Non
si contano le volte in cui ho trascorso qualche giorno di vacanza in
Liguria. Quasi sempre in bassa stagione, lontano dalla ressa,
snobbando le spiagge e spendendo il mio tempo scorrazzando in
bicicletta soprattutto nell'entroterra, ma talvolta, inevitabilmente,
anche lungo la costa. Tra gare ciclistiche ed escursioni, da me
progettate ed effettuate, ormai di strade ed itinerari ne conosco
abbastanza, ma c'è ancora tanto da scoprire. Perciò, spero di avere
la possibilità di tornarci spesso, per appagare la mia inesauribile
curiosità e rimpolpare la mia conoscenza di questa splendida terra.
Stavolta la nostra destinazione è la Liguria di Ponente e, più
precisamente, Imperia ed il suo hinterland.
15/03/2017:
Grumello – Ormea (320 km)
Fontana a Ormea |
Partiamo
dalla provincia di Bergamo con il nostro camper e andiamo
direttamente ad Ormea. In effetti Ormea non c'entra niente con la
Liguria: si trova in Piemonte, nella provincia di Cuneo, però al
confine con quella di Imperia, e, già che siamo in zona, ne vorrei
approfittare per fare un giro in bici lungo la valle del Tanaro, che
da tempo mi intriga. Ad Ormea, in Via Orti (GPS: N44.14235 –
E7.90565), c'è una bella area camper in riva al torrente, al costo
di 10 euro, senza allaccio alla corrente e con Camper Service.
Quest'ultimo, nel periodo del nostro soggiorno, tuttavia, era
inutilizzabile, in quanto invaso dalla sabbia, e, forse per tale
motivo, non ci è stato chiesto di pagare alcunchè. Ovunque, sono
ancora ben visibili i danni causati dall'alluvione dello scorso
novembre, purtroppo. Prima di cena facciamo due passi in paese,
distante circa 500 metri. Pur essendo passata da questo piccolo borgo
medievale diverse volte, non ho mai avuto la possibilità di
addentrarmi nei suoi caratteristici vicoli ed è stato un vero
peccato, perché Ormea ha un centro storico davvero carino. Acquistiamo
qualche prodotto tipico, sorprendendoci delle numerose botteghe che
ancora sopravvivono, fortunatamente, da queste parti, e, poi,
torniamo al camper.
16/03/2017:
Giro in bici nell'alta Val Tanaro: Passo delle Fascette – Colletta
Le Salse – Col di Nava (Piemonte/Liguria)
(57
km - 1243 metri di dislivello+ in moutain bike, su asfalto)
Oggi
andiamo ad esplorare l'Alta Valle del Tanaro (che si estende
all'estremità sud-occidentale del Piemonte, al confine con la
Liguria), risalendola fino alla Colletta Le Salse (1623 m), con
l'intenzione di completare un anello che tocchi i borghi di Monesi e
San Bernardo, per far ritorno ad Ormea attraverso il Colle di Nava.
Dall'area
camper di Ormea, in 5 km di falsopiano, raggiungiamo Ponte Nava. Al
bivio teniamo la destra e proseguiamo costeggiando il Tanaro,
inoltrandoci in una valle che si rivelerà incredibilmente amena. I
primi 10 km fino alla frazione di Viozene sono pedalabili, mentre i
restanti 11 km, che conducono alla Colletta Le Salse, transitando dal
Passo delle Fascette (1200 m), diventano più aspri, con pendenze che
sfiorano, in alcuni punti, il 12%. A bordo strada notiamo un'ottima
segnaletica, con cartelli che indicano l'altitudine e le pendenze dei
vari segmenti successivi; strada, purtroppo, non in buono stato,
spesso invasa da sabbia e ghiaietta, con frequenti buche.
Dopo Viozene, scendiamo per un breve tratto e ci infiliamo nella selvaggia gola delle Fascette, con le sue alte pareti a strapiombo, dove il torrente Negrone (che insieme al Tanarello forma il fiume Tanaro) scorre sul fondo di uno spettacolare canyon scavato nella roccia. Ad Upega, solitaria borgata situata in una splendida e soleggiata conca, arriviamo in falsopiano, dopo una breve rampa. Poi, continuiamo a salire, osservando la neve che, via via, abbonda sempre più sui versanti delle montagne ricoperti di larici ed abeti. L'acqua dei ruscelli che gorgoglia ed i raggi del sole che penetrano tra gli alberi, creando bellissimi giochi di luce, donano una piacevole sensazione di benessere. Scolliniamo a quota 1623 metri, valicando la Colletta Le Salse. Davanti a noi si apre un vasto panorama sulle Alpi Liguri, con cime che superano i 2000 metri d'altezza. Impossibile filmare e fotografare il magnifico paesaggio con il sole di fronte, ahimè! Quindi, affrontiamo una bella discesa, con vista sugli abbaglianti campi da sci innevati. La frazione di Le Salse ci sembra il luogo adatto ad una pausa ristoratrice, avendo alle spalle già oltre 20 km di ascesa, più o meno impegnativa.
Dopo di ché, seguiamo le indicazioni per Monesi, pervenendo ad un bivio: a destra, la strada militare per Limone Piemonte (la quale ripercorre l'antico tracciato della “Via del sale”, che, dal Colle di Tenda e mantenendosi in quota, raggiunge Monesi di Triora, in Liguria, attraverso il Bosco delle Navette), mentre, a sinistra, quella per Monesi di Mendatica, verso la quale ci dirigiamo.
Dopo Viozene, scendiamo per un breve tratto e ci infiliamo nella selvaggia gola delle Fascette, con le sue alte pareti a strapiombo, dove il torrente Negrone (che insieme al Tanarello forma il fiume Tanaro) scorre sul fondo di uno spettacolare canyon scavato nella roccia. Ad Upega, solitaria borgata situata in una splendida e soleggiata conca, arriviamo in falsopiano, dopo una breve rampa. Poi, continuiamo a salire, osservando la neve che, via via, abbonda sempre più sui versanti delle montagne ricoperti di larici ed abeti. L'acqua dei ruscelli che gorgoglia ed i raggi del sole che penetrano tra gli alberi, creando bellissimi giochi di luce, donano una piacevole sensazione di benessere. Scolliniamo a quota 1623 metri, valicando la Colletta Le Salse. Davanti a noi si apre un vasto panorama sulle Alpi Liguri, con cime che superano i 2000 metri d'altezza. Impossibile filmare e fotografare il magnifico paesaggio con il sole di fronte, ahimè! Quindi, affrontiamo una bella discesa, con vista sugli abbaglianti campi da sci innevati. La frazione di Le Salse ci sembra il luogo adatto ad una pausa ristoratrice, avendo alle spalle già oltre 20 km di ascesa, più o meno impegnativa.
Dopo di ché, seguiamo le indicazioni per Monesi, pervenendo ad un bivio: a destra, la strada militare per Limone Piemonte (la quale ripercorre l'antico tracciato della “Via del sale”, che, dal Colle di Tenda e mantenendosi in quota, raggiunge Monesi di Triora, in Liguria, attraverso il Bosco delle Navette), mentre, a sinistra, quella per Monesi di Mendatica, verso la quale ci dirigiamo.
Qui, ci aspetta una
brutta sorpresa. A dir il vero, a Ponte Nava avevamo visto l'avviso
della chiusura della strada tra Upega e Piaggia a causa di una frana,
ma speravamo si potesse passare con la bici, come a volte capita.
Quello che si presenta davanti ai nostri occhi, invece, è un
disastro immane: si è letteralmente staccata una fetta di montagna,
che ha trascinato con sé alberi, strade ed abitazioni. C'è ancora
un edificio in bilico sul precipizio; davvero impressionante! Non
immaginavamo certo una cosa del genere. Tutti gli accessi al paese
sono chiusi con cancelli di rete metallica. Sarebbe il caso di
tornare indietro. Marco, però, vuol vedere se c'è la possibilità
di aggirare l'ostacolo. Con non poca fatica, spingendo le bici in
alto, sopra la frana, e calandole, poi, da alcuni muretti, riusciamo
a portarci dall'altra parte del paese. Col senno di poi, sicuramente
non lo rifarei.
A questo punto, non ci resta che scendere, ammirando,
alla nostra sinistra, una bella catena di montagne spruzzate di neve.
Giunti a San Bernardo, al bivio, svoltiamo di nuovo a sinistra per il
Colle di Nava, che, da qui, dista 8 km. La strada riprende a salire
leggermente, ingannando Marco, che si toglie la mantellina.
Beffardamente, poco dopo, inizia una lunga e fredda discesa
all'ombra, che ci condurrà dapprima a Nava, sulla SP 100, poi a
Ponte Nava, sulla SS28 ed, infine, in veloce falsopiano, ad Ormea.
Purtroppo,
presumo che non sarà possibile ripercorrere questo anello per molto
tempo: i danni, provocati dalla frana all'intero paese, sono
veramente ingenti. Marco, pessimisticamente, addirittura dubita che
si possa ripristinare lo status quo ante ed afferma che Monesi
diventerà l'ennesimo borgo fantasma d'Italia. Non so davvero cosa
dire, se non che mi dispiace infinitamente.
17/03/2017:
Passo San Bernardo di Conio da Vessalico e Rezzo
(48 km – 882 metri di
dislivello+ in mountain bike su asfalto)
La
giornata si preannuncia ottima. Cielo azzurro e temperatura
gradevole, come ieri, del resto. Ci mettiamo in marcia di buon'ora,
avviandoci verso Pieve di Teco, alla ricerca di un posteggio per il
camper. Lo troviamo soltanto a Vessalico, prima di entrare in paese,
presso il parco pubblico. Scaricate le bici, torniamo al bivio per
Dezzo, dove giriamo a sinistra e proseguiamo fino al successivo
incrocio, svoltando ancora a sinistra, sulla SP17.
La strada è
deserta e sale costantemente, ma senza strappi cattivi, per una
quindicina di chilometri, tra infiniti boschi. Il manto stradale
lascia un po' a desiderare e sull'asfalto giacciono parecchie pietre
rotolate giù dai pendii della montagna. C'è quasi da aver paura!
L'entroterra ligure è così un po' dappertutto: pare abbandonato a
se stesso. Non si notano segni di manutenzione e la terra sembra
sgretolarsi davanti ai nostri occhi. Dopo Rezzo, notiamo,
improvvisamente, tre ruscelli che convergono in un unico corso
d'acqua e una scaletta di sassi alla nostra destra. La risaliamo
incuriositi, abbandonando per un attimo le nostre bici sulla strada.
Di certo non ci aspettavamo di trovare un bellissimo ponte in pietra
a cavallo di uno dei suddetti ruscelli, con pozze d'acqua color
smeraldo e cascatelle gorgoglianti. Ci attardiamo un po' in questo
piccolo paradiso, dopodiché, rimontiamo in sella e continuiamo a
salire. Passiamo da un versante esposto a sud, e quindi al sole, ad
uno esposto a nord, e pertanto all'ombra, finché scolliniamo a S.
Bernardo di Conio. A questo punto iniziamo a scendere verso S.
Bartolomeo e, poi, ancora a destra, sulla SP 95. La traccia del mio
dispositivo GPS, ad un certo punto, vorrebbe che noi si deviasse
sulla SP 22 per Cartari, ma, al bivio per quest'ultima località,
vedendo il cartello di “strada chiusa”, Marco, con ostinazione,
mi impedisce di procedere in quella direzione.
Scendiamo ancora 3-4
km sulla SP 95, sperando di trovare altre indicazioni stradali, ma
stiamo andando completamente fuori zona. Così, non ci resta che fare
dietro front e imboccare la SP 20 per Pieve di Teco, sbucando, ahimè,
dopo 9 km di discesa, sulla famigerata Statale 28. Svoltiamo, quindi,
a sinistra, superiamo incolumi una piccola galleria e, rapidamente,
raggiungiamo la rotonda, che ci libera dall'incubo. Prendiamo,
infine, la prima via a destra e, poco dopo, ci ritroviamo allo stesso
incrocio con la SP17 di qualche ora fa. Ripercorrendo a ritroso la
strada di stamattina, arriviamo nuovamente a Vessalico. Una doccia
veloce e, poi, via, con il camper, verso Imperia. Domani si corre la
Milano-Sanremo e non mancheremo di fare un po' di tifo ai corridori
lungo l'Aurelia. L'area camper “Francy Park”, con Camper Service,
ma senza elettricità, si trova in Via dei Giardini, vicino al Simply
Market, proprio a ridosso dell'Aurelia. Paghiamo 10 euro (dall'1/6 al
30/9 il ticket sale a 13 euro), solo con monete (all'interno del
Simply c'è una macchinetta per procurarsele, eventualmente).
(Km
43 – dislivello non si sa, perchè mi sono dimenticata di caricare
il Garmin, in mountain bike su asfalto)
Che
giornata bigia! Non è il massimo pedalare con un cielo così
nuvoloso e l'aria intrisa di umidità. Tuttavia, l'idea di andare a
scoprire, finalmente, dopo tanta attesa, alcuni borghi caratteristici
alle spalle di Imperia, mi elettrizza.
Dolcedo |
Prima di entrare in centro
città, alla rotonda, seguiamo le indicazioni per Dolcedo, che
raggiungiamo dopo 6 km di salita blanda. Il paesino, con le sue case
colorate, spicca sul verde delle colline circostanti. Sono otto le
borgate che lo compongono e tra queste scorre il torrente Prino,
scavalcato da cinque ponti che collegano le varie frazioni, tra cui
il suggestivo Ponte Grande, con la sua unica arcata a sesto acuto.
Proseguiamo, poi, per Prialè, ma, dopo 1 km, al bivio, deviamo verso
Valloria e saliamo per altri 6 km dolci, circondati da immense
distese di ulivi, coltivati su terrazzamenti sorretti da muretti a
secco. Valloria è “il paese delle porte dipinte”. Un
piccolissimo borgo medievale di 42 abitanti, la cui particolarità è
data dalle sue 150 porte dipinte. Infatti, ogni anno, d'estate,
pittori di fama internazionale e giovani artisti, si ritrovano qui e
dipingono le porte di case, cantine o stalle, come se fossero tele.
Valloria |
E' divertente andare alla scoperta di tutte queste opere d'arte, su e
giù per vicoli tortuosi e passaggi coperti. Ad ogni angolo, sgrano
gli occhi ed emetto gridolini di meraviglia. Che splendore! Difficile
andarsene da questo posticino incantato, ma dobbiamo continuare il
nostro giro. Ritorniamo giù, all'incrocio precedente, e svoltiamo a
sinistra, in direzione di Vasia. La stradella riprende a salire senza
pendenze eccessive, ma pure senza tregua, per 8 km, fino a Pantasina,
sempre immersa negli uliveti. Poi procede in falsopiano per 3 km,
passando sul lato opposto della valle e, una volta raggiunto Vasia,
inizia a scendere dolcemente, per una quindicina di chilometri, verso
Imperia. Possiamo ammirare il suo inconfondibile profilo, che si
staglia contro il blu del mare, man mano ci avviciniamo alla costa.
Ci ritroviamo, così, al punto di partenza, dopo 43 km e non so
quanti metri di dislivello; in ogni caso, di pianura non se ne è
vista, o quasi.
Imperia |
Un giro breve, ma interessante, che ci ha permesso di
conoscere un altro piccolo lembo dell'entroterra ligure, ormai sempre
più deserto, abbandonato ed in balìa di forze naturali che lo
stanno, piano piano, erodendo. Se nessuno se ne occuperà, prima o
poi questa bellissima terra si lascerà andare completamente e,
allora, sarà troppo tardi per porvi rimedio, ahinoi!
In
serata partiamo alla volta di Camporosso e dell'area camper Nervia,
che si trova in Via 1° Maggio n. 28, (tel. 3280386624),
ma facendo lo sbaglio di uscire al casello autostradale di Bordighera, anziché a quello di Ventimiglia,
con la conseguenza di trovarci a percorrere (con un po' di patema
d'animo, io) strade ripide, strette e tortuose.
Paghiamo 18 euro (16 euro se si sosta più di una notte), escluso
l'allacciamento alla corrente, ma l'area è moderna e ben attrezzata,
con diversi rubinetti dell'acqua a disposizione delle 60 piazzole,
CS, bagni e docce pulitissimi, bar, braceria, parco giochi, WiFi e
spiaggia ad oltre un chilometro. Tutte cose di cui noi non abbiamo
bisogno, ma ormai è tardi e ci fermiamo qui.
19/03/2017: Dolceacqua - Val Roja - Col di Tenda
Dolceacqua |
Il check out dell'area camper è previsto per le 10 e, a quell'ora,
ci avviamo verso la Val Nervia. Avevo programmato un bel giro in bici
da queste parti, che prevedeva, tra l'altro, la scalata alla Colla di
Langan, ma, stamattina, al nostro risveglio, il cielo in quella
direzione era livido ed ho preferito rimandare il tutto ad una
giornata soleggiata. Quando sono in trasferta in luoghi che non
conosco, voglio pedalare godendomi il paesaggio che mi circonda nel
migliore dei modi, cosa che, con la pioggia o il maltempo, diventa
impossibile. Pertanto, abbiamo optato per la visita di Dolceacqua. Le
uniche due possibilità di sosta per i camper sono: nei pressi del
cimitero (sempre sulla strada principale, la SP 64) oppure, poco più
avanti, in un parcheggio cui si accede attraverso una ripida rampa.
Il borgo sorge lungo il torrente Nervia, dominato dalla fortezza dei
Doria, ed è uno dei più belli che io abbia mai visto.
Dolceacqua |
La parte
antica si è sviluppata attorno alla rocca, su vari livelli e a
gironi concentrici, collegati tra loro da ripide scale. Appena
superato lo scenografico ponte romano a schiena d'asino ed
oltrepassata la porta d'ingresso, si ha subito la sensazione di fare
un tuffo nel passato. Sarà per gli stretti
caruggi, i passaggi coperti, gli archetti medievali tra una casa e
l'altra o i vicoli lastricati che s'inerpicano verso il castello,
sarà per la poca luce che a fatica penetra attraverso gli alti
edifici, ma qui si respira davvero un'aria d'altri tempi e l'insieme
è molto suggestivo. L'unico rammarico è che, a causa della spessa coltre di nubi, le foto da me scattate risultano un po' spente e
non danno pienamente l'idea della bellezza del posto.
Nel
pomeriggio, con un sole che spacca le pietre, ci avviamo verso il Col
di Tenda. Che tempo burlone! Vedere un cielo così limpido e azzurro,
proprio quando, per noi, è giunta l'ora di tornare a casa, accentua
ancor più quella piccola sofferenza che accompagna ogni rientro
dalle vacanze. Sofferenza presto mitigata, però,
dall'attraversamento della splendida Val Roja: immersi nella calda
luce che precede il tramonto, ci godiamo l'incanto e la suggestione
di questo luogo straordinariamente selvaggio. Un ultimo regalo
offerto da madre natura, prima di infilarci nel lungo tunnel che ci
sputerà in Piemonte. Dopodiché, con una bella discesa a tornanti,
approdiamo in Valle Stura. Ci fermiamo per la sosta notturna all'area
camper di Borgo San Dalmazzo (segnalata, con CS), in Piazzale Vittime
delle Foibe, non mancando di acquistare, in paese, per la gioia del
palato, i buonissimi “cuneesi”, cioccolatini al liquore tipici
della città piemontese e famosi in tutto il mondo.
20/03/2017:
rientro a casa.
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