Convinta che oggi si corra la Gran Fondo Felice Gimondi, mi allontano di proposito dai luoghi che verranno presi d'assalto da migliaia di ciclisti e praticamente quasi tutte le valli bergamasche che conosco, visto che la gara risale un tratto della Val Cavallina, attraversa la Val Seriana, percorre la Val Brembana, la Val Taleggio, la Valsecca e la Valle Imagna. Verrò poi a sapere, invece, che si correrà domenica prossima. Poco male .. Faccio passare mentalmente le rimanenti salite dei dintorni e alla fine la scelta cade su quella di Bossico, fino all'Agriturismo 5 Abeti. La giornata è splendida, il cielo limpido e azzurro. Da Grumello a Lovere sono circa 35 km e grazie al “passaggio” di alcuni colleghi ciclisti, ci arrivo in un battibaleno. Poco prima del porticciolo imbocco la stradina che sale leggermente alla mia sinistra (Via Bergamo). Da qui all'Agriturismo di Bossico sono circa 13 km di salita e 780 metri di dislivello. Dopo un chilometro mi immetto sulla SS 42 fino al successivo incrocio, dove seguo le indicazioni per Bossico sulla SP 53. Alla rotonda tengo la destra e continuo a salire sulla SP 53. Al 4° chilometro ecco il bivio sulla destra che mi porterà alla mia meta. Qui inizia la “vera” salita, non perchè sia impegnativa, tutt'altro, la pendenza non supera mai l'8%, a parte gli ultimi 2 km, dove la strada si restringe e s'innerpica tra il 12 ed il 16%, ma perchè è più suggestiva e lontana dal caos domenicale. Spengo il lettore MP3 per percepire meglio i suoni della natura e salgo i dolci tornanti, dapprima in pieno sole, poi alternando tratti ombreggiati, quando entro nel fitto bosco, a tratti assolati, laddove gli alberi si diradano. La vista spazia lontano, oltre la valle, sulle maestose montagne, molte delle quali ancora innevate. Il panorama è davvero uno spettacolo, tanto che un ciclista ha pensato bene di goderselo appieno e se ne sta sul bordo della strada, le mani conserte, assorto in profonda contemplazione. Sorride al mio passaggio ed esclama “E' un paradiso”. Ne convengo. Davanti a tanta bellezza vale la pena fermarsi qualche minuto per catturare e conservare nel cuore e nel tempo la magia di certi luoghi. Dopo 6 chilometri esatti eccomi all'ingresso del piccolo paese di Bossico. Attraverso la piazzetta lastricata, passo alla sinistra della chiesa e, dopo una breve discesa, riprendo a salire e percorro l'ultimo tratto più impegnativo, ma altrettanto spettacolare, ora che, da questa altezza e da questa posizione, posso godermi la vista del lago d'Iseo, alla mia sinistra, e un triangolino di quello di Endine, alla mia destra. Gli ultimi 500 metri fino all'Agriturismo sono sterrati, ma fattibili anche con la bici da corsa, se il terreno è asciutto. La tentazione di fermarmi qui a pranzo è forte, visto i profumini invitanti che pervadono l'aria, ma senza un cambio di indumenti asciutti non è consigliabile. Sarà per un'altra volta. Ritorno sui miei passi e scendo con tranquillità, del resto qui niente induce alla fretta. Il tempo sembra essersi fermato. Che belle quelle mucche paciottone sdraiate nel prato e baciate dal sole! Come risaltano queste enormi margherite gialle sul verde dell'erba e che concerto di uccellini … Ritorno a malincuore sulla SP 53 che mi riporta a Lovere, dove svolto a destra e continuo per Tavernola, costeggiando il lago. Il tratto tra Castro e Riva di Solto è quello che preferisco, perchè la strada è tagliata nella roccia; prima della galleria corre ai piedi di un alto dirupo roccioso e permette di ammirare lo spettacolo suggestivo dell’orrido del Bögn: imponenti rocce disposte a lastroni verticali a picco sull’acqua. Senza dubbio è l’insenatura più singolare del lago. C'è sempre un forte vento qui; faccio fatica a procedere, ma non importa, mi distraggo guardando il paesaggio. A Tavernola, prima dell'orribile cementificio, giro a destra per Parzanica. E' presto e ho voglia di stare immersa nella natura ancora per un po'. Salgo con calma gli 8 km che portano al piccolo borgo; lo attraverso e percorro la bellissima strada che taglia a mezzacosta la montagna. Dopo altri 6 km arrivo a Vigolo e scendo di nuovo a Tavernola. Ecco, voglio fermare la memoria qui, perchè da questo momento fino a casa è una storia che diventa via via sempre più penosa, con l'aumentare del traffico, con le spiagge prese d'assalto dai patiti della tintarella che si contendono un posto al sole, ecc. ecc.
Nessun commento:
Posta un commento