Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

sabato 31 dicembre 2022

SASSONIA in camper, bici e a piedi (Germania, dal 26/09 al 15/10/2022)



Durata: 20 giorni (dal 26/09 al 15/10/2022)

Km percorsi in camper: 2.900 (circa 1500 per trasferimento e 1400 in Sassonia)


Spesa:

Costo gasolio: € 550 

Costo autostrada da Grumello del Monte (Bg) al Brennero e viceversa: € 42        

Costo vignette Austria (minimo 10 giorni): € 9,60 x 2 = €19,20

Costo pedaggio Ponte Europa: € 10,50 x 2 = € 21

Costo parcheggi e aree di sosta: € 201,10

Costo visite per 2 persone: € 95

Costo mezzi pubblici di trasporto per 2 persone: € 62,40

Costo totale: € 990,70

+ monete da € 1 per allaccio alla corrente elettrica e carico di acqua: q.b. (La corrente è a consumo: si seleziona una presa libera sulla colonnina, si inserisce la moneta, ci si collega e il contatore comincia a scalare).


MAPPA ITINERARIO:


 


Premessa

La Sassonia è un Land della Germania orientale e comprende il versante settentrionale dei Monti Metalliferi, la pianura di Lipsia e parte della Lusazia. 


Si divide in sei regioni:

1) Vogtland

2) Erzgebirge (Monti Metalliferi)

3) Sächsische Schweiz (Svizzera Sassone)

4) Oberlausitz (Alta Lusazia, di cui possiede il 67% del territorio; il rimanente appartiene alla Polonia e al Brandeburgo)

5) Sächsisches Elbland (regione sassone dell’Elba)

6) Piana di Lipsia



Il territorio si eleva gradualmente da nord verso sud, culminando nei Monti Metalliferi e sfiorando quote intorno ai 1200 metri.

La fascia collinare intermedia è chiamata Svizzera Sassone per i morbidi rilievi e i paesaggi idilliaci, come quello della vallata del fiume Elba.



Per oltre 800 anni i Sassoni vissero sotto un’unica famiglia reggente, i Wettin. Fu soprattutto il “Re Sole sassone” Federico Augusto I detto il Forte, principe elettore di Sassonia, con la sua ambizione smisurata e una passione immensa per il collezionismo, l’arte e la musica, a trasformare il volto di Dresda, facendone uno dei centri culturali e artistici più importanti d’Europa. A lui si deve la costruzione di opere architettoniche grandiose come la Frauenkirche, lo Zwinger, il castello di Pillnitz e il castello di Moritzburg. Per finanziarle, fondò a Meissen la prima fabbrica di porcellana in Europa, producendo quegli oggetti preziosi (fino ad allora provenienti solo dalla Cina) tanto ricercati e profumatamente pagati dall’aristocrazia.


Ho pensato di iniziare la visita dal Vogtland, la regione più a sud della Sassonia, per poi proseguire nell’Erzgebirge, ovvero i Monti Metalliferi, patrimonio mondiale dell’Umanità, al confine con la Repubblica Ceca. Da lì raggiungeremo la Svizzera Sassone, con le sue incredibili formazioni rocciose, e successivamente ci muoveremo verso l’Alta Lusazia, la terra dei Sorbi, ricca di laghi e di parchi. Quindi, vedremo le località lungo il fiume Elba, Dresda compresa, concludendo con Lipsia, città della musica.



DIARIO 


26/09/2022 (lunedì): Grumello del Monte - Passo del Brennero (298 km)

Partiamo alle ore 15:00 di una calda e soleggiata giornata di fine settembre e arriviamo al Passo del Brennero alle 18:30 con la pioggia, percorrendo l’A4 (scorciatoia: uscita a Peschiera del Garda e rientro ad Affi), la A22 del Brennero, l’ampia Val d’Adige e la stretta gola dell’Isarco.

Ci fermiamo per la sosta notturna al Passo del Brennero, perchè vi sono alcuni parcheggi gratuiti riservati ai camper (GPS: N46.993856, E011.500235), con possibilità di allaccio alla corrente; il posto è rumoroso, ma, con i tappi nelle orecchie, io ho un buon isolamento acustico e Marco ha la fortuna di addormentarsi non appena appoggia la testa sul cuscino, rumori o non rumori. 

In alternativa, all’Autocamp Sadobre di Campo di Trens, con accesso diretto dalla A22 (GPS: N46.880530, E011.438380), separata dai parcheggi per camion, c’è l’Area di sosta per camper, a 1,5 km dal centro di Vipiteno (tariffa: € 18,70 nel 2022, servizi inclusi: allaccio elettrico, carico/scarico, bagni con docce e acqua calda), ristorante e market, pista ciclabile, mentre 110 km più avanti, a Kiefersfelden, già in territorio tedesco, in prossimità del confine, c’è un parcheggio per camper appena fuori dall’autostrada (GPS: N47.610800, E012.191530 - tariffa € 8).


27/09/2022 (martedì): Passo del Brennero - Marktredwitz (km 428 km)

Temperatura max: 12°C - Pioggia e sole

Acquistiamo all’Autogrill del Passo del Brennero la vignetta che consente di viaggiare sulle autostrade austriache (€ 9,60 valida per 10 giorni) e, nel giro di un quarto d’ora, siamo alla barriera di Schönberg, dove paghiamo il pedaggio del Ponte Europa (tariffa € 10,50; la cassa self service accetta anche bancomat e carta di credito).

Procediamo sulle A13 ed E45 in Austria, poi sulla A93 in Germania, uscendo dall’autostrada a Rosenheim per prendere la B15 e tagliar fuori l’area di Monaco. Continuiamo, perciò, dritto per Landshut. La carreggiata è a due corsie, quasi deserta e fende la campagna bavarese affiancata da una pista ciclabile.

Da Ratisbona le ondulazioni del terreno s’innalzano a formare dolci colline e le foreste s’infittiscono: segno che la nostra meta si avvicina.  Ma la sera incombe ed è saggio interrompere il viaggio prima che calino le tenebre.

A Marktredwitz c'è un’area camper in Von-Gramm-Weg, 5 - GPS: N49.995382, E012.081658 - gratuita - max 5 notti - tranquilla - 12 posti - accanto ai campi da tennis e nei pressi di un centro ricreativo; per accedervi si deve passare sotto il ponte (€ 0,10 per 10 litri d’acqua; € 1 per l’allaccio alla corrente elettrica) ed è perfetta per trascorrervi la notte.


28/09/2022 (mercoledì): Marktredwitz - Annaberg Buchholz (km 142)

Temperatura max: 9°C - pioggia e aria gelida

Da Marktredwitz puntiamo verso Bad Brambach (45 km). Nel mio programma, a dir il vero, avevo stabilito, come prima tappa in Sassonia, la città di Plauen. Tuttavia, visto il maltempo, ho pensato fosse meglio, in attesa di un miglioramento del meteo, seguire la Silberstrasse Stribrna Stezka o “Strada d’Argento”, che attraversa attraenti aree minerarie con significativi edifici legati all’estrazione dell’argento.

Sulla B303, dunque, valichiamo il confine con la Repubblica Ceca, previa attivazione sul navigatore dell’opzione “evita autostrade”: sarebbe una spesa inutile comprare la vignetta autostradale per percorrere pochi chilometri in territorio ceco. Il dispositivo ci porta sulla B21 e, in seguito, sulla E49, dritta come una spada, tra prati e foreste. 

Approfittiamo del basso costo del gasolio (€ 1,67/litro contro oltre 2 euro della Germania e dell’Austria) per riempire il serbatoio. 

Tornati in Germania, nella regione sassone del Vogtland, la strada diventa tortuosa, ma è in ottimo stato e a due corsie.

Il Vogtland è conosciuto per la varietà dei suoi scenari naturalistici, l’ampia rete di sentieri per il trekking, gli stabilimenti termali di Bad Brambach e Bad Elster, costruiti in stile liberty nel XVII secolo dai Principi Elettori di Sassonia, nonchè per la fabbricazione di pregiati strumenti musicali e la lavorazione del legno, favorite dall'abbondante materia prima fornita dai boschi circostanti. 



Il capoluogo del Vogtland è appunto Plauen, storicamente rinomata per la produzione di pizzi e merletti. Da vedere il Museo del Pizzo (Plauener Spitzenmuseum), ospitato nell’Antico Municipio, e le botteghe in cui si pratica l’arte del ricamo.

Marco apprezza il cambiamento di programma: immergersi nel mondo dei pizzi non è la sua massima aspirazione e, comunque, non c’è un’area camper a Plauen. Cercando con Google Map avevo trovato solo due possibili parcheggi: uno piccolo in Böhlerstraße 55 - GPS: 50.491430, 12.133480 - e uno forse qui, in Melanchthonstraße 29 - GPS: 50.497330, 12.131110.


Da Bad Brambach proseguiamo verso Annaberg Buchholz sulla B92, in un paesaggio rurale costellato di fattorie, animali al pascolo e piccoli villaggi. Deviando sulla B283 per Adorf appaiono le prime pennellate di rosso e giallo dell’autunno, alberi di pere, mele, melograno e fitte foreste.

Siamo nell’Erzgebirge, la catena montuosa dei Monti Metalliferi al confine con la Repubblica Ceca. 



Nella regione sono presenti 22 elementi di grande valore storico minerario (17 in Germania e 5 in Repubblica Ceca): miniere, città minerarie, caratteristici paesaggi dell’industria mineraria, ecc. Si possono scoprire seguendo la Silberstrasse, la Strada d’Argento (sito web: Silberstrasse). 



Con la crisi del XVII secolo, che causò la cessazione dell’attività di estrazione, grazie alla gran quantità di legname disponibile, l’arte dell’intaglio prese il posto dell’industria mineraria. Da allora, l’artigianato locale e i simboli del Natale sassone vengono esportati in tutto il mondo: schiaccianoci, omini fumanti, Schwibbögen (archi decorati con luci), presepi piramidali, ecc., sono molto richiesti da chi desidera mantenere vive le usanze natalizie. Pertanto, lungo il tragitto, oltre ai luoghi legati all’attività mineraria, si incontreranno, altresì, i villaggi in cui questi oggetti sono stati inventati e dove ancora vengono fatti a mano. 

Purtroppo la B283 o “Klingenthaler Strasse” è interrotta in diversi punti. La deviazione per Schönheide e Klingenthal è priva di traffico e bellissima: spesso cambiare direzione può riservare piacevoli sorprese.

La strada per Aue è altrettanto chiusa; nuovo cambio di rotta. Praticamente, da Klingenthal a Aue percorriamo tutte deviazioni. Chiusa pure la 101 per Annaberg Buchholz; veniamo dirottati sulla B169.

Deviamo, poi, di proposito verso il Räuchermannmuseum (negozio-museo di decorazioni natalizie - sito web: Raachermannlmuseum.de/) di Sehmatal. Parcheggiamo presso il supermercato Nah & Gut in Wohngebiet Ernest Thälmann 9 - GPS: N50.516866, E012.995886 - perchè il parcheggio davanti al negozio, in Dorfstrasse 44, è completo. L’ingresso costa € 3 e il museo è piccolo, ma carino, mentre gli articoli esposti nel negozio costano abbastanza.








Ripartiamo per Annaberg Buchholz e pernottiamo all’area camper in Parkstrasse n. 21 (GPS: N50.579877, E013.012632) - 6 posti - con Sani Station: scarico solo con cassetta: € 2; corrente € 1 per 2 kw/h; acqua € 2 per 5 minuti; a 800 metri dal centro. Pagamento con applicazione o sms (€ 0,40 l’ora). Non essendoci la sbarra, chiunque può fare camper service. In alternativa c’è un parcheggio spazioso quasi di fronte (GPS: N50.576830, E013.013450). 

Annaberg Buchholz è un’antica cittadina mineraria, ricca di tradizioni.


29/09/2022 (giovedì): Annaberg Buchholz - Pirna = km 106

Temperatura max: 12°C max

Dopo colazione, rotoliamo verso il centro: 800 metri in discesa, su strada selciata. Una veloce sbirciatina alla chiesa di Sant’Anna (l’altare è dipinto con scene di vita dei minatori) e, poi, ancora giù fino alla Marktplatz, che non posso fotografare, perchè occupata dalle bancarelle del mercato. Vorrei visitare la Manufaktur der Träume o ”Manifattura dei sogni” (sito web: Manufaktur-der-traeume/), la cui esposizione, distribuita su tre piani, comprende circa 1500 pezzi di arte popolare e artigianato dal XVIII secolo ad oggi. Cerchiamo la segnaletica e, non trovandola, Marco si affida al cellulare. Un’altra lunga, ripida discesa, al termine della quale ci ritroviamo, invece, al Technisches Museum Frohnauer Hammer (sito web: Frohnauer-hammer.php - in Sehmatalstraße 3 - ticket: € 5 adulti, € 3 ridotto, € 12 famiglia con più di un bambino). E sembrerebbe interessante, tra l’altro patrimonio mondiale dell'Unesco. Si tratta di un antico museo di forgiatura della Germania, proveniente da un mulino per cereali costruito nel Medioevo. Nel 1621 fu trasformato in mulino a martelli ad acqua. Qui, fino al 1904, furono fabbricati attrezzi per l'estrazione mineraria e l'agricoltura. Si può osservare il mulino in azione e tuttora perfettamente funzionante. Peccato che la guida parli solo tedesco. 

Risaliamo alla piazza e finalmente vediamo la Manifattura dei Sogni; praticamente prima l’avevamo davanti agli occhi e non ce ne siamo accorti. Il biglietto costa € 7 adulti, € 4 ridotto, € 18 famiglia con più di un bambino) e, se il genere piace, vale la pena spendervi un po’ di tempo.









Ad Annaberg Buchholz vi è inoltre la possibilità di visitare alcune miniere (Markus Röhling Stollen: entrata con pozzo ferroviario - sito web: Roehling-stolln.deBesucherbergwerk Dorothea: per amanti delle forti emozioni, con gita sotterranea in barca - sito web: Dorotheastollen.de) e l'Erzgebirgsmuseum: il Museo dei Monti Metalliferi, con accesso alla miniera "Im Gössner” - sito web: Erzgebirgsmuseum.php).

Nella tarda mattinata ripartiamo per Pirna. Passiamo per Marienberg, tra verdi colline, campi coltivati e foreste, lungo una strada che segue le ondulazioni del terreno, con saliscendi anche piuttosto ripidi. 




Dalle alture non posso fare a meno di notare i bellissimi tetti in ardesia delle case, caratterizzanti i paesi della zona. Altri ups and downs sulla B170 e, dopo 106 km, arriviamo a Pirna, porta d’accesso al Parco Nazionale della Svizzera Sassone nonchè punto di partenza ideale per percorrere il noto “sentiero dei pittori Malerweg” (118 km suddivisi in 8 tappe), la pista ciclabile dell’Elba e la Strada del vino sassone.



Soggiorniamo 3 giorni all’area camper in Schlosspark 23 (GPS: N50.960376, E013.950762), 8 posti, tariffa: € 15 per 24 ore, doccia con acqua calda e toilette incluse; elettricità € 1 per 8 ore circa di corrente; € 1 per 100 litri d’acqua; scarico acque nere e grigie solo con cassetta (wc chimico). La sbarra si alza automaticamente all’entrata; poi si va alla reception della clinica accanto all’area per pagare e registrarsi. Viene consegnata una cartelletta con le chiavi dei bagni, la mappa della città, depliant turistici e password per la connessione ad Internet, oltre al gettone per alzare la sbarra quando si uscirà. E’ situata in posizione rialzata rispetto al centro, distante 800 metri.

Nel pomeriggio scendiamo in città, seguendo la suggestiva via Canaletto ai piedi del castello. L’Ufficio turistico è alloggiato nella Casa del Canaletto, dal maestoso frontale a punta. Recuperata la mappa della città, iniziamo la visita dell’affascinante località, ispiratrice di alcuni capolavori di Bernardo Belotto detto il Canaletto, il celebre artista veneziano vissuto a Dresda come pittore di corte per vent’anni.





Il cuore della città ha conservato il suo aspetto originale e vi si respira un’atmosfera medievale. Dalla Marktplatz, in cui gli avventori delle caffetterie si rilassano all’ombra dell’antico municipio, dipartono varie vie lastricate. Camminando tra splendidi palazzi, ci spingiamo fino al fiume. Pirna, infatti, sorge sulla riva sinistra dell’Elba, che nasce nelle montagne della Repubblica Ceca e sfocia nel Mare del Nord dopo 1220 km. Nella sua corsa è affiancato da una ciclovia, parte di EV7 della rete Eurovelo, una tra le più belle e lunghe d’Europa. Il suo clou si trova proprio nella “Svizzera sassone”, dove il fiume fluisce tra alte torri di arenaria, nel cuore di un paesaggio unico al mondo. Questo tratto della valle è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’Umanità e domani andremo ad esplorarlo.


TRACCIA GPS SCARICABILE DELLA PISTA CICLABILE DEL FIUME ELBA:




30/09/2022 (venerdì):
Pirna - Bad Schandau - Repubblica Ceca (82 km - 242 metri disl+ in mountain bike)
Temperatura max: 14° C 

Alle 10 scendiamo nella bella Marktplatz e prendiamo la via del fiume. La segnaletica della pista ciclabile è ben visibile e chiara: andando a sinistra arriveremmo in 22 km a Dresda o in 15 a Bastei, mentre dirigendoci a destra perverremmo, in 23 km, a Bad Schandau. Scegliamo il secondo tracciato, seguendo il corso d’acqua con rari cambi di pendenza. Purtroppo rimane tutto all’ombra. Marco indossa un abbigliamento primaverile e i 14°C odierni lo fanno rabbrividire; io, invece, con il mio abbigliamento invernale, sto da Dio. 






A Bad Schandau, superato il ponte sull’Elba e il centro abitato, proseguiamo per svariati chilometri lungo la sponda orografica destra del fiume. In prossimità del confine con la Repubblica Ceca, però, la pista inaspettatamente s'interrompe. Qui, c’è la possibilità di traghettare sulla riva opposta (quella percorsa prima). Paghiamo € 5 in due e in una manciata di secondi eccoci nuovamente di là. Continuiamo oltre Hrensko, tra alte pareti di arenaria simili a quelle di Bastei. Non vorrei fermarmi mai, ma, al 40° km, il capobanda comincia a sbuffare. E' ora di fare dietro front. 




Ripassando a Bad Schandau, Marco mi propone di rientrare a Pirna dalla sponda destra del fiume, più assolata rispetto a quella di sinistra. Accetto volentieri, anche perchè mi piace guardare i paesaggi da prospettive diverse. Solo che, improvvisamente, la pista asfaltata finisce nei pressi di un campeggio. In verità, avevamo notato, poco dopo Bad Schandau, un molo e la segnaletica ciclabile che, per Pirna, indicava di traghettare sull’altra riva. Pensando fosse un’alternativa, l’abbiamo bellamente ignorata. Adesso i chilometri per tornare al traghetto sono parecchi. Individuiamo uno sterrato tra il fiume e il campeggio e proviamo a seguirlo, ritrovandoci più tardi a pedalare su una traccia di sentiero, che s’insinua, poi, in mezzo ad ortiche alte un metro. Ma noi siamo duri a morire e andiamo avanti. Grazie all’abbigliamento invernale passo indenne e Marco non ha mai subìto in vita sua l’effetto urticante di quest’erba. La vista del paese di Rathen, seppur in lontananza, però, ci rincuora. 






Ad un certo punto la traccia devia all’interno del bosco. Procediamo per un tratto a piedi ed infine, trascinando le bici lungo un’irta scarpata, sbuchiamo su un largo sentiero dal fondo ben battuto e, da lì, c’involiamo verso il piccolo villaggio.

Qui ci sono le indicazioni per Pirna (22 km) e una bella pista ciclabile (aperta, però, ai veicoli dei residenti del posto), che ci riporta all’area camper.


01/10/2022 (sabato): Dresda

Temperatura max: 14°C - nuvoloso e pioggia

Le previsioni meteo per oggi sono pessime. “E se facessimo una scappata veloce a Dresda in treno?”, butto lì a colazione. “Così, giusto per capire come muoverci quando andremo a visitarla in modo più accurato settimana prossima, si spera, con un tempo migliore”. Detto fatto!

La Bahnhof dista circa 2 km dall’area camper e la biglietteria è automatica. Selezionata la lingua italiana, procediamo all’acquisto. Il ticket per la sola andata costa € 4,70 cad. (il biglietto di ritorno lo si deve fare alla biglietteria automatica di Dresda). 

Alle 11,07 saliamo in carrozza e partiamo. Non c’è l’obbligo di indossare la mascherina sui mezzi di trasporto; tuttavia, quasi tutti i passeggeri lo fanno. Il treno impiega 21 minuti da Pirna a Dresda.

All’Ufficio Turistico della stazione centrale di Dresda Hauptbahnhof (Hbf) compriamo la mappa della città (€ 1,50) e constatiamo che l’asse nord-sud: Stazione - Prager Strasse - Schloss Strasse - Ponte di Augusto - dovrebbe condurci direttamente nell’Altstadt (città vecchia).

Quindi, andiamo alla ricerca della Prager Strasse, un rettilineo che, all’incrocio successivo, prende il nome di Seestrasse. Sfioriamo l’Altmarkt (piazza vecchia) - dal 1434 magico scenario di uno dei più antichi mercatini di Natale del mondo - attualmente in restauro, e continuiamo dritto per Schloss Strasse.

Presa una via a sinistra, ecco aprirsi davanti a noi l’immensa Theaterplatz, impreziosita da opere imponenti: la Semperoper, antico teatro di corte, la Cattedrale con la torre campanaria alta 85 metri, e lo Zwinger. Quest’ultimo è un sontuoso palazzo barocco (commissionato da Augusto il Forte, tra il 1709 e il 1733) e racchiude o, meglio, racchiuderebbe al suo interno un enorme cortile abbellito da giardini e fontane. Ahimè, tanto per cambiare, sono in corso lavori di riqualificazione degli stessi e tutta l’area è transennata. Sui giardini affacciano eleganti padiglioni, collegati da ampie gallerie, sedi di tre importanti musei: la Gemäldegalerie Alte Meister (Pinacoteca degli antichi Maestri - sito web: Gemaeldegalerie.skd.museum/), con opere di Raffaello, Canaletto, Botticelli, ecc., la Porzellansammlung, una delle più grandi collezioni di porcellane al mondo, appartenuta ad Augusto il Forte (sito web: Porzellansammlung.skd.museum/, e il Mathematisch-Physikalischer Salon (Museo degli strumenti di matematica e fisica - sito web: Mathematisch-physikalischer-salon.skd.museum/).




Anche il vicino Residence Schloss (sito web: Residenzschloss) è parzialmente chiuso per ristrutturazione (praticamente Dresda è tutta un cantiere). Il castello fu residenza della dinastia dei Wettin dal 1485 e ospita sia l’Historisches Grünes Gewölbe (Volta Verde Storica - sito web: Historisches-gruenes-gewoelbe) che la Neues Grünes Gewölbe (Volta Verde Nuova - sito web: Neues-gruenes-gewoelbe); i due musei, prima del furto perpetrato nel novembre 2019, contenevano la più grande raccolta di gioielli d’Europa. Il nome del museo deriva dal colore verde di alcune stanze al pianterreno dell’ala ovest, ritenute sicure contro incendi e furti per via dei muri spessi, delle inferriate di ferro alle finestre e del soffitto a volta, quindi adatte per custodire le preziose collezioni di Augusto il Forte. Portate in salvo durante la Seconda guerra mondiale, al termine del conflitto vennero custodite dai russi fino al 1958, anno in cui tornarono a Dresda, dove furono esposte per decenni in luoghi diversi in attesa di essere ricollocate definitivamente nella sede originaria.

I biglietti della prima collezione sono in “sold out”, mentre ce ne sono ancora per la seconda. Paghiamo € 14 cad., ma ne vale veramente la pena, perchè le sale da visitare sono molteplici (armi e armature, arredi ed abiti d’epoca, ecc.) e quelle del Tesoro stupiscono per la quantità e la bellezza delle opere presenti. Per ragioni di sicurezza si devono depositare giacche e oggetti ingombranti al guardaroba (per borse, macchine fotografiche, ecc. ci sono degli armadietti sulla destra: il meccanismo di chiusura funziona inserendo un euro, che si recupera al ritiro). Potrò fare soltanto delle foto con il cellulare. Pur senza attardarci troppo nelle varie sale, rimaniamo all’interno del museo per circa due ore, mentre fuori diluvia.











Quando usciamo ha smesso di piovere e un pallido sole si sta facendo largo tra le nuvole. Sicché, ne approfittiamo per dare un’occhiata alla Neustadt (città moderna). Oltrepassiamo lo storico ponte sull’Elba, l’Augustusbrücke (in restauro, neanche a dirlo) e c’incamminiamo lungo l’Haupstrasse, che si apre davanti alla Neustädter Markt (la piazza in cui troneggia la statua equestre dorata di Augusto I il Forte). Il viale alberato è oggi occupato da ogni sorta di bancarelle e di chioschi. Dopo uno spuntino all’Ice Café Venezia e un giro d’ispezione al parcheggio misto auto/camper in Wiesentorstrasse, (GPS: N51.056800, E013.742690 - 13 posti riservati ai camper con possibilità di allaccio alla corrente elettrica - tariffa: € 25 per 24 ore - poco distante dall’Augustusbrücke e dalla città vecchia, accessibile solo con bollino verde ambientale - sito web: Parkplatz-wiesentorstrasse-dresden), c’inoltriamo nel dedalo di stradine tranquille del quartiere barocco, tra alteri edifici signorili.



Tornati alla Neustädter Markt, una calda luce serale, comparsa all’esaurirsi della perturbazione, accende le cupole delle chiese e le punte dei campanili: è un’occasione da non perdere per fare qualche scatto allo skyline di Dresda, prima di riprendere la via di “casa”. Il nostro treno per Pirna parte alle 18,29 e alle 18,50 arriviamo puntualmente a destinazione. 


02/10/2022 (domenica): Pirna - Hřensko: 29 km / Hřensko - Děčín: km 13 = km 42

Temperatura: 14°C  al mattino, 20°C il pomeriggio

Con il camper attraversiamo uno degli unici due ponti sull’Elba tra Pirna e Bad Schandau, con l’intenzione di fare l’escursione alla Porta naturale di Pravčická. Giunti ad Hřensko, i primi parcheggi che incontriamo sono tutti occupati. Era prevedibile: oggi è domenica e vi è una nutrita folla di visitatori. Continuiamo per alcuni chilometri fino a Mezní Louka, dove ci sono quelli riservati ai pullman e ai camper. Il paesaggio circostante è spettrale: la foresta è stata divorata dalle fiamme di un incendio scoppiato il 24 luglio scorso, poche settimane fa. Uno spettacolo impressionante, che mi addolora. Meglio passare al piano B: trascorrere il resto della giornata a Děčín (Rep. Ceca) e, se possibile, pernottarvi. Torneremo a Hřensko domani.Děčín, il parcheggio in Karla Čapka 1 - GPS: N50.781673, E014.209310 - è deserto e in ottima posizione. Saliamo alla fortezza, ma la pioggia ci costringe ad una repentina ritirata. 





Nel pomeriggio, piano piano, il parcheggio si riempie e il sole riappare. Il tepore sul camper è gradevole e ci godiamo questo clima di dolce relax, sorvolando sulla visita della cittadina, che, a prima vista, non mi pare granché, escludendo quel gruppetto di case lungo la riva del fiume, ai piedi di un’alta rupe sovrastata da un castello.


03/10/2022 (lunedì): Děčín - Hřensko - Porta di pietra di Pravčická: 13 km / Hřensko - Bad Shandau: km 20 = 33

Temperatura max: 12° C - Nuvoloso, pioggia e schiarite

Nonostante il cielo non prometta niente di buono, stamattina andremo all’arco naturale di Pravčická, a Hřensko, cui perveniamo brevemente con il camper.

La zona in cui ci troviamo (Parchi Nazionali della Svizzera Sassone e della Svizzera Boema - sito web: Nationalpark-saechsische-schweiz), sul confine tra Germania e Repubblica Ceca, è caratterizzata da un incredibile numero di formazioni rocciose: aspettare il bel tempo per vederle è un’utopia, visto che, da quando siamo in Sassonia, il meteo è mutevole, tra nubi, piovaschi e qualche spiraglio di sole.

Ci fermiamo al primo parcheggio (GPS: N50.874528, E014.254122) che, adesso, a differenza di ieri, è quasi vuoto; quello per camper e pullman a Mezní Louka costa uguale, ma il percorso è diverso. Da qui, l’arco dista circa 5 km a piedi, mentre dall’altro 6. Paghiamo € 12 a un’addetta e iniziamo l’escursione, percorrendo prima un tratto sulla strada principale e, in seguito, penetrando nell’inferno nero di ceppi e scheletri d’albero carbonizzati. 



La passeggiata si rivela facile e, nonostante tutto, piacevole. Man mano saliamo di quota, il sentiero s’insinua tra suggestive pareti di arenaria modellata dagli agenti atmosferici. Fortunatamente la zona superiore della montagna e l’antico palazzo signorile, detto Nido del Falco, eretto a fianco della porta, si sono salvati dalle fiamme. Una volta lì, rimaniamo a bocca aperta per lo stupore: lo scenario che ci appare è sbalorditivo. 






La Porta di Pravčická, l’arco naturale più grande d’Europa, è il risultato di milioni di anni di erosioni. I proprietari del posto intuirono le sue potenzialità come richiamo turistico e nel 1826 costruirono una locanda vicino all’arco, ben sapendo che i viaggiatori, non appena fossero venuti a conoscenza di tale meraviglia naturale e della possibilità di soggiornare accanto ad essa, sarebbero accorsi in gran numero anche da lontano. E così fu. 

Nel 1880 la locanda venne acquistata da un aristocratico austro-ceco, ristrutturata e destinata a residenza per le vacanze dello stesso. La Porta di Pravčická, però, continuava ad essere una meta irresistibile per migliaia di persone. Il duca pensò, allora, di convertire la sua dimora in un hotel con annesso ristorante, tuttora in attività. 

Da qui si possono raggiungere tre belvedere. Per accedervi, dal venerdì alla domenica si paga 95 Kč corone ceche (1 Kč = 0,041 euro), quindi circa € 3,90 a testa per adulto e € 1,50 per bambino. Oggi, invece, l’ingresso è gratuito e vi saliamo per mezzo di una scala in ferro che si trova dietro l’hotel, seguendo brevi sentieri. Il vento soffia sferzante e teso. Nuvoloni neri viaggiano rapidi nel cielo e, prima di compattarsi per scaricare la pioggia su di noi ad intervalli regolari, lasciano apparire piccoli sprazzi di azzurro, da cui trapelano alcuni raggi di sole. Non mi sembra vero poter disporre di una timida luce per le mie foto!





Ridiscesi al camper, ci spostiamo a Bad Schandau, distante circa 20 km. Cerchiamo inutilmente un parcheggio nella piccola città (ce n’è solo uno per auto e pullman, vietato ai camper); in quello della Lidl si può rimanere massimo due ore mentre il Campingplatz und Pension Ostrauer Mühle (in Ostrauer Mühle im Kirnitzschtal - Bad Schandau - GPS: 50.929330, 14.193090 - sito web: www.ostrauer-muehle.de/), è molto distante (nella Kirnitzschtal) e ci costerebbe € 35,50 (€ 8,50 per adulto, € 10,50 per camper >7 m, € 3 tassa di soggiorno cad., € 2 tassa immondizia), oltre € 3 elettricità, € 2,50 per carico/scarico acqua, € 0,50 per 3 min. doccia): un po’ esoso per una notte. 

Decidiamo di fare un tentativo alla stazione di Konigstein. Poco prima di arrivarci, però, notiamo la segnaletica di un camping (Campingplatz am Treidlerweg, in Am Alten Sägewerk 4 - Königstein - GPS: N50.925276, E14.093189), che offre la sosta notturna ai camperisti ad € 15 per una piazzola e due persone. Ci pare un prezzo equo ed entriamo; è in ottima posizione, sulla riva del fiume. Alla reception, compiliamo il modulo di registrazione e l’addetta inserisce i dati nel computer, ma, al momento di pagare ci chiede € 26, corrente e docce escluse. Marco ed io ci guardiamo: c’erano due ingressi al camping e forse siamo entrati in quello sbagliato. Non abbiamo voglia di sollevare questioni; ormai sono le 17 e piove. Chiudiamo un occhio e domani si vedrà. 


04/10/2022 (martedì): Bad Schandau (bahnhof) - Kirnitzschtal - Konigstein - Bielatal - FelsenLabyrinth - Bad Schandau (bahnhof) = km 35 in camper

Temperatura max: 16°C - nuvoloso/soleggiato

Il maltempo perdura. Dopo le operazioni di pulizia del camper, andiamo alla stazione ferroviaria di Bad Schandau, dove troviamo un parcheggio P+R gratuito (Park Bahnhof - GPS: N50.920150, E014.136722). Ci sistemiamo in un angolo defilato e, alle 11, prendiamo il ferry di fronte alla stazione (biglietti a bordo: € 2 cad. a/r). In pochi minuti sbarchiamo nel centro abitato, disposto sulla sponda del fiume opposta rispetto a quella della Bahnhof, e seguiamo le indicazioni per la Kirnitzschtal-bahn, una tramvia attiva dal 1898 (linea U6), con uno storico tram originale dell’epoca che, in mezz’ora, percorre la valle del torrente Kirnitzsch da Bad Schandau a Lichtenhainer (e viceversa).



Paghiamo € 9 cad. a/r al capotramviere e ci accomodiamo in uno dei tre convogli. In un attimo tutti i posti vengono occupati da turisti ed escursionisti, in quanto (lo apprenderemo solo più tardi) dal capolinea partono dei sentieri per punti panoramici, cascate, formazioni rocciose, ecc. Non lo sapevamo, altrimenti ci saremmo organizzati per una bella camminata.

La carreggiata è stretta tra alte pareti di roccia, non proprio ampia e condivisa con altri veicoli. Scendiamo a fine corsa e, in attesa di salire sullo stesso tram per tornare al fondovalle, facciamo quattro passi. Mi aspettavo qualcosa di meglio e non nego di essere un po’ delusa.

Nel frattempo il meteo è migliorato. Così, ripreso il traghetto a Bad Schandau e rimesso in moto il camper, decidiamo di andare a Königstein per visitare l’inespugnabile fortezza costruita sulla spianata di una collina protesa sull’Elba. Il parcheggio per i camper (GPS: N50.921650, E014.048490 - vicino all’Ufficio Turistico) costa € 14 per 4 ore e € 26 per 1 giorno. Se questi sono i prezzi per la sola sosta, quali saranno quelli per entrare nella fortezza? Non ci pensiamo due volte e ce ne andiamo immediatamente.



Risaliamo la vicina Bielatal, la valle del torrente Biela, che è davvero incantevole e con le tinte autunnali ancor di più. Alla testa della valle c’è persino un parcheggio consentito ai camper (€ 6 al giorno e qualche cent. l’ora, non ricordo bene). 



Una mappa mostra i principali siti naturali della zona e, per caso, scopro che lungo la strada per Pirna, c’è il Felsen-Labyrinth (labirinto di roccia), di cui avevo sentito parlare (sito web: Felsenlabyrinth). 



La curiosità è tanta. Chiediamo aiuto al navigatore, il quale, passando da Leupoldishain, ci porta su una via lastricata (Nikolsdorfer Berg), sufficientemente larga, che sale sulla collina e termina in un piccolo spiazzo sterrato, dove lasciamo il camper (GPS: N50.897798, E014.036993). A sinistra, si stacca la Forsthausweg, una stradina che si addentra nella foresta. 



Deviamo a destra al bivio successivo e, poi, a sinistra. Infine, giriamo ancora a destra e vediamo la segnaletica. Nei 1700 metri percorsi fin qui non abbiamo notato indicazioni per il Labyrinth. Probabilmente l’imbocco giusto del sentiero è altrove (una volta a casa, ho trovato questo: “Da Königstein prendete la B172 in direzione di Pirna e svoltate prima di Krietzschwitz verso Langenhennersdorf. Proseguite dritto su Hohe Straße per circa 1,5 km sino ad arrivare al parcheggio del labirinto sulla sinistra. Si riempie rapidamente nei week-end e durante i periodi di vacanza. Meglio andarci la mattina presto o un po' più tardi nel pomeriggio” Parking Felsenlabyrinth).

All’inizio dell'itinerario c’è una cassetta contenente le mappe del labirinto. Seguendo la numerazione da 1 a 29 e le frecce dipinte sulle rocce, oppure vagando a piacimento tra i massi, si va alla scoperta, in modo divertente e avventuroso, di un mondo roccioso plasmato dagli elementi naturali nel corso dei millenni. Il sole ormai basso all’orizzonte, però, ci obbliga ad accelerare il passo per evitare di ritrovarci nella foresta al buio. Scatto alcune foto, ben sapendo che, con la poca luce presente, non restituiranno la bellezza del posto. 












Con il camper torniamo nuovamente al parcheggio della stazione ferroviaria di Bad Schandau per cenare e pernottarvi; come già detto, Marco ha il sonno pesante ed io, con i tappi alle orecchie, non sarò disturbata dal passaggio dei treni.


05/10/2022 (mercoledì): Bad Schandau - Barbarine a Pfaffendorf - Sebnitz - Bastei - Lohmen = km 82 km

Temperatura max: 16°C - soleggiato

Da Bad Schandau raggiungiamo Pfaffendorf, per fare un piccolo trekking alla Barbarine, un affusolato ago di arenaria alto 42,7 metri e una delle rocce più conosciute della Svizzera Sassone. La sua forma ha ispirato narratori e alpinisti. La prima arrampicata risale al 1905, ma questa attività è vietata dal 1975 (parcheggio in Am Wiesenrain, 10 - GPS: N50.906141, E014.082225 - tariffa: € 3 per 2 ore; € 6 per 4 ore; € 9 per 1 giorno). 

La vicinanza visiva della formazione rocciosa mi trae in inganno e, al parchimetro, scelgo la tariffa di 2 ore (“non avrei intenzione di rimanere qui 4 ore”, dico a Marco). 

Seguiamo la segnaletica del sentiero Malarweg e imbocchiamo una ripida salita. Al bivio si hanno due possibilità (lo scopriremo alla fine del giro): dirigersi a destra e percorrere un largo sentiero nel bosco dalle pendenze toste, ma non impossibili, o andare a sinistra e intraprendere un’infinita scalinata, che, via via, si restringe e diventa sempre più irta, avanzando tra le pareti di roccia. Non conoscendo i luoghi, viriamo a sinistra. L’escursione richiede un minimo di allenamento nonchè assenza di pancia, altrimenti in certe fessure non si passa e alla Barbarine non ci si arriva. 













Contrariamente a come l’immaginavo, l’area è molto estesa. Pur camminando spediti, tra una foto e l’altra, una pausa di qua e una di là per ammirare il paesaggio, le ore volano senza che ce ne si accorga. Sono le 13:05 quando apriamo la porta del camper. La sosta scadeva alle 12:59 e il biglietto verde è già sul parabrezza: non capiamo una parola di tedesco, ma è chiaramente una multa ed è stata fatta alle 13:00. Paghiamo un errore di valutazione: anche se la meta sembra poco distante, ci vuole un po’ di tempo per guadagnare la cima del massiccio di arenaria ed esplorarlo.

Ripartiamo per Sebnitz (km 21), attraversando una bella valle soleggiata, solcata dall’omonimo torrente. Avrei fatto volentieri una sosta alla Kunstblume (sito web: Kunstblume), una rinomata fabbrica di fiori artificiali, per vedere, oltretutto, la rosa in seta più grande del mondo: 3,70 metri di altezza, ma dopo aver vanamente cercato un parcheggio, soprassediamo: non è così importante. Procediamo, quindi, per Bastei, nel Parco nazionale dei monti di arenaria Elbsandsteingebirge, in un paesaggio di verdi, dolci colline e rigogliose foreste, comprendendo appieno il motivo per cui questa regione è stata soprannominata dagli artisti del passato “Svizzera Sassone”.

Una ventina di chilometri ed eccoci al parcheggio P+R (GPS: N50.986630, E014.055210 - solo diurno, tariffa giornaliera: € 6). Di fianco c’è un’area camper (GPS: N50.966630, E014.065570), ormai al completo. Seppur sia un po’ tardi, prendiamo la navetta per  il Basteibrücke (parte ogni mezz’ora e impiega 5 minuti - tariffa corsa singola € 1,50 cad.). All’ultima fermata dello shuttle c’è un altro spazioso parcheggio, incredibilmente strapieno. La famosa formazione rocciosa dista 5 minuti a piedi dalla fermata dei bus. Consiste in una serie di pinnacoli e torri alti circa 200 metri, creati più di un milione di anni fa dall’erosione degli agenti atmosferici, in posizione dominante sull’Elba. Un ponte a sette arcate, lungo 76 metri, bypassa un burrone alto 40 metri e collega i due versanti.

In prossimità si trovano, inoltre, le rovine del Felsenburg Neurathen, una fortezza del XII secolo (tariffa € 2). Facciamo due passi fino ad un punto panoramico sull’ansa del fiume e poi torniamo al parcheggio. 













Non potendo pernottare qui, tramite l’applicazione Park4night troviamo una sosta alternativa presso il supermercato Netto di Lohmen in Dorfstrasse, 1 - GPS: N50.988373, E013.995150, previo permesso ottenuto dalla cassiera.


06/10/2022 (giovedì): Lohmen - Bautzen: 46 km / Bautzen - Zittau: 53 km = 99 km

Temperatura: 12°C ore 9, pioggia - 21°C ore 16, sole

Riprendiamo il nostro viaggio in un paesaggio sostanzialmente inviariato rispetto a quello di ieri. Allontanandoci dalla Svizzera Sassone, però, lo scenario cambia: compaiono aree rurali  con piccoli villaggi, aziende agricole, campi coltivati e mucche al pascolo.

A differenza della Baviera, le strade delle regioni sassoni finora percorse non erano fiancheggiate da piste ciclabili. Avvicinandoci all’Alta Lusazia, invece, cominciamo ad intravederne alcune. 

La Lusazia è la terra dei Sorabi, detti serbi bianchi, una minoranza slava occidentale qui insediatasi intorno al VI secolo (dalla fine del VII secolo, una fetta della popolazione emigrò nei Balcani, dando vita all’attuale Serbia). Dopo una storia travagliata, rimane loro un’autonomia linguistica e culturale: infatti, la segnaletica è bilingue. 



La prima tappa di oggi è la capitale soraba di Bautzen, una delle città meglio conservate della Germania. Il Comune, lungimirante ed ospitale, ha messo a disposizione dei visitatori un grande parcheggio gratuito con vari posti riservati ai camper e due Sani Station per il camper-service (in Schliebenstrasse n. 21 - GPS: N51.182208, E014.414698). 

Il centro storico è abbastanza vicino; si sviluppò attorno al castello, nel punto in cui il fiume compie un’ampia curva. Appena mettiamo piede sul Friedensbrücke, la città ci appare in tutta la sua bellezza. La posizione, le mura di cinta, i bastioni e le 17 torri le conferiscono un fascino particolare.



Prendiamo la solita mappa della città all’Ufficio Turistico e seguiamo gli itinerari suggeriti dalla stessa. Dalla Fleischmarkt, l’antica piazza del mercato della carne, dominata dal edificio giallo canarino del Municipio, dipartono sette strade. Ci avventuriamo lungo quella che sale al castello (Ortenburg) e facciamo il giro delle antiche mura.







Passeggiando per le vie acciottolate c’imbattiamo in una cospicua serie di torri, tutte diverse tra loro. Molte di esse danno la possibilità di salire sulla sommità per dare uno sguardo alla città dall’alto, come l’Alte Wasserkunst (“vecchio acquedotto”), che contiene una struttura per pompare l’acqua realizzata nel 1558, nota per l'ingegnosità del suo meccanismo, all’avanguardia per quell’epoca. Per oltre 400 anni, fino al 1963, il vecchio acquedotto ha convogliato l’acqua della Sprea per rifornire il centro storico. Paghiamo € 3,50 cad. ed entriamo. Data un’occhiata ad un piccolo museo nel pianterreno, saliamo al belvedere. Una stretta scala a chiocciola consente di superare i sette piani della torre. Ogni piano è separato dall’altro da pesanti portoni in legno e il custode ci ha raccomandato di aprirli e chiuderli al nostro passaggio con i catenacci. Marco crede sia per evitare l’ingresso ai piccioni. In effetti, la terrazza panoramica è ricoperta di escrementi.






Tornati nella piazza del mercato, c’immettiamo nella Reichenstrasse, una via commerciale, culminante con la Reichenturm, una torre pendente tipo quella di Pisa. 






E' ora di rientrare al camper. Se all’andata siamo transitati sul ponte che scavalca lo Sprea, al ritorno scendiamo al fiume attraverso vicoli pittoreschi, orti e giardini fioriti. Un incanto! 







Nel pomeriggio partiamo per Zittau, passando da Schirgiswalde, una delle cittadine dell’Oberlausitzer Bergland (bassa catena collinare nel triangolo di confine tedesco-polacco-ceco) caratterizzata da tipiche case rivestite in legno, le Umgebindehäuser (sito web: Umgebindehaeuser). Ce ne sono di bellissime, una diversa dall’altra, ma non riusciamo a trovare un posto per sostare con il camper, neppure a notevole distanza, e nemmeno riesco a fotografarne una dal finestrino: impossibile rallentare o, peggio, fermarsi con il sopraggiungere dei veicoli alle spalle. Rassegnati, proseguiamo per Zittau.




L’area camper è vasta e recintata, a circa 1,2 km dal centro, in Brückenstraße 8 - GPS: N50.894408, E014.822417 (si deve aprire manualmente il cancello e poi richiuderlo) - tariffa € 10 per 24 ore (ci sono delle buste in cui inserire il denaro e da imbucare in una cassetta accanto ai bagni) - acqua € 1 per 10 minuti - corrente € 1 per 6 kw/h - scarico acque nere con cassetta o tubo.


07/10/2022 (venerdì): Zittau - Görlitz: 34 km / Görlitz - Bad Muskau:53 km = 87 km

Temperatura: 4°C ore 8 - 22°C ore 14 - soleggiato

Presa la solita mappa della città all’Ufficio Turistico, iniziamo la visita di Zittau. Sin da subito non mi entusiasma ed il centro storico aperto al traffico aumenta il mio senso di fastidio: non credo rimarremo qui a lungo. Però, prima di tornare al parcheggio, ne approfittiamo per fare la spesa. 




Prossima tappa: Görlitz, distante 34 km. Viaggiamo a filo del confine polacco, varcandolo quel tanto che basta per consentirci di fare il pieno di gasolio al primo distributore incontrato (€ 1,80/ lx 56 litri = € 97,12).

Bei viali alberati, fiancheggiati da una pista ciclabile, ci guidano in città. Lasciamo il camper nel parcheggio in Christoph-Lüders-Straße 34 - GPS: N51.155187, E014.977443 - tariffa: € 1 l’ora dalle 8 alle 18, € 0,20 l’ora dalle 18 alle 6. Vi sono altri camper e nessun divieto per i nostri mezzi.

All’Ufficio Turistico (incrocio tra Obermarkt e Brüderstraße) reperiamo la mappa di Görlitz. La città, distesa sulla sponda del fiume Neisse (o Nysa in polacco), che fa da confine naturale con la Polonia, è uno scrigno di tesori, con un nucleo antico composto da monumenti di differenti epoche e stili. Dall’Obermarkt, la Brüderstraße ci introduce nella leggendaria Untermarkt, il cuore della città vecchia, divisa al centro da un blocco di edifici adibiti a ristoranti e hotel, chiamato Zeile (la fila). 






La piazza vanta palazzi pregevoli: il Vecchio Municipio del XIV secolo, con la sua scalinata esterna; lo Schönhof risalente al 1526, la più antica casa rinascimentale di Görlitz dal bel bovindo, oggi sede del museo slesiano; il Brauner Hirsch (Cervo bruno) con i bellissimi portici, ex locanda e birreria tra le più prestigiose della città, apprezzata da re, zar e imperatori (visite guidate in tedesco e solo durante l’estate); la Ratsapotheke, antica farmacia rinascimentale dagli ornamenti color pastello e meridiane a forma di ragnatela, oggi trasformata in un caffè; la Görlitzer Waage, dove i mercanti che viaggiavano sulla Via Regia si fermavano per far pesare, registrare e sdoganare le loro merci.










Nei pressi della piazza, in Neissestrasse 30, si trova anche la Barockhaus – Görlitzer Sammlungen für Geschichte und Kultur: la Casa Barocca unisce sotto un unico tetto il Museo di Storia culturale e la Biblioteca delle Scienze dell’Alta Lusazia. Il Museo oggi è chiuso, ma riusciamo a vedere la magnifica biblioteca e gli alloggi (ticket: € 6 cad.).



Una via laterale conduce alla St. Peter Kirche, edificata nel XV secolo in stile tardo gotico (l“organo del sole” al suo interno è una meraviglia).  



La chiesa domina dall’alto la Neisse. Dalla sponda opposta del fiume, la città gemella di Görlitz, Zgorzelec, in territorio polacco, ci occhieggia tristemente. Abbandoniamo l’idea di una passeggiata lungo il corso d’acqua, preferendo perderci tra i vicoli  del centro storico: ogni costruzione, qui, ha qualcosa di straordinario.







Görlitz è una gemma preziosa. Come nelle precedenti cittadine sassoni visitate, la pavimentazione delle vie e delle piazze mi incanta: quei selciati irregolari di pietre consumate e levigate dal tempo, evocano atmosfere passate, raccontano storie antiche e accendono il mio immaginario.    

A malincuore ripartiamo per Bad Muskau, percorrendo la B115 all’interno di una fitta foresta: un nastro d’asfalto quasi dritto, pianeggiante e deserto, affiancato da una pista ciclabile. 



Parcheggiamo in Neissedamm 2 - GPS: N51.541151, E014.725931 (dal lunedì alla domenica, da aprile ad ottobre si paga dalle 9 alle 18, mentre da novembre a marzo dalle 9 alle 16 € 1,20 l’ora o € 6 al giorno (ci sono dei posti in cui, retrocedendo nel prato, si riesce a rientrare nelle linee di delimitazione dello stallo.

Al parco c’è un parcheggio a pagamento per tutti i veicoli: i camper con un’altezza superiore a 3 metri pagano fino a 4 ore € 15, fino a 12 ore € 18 e per ogni ora in più € 3.

Anche qui come a Görlitz, al di là del Postbrücke, il ponte sul fiume Neisse o Nysa, si è in Polonia.


08/10/2022 (sabato): Bad Muskau - Weisswasser/O.L. = km 8

Temperatura:  9°C alle 8 - 17°C alle 14 - nuvoloso/soleggiato

La vera attrazione di Bad Muskau è il Parco paesaggistico Fürst-Pückler, patrimonio dell’Unesco (sito web: Muskauer-park). Si estende per circa 545 ettari su entrambe le sponde della Neisse, a cavallo del confine tedesco-polacco, ed è il più grande parco in stile inglese della Germania. Fu creato nel 1815 dal principe Hermann von Pückler-Muskau, secondo il gusto romantico dell’epoca, che prediligeva un paesaggio naturale, arricchito da architetture barocche. Durante la sua realizzazione venne ristrutturato anche il vecchio castello.

L’entrata al parco è gratuita e consentita a pedoni e ciclisti. 

Cercata invano la biglietteria del castello per poterlo visitare (le frecce direzionali sembrano messe a casaccio), lasciamo perdere. C’incamminiamo lungo i bei vialetti del parco, piacevolmente colpiti dalla maestosità degli alberi secolari e dall’armonia dei giardini. 

Mi dispiace per la giornata uggiosa, perchè con la mancanza di luce non riuscirò a far risaltare, nelle fotografie, la bellezza del luogo. Col passare del tempo, però, le nubi si diradano un po’ e, per fugaci istanti, il sole fa la sua timida comparsa, regalandomi alcuni scatti accettabili. 











Nel pomeriggio ci spostiamo al parcheggio del Rakotzbrücke di Gablenz, distante 7 km (GPS: N51.537440, E014.636370 - tariffa camper: € 5 per due ore oppure € 10 al giorno)

Il Rakotzbrücke è uno dei tanti ponti definiti "del diavolo" a causa della loro struttura complessa e ardita, la cui esecuzione si riteneva possibile solo per mezzo di un artificio del demonio, dando così adito a leggende locali. Trattasi di un manufatto a semicerchio che, riflettendosi nell’acqua del sottostante laghetto, va a formare un cerchio perfetto.

Pare una meta molto ambita e, essendo oggi sabato, c’è una marea di gente; perciò, cerchiamo un altro posto adatto a trascorrervi il week-end.

Il parcheggio gratuito per auto e camper, a circa 6 km di distanza, del Tierpark di Weisswasser/O.L. (in Teichstrasse, 56 - GPS: N51.511803, E014.636714 - allaccio alla corrente € 0,50 per 1 kw/h e wi-fi free), fa al caso nostro. La zona è tranquilla (si ode soltanto qualche verso si animale) e vicina ad un laghetto, ma un po’ lontana dal paese: ci andiamo a piedi prima di cena, includendo il giro del piccolo bacino.


09/10/2022 (domenica): Weisswasser/O.L. - Rakotzbrücke (ponte del diavolo) a Gablenz - Bad Muskau - Weisswasser/O.L. = 33 km in bici

Temperatura: 10°C alle 8 - 15°C alle 16 - soleggiato

La giornata è perfetta per fare un’escursione in bici.

Scarichiamo le nostre mountain bikes e, usciti dal parcheggio, giriamo a sinistra, percorrendo tutta la Teichstrasse fino in fondo. All’incrocio svoltiamo a destra, seguendo la segnaletica della ciclabile. Attraversiamo i binari del treno e passiamo accanto alla Waldeisen-bahn, una ferrovia a scartamento ridotto che collega Kromlau, Weisswasser e Bad Muskau. Continuiamo finchè, ad un bivio, vediamo le indicazioni per il ponte del diavolo, ma il sentiero è solo pedonale. All’incrocio successivo sbuchiamo sulla Halbendorfer Strasse, davanti al parcheggio del ponte, e, dirigendoci a destra, scorgiamo altri due ingressi al Rakotzbrücke e all’Azaleen und Rhododendronpark Kromlau (sito web: Kromlau-online.de/). Bici alla mano, avanziamo, insieme a sciami di gitanti, nel parco e in due minuti siamo di fronte alla seducente opera. Si può seguire sia il sentiero a destra che a sinistra, per ammirarla da entrambi i lati.





In attesa del momento migliore per gli scatti fotografici, approfittiamo della pista ciclabile per pedalare fino a Bad Muskau e riscoprire il parco visitato ieri a piedi, ma con un meteo pessimo. Oggi è una bella giornata luminosa e la natura dà il meglio di sè.





Verso le 15 torniamo al Rakotzbrücke. Il via vai di persone è sempre incessante: pare una processione senza fine. Incredibile la sua popolarità! Costruito per conto di un cavaliere di Kromlau, richiese dieci anni di lavoro (dal 1866 al 1875) e fu inserito nella cornice di un parco caratterizzato da immensi cespugli di azalee e rododendri. Immagino lo spettacolo offerto nel periodo di fioritura. Penso varrebbe da solo il viaggio. 





Quando cala la sera e le ombre si allungano sulla bizzarra struttura di basalto, risaliamo in sella e torniamo al camper.


10/10/2022 (lunedì): Weisswasser/O.L. - Torgau: km 137 / Torgau - Meissen: 64 km = 201 km 

Temperatura: 6°C alle 8 - 19°C alle 15 - soleggiato

Stamattina ci trasferiamo a Torgau, una città dalla storia millenaria, passando per Spremberg e Senftenberg: circa due ore di marcia in un paesaggio assai monotono, tra foreste, estesi campi coltivati e macchie boschive.

Ci stiamo lasciando alle spalle l’Alta Lusazia per entrare nell’Elbland Sassone (Sächsisches Elbland), la regione lungo il fiume Elba compresa tra la città di Torgau e le montagne di arenaria dell'Elbsandsteingebirge.



A Torgau parcheggiamo in Pestalozziweg 11 (GPS: N51.562382, E013.008783 - tariffa: € 5,10 per 24 ore - possibilità di allaccio alla corrente elettrica, a pagamento - in riva all’Elba - leggermente in pendenza - accesso su selciato), perchè l’area camper in centro (GPS: N51.555099, E013.005174) è occupata dai carrozzoni dei giostrai.

Oggi è lunedì e, come tutte le altre attrazioni turistiche della città, lo Schloss Hartenfels (sito web: Schloss-hartenfels.de/), ex residenza dei principi elettori di Sassonia, è chiuso. Ha una monumentale Scala a Chiocciola in pietra sulla facciata prospiciente il cortile dell’ala orientale (la Großer Wendelstein), ritenuta un capolavoro di architettura, non avendo una colonna centrale di sostegno. Peccato sia coperta da un’impalcatura! Ci attardiamo un po’ ad osservare un orso giocare con la palla nel fossato antistante l’imponente maniero: si è cercato di ricostruire un ambiente naturale simile a quello in cui esso normalmente vive e apparentemente sembra divertirsi un mondo. L’usanza di tenere gli orsi nella fossa fu introdotta nel 1425 e perdura tuttora. 



Addentrandoci nei vicoli della città, perveniamo alla Marktplatz, la piazza del mercato, su cui affaccia il Municipio rinascimentale, con il prezioso bovindo tondo a tre piani sporgente dall’angolo occidentale, un Caffè-Pasticceria-Panetteria, un albergo e la più antica farmacia della Germania, oltre all’Ufficio Turistico. Comprati alcuni dolcetti, continuiamo la nostra passeggiata lungo le silenziose vie lastricate e, poi, scendiamo al fiume, da cui facciamo ritorno al parcheggio. Torgau è una bella cittadina, pulita e tranquilla, ma non del tipo che m’invogli a tornarci.





La B182, snodandosi in una quieta campagna, ci conduce a Meissen.

Il parcheggio per camper è sulla riva sinistra dell’Elba, ai piedi del castello (in Fischergasse 1 - GPS: N51.168065, E013.473677 - tariffa: € 15 per 24 ore - il parchimetro ha accettato solo monete).

Il sole sta ormai tramontando e la luce calda della golden hour tinge d’oro l’acqua del fiume. Mi godo l’attimo, rimandando a domani l’esplorazione della cittadina.



11/10/2022 (martedì): Meissen - Moritzburg = 22 km / Moritzburgo - Dresda: 12 km = 34

Temperatura: 12°C alle 9 - 16°C alle 16

Quando in una località è presente un castello, Marco inizia la visita puntando dritto lì. Per non smentirsi, usciti dall’area camper, mi precede prendendo la direzione dell’Albrechtsburg (sito web: Albrechtsburg) la fortezza sulla collina di Burgberg - appartenuta ai Wettin, margravi di Meissen e principi elettori di Sassonia - sovrastante la città e l'Elba. Una lunga scalinata ci sbocca in una vasta piazza dominata dalla mole del Duomo, con le sue altissime guglie, in stile gotico-germanico (ingresso € 6 cad.). 




Dalla parte opposta della piazza, una stradella fiancheggiata da case cinquecentesche scende alla Marktplatz, il cuore del centro storico, con l’immancabile Municipio e l’antica Frauenkirche, chiesa risalente al 1205, il cui campanile è ornato da un pregiato carillon di porcellana. 





La porcellana di Meissen è rinomata in tutto il mondo ed è considerata una delle migliori non prodotte in Cina; nacque nel 1710, dopo 10 anni di esperimenti portati avanti dal diciottenne Johann Friedrich Böttger, alchimista e apprendista del farmacista di Meissen, per volere di Augusto il Forte, che gli diede l'incarico assurdo di trasformare metallo vile in oro. Ovviamente non vi riuscì. Trovò, invece, il modo di produrre un materiale altrettanto prezioso: la porcellana. Grazie all’operato di celebri artisti, i pezzi prodotti con il marchio Meissen divennero i più ricercati dagli aristocratici europei, arricchendo le casse del re e segnando la fortuna della città. E’ d’obbligo, pertanto, fare un salto alla Manifattura di porcellane (in Talstraße 9 - sito web: Porzellan-museum). Dalla Marktplatz seguiamo la segnaletica ed imbocchiamo la via An d. Frauenkirche. Strada facendo c'imbattiamo nella Bahrmannsches Brauhaus, un ex birrificio del XVI secolo, riconoscibile dal bel portale di Sansone, e riconvertito nel 1913 ad uso residenziale. Tra viottoli e ripidi vigneti, in una quindicina di minuti arriviamo a destinazione. Si possono visitare il museo (tutti i giorni, esclusi 25-26-31/12 e 01/01, dalle 9 alle 17) e il laboratorio, con audioguida, tutti i giorni dalle 10,30, ogni mezz’ora oppure con guida, tutti i giorni dalle 11 alle 14 (non è necessaria la prenotazione). Sono presenti, altresì, un bar-ristorante e un negozio. Mi limito a dare un’occhiata a quest’ultimo, mentre Marco mi attende nella hall. Però sarebbe stato divertente ascoltare i suoi commenti riguardo ai prezzi da capogiro degli oggetti esposti. 








Dalla Manifattura continuiamo a passeggiare per le vie acciottolate fino al ponte sull’Elba, dove, invertiamo la rotta per far ritorno al parcheggio lungo il fiume. Dato che abbiamo bisogno di fare camper service, prima di trasferirci a Dresda, nel caso non trovassimo posto in città, ci fermiamo al parcheggio gratuito di Moritzburg (vicino ad un rivenditore di camper, in Am Weiher 3 - GPS: N51.128239, E013.709496 - a 6 km dal suo castello - sito web: Schloss-moritzburg), munito di Sani Station per il carico dell'acqua potabile e lo scarico delle acque nere (solo wc chimico) e griglia per le grigie, oltre a colonnine per allaccio alla corrente (a pagamento)

A Dresda sostiamo presso l’area camper Schaffer Mobil (sito web: Schaffer-mobil), in Gustav-Schwab-Strasse 8 - GPS: N51.085501, E013.681491 - che dispone di 100 stalli - tariffa: € 20 per 24 ore - con comodo camper service e pozzetto per il wc nautico - Acqua € 1 per 100 litri - allaccio alla corrente elettrica € 1 per 1 kw/h con gettone (tolken) ottenibile alla Cassa automatica, la stessa in cui si paga anche la sosta (posta in prossimità della sbarra di ingresso/uscita e dei bagni). Disponibile lavatrice/asciugatrice (a pagamento). Il ticket ricevuto all’ingresso dell’area consente di aprire la porta dei bagni e il cancello piccolo pedonale per entrare/uscire dall’area quando quello principale è chiuso (dalle 19). Presenti nella struttura: officina, lavaggio, shop, bombole del gas, vendita camper, noleggio bici, auto, ecc.

Per andare in centro:

il tram n. 9 passa ogni 15-18 minuti (dalle 5 alle 20 nei giorni feriali - dalle 9 alle 20 durante il week-end) e va direttamente in centro. La fermata si chiama “Riegelplatz” e si trova a 300 metri dall’area camper, svoltando a destra sulla  Kötzschenbrodaer Straße;

il bus n. 64 non è diretto: bisogna cambiare alla stazione “Mickten” e prendere il tram n. 4 per “Laubegast”;

in bici, pedalando per 9 km sulla pista ciclabile dell'Elba.


12/10/2022 (mercoledì): Dresda - Grimma = 82 km

Temperatura: 4°C alle 8 - 18°C alle 16 - soleggiato

Stamattina, comprati i biglietti per il tram nel negozio annesso all’area camper (€ 10,60 per 2 persone andata/ritorno dal centro), raggiungiamo in pochi passi la fermata Riegelplatz. La pensilina è collocata davanti ad una scuola in mattoncini rossi (basta seguire le rotaie e la si vede). Il tram n. 9 parte ogni 15-18 minuti e ne impiega circa 18 (15 fermate) per arrivare in centro, nella Neustädter Markt, riconoscibile dalla statua equestre dorata del re Augusto I il Forte, dove scendiamo. Nei pressi c'è l’Augustusbrücke, il ponte sull’Elba che collega la città nuova (Neustadt) con quella vecchia (Altstadt), ma con il tram si può continuare fino alla stazione ferroviaria di Dresda Hauptbahnhof.

Oltrepassato il ponte, accediamo al centro storico della città, lentamente risorta dalle ceneri come l’araba fenice dopo i bombardamenti del 13 e 14 febbraio 1945, tra i più devastanti e con il maggior numero di vittime della Seconda guerra mondiale. Le centinaia di migliaia di bombe al fosforo scaricate crearono un gigantesco rogo. L’incendio impiegò una settimana a spegnersi, causando un numero considerevole di morti e distruggendo tesori d’arte d’inestimabile valore. Rimasero solo cumuli di macerie. E tanto dolore. 



Foto reperite sul web


Andiamo sparati alla biglietteria della Historisches Grünes Gewölbe o Volta Verde Storica, ubicata all’interno del Residence Schloss. Quando siamo venuti qui il 1° ottobre, i biglietti erano esauriti (entrammo solo nella Neues Grünes Gewölbe o Volta Verde Nuova), cosa prevedibile, essendo sabato: durante il week-end e nei periodi di alta stagione, l’afflusso di visitatori è altissimo e la Volta Storica, non so perchè, è più richiesta della Nuova. Oggi, invece, che è un qualsiasi mercoledì di ottobre, la situazione è migliore (sul display della cassa sono indicati gli orari e i posti disponibili). Pagati € 14 a testa, ci viene assegnato l’ingresso delle 13. 

Per ingannare l’attesa, ritorniamo nei luoghi già visti giorni addietro con la pioggia. La soleggiata giornata odierna rende luminose le vie e le piazze della città, esaltando la magnificenza degli edifici fedelmente ricostruiti. La volta precedente ci era sfuggita la Frauenkirche e oggi è impossibile entrare nella chiesa simbolo della rinascita di Dresda, perchè è in corso un concerto. Amen!

Giriamo la città per un paio d’ore, dallo Zwinger (sfarzoso palazzo barocco per le feste di corte e odierna sede di tre musei) alla Piazza del Teatro, dal Fürstenzug (il murale più lungo del mondo composto da 24.600 piastrelle di ceramica e raffigurante il Corteo dei principi) alle stalle reali, dalla Brühlsche Terrasse (il romantico balcone sull’Elba con giardini, statue e fontane) alla Schlossplatz, la piazza del castello brulicante di gente. 

















Dopo tanto girovagare, è tempo di reintegrare le calorie bruciate e, in una caffetteria, cogliamo l’occasione per acquistare anche lo Stollen, tipico dolce di Dresda, simile al nostro panettone (infatti nasce come dolce natalizio col nome di Christollen), fatto di pasta lievitata molto ricca di burro, uva passa, cedro e arancio candito, mandorle dolci e amare, spesso ricoperto di zucchero a velo. 



Foto reperite sul web


Poco prima delle 13 ci rechiamo al guardaroba del Residence Schloss. Depositati zaino e macchina fotografica, entriamo al Museo. Probabilmente il tesoro qui esposto è più prezioso di quello visto alla Neues Grünes Gewölbe (Volta Verde Nuova). Tuttavia, noi abbiamo apprezzato maggiormente quest’ultima. Usciti, ci incamminiamo verso la Neustadt, la Città Nuova che si distende al di là del ponte Augustusbrücke. Di fronte alla statua del Cavaliere dorato si dispiega un viale alberato affiancato da negozi e locali di ogni tipo, oggi libero da bancarelle e chioschi.



Giunti alla rotonda in fondo al viale, seguiamo lungamente la Bautzner Strasse, finchè troviamo, al civico 79, la Pfunds Molkerei (sito web: Pfunds Molkerei), nota latteria risalente al 1879, bella, luminosa e raffinata, con il rivestimento di piastrelle di ceramica dipinte a mano in stile neorinascimentale. Fu realizzata da un agricoltore, Paul Gustav Leander Pfund, che ebbe l’idea di aprire una latteria dalla quale si poteva assistere alla mungitura delle mucche dell'azienda. La latteria non fu distrutta dai bombardamenti del febbraio 1945 e, nel dopoguerra, riavviò la sua attività.




Non lontano da qui, il Kunsthofpassage dà accesso ad una serie di cinque cortili interconnessi (Corte degli Elementi, Corte delle creature mitologiche, Corte degli animali, Corte della Luce, Corte delle Metamorfosi), resi particolari dalla creatività di alcuni artisti. Il Passaggio non è ben individuabile, ma, guardando bene, si nota la scritta all’ingresso, che può avvenire da  Alaunstraße 70 oppure da Görlitzer Straße 21-25. Sicuramente il cortile più originale è quello con il Funnel Wall (parete imbuto): la facciata è dotata di grondaie e pluviali a forma di strumenti musicali che, amplificando il suono della pioggia, producono una musica naturale quando l’acqua piovana scorre al loro interno: per tale motivo, è chiamata “la casa che suona”. 



Ci troviamo in una zona multietnica, un po’ trasandata, ma tranquilla. Fatto uno spuntino in una backerei, torniamo nella Neustädter Markt per riprendere il tram n. 9 e rientrare all’area camper. 

Paghiamo alla cassa automatica € 20 per la sosta e partiamo alla volta di Grimma, distante 82 km.

Lasciata alle nostre spalle Dresda, si susseguono morbide colline ricamate da vigneti ai piedi dello Schloss Wackerbarth (sito web: Schloss-wackerbarth), la seconda cantina più antica della Germania. Il sole al tramonto inonda il paesaggio della sua luce dorata, infondendo un senso di pace e serenità. 

Stiamo entrando nella Piana di Lipsia, teatro di sanguinose battaglie: cruciale quella combattuta dal 16 al 19 ottobre 1813 (la Battaglia delle Nazioni) tra la sesta coalizione (Russia, Prussia, Austria e Svezia) e le truppe di Napoleone Bonaparte. La sconfitta di quest’ultimo fece perdere all’imperatore il dominio della Germania e fu l’inizio di una serie di eventi che lo condusse prima all’abdicazione e poi all’esilio nell’isola d’Elba.



Quando arriviamo al parcheggio per camper di Grimma in Nerchauer Strasse 2 (GPS: N51.241925, E012.737252), è l’imbrunire. Tre quarti dello stesso è occupato da auto e roulottes presumibilmente di rom. Ci sistemiamo accanto ad un camper olandese e, al momento di allacciarci alla corrente, ci accorgiamo che la colonnina eroga energia anche senza l’inserimento di monete ed il parchimetro è fuori uso. Buio e stanchezza aiutano ad allontanare brutti pensieri o almeno i miei, perchè Marco non sembra dolersene.


13/10/2022 (giovedì): Grimma - Wurzen: km 18 / Wurzen - Lipsia: km 26 = 44 km

Temperatura: 9°C alle 8 - 16°C alle 13 - 23°C alle 15 - cielo velato / nuvoloso

Appena svegli cerchiamo un posto alternativo in cui lasciare il camper durante la visita di Grimma. Di fianco al parcheggio del supermercato Rewe ce n'è un altro gratuito (in Oberwerder 1 - GPS: N51.239562, E012.732282). Pertanto, posteggiato il camper, c’immettiamo nella pista ciclopedonale della Muldetal (la valle della Mulde), costeggiando il fiume per un bel tratto, finchè, varcata una porta alla nostra destra, giungiamo in un parchetto alberato, con laghetto e giochi per bambini. Un passante ci indica la via per la Marktplatz, oggi invasa dalle bancarelle del mercato; dunque, niente foto. Pare non ci sia nient’altro. Forse ci siamo persi qualcosa: del “piccolo paradiso” decantato dalle guide non v’è traccia. 



Vedremo se Wurzen sarà migliore; non è distante da qui e tanto vale farvi una capatina. Il parcheggio gratuito si trova in Heinrich-Heine-Strasse 2 (GPS: N51.372671, E012.743411), un piazzale sterrato non lontanissimo dal centro storico, il quale, come quello di Grimma, è alquanto insignificante. Pazienza! D’altra parte, bisognava venirci per rendersene conto.




L’ultima meta del nostro viaggio è Lipsia, la città della musica, culla della letteratura tedesca. Goethe, Bach, Wagner, Lenin hanno vissuto qui e sempre qui sì aprì la strada che avrebbe condotto, il 9 novembre 1989, alla caduta del muro di Berlino. Lipsia fu il cuore della rivoluzione pacifica: le cosiddette manifestazioni del lunedì portarono, insieme ad altri eventi, alla fine della dittatura comunista e alla riunificazione della Germania. 

Marco ignora le aree di sosta per camper fuori città da me proposte e preferisce un’area privata ad 1 km dal centro, vicino al parcheggio dei pullman, alla ferrovia e all’OBI (Parken am Goldstück - sito web: Goldstueck-leipzig - accesso per Hans-Poeche-Strasse 31 e Sachsenseite 6 - GPS: N51.349552, E012.390626 - tariffa giornaliera € 17,5 + € 3 per corrente; paghiamo per due notti € 41, comprensive di docce e toilette; il camper service costa € 2 e viene effettuato, con una macchina moderna, dal titolare dell’area, un ragazzotto che non parla una parola d’inglese e traduce con il cellulare). 

E’ abbastanza presto e c’è tutto il tempo per un primo approccio con la città. Usciti dall’area camper svoltiamo a destra e, in fondo alla strada, di nuovo a destra (a sinistra si va all’OPI). Al semaforo, di fronte al Lucky Bike (un negozio di bici e accessori), giriamo ancora a destra e dopo circa 1 km arriviamo alla stazione ferroviaria, una delle più grandi della Germania: dispone di supermercati, negozi e ristoranti. Note melodiose di celebri brani di musica classica, provenienti dalla filodiffusione, ci avvolgono e accompagnano. Non me l'aspettavo e ben mi predispongono lo spirito.

Attraversati i binari della tramvia, c’infiliamo nella Nikolai Strasse. E siamo già in pieno centro. Entriamo nella Nikolaikirche e vi rimaniamo un po’ ad ascoltare le prove di un concerto. Ora vi regna un clima festoso, ma, durante la dittatura comunista della DDR, la chiesa fu testimone delle prime proteste contro il regime, le quali diedero origine a vere e proprie manifestazioni pacifiche; quella del 9 ottobre 1989, in cui sfilarono 70mila persone e chiamata la “processione delle candele”, fu decisiva per il crollo del Muro di Berlino. 




Dal luogo di culto continuiamo a camminare finchè incrociamo la Grimmaische Strasse, rappresentante l’asse rettore del nucleo antico (chiuso al traffico), che unisce l’Augustus Platz alla Marktplatz. La via abbonda di negozi, bar e ristoranti. Il locale più conosciuto è l’Auerbachs Keller (sito web: Auerbachs-keller), la storica cantina risalente al 1530 (in Grimmaische Straße 2-4), in quanto Goethe vi ambientò alcune scene del “Faust“. Vi si accede dal Mädlerpassage, uno dei tanti passaggi di Lipsia, che, correndo tra antiche dimore, collegano i vicoli della città vecchia. Le botteghe del passato sono state sostituite da boutiques e Caffè alla moda, ma si può immaginare l’atmosfera di un tempo, in cui Lipsia era un vivace centro fieristico e crocevia di scambi commerciali. Scendiamo qualche gradino ed eccoci di fronte all’ingresso. Entro solo io per dare una sbirciatina e scattare velocemente una foto ricordo: la cucina tedesca non è proprio di mio gradimento. Ci sono pochi commensali e le cameriere, sorridendomi, attenuano un po’ il mio imbarazzo. Le sale del locale hanno soffitti a volta, uno dei quali completamente affrescato con motivi del Faust. 






Appagata la mia curiosità, raggiungiamo la vicina Thomaskirche (il suo coro di voci bianche ha fama mondiale e si esibisce gratuitamente ogni venerdì e sabato sera). Davanti all’ingresso laterale della chiesa si erge la statua di Johann Sebastian Bach. Un doveroso omaggio al celebre musicista e compositore, che visse a Lipsia dal 1723 al 1750 ricoprendo i ruoli di insegnante (cantor) e direttore delle attività musicali (director musices) per le due chiese principali. Di fronte, nella casa accanto alla sua dimora (ora scomparsa), è stato allestito un museo allo stesso dedicato (ticket: € 10 adulti, € 8 ridotto fino a 16 anni, gratuito il primo martedì del mese).



Torniamo sui nostri passi e, finalmente, la Marktplatz, con i suoi portici medievali e l’imponente Rathaus, si presenta a noi grandiosa e splendida. Il vecchio Municipio, costruito nel 1556 su modelli rinascimentali italiani e fiamminghi, oggi ospita il Museo di storia civica (Stadtgeschichtliches Museum - sito web: Stadtgeschichtliches-museum).

Dal fianco destro di quest’ultimo parte la Katharinen-strasse, dove, al n. 8, vi è l’Ufficio Turistico: la mappa della città ci sarà utile domani per approfondire la sua conoscenza. 




Stasera, comunque, passeggiando per un paio d’ore lungo le sue vivaci vie, ci siamo fatti un’idea di come è disposto il centro storico, al quale limiteremo la visita: infatti Lipsia è molto vasta e le altre attrazioni (come lo Spinnerei o il Memoriale alla Battaglia delle Nazioni del 1813, ecc., oltre a non interessarci, sono piuttosto distanti. Quello che abbiamo visto finora ci ha positivamente colpito, perchè antico e moderno convivono in armonia e sanno piacevolmente sorprendere. 





14/10/2022 (venerdì): Lipsia - Nabburg = 297 km

Temperatura: 13°C alle 8 - 19°C alle 12

Stamattina percorreremo a piedi e in senso orario l’anello verde esterno al centro storico di Lipsia (è segnato sulla mappa della città). Dalla stazione ferroviaria, lambendo un parco con laghetto, perveniamo all’Augustusplatz. Nella piazza spiccano gli edifici dell’Opera e dell’Università, il secondo ateneo più antico della Germania (fondato nel 1409) dopo quello di Heidelberg (1386). La nuova ala del campus è una moderna struttura rivestita di vetrate blu: impossibile non notarla. 




Continuiamo il nostro tour, rasentando il palazzo della Deutsche Bank e il Nuovo Municipio (Neues Rathaus) per poi proseguire lungo il viale Martin Luther King. Lasciamo alla nostra destra la Thomaskirche e il Museo della Stasi (Gedenkstätte Museum in der "Runden Ecke" - sito web: Runde-ecke), concludendo, così, il nostro giro circolare. Abbiamo impiegato nemmeno un’ora per completarlo; ragion per cui, ritorniamo nelle vie interne per acquistare il dolce tipico di Lipsia: il “Leipziger Lerche" (“allodola di Lipsia”). L’origine di tale nome risale al XVIII secolo: le allodole, a quei tempi, erano un piatto prelibato e, per evitarne l’estinzione, il re fu costretto a vietarne la caccia. In memoria di ciò, i fornai inventarono un dolcetto fatto di pasta frolla, mandorle, noci, marmellata di fragole e lo chiamarono “Lerche” (allodola).


Foto reperita sul web


Infine, cerchiamo lo Zur Arabischen Café Baum, aperto nel 1694 e ora Museo del Caffè (15 sale su 3 piani), ma lo troviamo in fase di ristrutturazione. Ci sarebbero altri musei: Lipsia ne ha ben 25 di primo livello, però spesso solo in lingua tedesca. In verità siamo un po’ stufi e la cupezza della giornata odierna accresce il nostro desiderio di andarcene. E pazienza se abbiamo pagato due notti l’area camper. Pensavamo che la visita richiedesse più tempo. Invece, il centro storico è circoscritto in un anello dal diametro di circa un chilometro e in poche ore si può vedere tutto quanto.




Possiamo felicemente interrompere qui la nostra vacanza in Sassonia.

E’ giunto il momento di calare il sipario, spegnere le luci e accendere i ricordi. 

Viaggiamo senza fretta per circa 4 ore sulle A9, A72 e A93, passando per Regensburg e Monaco, perchè la comoda B15, che taglia verticalmente da Regensburg a Rosenheim, è chiusa nei pressi di Dorfen per lavori in corso. A conti fatti, con le deviazioni avremmo risparmiato solo 16 km. Alle 18 troviamo un parcheggio a Nabburg, appena fuori dall’autostrada, per cenare e trascorrervi la notte.


15/10/2022 (sabato): Nabburg - casa = 674 km

Temperatura: 13°C ore 8 - 16°C ore 15 al Passo del Brennero - pioggia

Dopo colazione rientriamo nella A93. Più avanti ci inseriamo sulla A99 e in seguito sulla A8 in direzione del confine austriaco. Compriamo la solita vignetta ad € 9,50 e con la A12 raggiungiamo Innsbruck. Paghiamo € 10,50 il pedaggio del Ponte Europa e proseguiamo lungo la A13 verso il Passo del Brennero e Bolzano. Infine, deviando sulla A22 e successivamente imboccando la A4, arriviamo a casa.


CONSIDERAZIONI FINALI

Sono partita per la Sassonia piena di aspettative e, per la maggior parte, non sono state disattese. Mi sono innamorata della cd. Svizzera Sassone, con le sue incredibili formazioni rocciose, e delle romantiche cittadine dai pittoreschi vicoli acciottolati. Ho piacevolmente pedalato lungo la pista ciclabile dell’Elba, tra Pirna e la Svizzera Boema, nel tratto incluso nel patrimonio dell’umanità dall’Unesco per la sua straordinaria bellezza. Il Muskauer Park, creato nell’800 dal principe-architetto Fürst von Pückler e anch’esso patrimonio dell’Unesco, si è rivelato un'autentica chicca. Visitare Lipsia e Dresda, le due città più popolose della Sassonia, non è stato complicato come pensavo, anzi, le ho trovate a misura d’uomo; esse hanno due anime profondamente diverse, ma ognuna, a modo suo, ha saputo conquistarmi. Nell’insieme è stata un’esperienza appagante. Sono riuscita a sorprendermi, emozionarmi e perfino a divertirmi: la qualcosa non è scontata. 







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