Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

venerdì 21 aprile 2017

IMPERIA E DINTORNI, in camper e bici (Liguria di Ponente, 15-20/03/2017)


Non si contano le volte in cui ho trascorso qualche giorno di vacanza in Liguria. Quasi sempre in bassa stagione, lontano dalla ressa, snobbando le spiagge e spendendo il mio tempo scorrazzando in bicicletta soprattutto nell'entroterra, ma talvolta, inevitabilmente, anche lungo la costa. Tra gare ciclistiche ed escursioni, da me progettate ed effettuate, ormai di strade ed itinerari ne conosco abbastanza, ma c'è ancora tanto da scoprire. Perciò, spero di avere la possibilità di tornarci spesso, per appagare la mia inesauribile curiosità e rimpolpare la mia conoscenza di questa splendida terra. Stavolta la nostra destinazione è la Liguria di Ponente e, più precisamente, Imperia ed il suo hinterland.

15/03/2017: Grumello – Ormea (320 km)

Fontana a Ormea
Partiamo dalla provincia di Bergamo con il nostro camper e andiamo direttamente ad Ormea. In effetti Ormea non c'entra niente con la Liguria: si trova in Piemonte, nella provincia di Cuneo, però al confine con quella di Imperia, e, già che siamo in zona, ne vorrei approfittare per fare un giro in bici lungo la valle del Tanaro, che da tempo mi intriga. Ad Ormea, in Via Orti (GPS: N44.14235 – E7.90565), c'è una bella area camper in riva al torrente, al costo di 10 euro, senza allaccio alla corrente e con Camper Service. Quest'ultimo, nel periodo del nostro soggiorno, tuttavia, era inutilizzabile, in quanto invaso dalla sabbia, e, forse per tale motivo, non ci è stato chiesto di pagare alcunchè. Ovunque, sono ancora ben visibili i danni causati dall'alluvione dello scorso novembre, purtroppo. Prima di cena facciamo due passi in paese, distante circa 500 metri. Pur essendo passata da questo piccolo borgo medievale diverse volte, non ho mai avuto la possibilità di addentrarmi nei suoi caratteristici vicoli ed è stato un vero peccato, perché Ormea ha un centro storico davvero carino. Acquistiamo qualche prodotto tipico, sorprendendoci delle numerose botteghe che ancora sopravvivono, fortunatamente, da queste parti, e, poi, torniamo al camper.

16/03/2017: Giro in bici nell'alta Val Tanaro: Passo delle Fascette – Colletta Le Salse – Col di Nava (Piemonte/Liguria)

(57 km - 1243 metri di dislivello+ in moutain bike, su asfalto)




Oggi andiamo ad esplorare l'Alta Valle del Tanaro (che si estende all'estremità sud-occidentale del Piemonte, al confine con la Liguria), risalendola fino alla Colletta Le Salse (1623 m), con l'intenzione di completare un anello che tocchi i borghi di Monesi e San Bernardo, per far ritorno ad Ormea attraverso il Colle di Nava.
Dall'area camper di Ormea, in 5 km di falsopiano, raggiungiamo Ponte Nava. Al bivio teniamo la destra e proseguiamo costeggiando il Tanaro, inoltrandoci in una valle che si rivelerà incredibilmente amena. I primi 10 km fino alla frazione di Viozene sono pedalabili, mentre i restanti 11 km, che conducono alla Colletta Le Salse, transitando dal Passo delle Fascette (1200 m), diventano più aspri, con pendenze che sfiorano, in alcuni punti, il 12%. A bordo strada notiamo un'ottima segnaletica, con cartelli che indicano l'altitudine e le pendenze dei vari segmenti successivi; strada, purtroppo, non in buono stato, spesso invasa da sabbia e ghiaietta, con frequenti buche. 
Dopo Viozene, scendiamo per un breve tratto e ci infiliamo nella selvaggia gola delle Fascette, con le sue alte pareti a strapiombo, dove il torrente Negrone (che insieme al Tanarello forma il fiume Tanaro) scorre sul fondo di uno spettacolare canyon scavato nella roccia. Ad Upega, solitaria borgata situata in una splendida e soleggiata conca, arriviamo in falsopiano, dopo una breve rampa. Poi, continuiamo a salire, osservando la neve che, via via, abbonda sempre più sui versanti delle montagne ricoperti di larici ed abeti. L'acqua dei ruscelli che gorgoglia ed i raggi del sole che penetrano tra gli alberi, creando bellissimi giochi di luce, donano una piacevole sensazione di benessere. Scolliniamo a quota 1623 metri, valicando la Colletta Le Salse. Davanti a noi si apre un vasto panorama sulle Alpi Liguri, con cime che superano i 2000 metri d'altezza. Impossibile filmare e fotografare il magnifico paesaggio con il sole di fronte, ahimè! Quindi, affrontiamo una bella discesa, con vista sugli abbaglianti campi da sci innevati. La frazione di Le Salse ci sembra il luogo adatto ad una pausa ristoratrice, avendo alle spalle già oltre 20 km di ascesa, più o meno impegnativa. 
Dopo di ché, seguiamo le indicazioni per Monesi, pervenendo ad un bivio: a destra, la strada militare per Limone Piemonte (la quale ripercorre l'antico tracciato della “Via del sale”, che, dal Colle di Tenda e mantenendosi in quota, raggiunge Monesi di Triora, in Liguria, attraverso il Bosco delle Navette), mentre, a sinistra, quella per Monesi di Mendatica, verso la quale ci dirigiamo. 
Qui, ci aspetta una brutta sorpresa. A dir il vero, a Ponte Nava avevamo visto l'avviso della chiusura della strada tra Upega e Piaggia a causa di una frana, ma speravamo si potesse passare con la bici, come a volte capita. Quello che si presenta davanti ai nostri occhi, invece, è un disastro immane: si è letteralmente staccata una fetta di montagna, che ha trascinato con sé alberi, strade ed abitazioni. C'è ancora un edificio in bilico sul precipizio; davvero impressionante! Non immaginavamo certo una cosa del genere. Tutti gli accessi al paese sono chiusi con cancelli di rete metallica. Sarebbe il caso di tornare indietro. Marco, però, vuol vedere se c'è la possibilità di aggirare l'ostacolo. Con non poca fatica, spingendo le bici in alto, sopra la frana, e calandole, poi, da alcuni muretti, riusciamo a portarci dall'altra parte del paese. Col senno di poi, sicuramente non lo rifarei. 
A questo punto, non ci resta che scendere, ammirando, alla nostra sinistra, una bella catena di montagne spruzzate di neve. Giunti a San Bernardo, al bivio, svoltiamo di nuovo a sinistra per il Colle di Nava, che, da qui, dista 8 km. La strada riprende a salire leggermente, ingannando Marco, che si toglie la mantellina. Beffardamente, poco dopo, inizia una lunga e fredda discesa all'ombra, che ci condurrà dapprima a Nava, sulla SP 100, poi a Ponte Nava, sulla SS28 ed, infine, in veloce falsopiano, ad Ormea.
Purtroppo, presumo che non sarà possibile ripercorrere questo anello per molto tempo: i danni, provocati dalla frana all'intero paese, sono veramente ingenti. Marco, pessimisticamente, addirittura dubita che si possa ripristinare lo status quo ante ed afferma che Monesi diventerà l'ennesimo borgo fantasma d'Italia. Non so davvero cosa dire, se non che mi dispiace infinitamente.



17/03/2017: Passo San Bernardo di Conio da Vessalico e Rezzo

(48 km – 882 metri di dislivello+ in mountain bike su asfalto)



La giornata si preannuncia ottima. Cielo azzurro e temperatura gradevole, come ieri, del resto. Ci mettiamo in marcia di buon'ora, avviandoci verso Pieve di Teco, alla ricerca di un posteggio per il camper. Lo troviamo soltanto a Vessalico, prima di entrare in paese, presso il parco pubblico. Scaricate le bici, torniamo al bivio per Dezzo, dove giriamo a sinistra e proseguiamo fino al successivo incrocio, svoltando ancora a sinistra, sulla SP17. 
La strada è deserta e sale costantemente, ma senza strappi cattivi, per una quindicina di chilometri, tra infiniti boschi. Il manto stradale lascia un po' a desiderare e sull'asfalto giacciono parecchie pietre rotolate giù dai pendii della montagna. C'è quasi da aver paura! L'entroterra ligure è così un po' dappertutto: pare abbandonato a se stesso. Non si notano segni di manutenzione e la terra sembra sgretolarsi davanti ai nostri occhi. Dopo Rezzo, notiamo, improvvisamente, tre ruscelli che convergono in un unico corso d'acqua e una scaletta di sassi alla nostra destra. La risaliamo incuriositi, abbandonando per un attimo le nostre bici sulla strada. Di certo non ci aspettavamo di trovare un bellissimo ponte in pietra a cavallo di uno dei suddetti ruscelli, con pozze d'acqua color smeraldo e cascatelle gorgoglianti. Ci attardiamo un po' in questo piccolo paradiso, dopodiché, rimontiamo in sella e continuiamo a salire. Passiamo da un versante esposto a sud, e quindi al sole, ad uno esposto a nord, e pertanto all'ombra, finché scolliniamo a S. Bernardo di Conio. A questo punto iniziamo a scendere verso S. Bartolomeo e, poi, ancora a destra, sulla SP 95. La traccia del mio dispositivo GPS, ad un certo punto, vorrebbe che noi si deviasse sulla SP 22 per Cartari, ma, al bivio per quest'ultima località, vedendo il cartello di “strada chiusa”, Marco, con ostinazione, mi impedisce di procedere in quella direzione.
Scendiamo ancora 3-4 km sulla SP 95, sperando di trovare altre indicazioni stradali, ma stiamo andando completamente fuori zona. Così, non ci resta che fare dietro front e imboccare la SP 20 per Pieve di Teco, sbucando, ahimè, dopo 9 km di discesa, sulla famigerata Statale 28. Svoltiamo, quindi, a sinistra, superiamo incolumi una piccola galleria e, rapidamente, raggiungiamo la rotonda, che ci libera dall'incubo. Prendiamo, infine, la prima via a destra e, poco dopo, ci ritroviamo allo stesso incrocio con la SP17 di qualche ora fa. Ripercorrendo a ritroso la strada di stamattina, arriviamo nuovamente a Vessalico. Una doccia veloce e, poi, via, con il camper, verso Imperia. Domani si corre la Milano-Sanremo e non mancheremo di fare un po' di tifo ai corridori lungo l'Aurelia. L'area camper “Francy Park”, con Camper Service, ma senza elettricità, si trova in Via dei Giardini, vicino al Simply Market, proprio a ridosso dell'Aurelia. Paghiamo 10 euro (dall'1/6 al 30/9 il ticket sale a 13 euro), solo con monete (all'interno del Simply c'è una macchinetta per procurarsele, eventualmente).



18/03/2017: anello Imperia – Dolcedo – Valloria – Vasia – Imperia 

(Km 43 – dislivello non si sa, perchè mi sono dimenticata di caricare il Garmin, in mountain bike su asfalto)



Che giornata bigia! Non è il massimo pedalare con un cielo così nuvoloso e l'aria intrisa di umidità. Tuttavia, l'idea di andare a scoprire, finalmente, dopo tanta attesa, alcuni borghi caratteristici alle spalle di Imperia, mi elettrizza. 
Dolcedo
Prima di entrare in centro città, alla rotonda, seguiamo le indicazioni per Dolcedo, che raggiungiamo dopo 6 km di salita blanda. Il paesino, con le sue case colorate, spicca sul verde delle colline circostanti. Sono otto le borgate che lo compongono e tra queste scorre il torrente Prino, scavalcato da cinque ponti che collegano le varie frazioni, tra cui il suggestivo Ponte Grande, con la sua unica arcata a sesto acuto. Proseguiamo, poi, per Prialè, ma, dopo 1 km, al bivio, deviamo verso Valloria e saliamo per altri 6 km dolci, circondati da immense distese di ulivi, coltivati su terrazzamenti sorretti da muretti a secco. Valloria è “il paese delle porte dipinte”. Un piccolissimo borgo medievale di 42 abitanti, la cui particolarità è data dalle sue 150 porte dipinte. Infatti, ogni anno, d'estate, pittori di fama internazionale e giovani artisti, si ritrovano qui e dipingono le porte di case, cantine o stalle, come se fossero tele. 
Valloria
E' divertente andare alla scoperta di tutte queste opere d'arte, su e giù per vicoli tortuosi e passaggi coperti. Ad ogni angolo, sgrano gli occhi ed emetto gridolini di meraviglia. Che splendore! Difficile andarsene da questo posticino incantato, ma dobbiamo continuare il nostro giro. Ritorniamo giù, all'incrocio precedente, e svoltiamo a sinistra, in direzione di Vasia. La stradella riprende a salire senza pendenze eccessive, ma pure senza tregua, per 8 km, fino a Pantasina, sempre immersa negli uliveti. Poi procede in falsopiano per 3 km, passando sul lato opposto della valle e, una volta raggiunto Vasia, inizia a scendere dolcemente, per una quindicina di chilometri, verso Imperia. Possiamo ammirare il suo inconfondibile profilo, che si staglia contro il blu del mare, man mano ci avviciniamo alla costa. Ci ritroviamo, così, al punto di partenza, dopo 43 km e non so quanti metri di dislivello; in ogni caso, di pianura non se ne è vista, o quasi. 
Imperia
Un giro breve, ma interessante, che ci ha permesso di conoscere un altro piccolo lembo dell'entroterra ligure, ormai sempre più deserto, abbandonato ed in balìa di forze naturali che lo stanno, piano piano, erodendo. Se nessuno se ne occuperà, prima o poi questa bellissima terra si lascerà andare completamente e, allora, sarà troppo tardi per porvi rimedio, ahinoi!
In serata partiamo alla volta di Camporosso e dell'area camper Nervia, che si trova in Via 1° Maggio n. 28, (tel. 3280386624), ma facendo lo sbaglio di uscire al casello autostradale di Bordighera, anziché a quello di Ventimiglia, con la conseguenza di trovarci a percorrere (con un po' di patema d'animo, io) strade ripide, strette e tortuose. Paghiamo 18 euro (16 euro se si sosta più di una notte), escluso l'allacciamento alla corrente, ma l'area è moderna e ben attrezzata, con diversi rubinetti dell'acqua a disposizione delle 60 piazzole, CS, bagni e docce pulitissimi, bar, braceria, parco giochi, WiFi e spiaggia ad oltre un chilometro. Tutte cose di cui noi non abbiamo bisogno, ma ormai è tardi e ci fermiamo qui.

19/03/2017: Dolceacqua - Val Roja - Col di Tenda 

Dolceacqua
Il check out dell'area camper è previsto per le 10 e, a quell'ora, ci avviamo verso la Val Nervia. Avevo programmato un bel giro in bici da queste parti, che prevedeva, tra l'altro, la scalata alla Colla di Langan, ma, stamattina, al nostro risveglio, il cielo in quella direzione era livido ed ho preferito rimandare il tutto ad una giornata soleggiata. Quando sono in trasferta in luoghi che non conosco, voglio pedalare godendomi il paesaggio che mi circonda nel migliore dei modi, cosa che, con la pioggia o il maltempo, diventa impossibile. Pertanto, abbiamo optato per la visita di Dolceacqua. Le uniche due possibilità di sosta per i camper sono: nei pressi del cimitero (sempre sulla strada principale, la SP 64) oppure, poco più avanti, in un parcheggio cui si accede attraverso una ripida rampa. Il borgo sorge lungo il torrente Nervia, dominato dalla fortezza dei Doria, ed è uno dei più belli che io abbia mai visto. 
Dolceacqua
La parte antica si è sviluppata attorno alla rocca, su vari livelli e a gironi concentrici, collegati tra loro da ripide scale. Appena superato lo scenografico ponte romano a schiena d'asino ed oltrepassata la porta d'ingresso, si ha subito la sensazione di fare un tuffo nel passato. Sarà per gli stretti caruggi, i passaggi coperti, gli archetti medievali tra una casa e l'altra o i vicoli lastricati che s'inerpicano verso il castello, sarà per la poca luce che a fatica penetra attraverso gli alti edifici, ma qui si respira davvero un'aria d'altri tempi e l'insieme è molto suggestivo. L'unico rammarico è che, a causa della spessa coltre di nubi, le foto da me scattate risultano un po' spente e non danno pienamente l'idea della bellezza del posto.
Nel pomeriggio, con un sole che spacca le pietre, ci avviamo verso il Col di Tenda. Che tempo burlone! Vedere un cielo così limpido e azzurro, proprio quando, per noi, è giunta l'ora di tornare a casa, accentua ancor più quella piccola sofferenza che accompagna ogni rientro dalle vacanze. Sofferenza presto mitigata, però, dall'attraversamento della splendida Val Roja: immersi nella calda luce che precede il tramonto, ci godiamo l'incanto e la suggestione di questo luogo straordinariamente selvaggio. Un ultimo regalo offerto da madre natura, prima di infilarci nel lungo tunnel che ci sputerà in Piemonte. Dopodiché, con una bella discesa a tornanti, approdiamo in Valle Stura. Ci fermiamo per la sosta notturna all'area camper di Borgo San Dalmazzo (segnalata, con CS), in Piazzale Vittime delle Foibe, non mancando di acquistare, in paese, per la gioia del palato, i buonissimi “cuneesi”, cioccolatini al liquore tipici della città piemontese e famosi in tutto il mondo.







20/03/2017: rientro a casa. 




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