Vacanza
itinerante tra l'alta Val d'Elsa, la Val di Merse e la Val d'Orcia,
con una deviazione nel Volterrano, una puntatina all'Argentario per
un bagno rinfrescante e due sconfinamenti: uno nella Tuscia laziale,
per lasciarci incantare dalla suggestiva bellezza di Civita di
Bagnoregio - il paese che muore - e, l'altro, in Umbria, per ammirare
quello splendido capolavoro del gotico italiano che è il duomo di
Orvieto. Ritorno attraverso le dolci colline ricoperte di vigneti
della Val di Chianti.
DIARIO
Così
come la calma torna dopo una tempesta, così pure, ai periodi
difficili della vita, fanno seguito momenti più tranquilli e sereni.
Non sto scrivendo niente di nuovo, lo so, ma quando riusciamo a
lasciarci alle spalle preoccupazioni e sofferenze varie, anche
soltanto poter tornare a vivere la nostra semplice quotidianità, è
già, di per sé, una gran gioia. Se, poi, possiamo pure riprendere
un'attività che ci stava particolarmente a cuore e che, per motivi
di forza maggiore, si è dovuta interrompere, alla felicità si
aggiungono nuovi stimoli e motivazioni. Si può immaginare, allora,
il mio stato d'animo, quando ho potuto nuovamente disporre del mio
tempo! Una vacanza rigenerante era proprio
necessaria per me e per la mia famiglia. Andrea, il nostro figlio
maggiore, aveva una settimana a disposizione e desiderava visitare la
Toscana. Vi era stato varie volte da piccolo, ma i suoi ricordi erano molto confusi.
Perciò è stato bello accontentarlo. Il nostro amico camper,
come noi, dopo mesi e mesi di immobilità, fremeva dalla voglia di
mettersi in viaggio. Visto il tempo limitato, l'idea era quella di
gironzolare soltanto tra le Terre di Siena, ma il caldo torrido del
periodo ha fatto sì che inserissimo nel programma una deviazione
verso l'Argentario per un bagno rinfrescante. Ero, inoltre,
tremendamente curiosa di vedere la tanto pubblicizzata Civita di
Bagnoregio - “il paese che muore” - e pure Orvieto, per ammirare,
soprattutto, il suo meraviglioso duomo. Pertanto abbiamo previsto
anche uno sconfinamento nella Tuscia laziale e in Umbria. Descriverò
l'itinerario in modo sommario, senza approfondire i luoghi visitati,
in quanto per questo esistono in commercio guide molto dettagliate,
che, sicuramente, sapranno illustrare meglio di me le varie località
e attrazioni turistiche.
02/07/2016:
per raggiungere Certaldo, prima tappa dell'itinerario, affidiamo la
nostra sorte al navigatore satellitare, il quale, dopo averci
invitato ad uscire al casello autostradale di Impruneta, ci propone
subito un assaggio di infiniti saliscendi su stradine strette e
tortuose.
Certaldo |
Entriamo, così, di colpo nella tipica scenografia della
Val d'Elsa, con le dolci colline ricoperte di ulivi e disseminate di rustici casali in pietra, ben ristrutturati, spesso
posti alla fine di lunghi vialetti fiancheggiati da alti cipressi.
Insomma, le classiche cartoline della Toscana. Il borgo fortificato
di Certaldo lo avvistiamo già dalla strada che corre ai suoi piedi.
Racchiuso da alte mura, è arroccato sulla sommità di una collina, a
dominare il territorio circostante. Lasciamo il camper nell'area
attrezzata e gratuita in Piazza dei Macelli (GPS: N43.545710, E11.045920), nella parte bassa del
paese, al riparo di ombrosi alberi e, ignorando sia la funicolare che
la strada asfaltata, imbocchiamo il ripido sentiero che si inerpica
fino ad una delle tre porte d'accesso a quella che costituisce l'anima più antica, detta Castello. Quest'ultima è stata tutta
realizzata in mattoni rosa, che le danno un'atmosfera
particolare, tra il medievale ed il rinascimentale. E' quasi
mezzogiorno e il caldo inizia a farsi sentire. Con pochi, lenti passi
percorriamo la sobria via principale, passiamo davanti alla casa dove
nacque Boccaccio, arrivando, poco dopo, di fronte al Palazzo
Pretorio, dalla magnifica facciata ricoperta di stemmi, dove si
possono visitare le prigioni e gli affreschi. Continuando verso
destra, ci ritroviamo al punto di partenza. Certaldo vale una sosta: è un borgo grazioso e ben conservato. Torniamo al nostro
mezzo e ci dirigiamo verso San Gimignano, la città delle torri:
questa perla, unica al mondo, non poteva mancare nel nostro
itinerario. Qui, in località Santa Chiara, c'è un'area attrezzata per i camper
al costo di 22 euro per 24 ore di permanenza, oppure 4 euro l'ora,
con servizio di bus navetta che porta in centro in
due minuti (chiusa nel 2020). Noi, invece, proseguiamo verso il parcheggio per camper
posto in località Santa Lucia, distante 3 km, nei pressi di una zona ricreativo-sportiva (GPS: N43.452050, E11.055860). L'area può ospitare 50 camper
a 10 euro al giorno, oppure 1 euro all'ora, ed è servita dalla linea
1 del trasporto pubblico locale che, al costo di 1 euro, la collega
al centro storico.
San Gimignano |
Usufruiamo
subito del piccolo bus e, dopo aver ammirato il bellissimo skyline di
San Gimignano dai finestrini del pulmino, varchiamo una delle cinque
porte che introducono a questa splendida cittadina, tra le più
affascinanti mete della Toscana. Percorrendo una lunga via
fiancheggiata da alti ed antichi edifici, sbuchiamo in Piazza della
Cisterna, che prende il nome dal duecentesco pozzo che troneggia al
centro. Continuando dritto accediamo alla Piazza del Duomo. In
entrambe le piazze svettano alte torri; nel Medioevo se ne contavano
72 mentre oggi sono 15 in tutto. Sostiamo in punti diversi, concedendo ai nostri occhi tutto il tempo necessario per posarsi sui particolari e, alle nostre menti, quello per assimilarli. Ogni pietra, in questo luogo, trasuda storia: dalla Collegiata al Palazzo del Podestà ed a quello del
Popolo, ora sede del Comune, che ha la torre più alta (la torre
Grossa), dalle dimore patrizie alle porte e agli archi, ecc. E dopo aver
camminato lungo le belle vie pavimentate, esplorato ogni angolo
nascosto, curiosato tra le tante botteghe - che offrono prodotti
tipici senesi - e passeggiato nei giardini della rocca, ascoltando
dolci melodie suonate da artisti girovaghi, andiamo alla ricerca di
un locale dove poter anche gustare qualche tradizionale piatto della
cucina toscana. Ci attardiamo ancora un po', dopo cena, in Piazza
della Cisterna e, poi, data l'ora, torniamo a piedi all'area camper.
Siamo buoni camminatori e le strade sono ormai deserte e
tranquille. Nel silenzio della notte, risuonano
soltanto i nostri passi e le nostre chiacchiere serene.
03/07/2016:
all'alba, mio figlio ed io ritorniamo a piedi in centro per
scattare altre foto senza l'invasione dei turisti e, sempre a piedi,
facciamo ritorno al camper, che rimettiamo prontamente in moto. Faremo tappa a Volterra, che dista 32 km da qui. Seguendo le strade provinciali
n. 69, 62, 4 e 15, arriviamo all'area riservata ai camper di Porta
Docciola, in Via dei Filosofi - GPS: N43.403340, E10.864970 - (dietro il distributore Esso); la
tariffa di 10 euro comprende il camper service, mentre per
l'elettricità si paga 1 euro ogni 12 ore. Pranziamo qua, approfittando dell'ombra offerta dalle fronde di alti
alberi e del canto degli uccellini per rilassarci.
Volterra |
Nel tardo
pomeriggio ritorniamo attivi. Per salire al cuore antico della cittadina passiamo
attraverso la porta di Docciola - posta di fronte all'area - e
accanto ad una grande fonte, arrampicandoci, quindi, lungo
un'interminabile scalinata. Anche Volterra si erge, infatti, sulla
cima di un colle ed è circondata da possenti mura, nelle quali si
aprono varie “porte” d'accesso.
Passeggiando
tra le sue strette vie lastricate, sulle quali si affacciano antichi
edifici, belle botteghe, soprattutto di alabastro (di cui questa
città è famosa) e locali tipici, arriviamo alla Piazza dei Priori,
con l'omonimo, maestoso Palazzo che fronteggia Palazzo Pretorio.
Quanta storia si respira da queste parti! Visitiamo il Duomo e poi
imbocchiamo la stradella in salita che conduce alla Fortezza Medicea
ed al bel parco che le si estende davanti. L'area archeologica
purtroppo è già chiusa. Pertanto, ritorniamo in centro e, quindi,
ridiscendiamo la lunga scalinata che ci riporta all'area camper.
Passiamo qui la notte.
04/07/2016:
poco dopo l'alba, mio figlio ed io, come al solito, sgaiattoliamo
fuori dal camper e ritorniamo velocemente in centro per scattare
altre foto senza la folla di turisti. Ci sbrighiamo abbastanza in
fretta e, quando ripartiamo con il camper, l'aria è ancora fresca.
Monteriggioni |
Ma, una volta arrivati a Monteriggioni, il sole già picchia forte.
L'area attrezzata per i camper, segnalata (SR 2 – Coord. GPS: 43.385570, 11.227520 - 12 euro al giorno), è chiusa. Comunque, abbiamo intenzione di fermarci soltanto alcune ore,
perciò lasciamo il nostro mezzo nel parcheggio antistante. Imbocchiamo subito lo
sterrato che, in poche centinaia di metri, ci scodella davanti, o quasi, alla porta
d'ingresso di uno dei più noti borghi murati italiani. Questa fortezza, le cui
mura, lunghe 570 metri, sono intervallate da 14 torri e due porte, fu
costruita dai Senesi negli anni 1213-1219 su una collinetta per
sorvegliare la via Cassia/Francigena. All'interno si
trovano alcune abitazioni, due bar, un negozio di alimentari ed uno
di souvenir, due ristoranti, un albergo, un'erboristeria e una
rivendita di prodotti tipici. E' tutto molto contenuto e bastano
pochi passi per visitarlo. Ci sediamo su una panchina all'ombra,
mentre Andrea va sul camminamento delle mura per scattare qualche
fotografia e, poi, tutti insieme, ritorniamo al camper per pranzare.
Con calma ripartiamo e, attraversando la bellissima Val di Merse -
racchiusa tra le Crete Senesi e la Maremma - in un paesaggio naturale
fatto di dolci colline e vallate ricoperte di boschi, raggiungiamo
l'abbazia di San Galgano.
Abbazia di San Galgano |
L'area di sosta per i camper, situata
dietro il cimitero, a 500 metri dall'abbazia (GPS: N43.15310, E11.15173); è molto ampia e
gratuita, ma le colonnine per l'erogazione di corrente, coperte con
sacchi di plastica, non funzionano, come pure il camper service. E'
ormai tardo pomeriggio quando c'incamminiamo verso l'Eremo di San
Galgano. Vi è conservata la spada che, secondo la tradizione,
Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia in segno di rinuncia
alla vita mondana. Poi, un sentiero che passa dietro la chiesa, ci
porta all'abbazia cistercense di San Galgano, che si erge, quasi
solitaria, in mezzo alla campagna. Paghiamo il ticket per vederne gli
interni e, più tardi, approfittiamo del ristorante, che si trova
nelle vicinanze, per assaggiare altre specialità toscane. Ritorniamo
al camper mentre il sole sta tramontando, ma Andrea, che vorrebbe
fotografare l'abbazia con l'illuminazione notturna, mi convince ad un
secondo accesso con il buio pesto. Luci frontali, cavalletto e via
che si riparte. Vita dura quella degli amanti della fotografia!
Grilli, lucciole e versi di animali che mi fanno accapponare
la pelle, ma, alla fine, ci portiamo a casa un bel bottino.
05/07/2016:
nella pace del luogo consumiamo
un'abbondante colazione e, poi, ci rimettiamo in marcia,
dirigendoci verso Montemassi. Parcheggiamo lungo la strada d'accesso
al piccolo borgo, il quale
si trova su un'altura culminante con uno sperone roccioso. Il suo
centro storico ha conservato l'aspetto di borgo a "pigna",
anche se le mura sono in gran parte state inglobate nelle abitazioni.
Visitiamo la rocca, ma, tutto
sommato, non ne valeva la pena.
L'intero complesso versa in uno stato di forte degrado ed è ormai
diventato un'immensa piccionaia; fa più bell'effetto guardandolo dai
finestrini del camper.
Tramonto dal Tombolo della Giannella |
Proseguiamo
per Roccastrada, un altro antico villaggio medievale arroccato
attorno ad una scenografica roccia. Lasciamo il camper in uno spazio
erboso a fianco del piccolo parcheggio, guardando perplessi la ripida
rampa che dovremo poi affrontare in salita. Chissà se il nostro
bestione ce la farà! Comunque ormai è lì! L'appetito ci dirotta
subito verso il fornaio, che si trova proprio all'inizio del centro
abitato. Facciamo man bassa di ogni ben di Dio, che divoriamo sul
belvedere, raggiunto attraverso strette e ripide viuzze. Da quassù
si gode di un vasto panorama e c'è pure una fontanella per
dissetarci. Cosa voler di più? Beviamo
il caffè in un piccolo bar e riprendiamo il nostro viaggio, dopo essere riusciti, con un gran ruggito del nostro mezzo, a guadagnare di nuovo la strada principale. E,
adesso, dritti al mare! Andrea non vede l'ora di tuffarsi nell'acqua
fresca. La temperatura in questi giorni è ai massimi livelli (siamo
intorno ai 38-40°C). Copriamo i 70 km che ci separano dall'Argentario in circa un'ora, fermandoci sul Tombolo della
Giannella, dove troviamo un parcheggio sotto una grande e ombrosa
pineta, nei pressi di un venditore ambulante di frutta e di una
trattoria. L'accesso alla spiaggia libera è proprio di fronte.
Finalmente! Ci fiondiamo entusiasti verso le onde del mare, godendoci la brezza marina e il profumo di salsedine. Concludiamo alla grande la giornata, cenando nel ristorante adiacente
alla pineta, con tante gustose portate a base di pesce fresco. Ci
voleva davvero!
06/07/2016:
il nostro viaggio continua verso Pitigliano, che già conoscevamo. Alla visita di questo borgo caratteristico di origine etrusca, costruito su una collina di tufo, dedichiamo giusto il tempo di fare qualche scatto fotografico
migliore di quelli realizzati la volta precedente. Pertanto, parcheggiamo vicino al centro e
all'acquedotto, nei pressi del cimitero, in Via San Michele. L'area
di sosta per camper, invece, si trova in Piazzale Nenni, a circa 1 km
di distanza (GPS: N42.637420, E11.680030).
Pitigliano |
Proseguiamo, subito dopo, in direzione della Civita di Bagnoregio, lungo una
bella strada che scende verso l'affascinante Bolsena e l'omonimo
lago. Questa cittadina mi sorprende piacevolmente: non pensavo fosse così bella! Saliamo verso la sua rocca, accanto alla quale notiamo un ampio parcheggio (Via Madonna del Cacciatore n. 5 - Bolsena - GPS: N42.648588, E011.986728 - Tariffa: € 0,50 per 30 minuti, € 1/ora), che ci consente una sosta per il
pranzo mentre imperversa un violento temporale. Ormai non manca molto
alla nostra meta e, quando ripartiamo, l'aria è già più fresca.
Viaggiamo sulla SP135 fino al Parcheggio per camper (Strada Provinciale Bagnoregio - GPS: N42.629688, E012.093410 - Tariffa € 2/ora, si paga solo dalle 8 alle 20 ed è consentita la sosta notturna). La Civita dista
un paio di chilometri, ma pare vi è la possibilità di usufruire di una
navetta (che noi, però, non abbiamo visto). Quest'ultima, comunque,
arriva soltanto alla fine della strada che attraversa il centro di
Bagnoregio. Per visitare la Civita, bisogna continuare a piedi fino
al belvedere, scendere una ripida scalinata ed un'altrettanto ripida
strada asfaltata, al termine della quale c'è la biglietteria
(ingresso: nel 2016 € 1,50, € 5 nel 2021). Risalendo un lungo e stretto ponte
pedonale in cemento armato e passando attraverso un arco in pietra, entriamo in un luogo fantastico, caratterizzato da archetti, cortili, piazze, case medievali e rinascimentali, stradine che offrono scorci straordinari su un paesaggio surreale. Civita, infatti, domina dall'alto dei suoi 443 metri, una grande valle incisa dai calanchi, sottili creste ondulate, che di sera assumono tonalità rosate. Essendo lo strato di base di questo territorio, compreso tra il lago di Bolsena e la valle del Tevere, di origine marina e argillosa, è purtroppo soggetto ad una veloce erosione ad opera dei torrenti e degli agenti atmosferici.
Civita di Bagnoregio |
L'erosione, ma anche i terremoti e le frane, sono, dunque, la causa dell'isolamento di questo antichissimo borgo e vi è
il serio pericolo che lo stesso scompaia del tutto. Per questo è chiamato anche “il paese che muore”. Abitato da una
decina di persone, è raggiungibile solo attraverso quel ponte ed a
piedi. Civita è un posto meraviglioso, dal fascino
unico, soprattutto a quest'ora, con la luce calda e dorata del sole
che sta per tramontare. Non mi sembra vero di essere qui a calpestare le sue
strade di pietra, a respirare la sua aria misteriosa, ad ascoltare i
suoi silenzi.
07/07/2016:
dopo una notte tutto sommato tranquilla, ci rimettiamo in strada,
dirigendoci verso Orvieto, che già abbiamo la possibilità di
ammirare in tutto il suo splendore mentre percorriamo la SP12 per
Orvieto Scalo. L'area sosta per i camper “Battistelli” si trova
in Via Strada della Direttissima, accanto alla funicolare e ad un
grande parcheggio per auto e pullman (GPS: N42.725310, E12.126630). E' un po' disturbata dalla
vicina stazione ferroviaria, ma offre docce e servizi igienici
pulitissimi (anche per disabili), lavatrice, asciugatrice, ricarica
bombole gas, alcuni generi alimentari, opuscoli turistici e colonnine
per l'allacciamento elettrico. La tariffa intera è di 18 € (5 €
solo CS), ma noi paghiamo 10 € per 8 ore (Tel. 0763-30.01.61 –
338.684.31.53 – 328.06.44.317).
Orvieto |
Parcheggiamo
il camper e andiamo subito alla biglietteria della funicolare.
Orvieto, infatti sorge su una rupe di tufo, alta dai 20 ai 50 metri,
che si erge dalla pianura circostante. Dopo pochi minuti saliamo
sulla vettura che ci deposita in Piazza Cahen, nei pressi della Rocca
dell'Albornoz e del celebre Pozzo di San Patrizio, che visiteremo al
ritorno. Un minibus consente di raggiungere il centro storico nel
giro di alcuni minuti, ma noi preferiamo fare due passi a piedi e,
quindi, ci incamminiamo lungo la via principale, fiancheggiata da
palazzi antichi, su cui si aprono numerosi negozi e locali di ogni
tipo. Seguendo l'onda dei turisti, sbuchiamo in una grande piazza,
dalla quale s'innalza il maestoso Duomo, capolavoro del gotico
italiano. Una meraviglia! Andrea ed io entriamo a visitarlo (3 €
cad.), mentre Marco rimane fuori con Toby. Viceversa, sarò io a far
compagnia a Toby, quando Marco e Andrea scenderanno nel Pozzo di San
Patrizio, un cilindro profondo 53 metri e largo 13, con due scalinate
a spirale, illuminate da 70 finestroni sovrapposti e composte da 248
gradini. Terminato di costruire nel 1537, consentiva, a colonne di
muli carichi di otri d'acqua, di salire e scendere senza
intralciarsi.
Pozzo di San Patrizio |
Tra una cosa e l'altra si è fatto mezzogiorno e il
sole, ormai alto nel cielo, picchia impietoso sulle nostre teste.
Decidiamo di tornare al camper per pranzare e rilassarci un po'
all'ombra degli alberi del parcheggio, approfittando anche delle docce,
offerte dall'area attrezzata, per una bella rinfrescata. Purtroppo,
non so come, ci dimentichiamo di visitare l'Orvieto Underground, la
città sotterranea scavata e modellata dagli abitanti nel corso dei
secoli, fatta di labirinti, passaggi, grotte e cavità varie.
Pazienza! Nel tardo pomeriggio ripartiamo e, per comodità,
imbocchiamo l'autostrada. Usciamo al casello di Chiusi-Chianciano e
proseguiamo verso Montepulciano (parcheggio 7: GPS: N43.089690, E11.782480 - parcheggio 5: GPS: N43.095650, E11.787470). Eravamo già stati qui nel passato, ma vorremmo fare ugualmente una visita veloce. Purtroppo la
ricerca di un parcheggio risulta vana, perciò non ci resta che
continuare per Pienza. Anche qui abbiamo un po' di difficoltà nel
reperire un posteggio. Alla fine lo troviamo abbastanza lontano dal
centro. Quest'ultimo si potrebbe raggiungere con una bella
passeggiata lungo le mura che circondano la città, ma queste sono interdette ai cani. A dir la verità c'è qualcuno che ignora il
divieto, ma noi siamo diligenti e lo osserviamo. Poco male! Pienza è
uno dei rarissimi progetti di “città ideale” del Rinascimento
portati a termine. Situato a 491 metri s.l.m., è una delle località
più rinomate della Val d'Orcia, sulla quale si affaccia con un
suggestivo belvedere. L'avevamo già visitata anni fa, ma avevamo
bisogno di rinfrescarci un po' la memoria e, comunque, fare quattro passi in
questo luogo è sempre piacevole. Attraverso la bella porta
d'ingresso accediamo all'antico nucleo e subito respiriamo un intenso profumo di pecorino, noto formaggio prodotto nella zona, che viene venduto nei tipici negozi di questa cittadina, dalla quale prende il nome.
Pienza |
La via
principale conduce direttamente alla caratteristica Piazza Pio II,
sulla quale spiccano il Duomo e il Palazzo Piccolomini.
Continuiamo fino alla porta opposta e, poi, ritorniamo lentamente sui
nostri passi. Non ce ne andiamo senza prima aver fatto incetta di
pecorino nell'accattivante bottega vicino all'uscita: ne prendiamo
diversi tipi, quelli che più ci allettano, dopo averne assaggiati parecchi.
Questa sera, a cena, faremo loro la festa! Al ritorno, Marco si
sacrifica, come sempre, per permettere a me e ad Andrea di scattare
alcune foto dalla passeggiata sulle mura. Lui e Toby torneranno al
camper dalla strada principale. Quando, infine, ripartiamo tutti
insieme, la giornata volge già al termine. Percorrere la val d'Orcia
con il sole ormai basso all'orizzonte e con quella magnifica, calda
luce che accende l'oro dei campi di grano appena mietuti, è quanto
di più suggestivo possa mai capitare di assistere. Si ha la sensazione di
essere dentro la tela di un pittore rinascimentale.
Val d'Orcia |
Non per niente la
Val d'Orcia è stata dichiarata patrimonio mondiale dell'Umanità
dall'Unesco, per l'eccellente conservazione del suo panorama.
Passando per S. Quirico d'Orcia, arriviamo a Montalcino quasi
all'imbrunire. Arrancando sul versante scosceso della collina, un altro
incantevole spettacolo della natura si apre davanti ai nostri occhi:
un paesaggio fatto di dolci rilievi ricoperti da immensi vigneti e
punteggiati da cespugli di rose rosse e ginestre gialle, di ordinati
uliveti e stradine bianche fiancheggiate da alti cipressi, che si
perdono in lontananza, serpeggiando tra le distese di campi arati e
coltivati. E mentre gli occhi si beano di queste meraviglie, con il
camper conquistiamo l'area di sosta (segnalata) sita in località
Alberghiera, Via Osticcio 171 (Coord. GPS: 43.049130, E11.487490), che si trova a circa 1 km dal
centro, al termine di una ripida salita. Dispone soltanto di un
pozzetto con coperchio in metallo e di una fontanella d'acqua
potabile, però la tariffa è davvero buona: 5 € al giorno (o 1 €
l'ora). E' un po' isolata, ma illuminata e tranquilla. La notte
dormiamo tutti come ghiri!
08/07/2016:
ci aspetta una lunga discesa verso il paese e, al ritorno,
un'ancor più ardua risalita, ahimé! In compenso, mentre scendiamo,
abbiamo una bella visuale d'insieme del borgo antico, che, circondato
da una possente cinta muraria e dominato da una rocca maestosa, è,
comunque, pure lui, situato ad una quota di 564 metri s.l.m.
Montalcino |
Da
questa posizione privilegiata si gode di un panorama grandioso, che
va dal Monte Amiata alle Crete Senesi e, attraversando tutta la Val
d'Orcia, arriva sino alle colline della Maremma. Montalcino è
rimasto pressoché intatto dal XVI secolo. Peccato che sia giorno di
mercato e che la via principale sia affollatissima e ingombra di
bancarelle. A fatica riusciamo a visitare la cattedrale ed a
sgusciare via dal caos, prendendo una stradina laterale che scende verso
Piazza Garibaldi. Continuando verso sinistra, giungiamo alla Piazza
del Popolo, con la sua bella loggia gotica, sulla quale svetta
l'altissima e stretta torre del Palazzo dei Priori, sede del Comune.
Qui, si respira veramente un'atmosfera medievale ed è piacevole
passeggiare lentamente per le sue strette viuzze, dove abbondano taverne, osterie, enoteche, ristoranti, wine bar, ecc. Per chi ama il
buon vino, questo è il posto giusto. Montalcino, infatti, è famoso
in tutto il mondo per la produzione del prezioso Brunello; questo vino, prima che sia pronto da bere, deve essere fatto invecchiare per
almeno 5 anni, 2 dei quali in botti di quercia. Terminiamo il giro
con la visita della fortezza, dotata di torri a tutti gli angoli e di
un camminamento di ronda ancora interamente percorribile. Ed ora non
ci rimane che arrampicarci verso l'area camper, sotto il sole cocente
di mezzodì. Per distrarmi, lungo la strada raccolgo tante piccole
pigne, riproponendomi di realizzare dei centro-tavola per Natale, già
sapendo che tutto andrà nel dimenticatoio nel giro di poco tempo.
Pranziamo qui e attendiamo che il caldo si attenui un po'. Poi
ripartiamo alla volta di Siena.
Duomo di Siena |
L'area attrezzata “Il Fagiolone”
per camper e autobus, presso la Porta di Fonte Branda, in Via di
Pescaia (GPS: N43.315678, E11.316655), è vicina al centro (15 minuti a piedi e in salita o pochi
minuti con il bus) - al quale si accede attraverso tutta una serie di
scale mobili - ma è molto disturbata, trovandosi proprio in mezzo a
due strade trafficatissime. La tariffa è di 20 € giornaliere ed
include camper service. Come sempre, ignoriamo il bus e, con le
nostre gambette, raggiungiamo la zona delle scale mobili, che, in
poco tempo, ci innalzano ai 322 metri di quota della splendida
capitale del gotico, dichiarata patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. Il
centro di Siena è tutto pedonale e ciò permette di assaporarne
maggiormente il fascino. Il magnifico Duomo ci appare dinanzi
all'improvviso, una volta girato l'angolo, sontuoso e luminoso.
Essendo tardo pomeriggio, non dobbiamo fare alcuna coda per
visitarlo. Marco attende fuori con Toby (che avrà l'onore di
ricevere le coccole di una giovane VIP americana), mentre Andrea ed
io, dopo aver acquistato i tickets alla biglietteria (10€ cad.),
che si trova in fondo alla piazza, sulla destra, entriamo in quella
che è considerata una delle meraviglie del romanico-gotico italiano.
Andrea rimane letteralmente a bocca aperta. Impossibile
descrivere la ricchezza delle opere realizzate da Bernini, Donatello,
Michelangelo, Nicola Pisano e Pinturicchio. Soffitti, pavimenti,
altare, pulpito, tutto qui è di straordinaria bellezza. Usciamo da
questo scrigno d'arte che è quasi ora di chiusura, avviandoci,
quindi, verso Piazza del Campo; è tra le più belle al mondo, con la
sua caratteristica forma a conchiglia, in lieve pendenza, e l'altissima Torre del Mangia (88 metri), che si staglia contro l'azzurro del cielo. Costituisce un punto di passaggio obbligato
e, pertanto, è affollata di turisti che siedono ai tavoli dei bar e dei ristoranti, ma anche per terra. Ceniamo in una piccola e non esosa
locanda, godendoci ancora un po' la notte magica di questa
meravigliosa cittadina e, infine, c'incamminiamo verso le scale
mobili ed il parcheggio.
09/07/2016:
ultimo giorno di vacanza. Da Siena, attraverso la verdissima Valle
del Chianti - con le sue armoniose colline rivestite di vigneti - e
sfiorando piccoli, incantevoli borghi come quelli di Panzano e
Castellina, perveniamo nuovamente al casello autostradale di
Impruneta, che segna la fine di questo breve, ma intenso viaggio in
uno dei territori più amati al mondo.
Valle del Chianti |
Restano i ricordi di
tranquille giornate trascorse con la mia famiglia e le
belle sensazioni provate. Assaporando la ritrovata libertà, abbiamo
goduto di ogni attimo vissuto insieme. La stagione propizia, calda e
assolata, ha, inoltre, enfatizzato la bellezza dei luoghi visitati,
accendendone i colori e accentuandone i profumi. Non dimenticherò
l'argento degli ulivi, l'oro dei campi di
grano, il verde brillante dei vigneti e quello più cupo dei
cipressi, il giallo delle ginestre e dei girasoli; la quiete della
campagna, il frinire delle cicale di giorno e dei grilli la sera; i lunghi pomeriggi arsi dal sole cocente, i tramonti infuocati, i cieli
stellati. E i lievi voli delle lucciole, tenui lumicini che si
accendevano, qua e là, nelle notti buie e silenziose di una magica estate in Toscana.
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