Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

martedì 14 febbraio 2012

10/09/2011: Selvino – Dossena – Selvino (Lombardia) (122 km – 1910 metri di dislivello in bici da corsa)

(Grumello del Monte – Colle dei Paste – Selvino – San Pellegrino Terme – Dossena – Sedrina - Cornalba – Trafficanti – Aviatico – Selvino – Grumello)


Le giornate cominciano ad accorciarsi ... alle 6,30 è ancora notte. Questa mattina, poi, la luce tarda ad arrivare, complici quei nuvoloni neri e gonfi di pioggia che si intravedono nel cielo man mano che schiarisce. Strano, le previsioni davano bel tempo e temperature ancora piuttosto elevate per oggi. Vabbè, cominciamo ad uscire, poi si vedrà come butta la giornata. Sono piuttosto flessibile e veloce nella scelta o nelle modifiche dei miei itinerari ciclistici, specie se mi trovo nella provincia bergamasca, dove conosco a memoria strade, distanze e tempi di percorrenza dei vari percorsi. Deciderò dove andare strada facendo, in base ai mutamenti del clima. 
Bando alle ciance, si parte. Inizio tranquillo, passo regolare; cerco di capire come girano le gambe oggi. La sensazione non è buona. La settimana appena trascorsa ho esagerato un po’ con le mie attività sportive e adesso ne pago le conseguenze. Dovrò cercare di gestire al meglio le mie scarse risorse. Negli ultimi due mesi di giri lunghi in bici non ne ho fatti. Salite, sì, tante, più o meno impegnative, a volte interminabili, ma chilometri pochi e così ho perso il “fondo”. Sabato scorso avevo faticato abbastanza per fare poco più di 90 km e 1000 metri di dislivello; in più il caldo torrido e la forte umidità mi avevano dato la stangata finale. Dopo alcuni fine settimana a spasso sulle Alpi, eccomi, dunque, nuovamente a girovagare nelle mie amate valli bergamasche. 
L’animo però è sereno, mi sento bene, se non nel fisico, almeno nello spirito, tanto da accettare senza irritazione tutti i semafori rossi in cui m’imbatto e che rispetto anche alle 7 di mattina, quando il traffico è pressocché inesistente. Incredibile, alcune settimane di assenza e il paesaggio circostante cambia radicalmente il suo volto. Nuove costruzioni, nuove infrastrutture, nuove strade ... Il mondo attorno a me muta inesorabilmente di giorno in giorno, a volte migliora, ma molto spesso peggiora. Raggiungo in circa mezz'ora Cenate Sotto e da lì mi avvio verso il Colle dei Paste, che supero velocemente; è un piccolo colletto, un breve passante tra la Val Cavallina e la Val Seriana. Scollino e, al bivio, procedo a destra e poi, in discesa, a sinistra. 
Al crocicchio della Tribulina prendo la seconda strada a destra e scendo a Gavarno, fino all'incrocio, dove svolto a destra. Continuo sempre dritto e, al semaforo, giro a sinistra, superando il vecchio e stretto ponte in pietra sul Serio. Entro nel centro di Nembro e, alla piccola rotonda, imbocco la strada che sale a sinistra alla località turistica di Selvino. E' una salita facile e regolare di circa 11 chilometri, che si può affrontare a manetta e, volendo, anche con il rapportone, oppure con passo costante e regolare, come la sottoscritta, che ama anche guardarsi attorno o scambiare quattro chiacchiere con chi le capita a tiro. 
Certo che, dopo le salite di 20, 30 e anche 40 km delle Alpi, ho la sensazione che questa termini troppo in fretta. Una volta scollinato, al bivio prendo la via a sinistra, che evita il centro caotico e, al successivo incrocio, svolto ancora a sinistra per scendere ad Ambra. La discesa è lunga, all’ombra e gelida. 
Ecco che dalla valle del Serio mi ritrovo, nel giro di poco tempo, a quella del Brembo. Poco prima di raggiungere la statale, mi infilo nella ciclovia alla mia destra che costeggia la sponda del fiume fino a San Pellegrino Terme. E' comodissima, panoramica e rilassante, in quanto permette di sottrarsi al traffico della strada principale, ma ignorata e snobbata dalla maggior parte dei ciclisti, sia perché troppo stretta per quelli che viaggiano in gruppo, sia perchè non consente di raggiungere forti velocità. Meglio così. E’ bene, comunque, prestare parecchia attenzione. La ciclovia, infatti, incrocia spesso altre strade, che sono, sì, secondarie, ma aperte ai veicoli a motore e, quindi, bisogna fermarsi agli stop, altrimenti si fa la fine di quel povero ciclista che, poco tempo fa e proprio qui, ha perso la vita. 
Dopo una manciata di chilometri, un cartello segnaletico alla mia destra mi induce ad abbandonare la ciclovia per seguire la strada che sale a Dossena, piccolo borgo abbarbicato sulla montagna e che già intravedo dopo qualche tornante. Boschi, pascoli, caprette che brucano l’erba su ripidi pendii, l’acqua del ruscello che gorgoglia, piccoli ponti in pietra che lo attraversano, mucche che sonnecchiano al sole ... nessun fastidioso rumore a disturbare questo incanto che mi accompagna per 9,5 km. Raggiungo le prime case del paese, supero il centro e prendo la strada alla mia sinistra. Dopo pochi chilometri di leggera salita, mi involo verso Serina, notando con piacere che il vecchio e butterato manto stradale è stato finalmente rinnovato. Scendere su un nastro d’asfalto liscio come il velluto è una goduria che soltanto noi ciclisti sappiamo apprezzare e mentalmente ringrazio l’amministrazione locale per questo inaspettato regalo. Perdo poco dislivello, perché, appena superata Serina, al bivio svolto a sinistra e riprendo a salire verso Cornalba. Tredici chilometri di saliscendi e sono di nuovo a Selvino. Una volta scesa a Nembro, sento già aria di casa e automaticamente comincio a pregustare, con l’acquolina in bocca, tutte le leccornie che mi concederò come premio per l’ennesima, piacevole fatica.


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