Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

martedì 20 ottobre 2020

LIGURIA DI LEVANTE (1^ PARTE): LUNIGIANA LIGURE E GOLFO DEI POETI in camper e a piedi (febbraio 2020)


Costo autostrada: euro 53,60

Costo carburante: euro 85

Parcheggi e area sosta: euro 42

Biglietti treno e autobus: euro 15,40

Totale per 7 giorni: euro       196


Premessa

Quest’anno mi sarebbe piaciuto trascorrere una settimana, più o meno, al mese in Liguria, partendo dal Levante e spostandomi, via via, verso il Ponente, con l’intenzione di dedicarmi, ogni volta, all’esplorazione, sia in bici, che a piedi o in camper, di una specifica area. Ma il Covid-19 ci ha messo lo zampino: a causa della pandemia e dei conseguenti decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, che disponevano tutta una serie di restrizioni finalizzate a contenere il diffondersi del virus in Italia, ho potuto visitare solo una zona, a febbraio: la Lunigiana ligure e il Golfo dei Poeti. Dopodiché, sono rimasta nel mio paesello, in provincia di Bergamo, in attesa di poter riprendere il viaggio di scoperta e approfondimento del patrimonio ligure dal punto in cui era stato interrotto.


 



La Lunigiana ligure è quel territorio che si sviluppa nel bacino del fiume Magra e compreso tra le località di Sarzana - Luni - Ameglia - Bocca di Magra - Montemarcello

Quest’area presenta ambienti naturali diversi in base alle fasce altimetriche: si va dal fondovalle, formato prevalentemente da distese pianeggianti, alle colline dove si coltiva la vite e gli ulivi, dalle zone montagnose rivestite di boschi di castagno, ai pascoli d’alta montagna intervallati da splendide faggete.

Il Golfo dei Poeti, invece, si estende dal piccolo borgo di Tellaro a quello di Portovenere e comprende Lerici, con la frazione di Fiascherino, la città portuale di La Spezia nonchè l’arcipelago delle isole Palmaria, Tino e Tinetto.

E’ una terra che ha ammaliato non solo poeti, ma anche scrittori, giornalisti e pittori di tutto il mondo per la sua bellezza, per l’ atmosfera di pace che vi si respira, per la lussureggiante e soleggiata costa, con le suggestive scogliere a picco sul mare intervallate da piccole calette, per gli incantevoli borghi dalle case tinte di colori accesi e circondati dal verde intenso della fitta macchia mediterranea. E pure noi, adesso, siamo pronti per farci catturare, a nostra volta, dal suo fascino.


DIARIO


20/02/2020 (giovedì): verso le 11 di una bella giornata assolata, imbocchiamo la A4 in direzione di Venezia, deviando, poi, sulla A21 ed infine sulla A15, dove approfittiamo di uno dei vari camper service, disponibili negli autogrill, per riempire i due serbatoi di acqua. 

Arrivati a Sarzana, prendiamo subito la via per la fortezza di Sarzanello, seguendo le indicazioni della segnaletica stradale presente in città e non quelle del navigatore, il quale,  seppur fornito dei parametri del nostro camper, vuole ad ogni costo farci entrare in una viuzza stretta. La strada è a due corsie, asfaltata fino ai piedi della rocca e selciata nell’ultimo tratto che porta al parcheggio (Via Carducci n. 4 - coord. GPS: N44.115843, E009.970014). Una volta sistemati, ci avviamo a piedi verso la fortezza, che domina dall’alto la Val di Magra. Essendo chiusa, scendiamo la ripida mulattiera (un tratto della via Francigena) e raggiungiamo il centro storico della città. Purtroppo, oggi è giorno di mercato e tutte le vie sono invase da decine e decine di bancarelle, però nessuna che venda generi alimentari. Continuando a passeggiare tra i vicoli e le piazzette, notiamo alcune botteghe di prodotti tipici. Possiamo, così, acquistare formaggi e dolci da consumare a cena questa sera. Proseguiamo ancora fino alla fortezza di Firmafede (anch’essa chiusa) ed infine, prima che si faccia buio, risaliamo l’impervio viottolo, non illuminato, per rintanarci nel nostro camper. Tutto sommato, sono soddisfatta: abbiamo trascorso un pomeriggio piacevole e visitato una cittadina nel suo insieme incantevole.


Sarzana: Fortezza di Sarzanello

Sarzana: Fortezza di Firmafede 

Sarzana: parcheggio della fortezza di Sarzanello


21/02/2020 (venerdì): in mattinata lasciamo Sarzana, dirigendoci verso Bocca di Magra e Montemarcello. Poco prima di entrare in paese c’è un grande parcheggio, ma, soltanto in fondo, a sinistra, si può sostare anche con il camper, in quanto, arretrando nel prato con la parte posteriore del mezzo, si riesce a rimanere dentro la linea che delimita il posteggio (Via Nuova n. 70, Montemarcello - Coord. GPS: N44.043435, E009.966539).

L’altro parcheggio, quello sulla strada per Ameglia, invece, ha una sbarra a circa 2 metri di altezza.

Ci troviamo nell’estremo levante ligure, all’interno del Parco Regionale di Montemarcello-Magra, quasi al confine con la Toscana.

Il borgo di Montemarcello, facente parte del circuito “I borghi più belli d’Italia”, sorge in posizione privilegiata sulla cima del promontorio del Caprione, il quale, stretto tra la Valle del Magra ed il Mar Ligure, offre viste panoramiche da qualsiasi versante.

La nostra passeggiata inizia tra i vicoli del centro storico e prosegue al di là della strada provinciale, che attraversa il paese, lungo un percorso lastricato. Percorrendo quest’ultimo, scopriamo che conduce, prendendo la via a sinistra, ad un balcone naturale, dal quale la vista può abbracciare la profonda insenatura del Golfo dei Poeti, ivi compreso l’arcipelago delle isole di Palmaria, Tino e Tinetto, mentre, scendendo quella a destra, si perviene, all’imbocco sia della scalinata (700 gradini) per la piccola baia di Punta Corvo, che del sentiero CAI 444 per Bocca di Magra.

Dopo esserci riempiti gli occhi di splendide immagini, propongo a Marco di seguire il sentiero che porta a Punta Corvo: non vedo l’ora di scendere quei 700 gradini scavati nella roccia e che conducono alla spiaggetta. Sfortuna vuole che, proprio in questo periodo, sono in corso lavori di manutenzione e il sentiero CAI 436 è chiuso. Deviamo, quindi, sul 444, che ci porta, prima, a Punta Bianca e, poi, a Bocca di Magra. Questo sentiero corre alto sulla costa, all’ombra di una fitta vegetazione, ed è molto nervoso, con ripidi saliscendi, spesso esposto e malsicuro. Grazie ad alcuni belvedere, riusciamo, ogni tanto, a scorgere il mare, ma è molto in basso e non si sente neppure lo sciabordio delle onde. L’aria, però, seppur frizzante, profuma di buono e la respiro a pieni polmoni. Arrivati nei pressi di Bocca di Magra, dopo 4,5 km, c’infiliamo nel sentiero 433, largo e selciato, risalendo i 3 km che ci separano da Montemarcello. All’incrocio con lo sterrato di Via delle Mura, svoltiamo a sinistra e, poco dopo, sbuchiamo proprio di fronte al parcheggio dove abbiamo lasciato il nostro camper. Procedendo, invece, verso destra, sempre sul 433, si raggiungerebbe Tellaro e Lerici.

In tutta la giornata abbiamo percorso circa 14 km a piedi.


Montemarcello

Montemarcello

Montemarcello


Montemarcello

Montemarcello

Montemarcello (sentiero 444)

22/02/2020 (sabato): anche oggi splende un bel sole caldo. Alle 10 imbocchiamo il sentiero CAI 433, di fronte al parcheggio, e già percorso ieri, per scendere a Bocca di Magra. Mentre ci avviciniamo al paese, la vista si allarga verso la costa, bassa e sabbiosa, protetta alle spalle dalla catena montuosa delle Alpi Apuane, nonché sulla piana attraversata dal fiume Magra e la foce di quest’ultimo. Una volta raggiunto il punto in cui le acque del fiume si mescolano con quelle del mare, risaliamo, per 3 km, il corso d’acqua, in parte sulla passeggiata lungo la marina (ove sono attraccate numerose imbarcazioni), in parte su strada aperta al traffico, seguendo le indicazioni per Ameglia. Nei pressi di Cafaggio avremmo potuto deviare a sinistra, in Via Canal Grande, per accorciare il percorso. Invece, continuiamo dritto fino al supermercato Carrefour, approfittandone per fare qualche acquisto. Poi, all’incrocio successivo, svoltiamo a sinistra e, dopo 3 km di salita, arriviamo ad Ameglia, dove facciamo una sosta per rifocillarci, essendo ormai le 13. 

Ameglia è un antico borgo arroccato sul versante orientale del Monte Caprione, a due passi dal mare, e si sviluppa attorno al suo castello, che domina la valle del Magra. Inerpicandoci lungo tortuosi vicoli lastricati, gallerie e scalinate, approdiamo, prima, ad una terrazza panoramica, che si affaccia sulla sottostante vallata, e, poi, ad una piccola piazzetta, dalla quale possiamo vedere la muraglia, con merlature guelfe, che cinge il castello e la torre cilindrica. Nonostante il suo aspetto severo, dicono celi al suo interno un cortile di una bellezza sorprendente, ingentilito da cipressi e roseti. Essendo l’ingresso chiuso, ci fidiamo sulla parola! Andiamo, pertanto, alla ricerca del sentiero CAI 422 per risalire a Montemarcello e, non trovandolo,  percorriamo la strada asfaltata, che, comunque, è ampia e tranquilla, serpeggiando per circa 6 km sul fianco boschivo della montagna. 

Facciamo ancora due passi nel centro storico di Montemarcello, beviamo un caffè in piazzetta e, poi, raggiungiamo il balcone naturale sul mare, purtroppo affollatissimo essendo sabato. 

Ce ne andiamo presto, ma, al tramonto, io torno da sola al belvedere per godermi lo spettacolo senza la calca dei turisti. Stasera non c’è foschia, il cielo è limpido e la vista sul golfo di La Spezia davvero splendida.

Alla fine della giornata ho totalizzato 18 km a piedi.


Foce del Magra e le Alpi Apuane sullo sfondo

Bocca di Magra

Bocca di Magra

Ameglia

Ameglia

Ameglia


Ameglia

Ameglia



Isole Tino e Tinetto al tramonto

Tramonto sul golfo di La Spezia


23/02/2020 (domenica): oggi il cielo è nuvoloso, ma la temperatura gradevole: 13°C per camminare vanno benissimo. Ci avviamo verso l’ingresso del sentiero CAI 433 per Lerici (è sempre quello che inizia a Bocca di Magra, sale a Montemarcello, e riprende poco oltre il paese). Lo seguiamo per 8,5 km, tra vari saliscendi, attraversando boschi e uliveti. A Lerici, una lunga scalinata ci porta in un’ampia piazza, racchiusa tra una cortina di case colorate, tipiche di questo territorio. Ed ecco, in posizione dominante sulla cima di un promontorio e a picco sul mare, stagliarsi, fuligginosa, contro il cielo cupo odierno, la possente mole della fortezza che caratterizza il profilo di Lerici, rendendolo unico ed inconfondibile. Vi si accede grazie ad una ripidissima scala o per mezzo di un ascensore; entrambi sboccano in una terrazza panoramica antistante il castello, da cui la vista spazia dalla baia di San Terenzo al golfo di La Spezia. Dato che è domenica, la cittadina è molto affollata, soprattutto lungo il molo e la passeggiata a mare, di fronte alla quale si distendono numerose spiagge di sabbia dorata. 

Il caos non far per noi. Perciò, risaliamo di nuovo la lunga scalinata e decidiamo di recarci a Tellaro, piccolo borgo di pescatori al confine orientale del Golfo di La Spezia e distante 5 km da Lerici. Lo raggiungiamo percorrendo la strada asfaltata, che passa per Maralunga e Fiascherino, la quale offre una migliore vista sulla costa rispetto al sentiero di stamattina. Anche Tellaro è inserito nel circuito “I borghi più belli d’Italia” e si riconosce per la chiesa di San Giorgio, dalla facciata rosa antico, costruita sugli scogli.

Ci sediamo su una panchina di fronte al mare e, mentre recupero le energie, non posso fare a meno di ripensare, con tanta nostalgia, a quella lontana primavera del 1994 in cui trascorremmo qui alcuni giorni di vacanza, all’epoca con un camper noleggiato. Andrea aveva soltanto due anni ed io portavo nel mio grembo Fabio. Conservo con affetto la foto che ci ritrae proprio in questo punto. Riposti i ricordi nel cassetto dell’anima, ci avviamo verso la piazzetta in fondo al paese, dove seguiamo la segnaletica sentieristica per Montemarcello. Percorsa Via Matteotti, c’inerpichiamo su una ripida mulattiera e una lunga scalinata in pietra, che ci porta velocemente in quota. E’ un tratto impegnativo, ma paesaggisticamente molto bello.

Più avanti incrociamo il sentiero CAI 444, sul quale deviamo; corre più in basso rispetto a quello percorso in mattinata, ma è più panoramico, seppur maggiormente difficoltoso secondo me. Nei pressi di un Bed and Breakfast, sbuchiamo sulla strada asfaltata e ne percorriamo l’ultimo chilometro e mezzo che ci separa dal paese, evitando tutte le altre disgressioni verso il basso o verso l’alto. Abbiamo già percorso 20 km e tanto basta.


Lungo il sentiero 433 per Lerici


Vista su Tellaro dal sentiero 433


Lerici


Lerici


Lerici

Lerici


Tellaro


Scalinata in pietra a Tellaro

Sentiero per Montemarcello


24/02/2020 (lunedì): lasciamo Montemarcello e ci avviamo con il camper lungo la strada costiera, la quale è abbastanza ampia (eccetto un breve tratto uscendo dal paese e poco prima di Lerici), ma i rami degli alberi, che dal bordo strada si protendono verso l’esterno, ci costringono a viaggiare al centro della carreggiata. Per fortuna è lunedì e non incrociamo altri veicoli. Dopo circa 9 km arriviamo al parcheggio Vallata di Lerici. Su tutta l’area vige il divieto di sosta per i camper, eccetto un angolino, prettamente riservato a questi ultimi, nella zona più alta, di fianco alla galleria (Lerici, Loc. Barcolla n. 11 - Coord. GPS: N44.081800, E009.912692, 3 o 4 posti al massimo. Si pagano € 3 l’ora  (dalle 8 alle 19 nel periodo 01/10-14/04 o dalle 8 alle 24 nel resto dell’anno).

Abbiamo inserito nel parchimetro tutta la moneta in nostro possesso (€ 6) e, pertanto, con due ore a disposizione, dovremo correre.

A piedi, scendiamo verso la costa, attraversando tutto il parcheggio nella sua lunghezza, per ritrovarci, poco dopo, più o meno, a metà della passeggiata lungomare che collega (“da castello a castello”) Lerici a San Terenzo

Ci limiteremo alla visita di quest’ultimo, visto che a Lerici ci siamo andati ieri a piedi da Montemarcello e ormai lo conosciamo.

Il piccolo borgo marinaro, con le sue case multicolori, si affaccia su una bella spiaggia di sabbia dorata, alla fine della quale, a chiudere la baia, si erge, sulla scogliera, una rocca a pianta pentagonale con tre torrette circolari agli angoli.

Essendo lunedì, pensavo di trovare meno gente a spasso, ma, poi, ricordo che, oggi e domani, le scuole sono chiuse per il carnevale ed ecco spiegato il motivo delle famigliole a passeggio. Però, le attrazioni turistiche sono chiuse; così, non possiamo visitare il castello e  neppure Villa Marigola, Villa Magni e l’attiguo Parco Shelley.

Non ci resta che tornare al camper e dirigerci verso La Spezia, approfittando dell’area camper in Via delle Casermette n. 101, gestita dai volontari della Croce Rossa (apertura: 8-12 e 14,30-20), con allaccio alla corrente e comodo Camper Service. Tariffa: € 12 per 24 ore o € 6 per 12 ore. Coord. GPS: N44.103794 - E009.859549. La permanenza massima è di 48 ore, ma in bassa stagione c’è una maggiore flessibilità. 

Nel pomeriggio, a piedi, raggiungiamo il centro città. Uscendo dall’area camper giriamo, prima, a sinistra e, poi, a destra, superiamo due ponti e, dopo 3 km, arriviamo davanti alla cattedrale. Marco non vuole salire al castello e neppure addentrarsi nelle vie cittadine. Pertanto, percorrendo la Passeggiata Morin sul lungomare (parallela a Viale Italia), un bel percorso pedonale fiancheggiato da due lunghe file di palme, e superando il moderno ponte Thaon di Revel, arriviamo al porto turistico; da qui si ha un bel colpo d'occhio sulla città nel suo insieme. Quando sopraggiunge la sera, sempre a piedi, ritorniamo all’area camper. 

Anche oggi abbiamo camminato per circa 18 km.


San Terenzo

San Terenzo

San Terenzo

Vista su Lerici da San Terenzo

San Terenzo


Ponte Thaon di Revel a La Spezia

Vista su La Spezia dal porto turistico

Passeggiata Morin a La Spezia

25/02/2020 (martedì): è piovuto durante la notte e stamattina il cielo è piuttosto nuvoloso. Oggi prenderemo l’autobus per raggiungere il centro di La Spezia e, poi, ci recheremo alla Stazione Ferroviaria per informarci sugli orari di partenza dei treni per Riomaggiore. La linea certa, che passa nei pressi dell’area camper, è la “L” (Lerici), ma, pare, anche la 3 e la 5 (meglio chiedere all’autista prima di salire sull’autobus). Come ieri, una volta usciti dall’area camper, svoltiamo a sinistra e, poi, a destra; quindi, superiamo un ponte e, dopo un centinaio di metri, arriviamo alla pensilina dei bus della prima fermata utile (“Fossamastra”). Sfortunatamente, il vicino tabaccaio ha esaurito i biglietti e ne sarà sprovvisto fino a venerdì. L’ometto ci informa pure che acquistarli sull’autobus costano il doppio e non è detto che l’autista li abbia. Così, ci avviamo a piedi verso il centro città e, solo alla terza fermata dei bus successiva, (“Vecchia Dorgia”) troviamo un altro tabaccaio dove poter finalmente acquistare sia i biglietti urbani (€ 1,50 corsa singola) che extraurbani (corsa singola per Portovenere: € 2,50, in previsione della prossima visita).

Saliamo sull’autobus alle 11,09 e arriviamo alla Stazione Ferroviaria Centrale alle 11,35 (la fermata è davanti al sottostante ascensore/scale che consente di accedere alla biglietteria). Consultando il tabellone delle partenze dei treni per le 5 Terre, notiamo che ce n’è uno ogni mezz’ora. Perfetto! Domani potremo raggiungere in treno Riomaggiore e, da lì, percorrere il sentiero che lo collega a Portovenere. Ora, non mi resta che convincere Marco a visitare il “cuore” di La Spezia, sperando si ricreda sul suo giudizio iniziale. Non è che mi aspetti molto pure io: le guide consultate non hanno acceso il mio entusiasmo più di tanto riguardo questa città, dove, in verità, ero già stata tre volte per partecipare alle gare ciclistiche, senza, però, mai spingermi oltre la zona di partenza della competizione. Finora ci è parsa un po’ caotica; tuttavia, inoltrandoci sempre più tra le vie del centro, scopriamo diverse zone pedonali, dove è piacevole passeggiare. Percorriamo Corso Cavour, in parte aperto al traffico, in parte chiuso, sul quale si affacciano negozi e locali di ogni tipo, tra cui diverse pasticcerie e fornerie, dove acquistiamo alcuni dolci squisiti. Attraversiamo un grande mercato semi-coperto, che ci dicono essere giornaliero, e proseguiamo verso il quartiere Prione, anch’esso pedonale. Curiosando nell’area, scopriamo che, al Castello di San Giorgio (in cui è ospitato il Museo Civico Archeologico), si può salire a piedi o grazie a due lunghe scalinate oppure per mezzo di un ascensore panoramico, il quale, in due riprese, eleva ai piedi della possente rocca. Visto che è chiusa, scendiamo, nuovamente, nel quartiere Prione e, poco dopo, ci  ritroviamo a camminare sotto un’infinita serie di portici, uno diverso dall’altro, che caratterizzano la Via Chiodo. Sbuchiamo in Piazza Giuseppe Verdi, abbellita da fontanelle, alberi di agrumi e moderni archi quadrati di vetro colorato, sulla quale si affaccia il monumentale palazzo delle Poste Centrali, che cela al suo interno bellissimi mosaici.

Questa  è una zona ricca di eleganti palazzi in stile liberty, costruiti tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento (un itinerario interessante è disponibile cliccando sul seguente link: https://www.girovagandoconstefania.it/2020/02/la-spezia-itinerario-liberty-centro-citta.html)

Infine, deviamo a destra, verso il lungo e trafficato Viale Italia, che attraversa orizzontalmente tutta la città ed è provvisto di una bella pista ciclabile. Qui, cerchiamo la pensilina dell’autobus per tornare al camper. Saliamo sempre su quello della linea “L”, che sta per Lerici, come la “P” per Portovenere, la “S” per Sarzana, la “A” per Aulla, ecc., e scendiamo ancora alla fermata “Fossamastra”, a poche centinaia di metri dall’area camper. Oggi ho dimenticato il contapassi sul camper, per cui non so per quanti chilometri abbiamo camminato.


Castello di San Giorgio a La Spezia


Ascensore per il castello di S. Giorgio


Scalinata per il castello di San Giorgio

La Spezia

La Spezia

Piazza Giuseppe Verdi a La Spezia

Piazza Giuseppe Verdi a La Spezia

La Spezia

La Spezia

La Spezia

La Spezia

La Spezia

La Spezia

La Spezia

La Spezia

La Spezia

La Spezia

Dolci tentazioni


26/02/2020 (mercoledì): alle 9,30, presso la solita fermata di Fossamastra, saliamo sul bus diretto alla Stazione Ferroviaria Centrale di La Spezia, dove giungiamo circa 20 minuti più tardi. Acquistiamo i biglietti per Riomaggiore (la prima delle località delle 5 Terre), pagando € 2,20 a testa e alle 10,15 prendiamo il treno, il quale, in una decina di minuti, ci porta a destinazione. Diamo un’occhiata al porticciolo, battuto, oggi, da onde altissime e, poi, c’incamminiamo lungo la strada in salita che attraversa il paese. Una volta al parcheggio, cerchiamo il sentiero per Portovenere. Il percorso è di 18 km e dura circa 5 ore. Essendo gli uffici turistici chiusi, chiediamo informazioni alle persone del posto, le quali ci indirizzano verso il Santuario della Madonna di Montenero; da lì dovremo proseguire verso il Telegrafo. La mulattiera si arrampica sul pendio della montagna, lasciando intravedere, qua e là, scorci panoramici sull'ampia distesa del mare. Dopo 45 minuti, arriviamo alla chiesa, dal cui sagrato si gode di una bellissima vista sulla costa.

Giriamo attorno all’edificio e continuiamo seguendo l’itinerario SVA (Sentiero Verde Azzurro), panoramico, che porta al Telegrafo; ci arriviamo all’8° chilometro, alternando salita e falsopiano. Qui, troviamo la segnaletica per Portovenere. Procediamo su un ampio sentiero, che entra nel bosco, passa dalla località S. Antonio e arriva a Campiglia, dove abbiamo due possibilità: un percorso facile, ma più lungo (2,25 ore) e uno più breve (1,40 ore), classificato EE (Escursionisti Esperti, ma lo scopriremo solo una volta giunti a Portovenere, altrimenti la mia scelta sarebbe stata diversa). Decidiamo di seguire quest’ultimo, che, in effetti, è abbastanza difficile per chi non bazzica abitualmente i sentieri di montagna come noi, ma ce la caviamo bene, nonostante tutto. Dall’alto del promontorio, su cui ci troviamo, il panorama  è strepitoso. Il mare è agitato e la costa sottostante percossa da onde impetuose, ma è talmente lontana che non si ode alcun suono. All’improvviso, nel cielo nuvoloso si apre uno squarcio e siamo inondati da una luce meravigliosa.  La superficie del mare s’illumina e assume infinite sfumature d’azzurro. Uno spettacolo da lasciare a bocca aperta. Vorrei fermare il tempo e rimanere qui all’infinito, ad assorbire tutta l’energia vitale che questo posto emana, ma, come spesso accade, Marco mi richiama all’ordine e, a malincuore, riprendo la marcia. Il sentiero ci porta sul versante rivolto a nord del promontorio, quello che si affaccia sul golfo di La Spezia. Percorriamo un tratto asfaltato e, in seguito, lo sterrato che conduce al rifugio Muzzerone. 

Man mano scendiamo, lo sguardo si apre su uno scenario davvero incantevole: di fronte a noi, l’Isola di Palmaria sembra assumere la forma di un balenottero, mentre, piano piano, il borgo di Portovenere, dominato dalla maestosa fortezza dei Doria, si svela in tutta la sua bellezza.  Il sentiero lascia il posto ad una lunga e stretta scalinata in pietra, al termine della quale ci ritroviamo finalmente in paese. Sono le 16 quando attraversiamo l’antico borgo costiero, patrimonio Unesco, per raggiungere il punto più estremo del promontorio, dove sorge l’antica chiesa romanica di San Pietro. Devo dire che l’attrattiva principale, oggi, è il mare in burrasca. Attendiamo il tramonto, guardando le onde, che, via via, si gonfiano e vanno ad infrangersi con violenza sulla scogliera. Un movimento ritmico e ciclico, che ipnotizza. Il Golfo dei Poeti, a quest’ora, è davvero suggestivo, con la corona delle Alpi Apuane tinte di rosso porpora, a fare da sfondo.

Poi, seguendo la via sul mare, fiancheggiata da una lunga sequenza di alti e stretti palazzi policromi, arriviamo ad una piazzetta, dove andiamo alla ricerca della pensilina del bus che ci riporterà a La Spezia; la troviamo sulla strada che porta al parcheggio. Alle 18,30 saliamo sul bus e poco prima delle 19 siamo in città. Scendiamo in Corso Cavour, lo percorriamo tutto in direzione sud e, appena deviato verso Via Chiodo, vediamo arrivare il bus della linea “L”.  Correndo, riusciamo a salirvi al volo e, dopo 20 minuti, varchiamo il cancello dell’area camper. 

Tra una cosa e l’altra abbiamo percorso 22 km.

(Portovenere non è raggiungibile con il camper. Bisogna lasciare il mezzo nel parcheggio “Il Golfo”, in località Cavo, ad almeno 2 km di distanza (Via Olivo n. 608, GPS: N44.060644, E009.844549; tariffa: 1,50/h dalle 8 alle 20 e gratuito dalle 20 alle 8, ma senza alcun servizio).

Riomaggiore

Riomaggiore

Riomaggiore

Riomaggiore vista dal sentiero per Portovenere

Lungo il sentiero per Portovenere

Lungo il sentiero per Portovenere



L'isola di Palmaria 

Sentiero per Portovenere

Portovenere

Portovenere

Portovenere

Portovenere

Portovenere

Portovenere

Portovenere






LIGURIA DI LEVANTE (2^ PARTE): CINQUE TERRE in camper e a piedi



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