Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

venerdì 30 marzo 2012

25/03/2012: GRAN FONDO LAIGUEGLIA (Liguria) (km 111 - 1683 metri di dislivello)

Un'alba meravigliosa ci accoglie stamattina a Laigueglia. La giornata si preannuncia splendida: cielo limpido, temperatura gradevole, vento assente. Ingredienti, questi, tutti favorevoli alla buona riuscita della Gran Fondo che partirà da Corso Badarò alle 9,30. Oggi mi fa compagnia la Patty, moglie di Francesco “la moto”, che, per un errore di compilazione del modulo, si è ritrovata iscritta, suo malgrado, a questa competizione anziché al percorso corto della GF Coppa Piacentina. E' alla sua prima gara e non è allenata per un giro di 111 km e 1683 metri di dislivello, ma molto coraggiosamente decide di provarci comunque. Dopo un breve riscaldamento, ci avviamo verso la griglia riservata alle donne, posizionata proprio dietro quella dei Vip. La cosa è di per sé spaventosa e vantaggiosa, perchè i 3200 ciclisti iscritti alla gara si troveranno quasi tutti alle mie spalle e mi stireranno senza pietà; in compenso, se sopravvivo, avrò migliaia di ruote cui attaccarmi per percorrere velocemente i 20 km sull'Aurelia fino a Ceriale. L'ingresso nelle griglie è tranquillo e ordinato, se non fosse per un paio di ciclisti che stanno per venire alle mani proprio nel momento in cui passo loro accanto. E che diamine, siamo qui per trascorrere una bella giornata, datevi una calmata! Mancano circa 40 minuti alla partenza. Ecco Bruno che richiama la nostra attenzione, sfilando in bici lungo le griglie, come suo solito, per accertarsi che vada tutto bene. Che carino! Ci troviamo in una griglia mista. Oltre alle donne, ci sono anche circa 400 ciclisti maschi, tra cui Francesco, tre metri davanti a noi. Riccardo, invece, ha il privilegio di partire tra i primi 50. Roberto, Bruno, Mirko, Luis e Massimo-Freezone sono sparpagliati in mezzo alla baraonda. Il tempo passa mentre cerco di risolvere importanti dilemmi, del tipo: “tengo o tolgo il gilet senza maniche?”. Ci pensa Vittorio Mevio, presidente della Gs Alpi, a distogliermi dai miei demenziali pensieri. Il suo tono paterno e le sue rassicurazioni hanno il potere di stemperare un po' la tensione e trasformare una competizione in una bella festa, dove quel che conta è, appunto, divertirsi. Si sente proprio che ci vuole bene e che gli sta a cuore la nostra incolumità. Il percorso è ben segnalato e le strade saranno ottimamente presidiate da ben 300 volontari fino al termine della gara. E' bello partire senza la preoccupazione di sbagliare strada o il rischio di rimanere imbottigliati nel traffico, anche per chi, come me, correrà nelle retrovie. Insomma, Vittorio Mevio è garanzia di sicurezza; con lui noi possiamo stare tranquilli e pensare soltanto a pedalare, perchè a tutto il resto ci ha pensato lui con molta serietà. Le ultime raccomandazioni, il taglio del nastro e schizzano via tutti come schegge impazzite. Sono concentrata al massimo. Devo cercare assolutamente di conservare la pellaccia almeno fino al bivio di Ceriale e non voglio combinare guai. Velocità controllata fino all'uscita del paese, ma corrono già tutti come matti. Anche la Patty si fa prendere la mano e, dopo un “in bocca al lupo”, sparisce tra la folla variopinta. Gente che grida “destra”, “sinistra” e poi “aaaaalt”; inchiodo, tutti fermi. Si riparte. Le dita pronte sulle leve dei freni, gli occhi attenti a lasciare il giusto spazio tra me e chi mi precede. Via veloci e, poi, di nuovo altra inchiodata. Urla, imprecazioni. Cerco di controllare il panico. Riparto, accellero e reinchiodo. Poi, finalmente, si esce dall'abitato e la corsa prosegue sull'Aurelia, costeggiando il mare. Mi lascio trasportare dall'onda umana, senza forzare. Non voglio fare lo sbaglio della volta scorsa e arrivare alla prima salita con le gambe di legno. Come sempre mi sorpassa il mondo intero eppure sto viaggiando ad oltre 40 km/h. Rimango in mezzo alla carreggiata per sfruttare al meglio la scia delle altre bici, che sfrecciano velocissime ai miei fianchi. Mi stanno letteralmente passando tutti sulle orecchie, ma non importa, il flusso dei ciclisti è a getto continuo. Massima attenzione nelle curve,  che non ho mai preso a questa velocità. Supero indenne la buia, piccola galleria e, dopo il saluto incoraggiante di Massimo-Freezone, che, non so come, mi ha individuata in mezzo a quel fiume in piena, arrivo al bivio per Cisano sul Neva. Uno strappetto e un lungo falsopiano prima della salita di Arnasco pongono fine al grande incubo. La folla dei ciclisti, a questo punto, si è ridotta notevolmente e posso continuare con più tranquillità. Ciononostante, al ponticello sul torrente Neva, mi ritrovo imbottigliata con decine di colleghi. Qualche minuto di attesa e, quindi, inizia l’ascesa. La prima salita è quella di Costa Bacelega, che alterna tratti più decisi a falsopiani, passando tra i borghi di Arnasco ed Onzo. 

Che bello pedalare in mezzo agli ulivi!

Lo squillante saluto di Bruno, sopraggiunto nel frattempo, mi distoglie all'improvviso dai miei pensieri. Che piacere sentire una voce familiare in mezzo a tutti quegli accenti “stranieri”! Premuroso come sempre, si informa sul mio stato psico-fisico e mi dà qualche indicazione sul percorso, ma, come arriva la discesa, si lancia come un razzo e scompare alla mia vista, lasciandomi lì a frenare ad ogni curva. Non c'è niente da fare, in discesa sono proprio un disastro: tiro i freni e mi ritrovo sola soletta. Però, che bella questa stradina che scende a stretti tornanti tra i muretti a secco e le immense distese di ulivi … Forse è una fortuna che sia rimasta sola; non oso immaginare il casino che avrei combinato scendendo da qui in compagnia di centinaia o anche solo decine di ciclisti. Nel successivo tratto di pianura arriva a fagiolo un bel trenino che mi porta all'imbocco della seconda salita, quella di Ligo e Casanova Lerrone, lunga 8 km e un po' più tosta della precedente. Comincia a far caldo sul serio, adesso, ma le gambe girano ancora bene, tant'è che, piano piano, riacchiappo qualcuno di quelli che mi avevano lasciata indietro in discesa, tra cui il mitico Bruno, e con i quali sarà tutto un tira e molla fino al Testico: loro mi seminano in discesa ed io li ripasso in salita. Anche oggi, come a Cecina, non riesco a mangiare, ma questo è un percorso più impegnativo e non posso rischiare di andare in crisi di fame. Approfitto di un tratto in falsopiano, prima di quella che intuisco essere la salita a Testico, per ingoiare un boccone di crostata. Finalmente, una salita degna del suo nome. 

Non è lambrusco ...

Il caldo è asfissiante, mi sfianca un po’, ma le gambe rispondono ancora bene. Sul ciglio della strada, ciclisti distesi a terra o seduti con la testa tra le mani, in preda a crampi e a malesseri vari. Ad un certo punto mi imbatto in Mirko, che, dopo aver centrato una buca, si è ritrovato con una ruota sbilenca ed il compiuterino di bordo, sbalzato dal supporto a seguito dell’urto, ormai fuori uso. 

Bruno sorride sotto i baffi ... le salamelle sono vicine

Percorro un tratto di strada con lui e con Bruno; poi mi distraggo e, all’improvviso, mi accorgo di essere rimasta sola. Saranno andati avanti o rimasti indietro? Scollino e arrivo al “salsiccia party”. Do una rapida occhiata in giro, ma non riesco a scorgerli. Vabbè, continuo da sola, tanto a me la salsiccia non andrebbe giù neanche a spingerla con la forza, mentre sono certa che Bruno non saprà resistere al canto delle sirene. Grande Bruno, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo! 

Felicità, è un bicchiere di vino con un panino la felicità ...

M’involo, pertanto, nella bella discesa verso Stellanello, con un po’ di attenzione in più. A quest’ora avranno dato via libera al traffico e non vorrei finire incollata al parabrezza di qualche vettura. Invece, a parte un’Ape, non incontro nessuno. Vuoi vedere che alla popolazione indigena è stato raccomandato di uscire in macchina solo in caso di necessità? E qui accade quel che temevo. Mi ritrovo sola e controvento ad affrontare gli ultimi piatti chilometri che precedono la salita a Colla Micheri, dove è stato posto il traguardo. Pedalo ad una velocità indecente per qualche minuto, sperando nella divina provvidenza, che non tarda a manifestarsi. Alle mie spalle sopraggiunge un piccolo trenino e mi ci infilo sollevata. La locomotiva è un ciclista non più giovanissimo, eppure marcia a 35 km/h anche col vento contrario. Niente da dire, i maschi sono comunque sempre più forti. Ormai ci siamo, ecco la curva secca a sinistra e gli ultimi 2 km di salita al piccolo, antico borgo che domina Laigueglia. Una ragazza mi supera in volata proprio sotto il gonfiabile dell’arrivo. Ma dove vai? 2136 o 2137 che differenza fa? Non c’è nessun altro in giro. Chissà che fine hanno fatto gli altri miei compagni. 
Riusciamo a riunirci al pasta party proprio durante le premiazioni. Francesco e Riccardo, sono entrambi quinti di categoria. Tenendo presente che al percorso di oggi, essendo unico, partecipavano anche quelli che di solito si cimentano su quello lungo, il loro risultato è eccezionale. Bravissimi anche Luis e Massimo, che hanno corso insieme e, pur essendosi divertiti e straffogati ai ristori, hanno realizzato comunque una buona media. E' andato forte anche Roberto, il nostro simpatico capitano. Bruno e Mirko hanno invece pagato i loro peccati di gola, ma senza dubbio sono quelli che hanno tratto maggior godimento dalla manifestazione sportiva. E che dire della Patty? Ha superato se stessa, portando a termine la sua gara nonostante i crampi, resistendo stoicamente sul Testico e conquistando la sua bella 2324^ posizione. Complimenti!!! L'acquazzone all'uscita dal pasta party ci coglie di sorpresa, ma non ci impedisce di finire splendidamente la giornata con un'altra grande abbuffata. 

Ed ecco i nostri tempi:

Riccardo:  3:14:23
Francesco: 3:20:30
Luis:  4:01:26
Roberto:  4:22:44
Emanuela:  4:38:59
Mirko:  5:02:18
Bruno:  5:02:55
Patty:  5:04:14


Nessun commento:

Posta un commento