PREMESSA
Le Dolomiti sono gruppi montuosi che si estendono nell’Italia nord-orientale, tra il Veneto, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia; devono il loro nome allo scienziato francese Déodat de Dolomieu, che per primo identificò il minerale predominante di queste montagne, battezzato in suo onore "dolomite".
Il 26/06/2009, nove aree dolomitiche sono state iscritte nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco per la loro unicità paesaggistica e la straordinaria bellezza delle imponenti formazioni rocciose, scolpite da pinnacoli, guglie, pale, campanili, denti e torri, che contrastano con le verdi praterie da cui s'innalzano.
Il loro fascino è, inoltre, accresciuto da un fenomeno naturale, noto con il nome di Enrosadina: la dolomia, ovvero la roccia costituita dal minerale dolomite, grazie alla sua composizione chimica, all’alba e al tramonto, riflettendo la luce solare bassa e obliqua, cambia colore e si tinge di rosa-arancio-rosso-viola. Al crepuscolo, invece, assume una colorazione argentea, che le dona un aspetto freddo e lunare. Per tale motivo, le Dolomiti sono altresì chiamate Monti Pallidi.
Ma la cosa più interessante è che, studiando queste rocce sedimentarie, gli scienziati hanno potuto sviluppare alcune teorie sull’evoluzione della Terra.
Le Dolomiti, infatti, non sono sempre state montagne. Nel Permiano erano una pianura solcata da fiumi, nel Triassico un ampio mare tropicale punteggiato da isole e vulcani. Quando si formò l’Oceano Atlantico, tutta l’area sprofondò. Poi, l’Africa, staccatasi dalla Pangea, ruotò verso l’Europa e, scontrandosi con essa, produsse l’emersione dei sedimenti calcarei che formarono la catena montuosa delle Alpi. Le Dolomiti affiorarono, dunque, dal mare e si sollevarono per migliaia di metri, conservando le rocce fossili e gli ambienti tropicali del Mesozoico. La loro geologia può essere letta nel tempo (verticalmente) e nello spazio (orizzontalmente): la lettura verticale delle pareti di pietra permette di scoprire, strato dopo strato, la storia della Terra, mentre quella orizzontale consente di identificare l’antica geografia di quei mari e quelle isole.
Il lato occidentale del gruppo del Catinaccio rappresenta una delle scogliere tropicali meglio preservate.
MAPPA ITINERARIO:
DIARIO
La bozza di questo diario è rimasta nel cassetto per cinque anni. Mi sarebbe piaciuto integrarlo con ulteriori escursioni a piedi, soprattutto quelle alle Tre Cime di Lavaredo (raggiunte, però, in bici un decennio fa) e al lago di Sorapiss, che a causa del maltempo non abbiamo potuto effettuare. Sfortunatamente, non c’è stata più l’occasione di tornare in quei luoghi e, pertanto, ho deciso di pubblicare il diario così come era.
15/09/2020 (martedì): Grumello del Monte - Siusi (240 km)
Siamo nella “fase 2” della pandemia da coronavirus, che prevede un graduale allentamento delle misure di contenimento in precedenza adottate dal Governo italiano, in quanto la curva epidemica è in discesa. Il periodo di quarantena è ormai alle spalle, gli studenti sono tornati a scuola ed è permessa la libera circolazione fra regioni. Insomma, seppur continuando ad indossare la mascherina, sembra che ci stiamo avviando alla normalità (purtroppo durerà solo fino all’8 ottobre).
Dopo settimane e settimane chiusi in casa, il desiderio di immergersi nella natura è incontenibile. La nostra casetta viaggiante ci consentirà, peraltro, di evitare il contatto con gli altri umani e di trascorrere una vacanzina tranquilla.
La prima tappa dell’itinerario è l’Alpe di Siusi, nella provincia di Bolzano, in Trentino Alto Adige. Posto a 2000 metri di altitudine, è l’altopiano più elevato d’Europa e sicuramente tra i più suggestivi, essendo circondato da gruppi dolomitici davvero scenografici, come il Sassolungo, il Sassopiatto, il Catinaccio, lo Sciliar, il Sella e il Puez-Odle.
E’ un regno naturale interdetto ai veicoli a motore. Anche la strada di accesso all’Alpe è chiusa tra le 9 e le 17. A partire dalle 17 si può salire e posteggiare in località Compaccio, ma alle 23 bisogna lasciare l'altopiano, perchè è vietata la sosta tra le 23 e le 6. Se si arriva prima delle 9 e si desidera rimanere fino alle 23, la tariffa giornaliera, nel 2025, è di 30 euro.
(PS: sito web per gli orari e le tariffe della funivia: https://www.seiseralm.it/it/info/mobilita/cabinovia-alpe-di-siusi-inverno.html).
Percui, raggiunto il parcheggio gratuito giorno e notte presso funivia di Siusi (GPS: N46.540275, E011.566751), in attesa dell’orario di apertura della strada, facciamo quattro passi in paese.
Dopodiché, a bordo del nostro camper, partiamo: 2 km al bivio e 9 km per Compaccio. Alle 18 la Cassa del parcheggio 2 (quello più in alto - GPS: N46.539880, E011.617360) è chiusa.
C'incamminiamo, quindi, di buon passo verso un noto punto panoramico, con bella vista sul Sassolungo e il Sassopiatto (GPS: N46.552010, E011.654170).
Vi perveniamo in circa un’ora, intorno alle 19, proprio nel momento in cui il sole sta tramontando e le pareti di dolomia si colorano di rosso.
Ci sono altri fotografi sul posto, però se ne vanno all’imbrunire, mentre noi vi rimaniamo fin quasi alle 21, in quanto nostro figlio vorrebbe fotografare il cielo stellato e provare tecniche nuove di scatto. Abbiamo avuto il buon senso di portarci una felpa e un berretto, nonostante la giornata torrida, perchè al calar del sole l’aria diventa pungente. Ma ne è valsa la pena: lo spettacolo offerto dalla volta celeste è meraviglioso ed emozionante. Non lo dimenticherò mai!
Con le pile frontali, completamente avvolti dall'oscurità, torniamo al camper, avvistando, lungo il percorso, due cervi nel prato.
Passeremo la notte nel parcheggio della stazione inferiore della funivia.
16/j09/2020 (mercoledì): Siusi - Santa Maddalena (30 km)
Lasciamo Siusi e affrontiamo la lunga discesa sulla LS24, per poi immetterci nella SS12. Siamo diretti a Santa Maddalena, in Val di Funes, un po' più a nord: strada di montagna, larga e a due corsie, con alcuni tornanti. Nel frattempo il cielo si annuvola e si scatena un bel temporale.
Proseguiamo, poi, ancora per 6 km verso Malga Zannes. La carreggiata è stretta e tortuosa, percorsa anche dai pullman gran turismo, ma sono presenti piccoli slarghi per agevolare l’incrocio con altri veicoli. Bisogna comunque prestare molta attenzione.
Al parcheggio (GPS: N46.635211, E011.763248) si può stare pure di notte (senza campeggiare). Tariffa: € 12 per 24 ore (€ 6 le auto), solo con banconote o moneta. Se non ci sono gli addetti alla cassa (che se ne vanno prima delle 18), si paga lo stesso, apponendo il ticket sul cruscotto.
Ci troviamo nel Parco Naturale Puez-Odle, che tutela un’area protetta di circa diecimila ettari nella provincia di Bolzano, comprendente il sistema Puez-Odle, un gruppo montuoso racchiuso fra tre splendide valli: la Val di Funes a nord, la Val Badia a est e la Val Gardena a sud.
Il Parco Naturale Puez-Odle viene definito "il libro di storia della Terra" per l’importanza geologica rivestita dal suo territorio. Qui, infatti, si possono osservare tutti i tipi di roccia, le stratificazioni, gli sconvolgimenti tettonici e le forme erosive tipiche di questa catena.
17/09/2020 (giovedì): Malga Zannes - Rifugio Odle (anello di 9 km a piedi e 350 metri di disl+ lungo il sentiero Adolf Munkel)
Stamattina mi sono alzata piena di entusiasmo: l’escursione odierna è una delle più belle delle Dolomiti e non vedo l’ora di partire.
Dal parcheggio di Zannes (1680 metri s.l.m.) imbocchiamo il sentiero n. 6 e in seguito il sentiero n. 36 Adolf Munkel, che corre ai piedi della impressionante parete nord delle Odle. E’ un percorso abbastanza facile, consigliato anche a famiglie con bambini, e conduce al Rifugio Odle (1996 metri s.l.m.). Camminiamo inizialmente su strada sterrata e, poi, su sentiero stretto, a tratti pietroso.
Una volta a destinazione, il paesaggio che si presenta davanti ai nostri occhi è grandioso; lo ammiriamo in tutta la sua bellezza comodamente seduti ad uno dei tanti tavoli di legno all’esterno della struttura, mentre ci rifocilliamo con un buon tagliere di salumi e formaggi, annaffiati da abbondante birra per gli ometti, e un’ottima torta di grano saraceno con succo di lampone per me.
Rimessici in marcia, prendiamo il sentiero alle spalle del rifugio, che ci permette di tornare a Malga Zannes attraverso il bosco, completando un anello di 9 km.
E’ ancora presto, la giornata è splendida e, siccome nella zona ci sono un paio di spot fotografici che non vogliamo perdere, ne approfittiamo. Con il camper, scendiamo di nuovo a Santa Maddalena, previa sosta nel parcheggio (GPS: N46.636940, E011.720820) a pagamento (€ 2 x 2 ore) per immortalare la chiesetta di San Giovanni in Ranui, incorniciata dai magnifici bastioni granitici delle Odle. E' vietato entrare nel prato e pure far volare il drone. Più avanti c’è un ingresso che consente di avvicinarsi un po' alla chiesetta (€ 4 per persona).
Poi, lasciato il camper nel parcheggio del Centro Visite di Santa Maddalena (GPS: N46.642550, E011.709970), seguiamo la segnaletica del percorso “Panoramica Weg”. In circa 2 km arriviamo alla postazione da cui è possibile scattare la classica foto da cartolina, con il piccolo borgo incastonato tra le montagne lussureggianti e sullo sfondo le guglie aguzze delle Odle.
Per la sosta notturna a Santa Maddalena c’è un’area camper presso l’Agriturismo Zum Gletscherhans di Mantingen Johann, in Ruefenweg n. 12, località Villnoss - GPS: N46.642530, E011.720190 - Tel. 347 7965986 - produzione di salumi, carne affumicata, marmellate, verdure, uova.
Noi, invece, continuiamo per Chiusa e pernottiamo in un parcheggio in Via Prato dell’Ospizio (GPS: N46.645848, E011.577870), vicino agli impianti sportivi.
18/09/2020 (venerdì): Chiusa - Ortisei (km 20)
L’obiettivo di oggi sarebbe quello di salire al Seceda (2519 metri s.l.m) - un altopiano soleggiato della Val Gardena, nel Parco Naturale Puez-Odle - a piedi (7,6 km, 1264 m disl+, durata 4 h), ma trovare un parcheggio ad Ortisei è impossibile: solo divieti per noi camperisti. Non c’è speranza. Nei pressi della funivia per l’Alpe di Siusi, chiediamo a un custode se ci permette di lasciare il nostro mezzo solo il tempo necessario per l’escursione al Seceda. Non so se a causa del periodo infelice (Covid) o perchè mosso a pietà vedendo i nostri volti affranti, ma acconsente, in via eccezionale, e ci trova uno spazio alle spalle del parcheggio dei pullman.
Ormai è tardi, abbiamo poche ore a disposizione e il Seceda lo raggiungiamo con la funivia (tariffa adulti 2020: € 25 cad, solo andata, € 34 A/R - sito web: https://www.seceda.it/it/estate). Il primo tratto si supera con la cabinovia mentre l’ultimo, più ripido, con funivia (un’unica cabina - orario estivo: prima corsa: 8:45, ultima corsa: 17:30; orario invernale: 16:30).
Da lassù, il panorama abbraccia a 360° le cime più spettacolari delle Dolomiti: dalle Odle al Gruppo Sella, dal Sassolungo e Sassopiatto allo Sciliar sull’Alpe di Siusi. Una vista mozzafiato!
L’altopiano presenta pareti scoscese e friabili nel versante nord-occidentale, e pascoli blandamente digradanti in direzione sud-est. I suoi prati sono solcati da vari sentieri, che conducono ad alcune malghe.
Puntiamo dritto verso la Malga Pieralongia: in linea d’aria non sembra molto distante, ma l'occhio inganna e il sentiero si rivela più lungo del previsto. Abbiamo a malapena il tempo di fare un veloce spuntino: dobbiamo ritornare alla funivia prima dell’ultima corsa delle 17:30.
A passo svelto risaliamo la china e riusciamo a salvarci in corner.
Scesi dalla cabinovia, facciamo due passi nelle vie pedonali di Ortisei, una piccola bomboniera dove tutto trasuda ordine, pulizia ed eleganza.
Recuperato il nostro mezzo, andiamo alla ricerca di un'area camper. La salita al Passo Gardena, nell’ora del tramonto, ci regala uno scenario stupefacente: le possenti pareti del Sella e del Sassolungo, tinte di rosa, sono uno spettacolo che tocca l’anima. Lungo il percorso e anche in cima al Passo, ampie rientranze della strada sarebbero idonee alla sosta (il parcheggio Sassolongo a pagamento di Pian de Gralba nel 2025 ha un limite di altezza di 2,30 metri), ma abbiamo bisogno di fare camper service. Pertanto, proseguiamo fino all’area camper automatizzata di La Villa in Ninz Strasse 49 - GPS: N46.589010, E011.900610 - sito web: https://www.camperparkingaltabadia.it/it/) - tariffe 2020: € 15 solo Camper Service (si fa il biglietto all’ingresso e si ha mezz’ora di tempo per scaricare e caricare l’acqua), € 28 compresa la sosta per 24 ore (la cassa non accetta carte di credito o bancomat). La tariffa ci pare un po’ esosa, ma non abbiamo alternative .
19/09/2020 (sabato): La Villa - Passo Valparola (14 km) - Passo Falzarego (1,2 km) - Cortina d’Ampezzo (16) - Passo Giau (15 km) = km 46
Da La Villa saliamo al Passo di Valparola per circa 14 km e scendiamo al passo Falzarego per poco più di 1 km, parcheggiando, infine, davanti al Rifugio Col Gallina (N46.519735, E012.019313), dove inizia il sentiero n. 419 per il lago di Lìmides (in direzione Forcella di Averau). Circondato da boschi di larici e pini cembri, è uno spot imperdibile per gli amanti della fotografia: al tramonto, la cima della Tofana di Rozes, inondata dalla luce dorata del sole, riflette la sua bellezza nel lago in un contesto fiabesco.
E’ un’escursione facile, tant’è che in mezz’ora di cammino siamo sul posto.
La giornata è soleggiata e trascorriamo il tempo in totale relax, in attesa del tramonto. Purtroppo, con il passare delle ore, le nuvole sopraggiungono di soppiatto e avvogono il paesaggio in un abbraccio spettrale. Pazienza! Scattiamo qualche foto ricordo e, poi, torniamo al camper.
Decidiamo di partire subito per la meta successiva. Dal Passo Falzarego puntiamo su Cortina d’Ampezzo e, prima del paese, deviamo verso il Passo Giau. Nei pressi della località “Ponte de Ru Curto” inizia il sentiero CAI 437, che porta al lago di Federa, al rifugio Croda da Lago / Gianni Palmieri, e alla Forcella di Ambrizzola, escursione in programma per domani. C’è anche un parcheggio sul lato della strada (GPS: N46.507252, E012.080097), senza divieti; pertanto, pernotteremo qui.
20/09/2020 (domenica): escursione al lago di Federa e alla Forcella di Ambrizzola = 18 km
Un’altra bella camminata ci attende stamani. Il meteo promette bene e siamo euforici. Senza fretta, ci infiliamo nel sentiero 437, che, all’inizio, si sviluppa dolcemente all’interno di un fitto bosco di conifere, diventando, via via, sempre più ripido, a tratti sassoso e ghiaioso.
Impieghiamo quasi un’ora e mezza per salire al lago di Federa, nel quale si riflette il Becco di Mezzodì. Fatto il periplo del laghetto, ci fermiamo al rifugio Croda da Lago / Gianni Palmieri, che si trova sulla sponda del piccolo specchio d'acqua, per pranzare.
Dopodichè, ci avviamo verso la Forcella di Ambrizzola, cui perveniamo in meno di un’ora di cammino, con varie pause per osservare le ripide, maestose pareti della Croda da Lago alla nostra destra e il panorama di creste alla nostra sinistra, in parte nascoste dalle nuvole, che nel frattempo hanno offuscato il cielo (da quassù si vedrebbe il Pelmo, l’Antelao, il Cristallo, le Tre Cime, ecc.).
Stamattina, al nostro risveglio, splendeva il sole, ma, con il trascorrere delle ore, si sono ammassate nubi minacciose e, adesso, le raffiche di vento preaannunciano l'arrivo imminente di un temporale. Torniamo velocemente al lago e ci ripariamo nella rientranza di una roccia, prima che infuri la tempesta. Sono le 16,30. Pioggia e grandine non danno tregua. Aspettiamo pazientemente e speranzosi che la perturbazione passi, per poter scattare qualche foto con la luce del tramonto. Alle 18,30 smette di piovere e il cielo sembra aprirsi, però non abbastanza per far trapelare i raggi del sole. Ormai è tardi e la sera incombe. A malincuore, lasciamo questo piccolo paradiso. Il buio ci sorprende sulla via del ritorno, ma siamo stati previdenti e abbiamo portato con noi le pile frontali.
21/09/2020 (lunedì): Cortina d’Ampezzo - Passo Tre Croci (8 km) - lago di Misurina (6 km) - Passo Giau 29 km = km 43 km
Dopo una breve sosta all’Eurospin di Cortina d’Ampezzo (GPS: N46.508521, E012.151228) per acquistare alcuni generi alimentari, prendiamo la direzione del Passo Tre Croci, con l’intenzione di fare un’escursione al lago di Sorapiss (parcheggio lungo la strada: GPS: N46.555800, E012.201100). Sarebbe una camminata di circa 2 ore (la sola andata); purtroppo, il nostro proposito viene annullato dalla pioggia scrosciante e inaspettata, data la bella giornata iniziale.
Quindi, procediamo per Auronzo e l’area camper nei pressi del lago di Misurina in Via Guide Alpine (tariffe 2020: € 3 l’ora, € 20 / 24 ore - GPS: N46.585260, E012.256720), in quanto abbiamo bisogno di fare camper service e nella speranza di un miglioramento del meteo, che ci consentirebbe di salire alle Tre Cime di Lavaredo (il casello di accesso alla strada a pagamento è poco distante; dal 2025 è obbligatoria la prenotazione e il pagamento online, previa registrazione al seguente Portale prenotazione accesso Strada Tre Cime di Lavaredo). Per maggiori infomazioni clicca qui: Info parcheggio Tre Cime di Lavaredo).
In effetti, nel giro di un'ora la pioggia cessa; tuttavia, ci chiediamo se valga la pena spendere una cifra considerevole (€ 45 i camper, € 30 le auto, che nel 2025 aumenteranno rispettivamente a € 60 e € 40 per 12 ore) e rischiare, una volta lassù, di trovare il paesaggio nascosto dalle nuvole. Conveniamo sia meglio tornare in una giornata limpida e soleggiata.
Perciò, effettuate le operazioni di carico/scarico acque nere e grigie, torniamo al Passo Giau, nei pressi del quale vi è un altro interessante spot fotografico. Da Cortina, dunque, in 5 km arriviamo a Socol; al bivio, ignorando la strada a destra che in 10 km sale al passo Falzarego, prendiamo quella a sinistra, la quale, in altrettanti 10 km, ci innalza ai 2.236 metri di quota del Passo Giau (parcheggio: GPS: N46.483021, E012.055152).
Giusto il tempo di fare due passi e fotografare la Ra Gusela che si specchia in una pozza d’acqua: nel giro di pochi minuti siamo inghiottiti da una nebbia fittissima, cui segue un acquazzone, tanto improvviso quanto violento. Gambe in spalle, torniamo di corsa al camper!
22/09/2020 (martedì): Passo Giau - Longarone (63 km) - Refrontolo (39 km) - Molinetto della Croda (2 km) = 104 km
Ci svegliamo al Passo Giau sempre circondati da una fitta nebbia. Volevamo alzarci presto per scattare alcune foto con la luce e i colori dell’alba, ma anche questa possibilità è sfumata.
E' così giunto il momento di salutare le Dolomiti.
La discesa verso Selva di Cadore è impegnativa: 10 km, 29 tornanti, 3 gallerie e pendenze che mettono a dura prova non soltanto freni e pneumatici. Continuiamo per Fosca e Pescul, risalendo, quindi, fino a Forcella Staulanza, per poi ridiscendere a Palafavera (dove notiamo un’area di sosta per camper - GPS: N46.403160, E012.101320; tariffa 2025: € 20 la sosta; € 10 solo camper service; si paga alla reception del campeggio di fronte) e percorrere la lussureggiante Val di Zoldo. La strada è ampia e in ottimo stato. Passiamo da Zoldo Alto e Dont, proseguendo per Forno e Ospitale (piccoli e bei borghi di montagna, con case in legno e pietra). Il traffico aumenta nei pressi di Longarone; del resto è ora di punta, essendo mezzogiorno. Parcheggiamo il camper prima di entrare nel centro abitato e a piedi andiamo alla ricerca di un panifico. “Il Forno”, in Via Roma n. 117, è ben fornito e facciamo scorta di leccornie.
Riprendiamo il viaggio e, immettendoci sulla SS51, scorgiamo l’impressionante diga del Vajont, tristemente famosa per la catastrofica frana che, il 9 ottobre 1963, si staccò dal soprastante Monte Toc e, precipitando nel bacino formato dalla diga, generò un’onda devastante che cancellò gli abitati del fondovalle, causando 1917 vittime, tra cui 487 bambini. Mi viene la pelle d’oca solo a pensarci!
Facciamo una deviazione per pranzare sulla riva del lago di Santa Croce (Strada Statale Alemagna n. 7 - GPS: N46.095033, E012.327109); ne avevo sentito parlare ed ero curiosa di vederlo, ma con il maltempo probabilmente non dà il meglio di sè.
Più tardi, inserita nel navigatore la nuova destinazione, perveniamo al Molinetto della Croda di Refrontolo e al parcheggio in Via San Zuanet (GPS: N45.936837, E012.191426), ampio e gratuito. Visitiamo l’interno del mulino (€ 3 a testa) e, visto che non vi sono divieti per i camper, pernotteremo qui.
Dopo cena, avendo smesso di piovere, riesco a fare una foto al mulino anche nella sua veste notturna.
23/09/2020 (mercoledì): 234 km a casa
Tra poche ore saremo a casa. Sono bastati alcuni giorni di vacanza per ritemprare corpo e mente. Avevamo proprio bisogno di cambiare aria e un tuffo nelle bellezze della natura è sempre un ottimo toccasana.
DOLOMITI IN BICI DA CORSA



















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