Camporosso
(816 m) - Ciclovia Alpe Adria fino a Chiusaforte (391 m) - Sella
Nevea (1190 m) - Lago di Predil – Tarvisio (732) - Camporosso
77
km - 884 metri di dislivello, in mountain bike, su asfalto

Alla ex stazione
ferroviaria di Chiusaforte c'è un'area di ristoro. Siamo al 33° km.
A questo punto, abbandoniamo la ciclabile, che prosegue verso
Resiutta, mentre noi, dopo aver attraversato i binari della ex
ferrovia, entriamo in paese e svoltiamo, prima, a sinistra e, poi, a
destra, in direzione di Tarvisio, andando ad incrociare la statale
13, che attraversiamo grazie ad un semaforo. Ci immettiamo, quindi,
sulla SP76, che, in 17,8 km e circa 800 metri di dislivello, ci
condurrrà alla Sella Nevea (1190 m slm). La strada corre
fiancheggiando il torrente Raccolana, dalle acque limpide e
cristalline, che dà il nome all'omonima valle, stretta tra le pareti
del Monte Canin, a destra, e del Montasio, a sinistra. I primi 11 km
sono dolcissimi, ma, in seguito, s'incontra un segmento che s'impenna
al 12% (segnalato). Negli ultimi 6 km, invece, si alternano blande
pendenze ad altre più impegnative, ma sempre sotto l'8-9%.
Praticamente, il dislivello degli ultimi 6 km (532 metri) è pari al
doppio di quello dei primi 11, dove le pendenze rimangono tra il 2 e
il 3%. Il tratto più impervio inizia poco dopo una spettacolare
cascata, che si getta da un alto precipizio, in località Fontanon,
ma, nel complesso, è una salita facile, da gustare più per la
bellezza dell'ambiente naturale in cui è inserita piuttosto che per
la sua tecnicità. Lungo il percorso incontriamo diverse, brevi
gallerie, che non danno preoccupazione, se non per il fatto che si
trovano in corrispondenza di alcuni tornanti. Per sicurezza, teniamo
acceso sia il faretto posteriore che quello anteriore, anche perchè
oggi è sabato e la strada è battuta dai motociclisti, che ci
arrivano alle spalle in un battibaleno.
Il cartello segnaletico con
la scritta Sella Nevea lo troviamo già circa 2 km prima dello
scollinamento, così da trarci in inganno e farci pensare di essere
arrivati, mentre la salita non è ancora finita e continua fino agli
impianti da sci. Probabilmente d'inverno, quassù, è pieno di gente
e di vita, ma adesso è tutto molto tranquillo. C'è un solo bar
aperto e qualche avventore seduto ai tavolini esterni, che si sta
crogiolando al sole. Intorno al km 52, iniziamo a scendere, non
proprio regolarmente, però. Infatti c'è sempre da pedalare, ma,
piano piano, perdiamo quota e, dopo pochi chilometri, giungiamo al
bel Lago di Predil, dalle acque blu cobalto, chiazzate, qua e là, di
verde smeraldo, dove facciamo una sosta, sulla sua riva, per
rifocillarci. Da qui si può vedere la strada che sale verso il Passo
di Predil ed il confine sloveno, distante giusto una manciatina di
chilometri. Ma il nostro break è di breve durata: di lì a poco,
infatti, si alza un forte e fastidioso vento, che ci fa scappare
velocemente e ritornare in sella, costringendoci a pestare sui pedali
pure in discesa. La strada, comunque, è ampia e poco trafficata, per
cui il rientro sulla statale 54 si rivela piacevole. A Tarvisio, ci
reimmettiamo, infine, sulla Ciclabile dell'Alpe Adria, il cui
ingresso si trova alle spalle della chiesa, e, dopo 5 km, terminiamo
il nostro anello, arrivando al punto di partenza. Il meteo è stato
benevolo, regalandoci una bella giornata di sole, non particolarmente
calda e per nulla afosa, grazie anche al venticello che, più o meno
intensamente, ci ha accompagnato per tutto l'itinerario.
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