Procediamo su tratti di dolce pendenza che si alternano a falsopiani. Giunti in località Moulin de Rigaud, continuiamo facilmente fino a Pra d'Astier e all'incrocio con la strada per Pierlas. Pedaliamo lungo la falesia che sovrasta il piccolo borgo, mentre la salita s'inasprisce sempre più, finchè arriviamo alle Gole superiori del Cians. La carreggiata ora è stretta e ripida, ma la vista spettacolare. Pur riproponendo i medesimi colori delle Gorges du Daluis, tuttavia questo ambiente offre vedute diverse.
Raggiungiamo l'ingresso della Petite Clue, l'incredibile forra che la nuova strada evita con una moderna galleria, ed imbocchiamo il vecchio percorso accessibile soltanto ai ciclisti ed ai pedoni. L’angusto passaggio, scavato nella roccia rossa, consente una visione magica della gola. La luce, in alcuni punti, fa fatica a penetrare attraverso la profonda e stretta fenditura. Sono istanti unici, di grande emozione, che mi godo lentamente, cercando di rimandare il più a lungo possibile l’uscita da questo luogo magnifico.
A malincuore mi reimmetto sulla nuova strada, che continua a salire con accentuata pendenza fino all'imbocco della Grande Clue, a quota 1067 metri. Anche qui, una moderna galleria consente ai veicoli di aggirare la gola, difficile da percorrere pure in bici. Infatti il fondo stradale, in alcuni tratti, è abbastanza sconnesso e ricoperto da un tappeto di frammenti di pietra rossa.
La gola è superba: le opposte pareti quasi si congiungono sopra il torrente e la roccia scarlatta crea forti contrasti con il verde smeraldo della vegetazione, l'azzurro del cielo ed il bianco spumeggiante dell’acqua del torrente.
Riprendiamo la strada principale, adesso ampia e a due corsie, che prosegue in modo deciso. La valle si allarga e, piano piano, l'ambiente circostante cambia, ritrovandoci in una grande vallata alpestre. Affrontiamo alcuni impegnativi tornanti e, dopo 22 km, giungiamo ai 1450 metri di quota dell'antico, arroccato borgo di Beuil. Ignoriamo il bivio per Valberg ed entriamo nell'abitato.
Una sosta nella piazzetta della chiesa per dissetarci con la freschissima acqua della fontanella e, poi, riprendiamo la via del ritorno, tutta in discesa e per lo più deserta. Del resto è mezzogiorno e i buoni cristiani, a quest'ora, sono già con le gambe sotto il tavolo. Noi, invece, consumiamo i nostri panini seduti su grandi massi rossi nei pressi di una bella cascata, con i piedi in ammollo nell'acqua gelida, rompendo le scatole ai poveri gamberetti provenzali.
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