Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

martedì 21 ottobre 2025

VAL BREMBANA in camper e bici (Bergamo, Lombardia)


DESCRIZIONE


La Val Brembana è, tra le valli bergamasche, quella che amo di più: la bellezza variegata dei paesaggi, i borghi antichi, le storiche e affascinanti vie di comunicazione che l’attraversano, i rinomati prodotti caseari di cui sono ghiotta (formaggi DOP, come lo Stracchino Taleggio e l’erborinato Strachitunt, il Branzi, l’Agrì, il Formai de Mut, ecc.), le numerose opportunità di praticare ciclismo e trekking (oltre agli sport invernali), l’accoglienza offerta anche a noi camperisti, con la creazione di alcune aree di sosta, sono alcune delle ragioni per cui l'adoro. 

Alpi e Prealpi Orobie fanno da sfondo a questa splendida valle, che si estende per una lunghezza di 55 km, dalle dorsali del pizzo dei Tre Signori e del pizzo del Diavolo di Tenda fino allo sbocco in pianura: 55 km tutti da godere, lentamente in sella ad una bici, lungo la ciclovia ricavata da una vecchia linea ferroviaria in disuso, o velocemente con i mezzi a motore, grazie alla comoda strada statale e alle gallerie che deviano il traffico lontano dai centri abitati. 



Il protagonista principale è il fiume Brembo, il quale nasce da tre distinte sorgenti (la prima si trova alla base del Pizzo dei Tre Signori, la seconda sotto il Passo San Marco e la terza ai piedi del Pizzo del Diavolo di Tenda) e si forma a Lenna dall’unione del ramo occidentale di Mezzoldo e del ramo orientale di Carona, arricchito poi da una miriade di corsi d’acqua che scendono dai versanti laterali delle montagne: da quello orografico destro i torrenti Stabina, Enna, Brembilla e Imagna; da quello sinistro i torrenti Valsecca, Parina e Ambria-Serina. 


La valle è suddivisa in tre settori differenti: 


L’Alta Val Brembana, a nord di Lenna e cinta dalle Alpi Orobie, si apre a ventaglio in più diramazioni: i due solchi principali sono quelli del Brembo occidentale di Mezzoldo e del Brembo orientale di Carona.


La Media Val Brembana, tra Lenna e Zogno, stretta tra le montagne, presenta forre più o meno profonde e piccole valli laterali.


La Bassa Val Brembana, da Zogno ad Almè, è la parte iniziale della valle.



MAPPA


 



DIARIO



ALTA VAL BREMBANA


1° giorno:  Grumello del Monte - Cusio in camper (km 63) + Piani dell’Avaro in mountain bike (16 km a/r)

Da Grumello del Monte raggiungiamo Seriate (sosta al Camper Service in Corso Europa - GPS: N45.678927, E009.729222 - per carico acqua) e c’immettiamo sulla superstrada 671. 

Prendiamo, poi, l’uscita per Ponte San Pietro / Val Brembana e seguiamo la SS470dir, che a Villa d’Almè si congiunge con la SS470 della Valle Brembana e del Passo San Marco. Quest’ultima attualmente è un po’ più scorrevole rispetto al passato, in quanto, nel corso degli anni, sono state costruite diverse gallerie (vietate alle bici), le quali consentono di evitare l’attraversamento dei paesi valligiani; di contro c’è che il paesaggio è in parte precluso alla vista. Tuttavia, potrò apprezzare il meraviglioso scenario ambientale offerto dalla valle, con tranquillità, quando percorrerò in bici la Ciclovia della Valbrembana. 

Essendo piena estate, cominciamo l’itinerario dall’Alta Val Brembana, nella speranza di trovare un po’ di refrigerio alla canicola africana che opprime la pianura padana in questo luglio rovente.

Entriamo nella valle e superiamo il viadotto di Serina, quinto ponte (in ordine di tempo), che, insieme a quelli più pittoreschi sulla strada per Ubiale, sulla vecchia statale, sull’antica via Priula e a quello dal profilo parabolico su cui passava l’ex linea ferroviaria, dà vita ad un intreccio suggestivo, che ben si può vedere dalla sottostante ciclovia. 

A Piazza Brembana giungiamo dopo 63 km. Qui convergono, da occidente la SP1 (è sempre la SS470 che sale al Passo San Marco), la quale segue il ramo del Brembo di Mezzoldo, mentre da oriente la SP2, che costeggia il Brembo di Carona e le rispettive valli. 

Ci dirigiamo, dunque, a sinistra, verso Olmo al Brembo (556 m) e la valle del Brembo occidentale, dove dalla SP1 (o SS470) si diramano la SP6, che sale ai Piani di Ceresola sfiorando Valtorta, e la SP8, che s’inerpica ai Piani dell’Avaro, lambendo Cusio, nostra meta odierna, perchè provvisto di un’area di sosta per camper di recente realizzazione. La carreggiata è a due corsie, tortuosa, ma agevole anche per camper di oltre 7 metri come il nostro; solo nel centro di Averara si restringe in corrispondenza di una svolta secca a destra. 

In 11 km c’innalziamo ai 1040 metri di quota di Cusio. L’area camper si trova ai piedi del paese (Via Piazzetta 1) - GPS: N45.985751, E009.604305), nei pressi del centro sportivo, di un’area pic-nic, di un parco giochi per bambini e di due campetti da calcio; wifi free (WiFi4EU). E’ necessario telefonare al n. 348-1842781 o inviare una mail a: areacampercursio@gmail per prenotare e ricevere il QR Code che consente di alzare la sbarra d’accesso all’area. L’ingresso è un po’ stretto, ma non crea problemi: basta fare una manovra in più; è segnalata, gratuita e può ospitare 8 camper (ci sono 8 prese per la corrente: costo € 0,20 per 10 minuti o € 2 per 8 ore; l’acqua è gratuita). Il pozzetto per lo scarico delle acque grigie e nere è situato un po’ più in alto, a metà della discesa che porta all’area; non sembra molto comodo per noi: il nostro camper ha il wc nautico con il tubo di scarico sul lato posteriore destro e dovremmo salire in retromarcia per entrarvi. Vabbè, intanto non ci serve. La mancanza di zone d’ombra non è un problema a quest’altitudine: l’aria è fresca e si sta bene.



Alle 15,30 scarichiamo le nostre mountain bikes e ci avviamo verso i Piani dell’Avaro (li si può raggiungere anche a piedi, seguendo una mulattiera). 8 km di salita impegnativa, dall’asfalto un po’ sconnesso nell’ultimo tratto, ma che soddisfazione poterli ancora domare con le proprie forze! 






2° giorno: Cusio - Valtorta (km 20) + Ceresola (4 km) in camper

Stamattina vado ad esplorare da sola il piccolo borgo di Cusio. Marco fa un po’ fatica a camminare (è stato operato al tendine d’Achille quattro mesi fa); per fortuna può pedalare, benchè, al momento, solo per poche decine di chilometri. 

Cusio è frequentato per gli sport invernali e pare sia noto anche per il tradizionale artigianato dell’intaglio del legno, sebbene io non abbia notato alcuna bottega del genere.

Dal caratteristico mulino in pietra parte una ripida stradina gradonata, fiancheggiata da un ruscelletto; salendo i suoi 180 scalini, arrivo in cima all’abitato e percorro la Via Centrale fino alla chiesa, sovrastata da un campanile con la cupola a cipolla. Non essendoci altro, oltre ad un negozietto di alimentari e a due ristoranti, torno al camper.










Marco avvia il motore e con calma ridiscendiamo verso Olmo al Brembo, con una sosta, dopo 4 km, ad Averara (650 m s.l.m.), che fu importante stazione di confine della Repubblica veneta. 

Lasciamo il camper in un ampio parcheggio in via Centro n. 15 (GPS: N45.989418, E009.630890 (entrare nella via a sinistra della SP; l’entrata è un po’ stretta, ma fattibile) e andiamo a dare un’occhiata al bel paesino circondato da lussureggianti montagne; nient’altro che un pugno di case, dalle cui strade e ponti transitarono nel passato mercanti e carovane di muli carichi di merci diretti al Passo San Marco




Averara era, infatti, l’ultimo centro abitato della Via Mercatorum, principale accesso alla Val Brembana nel Medioevo, prima della costruzione della Via Priula (dal nome dell'allora podestà di Bergamo Alvise Priuli). La Via Priula fu realizzata nel 1592, durante il dominio di Venezia, per unire Bergamo alla Valtellina e ai Grigioni svizzeri aggirando i territori del Ducato di Milano. Il percorso originario (a differenza di quello della Via Mercatorum, che proveniva dalla bassa Valle Seriana, per poi mantenersi ad una quota più o meno di 1000 metri) seguiva il fondovalle, raggiungeva Sparavera e portava al Passo San Marco, confine storico tra la Repubblica di Venezia e i Grigioni (il rifugio, edificato nel 1593, era il posto di guardia). Da qui, scendeva in Valtellina, la quale dal 1512 faceva parte della Repubblica delle Tre Leghe (Caddea, Grigia e delle Dieci Giurisdizioni). 


Il punto più caratteristico di Averara si trova in contrada Fontana ed è un tratto della Via Porticata; nella quattrocentesca cortina edilizia lungo la SP8, che rappresentava l’antico ingresso coperto al paese, aveva sede la vita amministrativa del tempo. 











Scopro solo successivamente che, prendendo la salita a sinistra del cimitero, in circa 1 km si giunge in località Redivo, dove, si può ammirare la singolare e ben conservata Casa dei notai Bottagisi, del primo ‘600, su quattro piani, con grandi arcate nel portico a pianterreno, doppie scale di legno scuro contrapposte tra di loro, che salgono al bel loggiato dell’ultimo piano. 

Casa Bottagisi (foto reperita sul web)


Riprendiamo il camper e scendiamo lungo la Val Moresca per altri 7,5 km. Al bivio di Olmo al Brembo ci immettiamo sulla SP1, svoltiamo a destra e, poco più avanti, deviamo ancora a destra nella SP6, la quale risale la valle del torrente Stabina fino a Valtorta. 

Dopo 3,5 km incontriamo il centro di Cassiglio (602 m s.l.m. - la casa Milesi del sec. XVIII, reca interessanti affreschi con figure di animali e persone in costumi settecenteschi). Non notando spazi adatti alla sosta e non capendo come raggiungere il lago omonimo, procediamo oltre, fermandoci al parcheggio di un’area pic-nic, lontano dal paese (Via Roma n. 96 - GPS: N45.967776, E009.608282); è un po’ stretto, ma, in fondo, sul lato destro, non diamo fastidio a nessuno. Pranziamo e, poi, avanziamo nella tortuosa valle. 




Lasciato alla nostra destra il bivio per Ornica (922 m) - porta d’ingresso alla Val d’Inferno e alle sue malghe, in cui si produce il rinomato Formai del Mut - perveniamo in ulteriori 7 km a Valtorta (935 m), Comune situato in una conca alla base della Corna Grande (2089 m) e suddiviso in diverse contrade. Ci fermiamo nel parcheggio sterrato dietro l’Ufficio Turistico (purtroppo chiuso), in Via Roma, di fronte alla Torre dell’orologio, e ci rechiamo alla Latteria Sociale (sito web: https://www.latteriavaltorta.it/wp/) per acquistare del formaggio. 

Nel centro storico, oltre ad un museo etnografico (chiuso il lunedì) - che accoglie centinaia di oggetti tipici della montagna bergamasca - e alla chiesa parrocchiale (conserva due polittici di epoca rinascimentale e due affreschi del Cinquecento), sono presenti altresì, a lato del torrente Val Marcia, un mulino e la segheria idraulica. 






Inoltre, nella vicina oasi naturalistica del Bolgià - attraversata dal torrente Stabina e alla quale si giunge tramite una mulattiera che, costeggiando il campo da calcio, scende all’antico ponte romanico a schiena d’asino - c’è un secondo mulino utilizzato fino agli anni Quaranta per la macinazione dei cereali. A fianco sorge l’edificio del maglio dotato di tutte le attrezzature funzionanti per la lavorazione del metallo (anche di questo luogo ne sono venuta a conoscenza successivamente).


(Maglio e mulino - Foto reperita sul web)


Da ultimo, per strada irta, ma abbastanza agevole, saliamo i 3-4 km che ci separano dai Piani di Ceresola (1360 m). Nell’ampio spiazzo ai piedi della funivia che porta ai Piani di Bobbio, al confine con la provincia di Lecco, troneggia il rifugio Trifoglio e, sorpresa sorpresa, c’è un parcheggio gratuito riservato ai camper, illuminato e dotato di colonnine per allaccio alla corrente (GPS: N45.977221, E009.514115 - sito web: https://www.ostellorifugiotrifoglio.it/; per il carico d’acqua ci si può rivolgere alla gentile rifugista). Nei pressi notiamo una struttura in muratura, al momento chiusa, che, ipotizziamo, potrebbe contenere docce e servizi igienici, magari funzionanti nel periodo invernale.





Non c’è ombra e benchè il sole picchi implacabile, l’aria è fresca e la brezza che entra dai finestrini del camper dà un piacevole sollievo (la temperatura pomeridiana è di 27°C). Ci troviamo in uno scenario davvero incantevole: siamo al cospetto delle maggiori cime delle Prealpi Orobiche, tra cui spicca  l’imponente Pizzo dei Tre Signori, la montagna più alta (2554 m); per conquistarne la vetta si deve imboccare il sentiero che, dalla frazione Costa di Valtorta, sale in Valle Grobbia.

Ci sono varie possibilità di trekking lungo i sentieri segnalati (o ciaspolate nei mesi invernali) all’interno del Parco delle Orobie Bergamasche, in un ambiente incontaminato, tra faggi, abeti rossi e pascoli.





Oggi non ci sono gli escursionisti del fine settimana e si respira tanta pace. Passeggiamo un po’ nei dintorni, spingendoci sino alla contrada Ceresola, situata in una splendida conca circondata da prati e pascoli. Poi, ci abbandoniamo al relax più totale.






3° giorno: Ceresola - Branzi (38 km) Carona (6 km) in camper e rifugio Longo in mountain bike (17 km a/r)

La notte è stata quieta e il sonno favorito dall’aria fresca di montagna, goduto maggiormente pensando alla calura di casa nostra. Scendiamo nuovamente a Olmo al Brembo e, all’incrocio con la SP1, continuiamo per altri 3 km verso Piazza Brembana, dove facciamo la spesa al MD. 

Ci trasferiamo, quindi, nella valle del Brembo orientale, chiusa tra alte montagne e dai versanti incisi da lunghi speroni di natura cristallina. 

Superiamo il bivio a destra e la strada che entra nella Valsecca e, oltre Bordogna, raggiunge in 5 km Roncobello (1007 m), mentre noi proseguiamo sulla SP2, incontrando Fondra (709 m), anticamente centro per l’estrazione del ferro. Tra alte pareti rocciose, c’insinuiamo in una gola scavata dalle acque gorgoglianti del Brembo e in 11 km arriviamo a Branzi (757 m), località di villeggiatura estiva e noto centro di produzione di formaggi.

Ci fermiamo nel parcheggio a fianco della caserma dei Carabinieri, in Via Umberto I n. 15 - GPS: N46.002389, E009.759125. E’ un po’ in pendenza, ma ci rimarremo giusto il tempo di vedere l’imponente cascata della Borleggia (la cui sommità si può raggiungere a piedi percorrendo il sentiero che parte alla base della stessa), di acquistare dei dolcetti in pasticceria, di fare altra scorta di formaggi alla locale Latteria Sociale e di salutare un ex collega di Marco. E’ consentito pernottare nel parcheggio del campo sportivo in Via Cagnoli 7 (GPS: N45.999010, E009.758840), vicino al parco giochi.

PS.: le offerte turistiche del luogo si possono consultare sul sito web della Proloco di Branzi https://www.prolocobranzi.it/.








Ripreso il camper, saliamo lungo una strada ripida e tortuosa, fino a incontrare, a un paio di km da Branzi, la diramazione a destra per Carona (1110 m); vi giungiamo dopo ulteriori 4 km. 

Proseguendo, invece, sulla SP2 si arriva in 18 km a Foppolo (1508 m), frequentata stazione di sport invernali dal discutibile sviluppo edilizio - parcheggio con servizi pubblici in SP2 n. 12 - GPS: N46.041380, E009.757630) e a San Simone (1670 m alt. - parcheggio in Via Cambrembo n. 16 - GPS: N46.043440, E009.706370, passando per il minuscolo borgo di Valleve (1141 m), strutturato attorno a una caratteristica piazzetta d’impianto seicentesco, con antiche case a portico tra cui quella detta dei Fabbricieri, riconoscibile per le decorazioni esterne intorno alle finestre e al portone d’ingresso.

A Carona seguiamo la via Antonio Locatelli, che porta agli impianti di risalita. E’ estate, i parcheggi sono deserti e possiamo tranquillamente sostare (ce lo conferma un camperista lì residente) in quelli situati più in alto (GPS: N46.021476, E009.780282), alle spalle del Ristorante-Pizzeria “Al solito posto”.





A metà pomeriggio scarichiamo le nostre mountain bikes e ci avviamo verso Pagliari e il rifugio Longo (2026 m s.l.m.), pervenendovi in 8,5 km di ascesa irtissima e 810 metri di dislivello. Una gran fatica, ricompensata da panorami fantastici.

Un po’ stanchi, ma soddisfatti, torniamo al camper; trascorreremo la notte qui a Carona.














4° giorno: Carona - Piazza Brembana (15 km) in camper + Ciclovia della Valbrembana in bici, da Piazza Brembana a Ubiale Clanezzo (58 km a/r)

Inutile dire che la notte abbiamo dormito come ghiri, al fresco e nel silenzio più assoluto. 

Stamattina vorrei percorrere la Ciclovia della Valbrembana. Prima di salutare Carona, però, andiamo a verificare come sia il parcheggio sul lago (Via Angelo Bianchi n. 18 - GPS: N46.019544, E009.785571), dove abbiamo notato un camperino in sosta. Purtroppo constatiamo che è troppo piccolo per il nostro mezzo. 

C’è, comunque, un parcheggio riservato ai camper, segnalato, prima di entrare in paese, sulla SP5 (GPS: N46.017906, E009.775499).





Non ci resta che tornare a Piazza Brembana (536 m s.l.m). In Via Torquato Tasso n. 45 (GPS: N45.947191, E009.668659) c’è un parcheggio per camper: 6 posti in riva al fiume, senza servizi; alle sue spalle, un’area pic-nic alberata, con tavoli di legno e barbecue. Al di là del ponticello, che attraversa il Brembo occidentale, è stata allestita una zona fitness per bambini, nonchè un parco giochi e un’altra area pic-nic.





Piazza Brembana è il centro dell’Alta Valle Brembana e capolinea di una bella pista ciclopedonale lunga attualmente 21 km, in quanto è in fase di costruzione il tratto di 3 km tra Zogno e Sedrina (aggiornamento del 2025). Poi, si potrà raggiungere Ubiale Clanezzo (5 km) e la vecchia stazione di Almè (2 km), proseguire per Sombreno ed immettersi nella Greenway del Morla, per arrivare, dopo 38 km complessivi e in sede quasi totalmente protetta (la pista si interrompe brevemente in corrispondenza dei paesi e bisogna prestare attenzione ad alcuni attraversamenti stradali), a Bergamo, accedendo alla Città Alta tramite la Porta di San Lorenzo.

Si tratta del sedime di una vecchia linea ferroviaria soppressa agli inizi degli anni ’50 e riconvertita, a partire dal 2007, in una spettacolare e facile (almeno fino ad Almè, perchè i colli di Bergamo sono più impegnativi) pista ciclopedonale (circa 300 metri di dislivello spalmati su una trentina di chilometri e un paio di brevi strappetti sia all’andata che al ritorno). Per le famiglie, lungo il percorso, sono state create numerose aree pic-nic con giochi per bambini.


E’ mezzogiorno di un giovedì di metà luglio, ma non c’è afa e il caldo è attenuato da una leggero venticello (a casa, al limite della pianura Padana, le temperature sfiorano i 35°C e l’umidità è insopportabile).

Per raggiungere l’entrata della ciclovia, all’incrocio di fronte al parcheggio andiamo dritto verso il centro del paese, lungo la via Aldo Moro, e poi svoltiamo a destra, nella via Mamma Calvi, alla fine della quale vediamo l’accesso alla pista ciclopedonale. 

Pedaliamo in leggera discesa, seguendo il corso del Brembo in un susseguirsi di fredde e umide gallerie scavate nella roccia, ben illuminate e risalenti al 1905, ponti che trasportano da una riva all’altra del fiume e borghi caratteristici, come Lenna (482 m s.l.m) e il suo storico “Ponte delle Capre” a schiena d’asino del XVII secolo, Camerata Cornello (570 m s.l.m), San Giovanni Bianco (448 m s.l.m), San Pellegrino Terme (358 m s.l.m), Zogno (334 m s.l.m), Ubiale Clanezzo (336 m s.l.m).

Essendo un giorno feriale, incontriamo poche persone e ci godiamo ogni metro della ciclovia nonchè l’arietta gradevole generata dalla corsa in bici. 










Tornati al parcheggio, la differenza di temperatura si nota: il termometro all’interno del camper, rimasto per ore al sole, segna 37°C. Accetto volentieri la proposta di Marco di risalire nell’alta valle del Brembo occidentale e provare l’area camper attrezzata (con docce, bagni e lavelli) di Mezzoldo (845 m s.l.m) in Via Maisetti n. 34 (GPS: N46.011004, E009.667042) - 6 stalli. E’ gratuita; si paga soltanto € 0,30/h per l’allaccio alla corrente elettrica ed € 5 se si usufruisce del camper service. Peccato che l’ingresso sia malagevole: una volta superato il ponticello, svoltando a destra verso l’area rischiamo di sbattere contro un muretto, perchè non c’è spazio per fare manovra; va un po’ meglio se si procede dritto, costeggiando il campetto da calcio ed entrando in retro. Comunque, passiamo a filo. Il rischio maggiore dell’uscire, poi, in retro è dato dal fatto che ci si immette direttamente sulla SP 1 che sale al Passo San Marco, proprio in corrispondenza di un tornante; la strada è molto battuta d’estate e nei week-end, soprattutto dai motociclisti ed è facile immaginare quali possano essere le conseguenze. Bisogna fare tanta attenzione. 

Mezzoldo era l’estrema postazione veneta lungo la via Priula nonchè sede di dogana. L’edificio affrescato e seicentesco, a sinistra, all’inizio dell’abitato, era adibito a tale scopo.

L’idea di venire a Mezzoldo è stata ottima: alzandoci di quota, il clima è migliorato parecchio e ci sembra di rinascere.



MEDIA VALBREMBANA


5° giorno: Mezzoldo - Camerata Cornello (9 km) con il camper / Camerata Cornello, Cornello dei Tasso, Oneta, San Giovanni Bianco, Camerata Cornello (Via Mercatorum): circa 8 km a/r a piedi (2 ore)

In mattinata scendiamo a San Giovanni Bianco e facciamo due tentativi di parcheggio: uno in Via Arlecchino 29 (GPS: N45.870730, E009.653570) e l’altro in Piazzale degli Alpini, di fianco al supermercato Migross (GPS: N45.872280, E009.650760 - PS: la segnaletica divide gli stalli con limite di tempo da quelli senza. 

Sono entrambi al completo; pertanto, decidiamo di tornare a Camerata Cornello e di lasciare il camper nel parcheggio sulla riva del fiume  (GPS: N45.898200, E009.657900), davanti ad un’officina e vicino ad un bar (100 metri più avanti c’è pure un grande parco giochi con area picnic e colonnine per la ricarica delle e-bikes) e di raggiungere San Giovanni Bianco tramite l’antica Via Mercatorum, una mulattiera che lo collega al borgo di Cornello dei Tasso, attraverso Oneta.




L’ingresso alla mulattiera si trova nei pressi della rotondina dove fanno manovra gli autobus di linea, distante 5 minuti a piedi dal parcheggio; si può seguire la pista ciclopedonale alle spalle di quest’ultimo o camminare sul marciapiede della sovrastante SP29bis (chiusa a sud).





In circa 10 minuti saliamo al borgo di Cornello dei Tasso; di origine medievale, fa parte dei “Borghi più belli d’Italia” ed è raggiungibile solo a piedi. 

Edificato a picco sul fiume Brembo, sorge appartato lungo il tracciato dell’antica “Via Mercatorum”, ma, dal Medioevo fino alla costruzione, nel 1592, della via Priulache di fatto lo tagliò fuori dai traffici commerciali, era un importante centro di transito di persone e merci tra Bergamo e la Valtellina.

Diviso su più livelli, è disposto lungo la naturale pendenza del terreno.




Dal primo livello passa la Via Mercatorum, porticata per un centinaio di metri. I portici, dal soffitto in travi di legno e sorretti da arcate in pietra, erano il cuore commerciale del borgo: vi affacciavano, peraltro, le botteghe e le locande che ospitavano i viaggiatori. 

Il secondo livello, occupato dalle abitazioni dei residenti, alternava semplici dimore a palazzi signorili, tra cui quello quattrocentesco dei Tasso. 

Il terzo livello era destinato alla vita religiosa, con la chiesa romanica dei Santi Cornelio e Cipriano, preceduta da un piccolo sagrato, e il campanile un po’ pendente dalle finestre bifore. 

Camminando sui selciati secolari di queste stradelle, tra le case ben conservate e nel silenzio più totale, è facile entrare in sintonia con il luogo ed immaginare la vita che vi si svolgeva.















Uscendo dal borgo verso sud, notiamo i ruderi dell’antica fortezza dei Tasso, eretta su uno sperone roccioso, con probabile funzione di difesa. Dalla nobile famiglia dei Tasso discese il ramo che diede i natali al celebre poeta Torquato Tasso - autore della “Gerusalemme liberata”, uno dei maggiori capolavori della letteratura italiana - e quello che ebbe un ruolo fondamentale nell’organizzazione del servizio postale in Europa. Infatti, a partire dal ‘500, grazie alla sua ingegnosa intraprendenza nonchè al lavoro efficiente e puntuale, il ramo tedesco della suddetta famiglia, i Thurn-und-Taxis, ottenne da Carlo V il monopolio delle Poste dell’Impero, incarico che mantenne fino al 1867 e per il quale ricevette la nomina di principe. Per il trasporto delle missive venivano usate delle carrozze e capitava, a volte, di dare un passaggio a qualcuno. Nacque, così, il servizio di “taxi”.

E’ per tale motivo che a Cornello ha sede il Museo dei Tasso e della Storia Postale (nel secondo livello, di fronte al Bar-Trattoria Camozzi); è gratuito ed espone, tra l’altro, il primo francobollo emesso al mondo, conosciuto con il nome di Penny Black e applicato su una lettera del 1840.

Sfortuna vuole che, proprio oggi e domani sia “straordinariamente” chiuso per parziale ristrutturazione (sito web: https://www.museodeitasso.com/museodeitasso/opencms/it/). In genere è aperto dal mercoledì alla domenica (per gli orari vedi qui: https://www.museodeitasso.com/it/contatti/).





La Via Mercatorum continua tra vari saliscendi in direzione di Oneta (2 km, 30 minuti, v. segnaletica), lungo un percorso meraviglioso nel bosco lussureggiante, all’ombra di faggi, noci, castagni ed altre specie arboree. Ponticelli in pietra consentono di superare cascatelle e ruscelli, la cui acqua gorgogliante ci accompagna insieme al fruscio delle foglie degli alberi mosse da un fresco venticello. 







Quasi senza accorgercene, arriviamo a Oneta, borgo silenzioso dai vicoli lastricati e pedonali. Qui si può visitare la quattrocentesca casa di Arlecchino, con un affresco sulla facciata, a ricordare che qui, verso la metà del ‘500, sarebbe nato Alberto Naselli detto Ganassa, uno dei più famosi interpreti della popolare maschera bergamasca. Ospita, altresì, il Museo Casa di Arlecchino (sito web: https://www.orobietourism.com/museo-casa-di-arlecchino/) e della Commedia dell’Arte, ma apre alle 14,30 e adesso sono soltanto le 11 (orari: me-gio-ve: dalle 14,30 alle 17,30 / sa-do dalle 10 alle 12 e dalla 14,30 alle 17,30; costo ticket: € 3,50 con audioguida; € 5 + € 1,50 con visita guidata (dalle 11 alle 15, previa prenotazione).









Procediamo, quindi, sulla mulattiera e, dopo nemmeno 10 minuti di discesa, sbuchiamo sulla pista ciclopedonale, quasi alle porte di San Giovanni Bianco. Un passaggio a volta c’introduce nell’abitato di impianto medievale, situato alla confluenza del torrente Enna (che scende dalla val Taleggio) nel Brembo. Ben sette i ponti di varie epoche sui due corsi d’acqua.






La via sfocia nella piazza Signoni, dove troneggia una fontana con il monumento in ferro dedicato a Vistallo Zignone, militare e mercenario che nel sec. XV avrebbe donato alla comunità di S. Giovanni Bianco una spina ritenuta della corona di Cristo e ora conservata in un reliquiario della chiesa parrocchiale (adesso chiusa).

Il quinto fine settimana di Quaresima si tiene la tradizionale festa della Sacra Spina, la quale si conclude con una processione, un falò e fuochi d’artificio.



Da qui ci dirigiamo verso il Ponte Vecchio (2 km da Oneta); lo attraversiamo per raggiungere la sponda opposta del Brembo e osservare il paese da una prospettiva diversa.








Poi, ritorniamo a piazza Signoni e prendiamo la via a sinistra. Superato il ponte, una scaletta permette di scendere sulla sottostante pista ciclopedonale (PS: andando dritto oltre il ponte, invece, ci si addentra nella meravigliosa Val Taleggio - con il suo orrido modellato dalle acque tumultuose del torrente Enna - che sconsiglio di risalire con il camper; meglio in bici o scooter

Seguendo la pista ciclopedonale arriviamo al supermercato Migross, dove facciamo degli acquisti, dato che gran parte delle attività commerciali locali sono chiuse per ferie.



Infine, ripercorrendo la medesima mulattiera fatta all’andata, ripassati per Oneta (10 minuti) e Cornello dei Tasso (30 minuti), perveniamo (10 minuti) al parcheggio del camper.

L’escursione è gratificante e piacevole; tra andata e ritorno richiede meno di 2 ore, se si escludono le pause per ammirare e fotografare il paesaggio.

Dopo cena torniamo a Cornello dei Tasso per vederlo anche nella versione notturna. La pista ciclopedonale è ben illuminata, come pure la mulattiera, eccetto i primi 30 metri. Nel borgo, invece, la luce soffusa delle lampade avvolge i profili delle antiche mura, accentuandone l’incanto. Le vie deserte, il silenzio che amplifica il suono dei nostri passi,  il frinire sommesso dei grilli come sottofondo … è difficile respirare un’atmosfera così magica e rilassante nelle ore diurne. Ne è valsa la pena!















6° giorno: Camerata Cornello - San Pellegrino Terme (11 km) - Zogno (7 km) in camper

Da Camerata Cornello riprendiamo la SS470 per entrare, dopo 11 km, in San Pellegrino Terme, elegante ville d’eau in stile Liberty, distesa sulle rive del Brembo e lungo un pendio collinare. Tra la fine dell’800 e i primi anni del ‘900, nel periodo della Belle Epoque caratterizzato dal desiderio di divertimento e leggerezza, San Pellegrino divenne il ritrovo sia della ricca borghesia lombarda che di quella internazionale. 

In Piazza Antonio Rosmini - GPS: N45.834210, E009.667230 (da evitare il mercoledì in quanto vi si tiene il mercato settimanale) c'è un grande parcheggio; appena superato il ponte, dirigendoci verso destra,  individuiamo un posto libero all’imbocco della pista ciclopedonale. 

N.B. L’Area sosta camper in Località contrada de Rizzi (GPS: N45.853700, E009.664572) è chiusa, credo definitivamente.


Ci portiamo sul lungofiume e lo percorriamo verso nord, fino all’imponente Grand Hotel in stile Art Nuveau. Le sue camere erano riccamente decorate e dotate di ogni confort; inaugurato nel 1905, venne definitivamente chiuso nel 1979 a causa dei rilevanti costi di gestione e manutenzione. Solo recentemente sono state restaurate le sale a pianterreno e l’elegante facciata. Il progetto di recupero in corso prevede la sua riapertura nel 2029.





Attraversato il ponte dedicato a Umberto I di Savoia (gli ingressi, caratterizzati da quattro piloni aventi al centro lo stemma della città, sono sormontati da bellissimi lampioni in ferro battuto), realizzato nel 1924 per collegare il Grand Hotel al complesso della Fonte Termale e al Casinò Municipale, ci ritroviamo sull’asse principale della cittadina termale, Via Papa Giovanni XXIII, alberata e parallela  al fiume Brembo.



Raggiungiamo gli eleganti Portici Colleoni, cuore mondano di San Pellegrino, che ospitano alcune botteghe e caffè con tavolini all’aperto. 







Poi, imboccata Via Giacomo Matteotti, andiamo ad incrociare Viale della Vittoria. Pochi passi a sinistra ed ecco la stazione inferiore della funicolare (non è in funzione al nostro arrivo). Quest’ultima consente di salire alla località Vetta e di percorrere vari sentieri escursionistici, tra i quali quello verso le Grotte del Sogno, tre cavità dallo sviluppo verticale, uniche nel loro genere (visite guidate su prenotazione; cliccare qui: https://www.road470.com/grotte-del-sogno-di-san-pellegrino-terme/. 





Continuando su Viale della Vittoria arriviamo all’ex Casinò municipale,  risalente all’inizio del ‘900, fastoso ed elegante, sia all’esterno che all’interno; oggi è lo spettacolare ingresso alle Terme, un edificio moderno cui è collegato da una lunga e luminosa galleria. La struttura offre piscine panoramiche, saune, bagni turchi, sale massaggi, ecc.) ed è ben frequentata: c’è un gran via vai di gente, nonostante sia un giorno feriale. Il costo dell’entrata include l’intero percorso benessere, un accappatoio, un telo, un paio di ciabatte e l’Aperiterme, l’esclusivo aperitivo serale (orari e prezzi: https://www.qcterme.com/it/destinazioni/san-pellegrino/qc-spa-spl/orari-e-prezzi-spl).












Tornati sul Viale Papa Giovanni, acquistiamo la torta del Pellegrino e, riattraversato il Brembo sul bianco ponte pedonale ad un’unica arcata, andiamo a recuperare il camper.






BASSA VAL BREMBANA


Prima di riprendere la via di casa, facciamo una sosta a Zogno (7 km), parcheggiando in Viale degli Alpini 11 - GPS: N45.793300, 009.669990  (il mercoledì - e occasionalmente il sabato - è in parte occupato dal mercato settimanale). 



Sono passata di qua tante volte, ma non mi ero mai addentrata nel centro abitato. Così, già che siamo qui, gli vorrei dedicare del tempo.

Zogno era conosciuto nel XVI sec. per la lavorazione della carta da stracci. Lungo la sponda del fiume, al di là del ponte in pietra, c’erano gli edifici a loggiato destinati all’asciugatura dei panni e della carta. 




Il centro amministrativo e religioso, invece, si è sviluppato sul declivio collinare e un sottopasso pedonale consente di oltrepassare la statale e raggiungerlo. In Piazza Italia affaccia, sul lato est, il Municipio; alla sua destra, in Via Mazzini, si trova il seicentesco palazzetto che ospita il Museo della Valle Brembana, con arnesi e utensili da lavoro domestici. Saliamo alla chiesa e torniamo in piazza tramite Via V. Emanuele. 





In effetti non c’è granchè da vedere; a differenza di San Giovanni Bianco e San Pellegrino, non c’è nemmeno un lungofiume su cui passeggiare; però, a un paio di km di distanza, in direzione di Sedrina, si possono visitare le Grotte delle Meraviglie (sito web:  https://www.comune.zogno.bg.it/citta/grotte-meraviglie/), una cavita naturale scoperta nel 1932 e lunga 143 metri, decorata da stalagmiti e stalattiti di varie forme e dimensioni (difficile, se non impossibile, il parcheggio per i camper lì o a Sedrina).

Zogno è, comunque, un punto strategico per lasciare il camper e pedalare sulla pista ciclopedonale della Valbrembana. Quando verrà completato il tratto di collegamento con Sedrina, sarà possibile  continuare verso sud con maggior sicurezza per altri 8 km, spingendosi fino all’antico borgo di Ubiale Clanezzo, che conserva ancora testimonianze del suo passato, come la dogana, il porto e il ponte romanico di Attone. Una piccola deviazione dalla pista ciclabile consente di attraversare il Brembo su una passerella risalente al 1878, detta “ponte che balla”. 






Chi se la sentirà, potrà proseguire verso Almè (2 km) e la città di Bergamo in sede protetta (circa 9 km  - sito web:  https://www.bicitalia.org/it/percorsi/241-ciclopedonale-dei-colli-di-bergamo)


Da Zogno, in sella ad una bicicletta o con lo scooter, si possono raggiungere anche le seguenti località:


- Brembilla e la Val Taleggio (PS: A Brembilla, in Via Gaetano Donizetti c’è un’area di sosta camper comunale - GPS: N45.824790, E009.592450)

- Sant’Antonio Abbandonato

- Miragolo

- Salmezza

- Selvino


Per noi è ora di congedarci da questa bella valle rigogliosa, che mi ha sempre regalato ottime sensazioni nelle mie passate avventure ciclistiche e anche stavolta, con il camper, non si è smentita.




Qui trovi il diario di una breve vacanza in un'altra splendida valle bergamasca:






Valle Imagna in camper e bici (Bergamo, Lombardia, Italia)




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