. Uscendo sulla
piazza Astrid, pedonalizzata e munita di parcheggi coperti per le
biciclette, non possiamo fare a meno di ammirare anche la facciata
esterna, altrettanto monumentale.
Subito a destra si trova l'ingresso
allo zoo, mentre a sinistra si stacca una strada (De Keyserlei) che,
più avanti, si immette nella Leysstraat e, quindi, nel Meir. Quest'ultima è una
larga arteria commerciale, che porta alla Groenplaats (Piazza Grande), punto d'incontro delle vie principali. Qui, sono stati allestiti un
palco per concerti ed alcune bancarelle.
In due passi arriviamo alla
Cattedrale di Nostra Signora, in stile gotico brabantino. E' la più
grande del Belgio, come pure la sua torre, una tra le più alte
d'Europa, anch'essa nella lista dei patrimoni dell'umanità
dell'Unesco. All'interno, tesori inestimabili, tra cui varie opere di
Rubens.
E' domenica ed è
in corso la Messa. Fino alle 13 non si può entrare.
|
Steen, castello e antica porta d'entrata della cittadella ad Anversa |
Ci dirigiamo
verso il Grote Markt (la piazza del mercato). Sul lato nord
sorgono i palazzi delle Corporazioni, sormontati da statue dorate,
mentre, al centro, si erge una grande fontana, che rappresenta il
legionario romano Silvius Brabo. Secondo la leggenda, costui vinse
il feroce gigante che perseguitava i marinai della Schelda, gli
tagliò una mano e la gettò nel fiume. Da qui deriva l'origine del
nome di Anversa (Antewerpen, cioè mano tagliata). Tutto il lato
ovest, invece, è occupato dal rinascimentale Stadhuis, municipio,
sulla cui facciata sventolano decine di bandiere. Si può visitare
gratuitamente l'ingresso, riccamente decorato. Attraverso la strada
Suikerrui (canale dello zucchero), dalla quale si ha la migliore
veduta della torre della cattedrale, raggiungiamo la Schelda.
Passeggiando sul lungofiume, arriviamo allo Steen, castello molto pittoresco e antica porta d'entrata della cittadella.
|
Casa dei Macellai ad Anversa |
Dietro lo Steen
sorge l'antica Casa dei Macellai, edificio gotico bianco e rosso, con
torri angolari, nel quale si trovano il museo della musica e della
danza. Proseguendo, giungiamo al Mas-Museum. Si tratta di una torre
di 65 metri, formata da 10 blocchi in pietra arenaria rossa,
alternati a parti in vetro ondulato, che salgono a spirale verso il
cielo.
I vari piani sono collegati tra loro da un percorso, sempre a spirale, lungo una serie di scale mobili. Dalla terrazza panoramica si ha una
vista a 360° sulla città. Vengono custodite opere provenienti da
altri musei cittadini (della Marina, etnografico e del folklore).
Ingresso 10 €.
Ritornando verso il centro, passiamo accanto alla
bella Chiesa di S. Paolo. Per entrare si attraversa un giardino con
un grande calvario del XVIII secolo.
|
Anversa |
Poi, ci perdiamo tra le stradine
del centro storico, più animato, adesso che è ora di pranzo, rispetto a questa mattina. Ristoranti, fritterie, basseries, cioccolaterie,
gelaterie, ecc., sono gremite di gente. Nonostante non amiamo le fritture, acquistiamo una
porzione di patatine fritte, giusto per capire perchè siano così
rinomate in Belgio. In effetti sono buonissime: croccanti fuori e
morbide dentro.
Ancora quattro passi e anche la curiosità dei
waffels viene finalmente soddisfatta. Mi ero trattenuta sinora, in
quanto mi sembrava un dolce pesante da digerire. Però, non potevo
lasciare il Belgio senza togliermi questo sfizio. Me lo faccio
preparare con panna, fragole e cioccolato fondente: una bomba
calorica. Lo mangio lentamente, gustandone ogni singolo boccone. E'
una goduria sublime ed anche il mio stomaco gradisce, eccome!
Diamo
ancora uno sguardo attorno e, poi, ci avviamo verso la stazione
centrale dei treni per riprendere il nostro tram-metro.
Ad Anversa,
come a Bruxelles, convivono tranquillamente popolazioni di razze
diverse. Nel “quartiere dei diamanti”, ad ovest della Stazione
centrale, si incontrano, inoltre, molti ebrei, con i loro
tradizionali abiti scuri e i cappelli neri a larghe tese.
|
Mas-Museum ad Anversa |
Anversa, però, pur essendo altrettanto ricca di edifici storici ed opere d'arte, non ha il fascino di Bruxelles, la stessa vitalità. Tutto è più spento, le facciate dei palazzi sono grigie e fredde come il cielo e l'aria odierni.
In ogni caso, nelle
città belghe visitate finora non abbiamo visto venditori di
cianfrusaglie o persone che ti importunano per strada. Nessun
mendicante, ubriaco, gruppo chiassoso o perditempo che dir si voglia.
Solo musicisti sistemati in angoli appartati, ai quali si può
lasciare un obolo a piacimento. I più bravi ricevono anche gli
applausi e, comunque, è piacevole passeggiare al suono della loro
musica. Eccoci,
dunque, alla stazione centrale. Scendiamo nei sotterranei, seguiamo
le indicazioni per la linea 6 e prendiamo i biglietti all'apposita
macchinetta.
Tutto sommato, sono contenta di aver visitato questa
particolare città, cosmopolita ed internazionale grazie al suo
grande porto, ricca, ordinata e civilizzata, dove, mi par di capire,
si vive più che bene.
|
Zimmertoren a Lier |
13/07/2015
– lunedì: h. 10: 17° C - - h. 15: 18° C - - h. 23: 19° C.
Partiamo
da Anversa sotto una leggera pioggerellina e ci dirigiamo verso Lier,
che dista 17 km. Lasciamo il camper nel parcheggio in
Aarschotsesteenweg, munito del solito marchingegno per il carico e lo
scarico delle acque, stavolta gratuito. Visto che ha smesso di
piovere, ne approfittiamo subito per visitare questa affascinante
cittadina di aspetto antico, ricca di monumenti e situata alla
confluenza di due rami del fiume Nete. E', altresì, rinomata per la
lavorazione dei pizzi e la fabbricazione di strumenti musicali in
metallo. All'ingresso c'imbattiamo subito nella
Zimmertoren, torre facente parte delle antiche mura, sulla cui
facciata fa bella mostra di sé un orologio astronomico, con 13
quadranti, costruito dall'orologiaio locale, Zimmer, nel 1930.
L'orologio batte l'ora di tutti i continenti, mostra le fasi lunari, le
maree e anche vari fenomeni atmosferici. Passando dalla porta dei prigionieri del XIV secolo, arriviamo alla
Grote Markt, piazza principale, circondata da edifici antichi, fra i
quali spicca lo Stadhuis, il municipio, con l'originale Belfort
gotico del 1369 (patrimonio dell'Umanità dell'Unesco).
|
Grote Markt e Belfort a Lier |
Continuando
verso sud, incontriamo il Begjinhof e la chiesa di San Gennaro. E'
tutto chiuso, come pure il museo locale. Di lunedì, musei, chiese e
negozi del Belgio non sono aperti. Facciamo, quindi, quattro passi lungo i canali e le
vie lastricate del centro. L'atmosfera che vi si respira è molto
romantica. Non c'è in giro quasi nessuno. Poco traffico e tanta
pace. Forse anche a causa del brutto tempo. Del resto, Lier non
rientra nei più importanti circuiti turistici ed è un
peccato. Acquistiamo in una rosticceria tre tipi diversi di insalata
e una macedonia calda (di quest'ultima me ne pentirò amaramente,
scoprendovi, all'interno, dei rametti di rosmarino che le danno un
sapore molto forte e poco gradito al mio palato).
|
Lier |
Ricomincia
a piovere e noi ci rifugiamo sul camper. Pranziamo e riprendiamo il
nostro viaggio verso Mechelen, storica città situata su diversi rami
della Dyle o Dijle, che dista 16 km da qui. Lungo la strada, tra un
paese anonimo e l'altro, prati con piccole greggi al pascolo, qualche cavallo,
piccoli boschi e il fiume che ogni tanto si intravede alla nostra
sinistra.
A
Mechelen piove abbastanza forte. Facciamo un giro intorno alla città
con il camper e verifichiamo che, effettivamente, non ci sono
parcheggi per il nostro mezzo. Sostiamo nei pressi della
dogana, in Zandpoortvest, ma è in periferia e il posto non ci convince molto.
Pertanto, decidiamo di tornare a Lier e di passare lì il pomeriggio
e la notte. Non è proprio la giornata ideale per andare a scoprire le bellezze fiamminghe.
|
Lier |
Strada facendo, però, scorgiamo una specie di stagno ed un
cartello che segnala l'ingresso al Fort Van Duffel. Seguiamo la
freccia e ci troviamo nel piccolo, ma carino e deserto, parcheggio di
uno strano fortino, situato all'interno di un laghetto e camuffato da
isoletta, così che, sorvolando la zona, dall'alto non lo si nota. Ci piace ed istintivamente ci ispira fiducia. Perciò tiriamo sera in questo piccolo angolo verde, a pochi
chilometri da Mechelen, che speriamo di poter visitare domani con un
tempo migliore.
|
Cattedrale e Grote Markt a Mechelen |
14/07/2015
– martedì: h. 8: 18° C. - - h. 13: 22° C
Ritorniamo
a Mechelen, città europea delle campane: se ne contano 197
raggruppate in quattro carillon del suo centro storico. Anche oggi è
nuvoloso e pioviggina. Lasciamo il camper in un parcheggio sulla
circonvallazione. Purtroppo, avendo soltanto 2,50 euro di moneta, non potremo rimanere più di un'ora e mezza. A passo svelto ci dirigiamo verso la Grote Markt, la piazza del mercato, sulla quale si
affacciano eleganti edifici gotici, rinascimentali, barocchi e dove
sorge la bella cattedrale di S. Romualdo, ricca di opere d'arte. Da
quest'ultima si potrebbe accedere all'altissimo campanile (patrimonio
dell'umanità dell'Unesco), se non fosse chiuso.
|
Municipio di Mechelen |
Marco si
rende conto solo ora di aver lasciato la guida sul camper. Pazienza! Reperiamo una mappa all'Ufficio Turistico (che si trova a destra del bel municipio) e continuiamo a passeggiare fino al
caratteristico quartiere del Grote Begijnohof, lungo le sue stradine
tortuose, tra antiche case fiamminghe con i tipici frontoni a
gradoni. Proseguiamo, quindi, sulla Ijzerenleen, una lunga piazza
alle spalle della Grote Markt, con le sue ringhiere in ferro del 1728. Giunti al ponte duecentesco che attraversa il fiume, torniamo verso
il centro, percorrendo a passo rapido le vie commerciali, poco
animate a causa del brutto tempo. Torri, torrette, chiese, negozi e una musica allegra che si diffonde nelle strade attraverso piccole casse
acustiche collocate sui muri degli edifici.
|
Mechelen |
Il tempo vola e, quando
torniamo al camper, non troviamo alcuna multa, seppur abbiamo sforato
di un quarto d'ora. Facciamo un salto alla Kazerm Dossin, in Goswin
de Stassartstraat n. 153, museo e centro di documentazione
sull'Olocausto, con storie ed immagini che testimoniano la
discriminazione, prima, e la deportazione, dopo, di ebrei e zingari
(250.000 persone furono deportate da Mechelen ad Auschwitz-Birkenau).
Parcheggiamo il camper lungo il canale ed in zona a disco orario, ma
non c'è l'indicazione del tempo di sosta. Sarà un'ora? Velocemente
visitiamo il memoriale, che è gratuito, e poi attraversiamo la
strada per accedere al museo. L'ingresso costa 10 euro ciascuno. Non ce la sentiamo di spendere 20 euro per una visita frettolosa.
Così saltiamo e ci trasferiamo a Lovanio.
|
Municipio di Lovanio |
La bella cittadina dista 24 km ed ha un comodo parcheggio vicino allo stadio in Kardinaal Mercierlaan,
a meno di 1 km dal centro, che raggiungiamo in pochi minuti, camminando lungo la Naamsestraat. Questa strada, dritta e fiancheggiata da numerosi collegi, sfocia proprio sulla Grote
Markt. Su questa antica piazza del mercato vi si eleva l'imponente e superba sagoma del municipio, le cui facciate sono un trionfo di guglie, torri, merletti,
nicchie e statue, nel tipico stile architettonico medievale
fiammingo. Passiamo accanto alla bella chiesa di S. Pietro e, svoltando a sinistra, accediamo alla Oude Markt, la piazza definita "il più lungo bancone d'Europa", per via dei suoi 45 bar e ristoranti
che si allineano lungo tutto il suo lato destro.
|
Oude Markt a Lovanio |
La piazza non ha uno
sbocco, perciò, giunti in fondo, ritorniamo sui nostri passi. Ci
gustiamo ancora un po' l'atmosfera del centro storico, passeggiando
sulle vie acciottolate attorno alla Grote Markt, ridondanti di negozi e
locali vari.
Da quando siamo in Belgio, abbiamo
fatto una full immersion tra cattedrali, chiese, municipi, piazze e
belfort. Adesso desidero veramente rifugiarmi
nel verde della natura. Troviamo, a 18 km di distanza, a Rotselaar, un'area camper che fa al caso nostro. Parcheggiamo nei pressi degli
impianti sportivi del piccolo e tranquillo paese, in Vakenstraat n.
18. Acqua gratuita, 1 € per 1 kw di corrente, ma solo wc chimico
con cassetta.
|
Maastricht |
15/07/2015
– mercoledì: h. 9: 19° C - - h. 15: 23° C – h. 23: 22° C
- nuvoloso
Continuiamo
il nostro viaggio verso Maastricht sulla E313 e poi sulla N79. Lungo
la strada, piccoli paesi con belle case in mattoncini rossi, bianchi
e ocra, campi di mais e frumento, boschi e l'immancabile pista ciclabile. La Mosa segna il confine tra il Limburgo belga e il
Limburgo olandese. Quando oltrepassiamo il ponte che mette in
comunicazione queste due regioni, la differenza salta subito
all'occhio: asfalto ottimo, cigli stradali puliti, erba tagliata,
belle e larghe ciclabili di color rosso, ben segnalate. Non c'è
niente da fare: gli Olandesi, in questo campo, sono un passo
avanti.
|
Maastricht |
Arriviamo a Maastricht Marina, dove si trova l'area camper in
Hoge Weerd n. 20, dopo 85 km. L'area è chiusa da un cancello. Per
entrare dobbiamo telefonare al numero indicato su un cartello
(preceduto da 0031). Il gestore apre e ci fa strada. Sistemiamo il
camper sulla riva del fiume, le cui acque sono solcate, oltre che da
piccole imbarcazioni, anche da cigni ed anatre. Nel prato antistante
scorgiamo anche una famiglia di coniglietti. Insomma, un bel
posticino. Paghiamo € 17,50 per 24 ore di sosta, comprensivi di
corrente, carico e scarico acqua, wifi, toilette e docce sul pontile,
pulite e moderne. Per uscire è necessario comporre un codice fornito
dal gestore.
|
Maastricht |
Scarichiamo le bici e voliamo verso il centro sulla
bella pista ciclabile, che condividiamo anche con le motorette;
quest'ultime filano veloci e bisogna prestare molta attenzione. Qui
non c'è tanto da incantarsi o da stare in gruppetti in mezzo alla carreggiata come da noi in Italia. La gente del posto usa le ciclabili per andare
al lavoro, a scuola, o per fare commissioni varie e non ha tempo da
perdere. Costeggiamo la Mosa per un paio di chilometri, passiamo
sull'altra sponda, grazie ad un ponte riservato a pedoni e ciclisti,
e siamo nel Markt, la grande piazza del mercato. Andiamo a
curiosare, quel tanto che basta, tra le vie acciottolate del suo centro storico, che
possiede ben 1450 edifici tutelati, dopodiché ritorniamo sul lungo
fiume, avviandoci verso la marina.
|
Maastricht |
Ma è ancora presto, perciò
continuiamo sulla ciclabile, finchè notiamo un pannello informativo
a bordo strada, con una mappa della zona ed alcuni itinerari
ciclabili contraddistinti da punti numerati. Sono i knooppunt
(incroci in olandese), che permettono di creare percorsi a piacere.
Infatti, ad ogni incrocio è stato assegnato un numero specifico.
Basta memorizzare o scrivere la sequenza di numeri, seguire le frecce
e si arriva dove si vuole. Così, scegliamo il nostro giro, che ci
porta, prima, lungo stradine secondarie, che attraversano piccoli
villaggi, e, poi, alla bella periferia di Maastricht. Torniamo di nuovo sul
lungo fiume ed infine all'area camper.
Giornata
calda, umida e nuvolosa, senza pioggia, ma con uno strano vapore
nell'aria che rinfresca e non inzuppa.
|
Maastricht |
16/07/2015
– giovedì: ore 10: 19° C - - h. 17,30: 30°C (sole ed aria fresca) - h. 23: 26° C
Ripartiamo,
facendo rotta verso Eindhoven (che, però, non raggiungeremo), seguendo le indicazioni di
Simona, alla quale abbiamo chiesto di evitare le autostrade. La via
più breve ci porta a rivarcare il confine con il Belgio. Ne
approfittiamo per fare l'ultimo pieno di gasolio ad € 1,08/l: in
Olanda non costerà mai meno di € 1,20/l. Dalla rigogliosa e verde
Maastricht, passiamo alla solita campagna, con le coltivazioni di
mais e frumento. E' lo stato delle strade e delle piste ciclabili,
quest'ultime sempre presenti e mai interrotte, a farci capire di
essere di nuovo in Olanda. Qui, molti edifici sono realizzati in
mattoncini marrone scuro con profili, decorazioni e contorni delle
finestre color nocciola. Poco traffico e piccoli paesi tranquilli,
con case dai tetti altissimi e spioventi (forse adibiti a
magazzino), circondate da giardinetti curati e privi di recinzione.
|
Brabante olandese |
Su
un canale alla nostra destra, piccole imbarcazioni scivolano
silenziose e lente sulla superficie dell'acqua. A volte il canale è
celato da alti canneti, a volte s'intravedono le sue sponde ricoperte
da ninfee ed affollate da anatroccoli. Grazie alle indicazioni di Simona, finiamo su
piacevoli strade di campagna, tutte alberate e spesso fiancheggiate
da canali e belle case a doppio tetto realizzato con tegole e paglia. Siamo a circa 20 km da Eindhoven, nel Brabante olandese, ed il parcheggio per camper più vicino è a Neunen, in Oude
Landen-Pastoorsmast 12, nei pressi degli impianti sportivi. Ci sono 5
posti sull'erba riservati ai nostri mezzi. E' gratuito, ma non c'è alcun
servizio. Il paese dista un paio di chilometri. Visto che è presto,
ci dirigiamo lì. Lasciamo il camper su un'area sabbiosa all'ingresso del
villaggio in cui Vincent Van Gogh visse dal 1983 al 1985 e ci avviamo
a piedi verso l'ufficio informazioni.
|
Brabante olandese |
Quest'ultimo si trova al
Vincentre, dove vi sono pannelli interattivi sulla natura del
Brabante, la stessa che Van Gogh impresse sulle sue tele e che
ancora oggi si può ammirare percorrendo la lunga pista ciclabile,
inaugurata nel 2014, che compie un anello di 335 km, toccando i
paesaggi che hanno ispirato l'artista da ragazzo. Acquistiamo la
mappa n. 18, con le ciclabili del posto. La commessa, gentilissima, ci spiega anche come raggiungere Eindhoven ed il tratto di pista pavimentato
dall'artista Dan Roosegaarde, quella con migliaia di pietre luminose che
accumulano luce solare di giorno e la rimettono di notte, creando “un
tessuto luminoso che cala il viaggiatore nell'ambiente della Notte
Stellata dipinta da Van Gogh”. Il problema nostro è che non siamo attrezzati per pedalare con il buio.
Torniamo
al parcheggio degli impianti sportivi, dopo aver dato un'occhiata in
giro e fatto la spesa. Mappa alla mano, tracciamo alcuni itinerari,
ma, tra una cosa e l'altra, si sono fatte le 17,30. Perciò
rimandiamo il giro in bici all'indomani.
|
Brabante olandese (Boxtel) |
17/07/2015
– venerdì: h. 8: 26° C - - h. 15: 28° C - - h. 19: 26° C -
- h. 22: 24° C
Ci
spostiamo a Boxtel con il camper (30 km) dove c'è una bella area di
sosta in Dennenoord (località) Dennendreef (indirizzo):
posto tranquillissimo, in mezzo alla campagna, un po' distante dal centro. Costo: 12,50 € per
camper e due adulti + 1 € a testa per tasse. Ogni piazzola ha il
rubinetto per il carico dell'acqua ed il pozzetto per lo scarico
acque nere e grigie (serve un tubo per l'attacco), corrente +
servizi, docce con acqua calda e utilizzo piscina del vicino
campeggio. Possibilità di aprire tendalino ed utilizzare sedie e
tavolini.
Scarichiamo
le bici e andiamo subito in paese, dove troviamo il cartello con il primo
knooppunt del percorso scelto ieri. A dir il vero, avevo proposto a
Marco di unire almeno due itinerari al fine di percorrere almeno una
settantina di chilometri, ma Marco era stato irremovibile, segnando sul foglio soltanto i knooppunt del n. 1. Mi aveva accusato di vedere
tutto facile, “ma non è così. Ci sono troppe ciclovie, vedrai che
ci perderemo e andrà a finire che di chilometri ne faremo il doppio
… e bla, bla, bla ...”. Così, seguiamo le frecce e i numeri del nostro percorso. L'Olanda è un paradiso per i ciclisti.
|
Knooppunt |
Tornare a pedalare in Italia, dopo averlo fatto qui, sarà un vero
incubo. Bisogna provare per capire quale abisso ci separi. Purtroppo, l'abitudine ad essere prudente mi fa sembrare un'idiota. Là dove
tutti, dai nonnini ai ragazzini, filano sicuri sui pedali, affrontano
rotonde, incroci e attraversamenti stradali con grande disinvoltura,
aprendo le braccia a destra e a manca per segnalare la svolta, senza
nemmeno voltarsi indietro, conoscendo probabilmente l'attenzione
degli automobilisti verso i ciclisti, io rallento o mi fermo anche se
ho la precedenza e mi accerto che la strada sia libera, come faccio
in Italia. Non riesco proprio a farne a meno, ormai è una pratica consolidata per sopravvivere. Lasciamo subito il centro abitato e ci
inoltriamo nella bellissima campagna brabantina. Quasi tutte le
stradine sono fiancheggiate da filari di alberi dal fusto alto e
dritto, che, con le loro grandi fronde, regalano una piacevole
frescura. Oggi il sole picchia forte, ma il caldo non è torrido. Ci
sono 28° C e un bel venticello che non fa sudare. A volte la pista
diventa sterrata e s'inoltra in un fitto bosco; altre volte serpeggia
tra coltivazioni di mais e prati dove pascolano mucche e cavalli.
Costeggiamo un laghetto con pochi bagnanti e un fiume sulle cui rive
siedono pazienti, vecchi pescatori.
|
Brabante olandese |
Attraversiamo ponti di legno e
piccoli villaggi con case di mattoncini marroni, dai grandi tetti di
paglia scura, tipici delle abitazioni medievali della campagna
olandese; quasi celate da grandi salici piangenti e cintate con cespugli di ortensie blu, azzurre e viola, danno un senso di grande
armonia. Paesaggi sempre diversi, seppur non ci sia altro che
pianura, che riempiono gli occhi e rasserenano lo spirito. Non posso
evitare esclamazioni di stupore e meraviglia. E poi questi sono i
luoghi dipinti da Van Gogh sulle sue tele, luoghi di grandi suggestioni ed emozioni. Ecco, penso che starei bene qui. Non in
Vallonia, non nelle Fiandre, non nei paesi e nelle città che ci
siamo da poco lasciati alle spalle, ma nel Brabante olandese potrei
viverci ... almeno per un po', perchè forse, col tempo, potrei
sentire la mancanza delle mie montagne. Magari solo per un ciclo di
stagioni, per vedere come cambia il paesaggio, giorno dopo giorno in
questi luoghi pieni di poesia. Tra un pensiero e l'altro, 30 km passano in
fretta. Completiamo in un paio d'ore, con calma e senza alcun
problema, il nostro breve giro in bicicletta. La segnaletica è così
capillare che è impossibile perdersi. E mi rimane il rimpianto di
non aver insistito per continuare sull'itinerario n. 2. Ma Marco è
un testone e, quando s'impunta, non c'è verso di fargli cambiare
idea. Però un buon gelato non me lo toglie nessuno!
|
Waalwijk (Brabante olandese) |
18/07/2015
– sabato: h. 8: 19° C - - h.
17: 28° C – soleggiato
Partiamo
alla volta di Waalwijk, dove vivono i nostri amici (km 31).
Simona e
Patrick ci accolgono a braccia aperte, come sempre, e dopo pranzo
facciamo tutti insieme un breve giro in bici nei dintorni.
La cittadina di circa 45.000 abitanti è tranquilla. Poche auto in circolazione,
perchè la maggioranza della gente si sposta sulle due ruote.
|
Waalwijk (Brabante olandese) |
Lunghi
viali alberati, giardini ornati da siepi ben tenute, ampi spazi verdi
cintati con caprette, galline e vari animali domestici, creati apposta per i bambini affinché possano avere un contatto diretto con gli stessi.
Dopo aver
attraversato, grazie ad una pista ciclabile che costeggia laghetti e canali, un immenso bosco (intersecato da tutta una serie di sentieri
atti alla pratica della mountain bike), giungiamo in un luogo incredibile:
una vasta distesa di sabbia fine come quella del mare, sebbene il
mare sia a parecchi chilometri di distanza. Trascorriamo una piacevole
giornata in compagnia dei nostri amici, che si conclude con una
cenetta in un ristorante cinese. L'Olanda, infatti, non ha piatti
tipici da gustare.
|
Heusden (Brabante olandese) |
19/07/2015
– domenica: h. 8: 17° C – nuvoloso (ha piovuto durante la
notte)
Simona e
Patrick avrebbero in programma un altro giro in bici con noi, oggi.
Visto che le previsioni meteo danno bel tempo a partire dalle 14,
nell'attesa andiamo al mercatino dell'usato, allestito in un parco
grandioso, fitto fitto di alberi secolari.
Qui, a volte, si possono
fare piccoli affari, in quanto le bancarelle sono gestite da gente
comune, che libera le proprie soffitte o vuol disfarsi di qualcosa che
non usa più. I prezzi sono bassissimi. Così può capitare di
comprare una bella chitarra a 7 euro, come è accaduto a Patrick, o 2
zuccheriere anni 60 ad 1 euro l'una, come ho fatto io.
Di solito non
vado ai mercatini, però devo dire che è divertente. Ci sono decine
e decine di bancarelle e la coda per entrare (si paga 1,50 a testa
l'ingresso), in quanto questi marché aux puces attirano molti visitatori.
Torniamo a casa sotto il diluvio, ma, come previsto, a metà
pomeriggio il tempo migliora.
Così, inforchiamo le nostre bici e partiamo. La pista ciclabile si snoda in una zona
idilliaca, tra laghetti ricoperti di ninfee ed estese praterie dove
pascolano mucche e cavalli. Attraversiamo piccoli canali,
fiancheggiamo per un tratto la Mosa e arriviamo a Heusden, un
pittoresco e antico borgo fortificato, costruito su una isoletta del
fiume e collegato alla terraferma per mezzo di ponti.
|
Heusden (Brabante olandese) |
Bellissimi i
mulini a vento che si stagliano contro il cielo grigio, accattivanti
i negozietti del centro, in particolare la forneria/pasticceria, una
sorta di museo, con il forno, la cucina e gli arredi di un'epoca
lontana. E dopo esserci tolti qualche sfizio, aver passeggiato in lungo e
in largo sulle vie acciottolate di questo grazioso villaggio,
ritorniamo a Waalwijk sulla stessa pista ciclabile percorsa
all'andata (per chi
volesse raggiungere Heusden con il camper: parcheggio Ravellijn –
Wijkse Poort. GPS: N 51°44'06' E 5°08'02'').
20/07/2015
– lunedì: h. 8: 15° C - - h. 22: 19° C
Oggi il
nostro programma prevede la ricerca di una bici per Andrea. Il
modello che nostro figlio desidera acquistare, qui in Olanda è chiamato Opa o
Omafiets (la bici del nonno o della nonna). E' la bici più popolare
tra gli olandesi ed è molto usata per gli spostamenti in città. Ha
la caratteristica di non avere freni (si rallenta o ci si ferma
pedalando all'indietro). Ha, inoltre, un grande manubrio e un telaio
grosso e pesante. Nonostante l'aiuto di Simona e Patrick, non
troviamo quello che fa al caso nostro. Peccato! Domani inizia il nostro viaggio di rientro. Abbiamo
già approfittato troppo della cortesia dei nostri amici.
|
Germania |
21/07/2015
– martedì: h. 18: 35° C - -
h. 23: 28° C
Prima
tappa di rientro: Reichelsheim (Odenwald) (Germania) = 440 km
Imbocchiamo la A61 per
Coblenza e poi la A60 per Darmstadt/Mainz.
I chilometri scorrono veloci. Dai finestrini del camper osserviamo vigneti e campi di grano sfilare davanti ai nostri occhi. Attraversiamo
la Mosella su un lungo ponte e una zona ricoperta di foreste, mentre il sole si è fatto largo tra
le nuvole e adesso picchia implacabile nel cielo azzurro.
In
Germania la temperatura aumenta sensibilmente. Riponiamo negli armadi
l'abbigliamento autunnale e ripeschiamo quello estivo. Superiamo il
Meno nei pressi di Francoforte, deviamo sulla A67 – K75 e, quindi,
arriviamo all'area camper in Beerfurhterstrasse (colonnina con carico
e scarico acqua ad 1 €, ma l'acqua scende anche senza; colonnina
con 8 attacchi per corrente che funziona soltanto con monete da 50
cent.). Reichelsheim è un piccolo paese, tranquillo. Andiamo a fare
la spesa in centro e approfittiamo dell'aria condizionata di una
backerei per rinfrescarci e gustarci una fetta libidinosa di torta,
seduti ad uno dei suoi tavolini. Adoro le bacherei tedesche! Ogni
volta che vi entro ci lascio gli occhi.
|
Germania |
22/07/2015
– mercoledì: h. 8: 23° C - - h. 17: 34° C - - h. 14: 37° C
Seconda
tappa di rientro: Ottobeuren (km 321)
(Germania:
diesel: €1,20/l – benzina € 1,50/l)
Ci dirigiamo verso Stoccarda sulla A5, poi deviamo sulla A8 per Ulm. Immersi nei nostri pensieri, lasciamo alle nostre spalle dolci colline boscose e distese coltivazioni di mais e frumento. Lungo il
percorso, tutta una serie di lavori in autostrada rallentano
notevolmente la nostra marcia, tant'è che impieghiamo 5 ore e mezza
per fare poco più di 300 km. L'ultimo tratto lo percorriamo sulla
A28 per Fussen, ma noi ci fermiamo prima, al parcheggio riservato ai camper di Ottobeuren presso Sportwelt in
Galgelberg n. 4, gratuito e vicino agli impianti sportivi.
Elettricità: 50 cent/kw/h con gettoni da acquistare nella vicina
pizzeria. Per sicurezza ne prendiamo 3. Il camper service si trova
200 metri più avanti, sulla strada per il centro. Quest'ultimo dista 6-700 metri, andando nella direzione opposta agli impianti sportivi. Ottobeuren è
un paese di 8.000 abitanti, ma vi si erge uno dei più monumentali
complessi religiosi della Germania, così imponente da ricevere
l'appellativo di “Escorial bavarese”. Si tratta di un'abbazia
benedettina, con annessa basilica dedicata ai Santi Alessandro e
Teodoro, che si estende, per quasi mezzo chilometro, dal portale
principale della chiesa agli edifici di servizio. Alla sua sinistra
si apre una bella piazzetta, sulla quale
si affacciano case ben ristrutturate dai colori pastello, oltre alla super
gelateria Pedro Eis, gestita da italiani, il cui mastro gelataio è
veneto - che varrebbe da sola una deviazione in questo luogo - ed alla
trattoria “El Canavon”, anch'essa inequivocabilmente a gestione
veneta. Altre strutture ricettive dal nome italiano fanno intendere
che qui sono emigrati parecchi nostri connazionali.
In
serata arriva un bel temporale a rinfrescare l'aria e la temperatura
scende a 24° C. Si sta decisamente meglio.
|
Austria |
23/07/2015
– giovedì: h. 9: 20° C - - h. 19: 28° C - - h. 22: 22° C
- nuvoloso
Terza
tappa di rientro: Silandro (233 km)
Percorriamo
la A7 fino a Fussen, poi la B179, i tornanti del trafficatissimo
Fernpass e la B189 per Imst.
Deviazione sulla B171 per Landeck e, quindi, sulla B180 per Pfunds e Nauders (Tirolo).
Dopo il Passo Resia,
procediamo sulla SS 40 e, infine, sulla SS38 fino a Silandro.
Parcheggiamo in Via Lido, vicino agli impianti sportivi (seguire
indicazioni per Campo delle feste). Il costo è di 3 euro al giorno.
Dalle 18 alle 8 è gratuito. Se si prende il biglietto alle 8 del
mattino, si può rimanere ancora tre ore, e cioè fino alle 11, senza
pagare. Così, arrivando dopo le 18, si può sostare
gratuitamente fino alle 11 del giorno dopo. Tappa tutt'altro che
noiosa, svolgendosi tra le montagne dell'arco alpino.
(Austria:
diesel: € 1,18/l – benzina € 1.33/l)
24/07/2015
– venerdì – h. 9: 20° C
Quarta
tappa: Grumello del Monte (Bergamo): 229 km, lungo la Val Martello,
con i suoi meleti, i castelli e i bei paesini di montagna, fino a
Merano. Poi, superstrada fino a Bolzano e, di seguito, A22 e A4.
Considerazioni
finali: il Belgio si è rivelato una vera sorpresa, soprattutto la
zona delle Ardenne - con i suoi tranquilli paesini immersi nel verde di
rigogliose foreste - e quella delle Fiandre, con le sue pittoresche e
affascinanti cittadine, ricche di arte, storia e poesia. Per non parlare di
Bruxelles, che ci ha piacevolmente stupito per la sua vivacità e la
sua bellezza. Questo viaggio lascia un ricordo dolce e appagante, non
solo per lo strepitoso cioccolato ed i sublimi waffels divorati, ma
anche per le atmosfere magiche e romantiche che ci ha saputo offrire.
RIEPILOGO DEI LUOGHI IN CUI ABBIAMO SOSTATO:
FUSSEN
(Germania): Camper's Stop (Abt-Hafner-Str.9 – tel: 08362/940104):
13 euro + 2 euro per 3 kw di corrente e camper service;
ORVAL,
nel parcheggio antistante l'abbazia;
BOUILLON,
parcheggio gratuito in Rue de la Poulie, con camper service, ma privo di elettricità. E' una bella zona, tranquilla, in mezzo al verde,
distante circa 1,5 km dal centro;
SOHIER,
parcheggio nei pressi della Chiesa;
HANS
SUR LESS, parcheggio gratuito in Rue de la Lesse (GPS: N
50.12722, E 5.18638);
MARCHE-EN-FAMENNE,
parcheggio gratuito presso impianti sportivi a 500 metri dal centro;
ROCHE-EN-ARDENNE,
parcheggio gratuito in Rue de Harsè n. 18, a fianco della piscina;
HUTTON,
parcheggio gratuito lungo il fiume (segnalato) o dietro la chiesa (a
pagamento con carta di credito: € 10 per 24 ore), camper service ed
elettricità (segnalato);
DURBUY,
area camper in Rue
Fond de Vedeur (21 euro al giorno) o in Allée Louis de Loncin
(parcheggio per auto, poco più di un euro all'ora);
HUY,
parcheggio gratuito in Avenue du Bosquet n. 18, sulla riva sinistra
orografica della Mosa;
CASTELLO
DI JEHAY, parcheggi in costruzione davanti al castello oppure di
fronte al ristorante, 500 metri prima;
NAMUR,
parcheggio gratuito in Rue de Souchets (dietro centro sportivo).
Dispone di camper service a pagamento;
DINANT,
di giorno parcheggio gratuito lungo la Mosa; di notte parcheggio
gratuito della cittadella;
CHIMAY,
parcheggio gratuito in Rue des Ormeaux, di fronte al Casino;
BINCHE,
parcheggio gratuito in Rue des Pastures;
CASTELLO
DI BELOEIL, parcheggio gratuito in Rue du Chateau;
TOURNAI,
parcheggio gratuito in Avenue o Boulevard des Frères Rimbaut (solo
carico/scarico acque), vicino alla Maison de la Culture (50 posti per
camper);
KORTRIJK
(COURTRAI), parcheggio: Broeltorens – Dam (Kaai) - GPS: N50.831200 –
E003.268180, munito di barra di chiusura. Euro 10 per 24 ore
(carico/scarico + corrente) a 400 metri dal centro, vicino al ponte
con due grandi torri (Broel Towers);
IEPER
(YPRES), parcheggio gratuito a sinistra del Menin Gate Memorial;
NIEUWPOORT,
area camper di De Zwerver, Brugse-steenweg n. 29 (0,50 €/h con
camper service-corrente e 0,50 € per 50 litri d'acqua), distante
dal centro un paio di km;
BRUGES
(BRUGGE), area camper in Bargeweg: GPS N. 51.196330 – E003.225440 di
fianco al parcheggio dei pullman: € 15 da ottobre a marzo, € 19
in bassa stagione, € 25 euro in alta stagione, 59 posti, corrente,
scarico acque grigie e nere, carico acqua 50 cent. Centro
raggiungibile a piedi con una bella passeggiata nel parco di 1,5 km
circa.
GENT
(GAND), parcheggio gratuito presso Autocars in Yachtdref, vicino ad un laghetto ed a circa 3 km dal centro, che si raggiunge
percorrendo la riva della Leie;
BRUXELLES,
parcheggio a pagamento presso l'Atomium in Boechoutlaan, nel
quartiere Heizel, vicino allo stadio (uscita 8 tangenziale). In
alternativa c'è un secondo parcheggio in Dikkelindelaan. La tariffa
del parcheggio sulla strada varia in base al tempo di permanenza. Più
tempo si rimane e maggiore è il costo (50 cent mezz'ora, 4 euro 2
ore, 7 euro 3 ore, ecc., 25 euro l'intera giornata) ed è applicabile
dalle 9 alle 18; quindi, dalle 18 alle 9 non si paga nulla. Pertanto,
visto che sono le 16, paghiamo soltanto 2 ore e restiamo qui anche la
notte.
Parcheggio
dello stadio di Heyzel (Avenue Hoba de Strooper), prezzi come sopra.
Secondo
la guida, a Bruxelles ci sarebbe un'area camper in Rue dell'Elephant
n. 4, ma ha solo 5 posti.
ANVERSA
(Antwerpen), area camper in Vogetzanglaan n. 7/9, presso Expo, grande
e piantumata: € 10 + € 1 per 1 kw corrente + € 0,50 per sacco
spazzatura, con carico/scarico e corrente;
LIER,
parcheggio gratuito in Aarschotsesteenweg, munito del solito
marchingegno per il carico e lo scarico delle acque, anch'esso
gratuito;
MECHELEN,
parcheggio a pagamento sulla circonvallazione (poco più di 1€/h;
MAASTRICHT
(Olanda), area camper in Hoge Weerd n. 20, presso la marina, sul
fiume. € 17,50 per 24 ore di sosta, comprensivi di corrente, carico
e scarico acqua, wifi, toilette e docce sul pontile, pulite e moderne
(chiamare il numero indicato sul cancello);
NEUNEN
(Olanda), parcheggio gratuito in Oude Landen-Pastoorsmast 12, nei
pressi degli impianti sportivi;
BOXTEL
(Olanda), area di sosta per camper in Dennenoord (località)
Dennendreef (indirizzo): posto tranquillissimo, in mezzo alla
campagna. Costo: 12,50 € per camper e due adulti + 1 € a testa
per tasse. Ogni piazzola ha il rubinetto per il carico dell'acqua ed
il pozzetto per lo scarico acque nere e grigie (serve un tubo per
l'attacco), corrente + servizi, docce con acqua calda e utilizzo
piscina del vicino campeggio. Possibilità di aprire tendalino ed
utilizzare sedie e tavolini;
HEUSDEN
(Olanda): parcheggio in Ravellijn – Wijkse Poort. - Coord. GPS: N
51°44'06', E 5°08'02'' (non usufruito);
REICHELSHEIM
(Germania), parcheggio in Beerfurhterstrasse (colonnina con carico e
scarico acqua ad 1 €, ma l'acqua scende anche senza; colonnina con
8 attacchi per corrente che funziona soltanto con monete da 50
cent.);
OTTOBEUREN
(Germania), parcheggio presso Sportwelt in Galgelberg n. 4, gratuito
e vicino agli impianti sportivi. Elettricità: 50 cent/kw/h con
gettoni da acquistare nella vicina pizzeria. Il camper service si
trova 200 metri più avanti, sulla strada per raggiungere il centro.
Quest'ultimo dista 6-700 metri dal parcheggio, andando nella
direzione opposta agli impianti sportivi.
SILANDRO
(Italia), parcheggio in Via Lido, vicino agli impianti sportivi
(seguire indicazioni per Campo delle feste). Il costo è di 3 euro al
giorno. Dalle 18 alle 8 è gratuito. Se si prende il biglietto alle 8
del mattino, si può stare ancora tre ore, e cioè fino alle 11,
senza pagare. Così, parcheggiando dopo le 18, si può sostare
gratuitamente fino alle 11 del giorno dopo.