Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

lunedì 17 ottobre 2016

VAL DI VARA in camper e bici (Liguria di Levante, 29/08 - 02/09/2016)





Tre giorni di full immersion nella verdissima Val di Vara, con breve incursione nell'emiliana, tranquilla Val di Taro e nella meravigliosa Foresta dell'Aveto, tra le province di Genova, La Spezia e Parma. Alcuni Passi a basse quote scalati (Biscia, Mola, Cento Croci, Bocco ed il mancato Casoni), con salite lunghe, ma dalle pendenze dolci, e panorami infiniti sui rilievi degli Appennini. Strade dissestate nella provincia genovese, dove la vegetazione ha inghiottito il guard-rail ed invaso per mezzo metro la carreggiata; strade sempre sconnesse nella provincia spezzina, ma con operatori alle prese, qua e là, con il taglio dell'erba sui cigli, dove un mondo sommerso di immondizia è stato portato alla luce e la cui sorte non è dato sapere quale sarà; strade migliori nella provincia parmense, con bordi strada puliti e curati. Due regioni, Liguria ed Emilia Romagna, due modi differenti di gestire l'ambiente ed il territorio.




DIARIO

29/08/2016: con la voglia irrefrenabile di partire, nonostante le previsioni meteo avverse un po' ovunque per questa settimana, mi ritrovo a scandagliare meticolosamente, sulla mappa dei relativi siti web, ogni angolo del nord Italia alla ricerca del “meno peggio” (al momento non mi posso allontanare troppo da casa e per più di qualche giorno). Individuo, pertanto, un'area interessante a nord delle Cinque Terre, in Liguria, che non conosco: la Val di Vara, dove pare che il maltempo sia limitato ad un solo giorno e le temperature accettabili. Approfitterò della giornata d'instabilità per percorrere, per la quarta volta, il sentiero tra Monterosso e Riomaggiore. E' sempre uno spettacolo e sono sicura che mi regalerà ancora nuove ed indimenticabili emozioni. Terrò, invece, gli altri 3-4 giorni per qualche giretto in bici nell'entroterra.
Eccoci, quindi, diretti all'area camper “Il Poggio" (Coord. GPS: N44.155071/9 – E9.659435 – Tel.: 366.42.46.163 - tariffa 25 euro - pensavo meno, a dir il vero, ma qui tutto costa di più) di Monterosso al Mare (Strada Provinciale 38 n. 112), situata a circa 1,5 km dal centro e raggiungibile in pochi minuti con la navetta (2,50 euro cad.) o in 20 minuti a piedi, in discesa, attraverso un ripido sentiero. Giunti sul posto, telefono al numero indicato e, dopo aver ricevuto il codice di apertura della sbarra, parcheggiamo e scendiamo subito all'antico borgo marinaro. E' pomeriggio inoltrato ed il famoso sentiero delle Cinque Terre lo percorreremo domani, ma dobbiamo fare la spesa e soddisfare la voglia di un gelato: ci sono 30° C e un'umidità talmente alta che abbiamo sudato persino in discesa. Speravo in cuor mio di trovare meno caos in questo periodo, ma, se è vero che la maggior parte degli italiani ha ormai ripreso la propria attività lavorativa, è altrettanto vero che, per i turisti stranieri, le vacanze continuano. Che stupida sono stata a non considerarli! Un crogiolo di razze diverse si riversa dai battelli, che attraccano ogni ora al piccolo molo, verso le spiagge assolate o gli stretti carruggi, affollandone le piccole botteghe, i bar e i ristoranti. Ricordo che, trent'anni fa, quando venni qui per la prima volta, c'era pochissima gente. Dieci e quindici anni fa, quando ci portai i miei due figli, c'erano già più turisti, ma si stava ancora bene. Oggi il posto è davvero invivibile, almeno per i miei gusti. Ci spingiamo fino all'ingresso del sentiero. Avevo dimenticato che c'è un prezzo da pagare per accedervi: 7,50 euro per noi adulti; 16 euro, comprensivi di biglietto per il rientro in treno, per chi non se la sentisse di percorrere sia l'andata che il ritorno a piedi, ma da dove, poi, non si sa, perchè scopriremo più tardi che il tratto Corniglia-Riomaggiore è chiuso almeno fino al 2018.
Avevo sognato di rivivere questa bellissima esperienza con un'altra atmosfera ed anche sperato di scattare delle buone fotografie, con una fotocamera migliore di quelle usate nel passato. Ora, quel che provo è soltanto un senso di fastidio per quella massa confusionaria e multietnica che ne ha preso possesso. E allora rinuncio. Marco è d'accordo: ci riproveremo un'altra volta e in una stagione diversa dall'estate.

30/08/2016: lasciamo l'area camper prima delle 9, come richiestoci dal gestore. Prossima meta: Calice al Cornoviglio, dove ci sarebbe una delle poche aree attrezzate della Val di Vara per poter parcheggiare il nostro mezzo. Le strade della Liguria, si sa, sono spesso strette e tortuose, ma alcune ancor di più, come quella che ci troviamo di fronte noi al bivio di Martinello. Una volta infilatici nell'angusta stradina, non abbiamo più possibilità di fare manovra per tornare indietro. Continuiamo per alcuni chilometri con molto disagio, fino ad un bivio insperato che, finalmente, ci consente di invertire la rotta di marcia. Decidiamo di lasciare il camper nel parcheggio degli impianti sportivi della vicina Beverino. Nel giro di pochi minuti, un violento temporale si abbatte nella zona. Penso che al Passo Casoni sia meglio salire domani, tempo permettendo.

31/08/2016: ad un passo … dal Passo Casoni 
(68 km – 1120 metri di dislivello+ in mountain bike) da Beverino


Le strade della Liguria sono anche infide. Mi riferisco in particolare a quelle che si inoltrano nell'entroterra e s'inerpicano sui versanti boschivi, collegando piccoli borghi semiabbandonati e arroccati sulle morbide cime dei monti. All'inizio ti illudono, ti fanno ben sperare: le ruote scorrono su un manto liscio ed uniforme, tanto che, ogni volta, mi pento di aver optato per la mountain bike anzichè per la bici da corsa. Puntualmente finisco per ricredermi e compiacermi per la scelta fatta, man mano che salgo di quota. Le strade, infatti, diventano talmente dissestate da non capire se siano sterrate o state asfaltate in epoche così antiche da rivelarne, oggi, solo qualche brandello residuo.
Il giro odierno parte dalla frazione S. Cipriano di Beverino. Sto imparando a tracciare e seguire i percorsi con Bikemap, ma devo ancora migliorare. Non conoscendo la zona, comunque, le incognite sono sempre in agguato. Se, poi, già alla partenza, Marco comincia a mettere in dubbio la direzione da seguire, allora sono dolori ... reali e tangibili: per dargli retta, chiedo conferma ad un ciclista del posto in fase di sorpasso e non mi avvedo dello sbalzo a bordo strada, finendo rovinosamente a terra. Colpa mia, che non mi fido al 100% di quello che faccio. Giurando a me stessa che d'ora in avanti ignorerò le perplessità di Marco, seguo imperterrita la freccetta nera sul dispositivo, che ci conduce a Martinello ed al bivio per Calice al Cornoviglio. La salita al Passo Casoni, di 17 km, inizia qui. Pendenze dolci - intorno al 6-7%, con qualche breve strappo al 9-10% - e boschi tutt'attorno. Raggiungiamo Calice al Cornoviglio, proseguiamo in leggera discesa e, poi, risaliamo nuovamente. 
Calice al Cornoviglio
Ed ecco, dopo una dozzina di chilometri, il bivio per Casoni (5 km). Viriamo a destra, senza pensarci due volte, su una stradina che diventa, via via, sempre più stretta e ripida, ma la freccetta si stacca dalla traccia del GPS. La direzione pare sbagliata. Non ci resta che fare dietro front, allora! E meglio così: questo posto è pieno di tafani indiavolati. Svoltiamo, perciò, a sinistra e scendiamo verso Veppo. Qui, approfittiamo dell'ombra di un grande abete, nei pressi di una chiesetta, per rifocillarci, riprendendo, quindi, a scendere, fino al bivio successivo, dove giriamo a destra per Suveri. E saliamo di nuovo, verso quest'altro piccolo borgo dalle rampe assassine, inbattendoci ancora in un cartello segnaletico per Casoni (4,5 km). Seguiamo quell'indicazione, ma la solita freccetta beffarda del mio navigatore punta dalla parte opposta. Senza una cartina stradale da consultare non possiamo che affidarci alla traccia GPS, altrimenti chissà dove andremmo a finire! Dopo Suveri la strada diventa sterrata e, tra vari saliscendi, in un ambiente incredibilmente selvaggio, arriviamo a Pieve di Zignago. E' evidente, a questo punto, che ho fatto qualche errore nel tracciare il percorso. 
Vabbè, pazienza! Non è la fine del mondo! Continuiamo in discesa, su una comoda strada asfaltata, adesso, verso Brugnato. Finora le auto incontrate si possono contare sulle dita di una mano. Nessun ciclista ed un solo escursionista a piedi. Era proprio quello che desideravo e speravo di trovare quando ho deciso di esplorare questa zona: pedalare per ore lontano dal traffico, nel silenzio e nella pace di una natura incontaminata. Soddisfatta, ritorno alla civiltà ed al fondovalle. All'incrocio, andiamo, pertanto, a sinistra, in direzione di Borghetto di Vara e, poi, sempre a sinistra, finendo sull'Aurelia Sud (SS1), poco trafficata, per fortuna, di cui percorriamo soltanto un breve tratto. Una volta a Padivarma, attraversiamo il ponte sul Vara e proseguiamo fino a Beverino, nostro punto di arrivo.
Il tempo di fare una doccia veloce e, poi, ci trasferiamo a Carro, nel parcheggio antistante il piccolo cimitero.

01/09/2016: da Carro alla sorgente del Vara, Passo della Mola e Passo del Biscia
(73 km - 1.245 metri di dislivello in mountain bike)


Tracciare gli itinerari ciclistici con Bikemap è divertente, ma ormai ho capito che le sorprese sono all'ordine del giorno. Nonostante, al momento, io cerchi di evitare sentieri e sterrati, dove le incognite sono maggiori, me li ritrovo ugualmente sul percorso. Se, poi, ci si imbatte in strade chiuse per frane, come accade spesso in Liguria, le cose si complicano davvero. Quindi, per sicurezza, è sempre meglio avere una cartina stradale del posto con sè, se non si conosce la zona. Il giro odierno prevedeva di seguire il Vara fino alla sua sorgente. Da Carro, pertanto, saliamo al Passo della Mola per circa 3 km e scendiamo verso Castiglione Chiavarese. Svoltiamo a destra e, con impercettibili saliscendi, raggiungiamo S. Pietro Vara e Varese Ligure, dove lasciamo alla nostra destra il bivio per il Passo Cento Croci, procedendo dritto lungo un assolato falsopiano. Ignoriamo pure le deviazioni per Valletti e Cerro ed iniziamo a salire. La strada si restringe e le pendenze aumentano, mantenendosi tra il 7 ed il 9%, con pochi strappi all'11-12%. A Comuneglia, dopo 6 km, facciamo una sosta nell'area accanto alla chiesa. 
All'ombra di alti tigli e con una leggera brezza che ci asciuga il sudore sulla pelle accaldata, consumiamo la nostra merenda. Questi paesini dell'entroterra ligure sono tutti molto simili: due case, una chiesetta affiancata da un'area ombreggiata munita di panchine, un piccolo bar con adiacente negozio di generi alimentari, che non si sa bene come faccia a sopravvivere. La gestrice del bar ci riferisce che, nei mesi successivi al passaggio del Giro d'Italia, nel 2007, i suoi guadagni erano stati consistenti: grazie alle riprese televisive, molti ciclisti avevano avuto modo di conoscere questi splendidi luoghi, immersi in un ambiente naturale unico, ed erano accorsi numerosi. Col tempo, però, tutto è tornato nel dimenticatoio e nessuno s'è più curato di fare manutenzione alle strade, che ora versano in uno stato di completo abbandono. Lo constatiamo di persona, una volta seguito il consiglio della brava donna di continuare fino al Passo del Biscia, che raggiungiamo dopo 2 km di leggera discesa e 4 di salita nel fitto di un bellissimo bosco, senza incontrare anima viva. Scendendo dal versante opposto arriveremmo a Chiavari, ma è un po' fuori zona. Perciò torniamo dalla stessa strada da cui siamo venuti. A S. Pietro Vara, però, svoltiamo a sinistra per Sesta Godano. Un lungo falsopiano e una dolce discesa ci portano a Ponte S. Margherita, dove giriamo a destra per Carro. Affrontiamo gli ultimi 6 km di salita del Passo della Mola e arriviamo al camper. Il giro da me ideato è stato completamente stravolto, essendo venuti a conoscenza delle critiche condizioni della strada che avevo pensato di percorrere, la quale avrebbe comportato il trasporto della bici in spalla per alcuni tratti. Questo tracciato, invece, è fattibile anche in bici da corsa (ci sono soltanto due tratti di 30 metri sterrati poco prima del Passo del Biscia).
Solita doccia e trasferimento a Varese Ligure, nel parcheggio per camper posto nei pressi del campo di calcio e della piscina.

02/09/2016: Passo Cento Croci da Varese Ligure e Passo del Bocco dal versante parmense
(63 km - 1.081 metri di dislivello in mountain bike)


La salita al Passo Cento Croci da Varese Ligure è lunga 13,5 km, ma è molto dolce. Le pendenze sono comprese tra il 5 e il 7% e, contrariamente a quanto pensavamo, il traffico è scarso. I panorami, invece, sono sempre meravigliosi: una volta usciti dal bosco, la vista spazia sui rilievi dell'Appennino, a cavallo tra Liguria ed Emilia Romagna. Il Passo si trova, infatti, in provincia di Parma. Scolliniamo abbastanza velocemente e scendiamo dal versante opposto per circa 3,5 km. All'incrocio, svoltiamo a sinistra, seguendo le indicazioni per il Passo del Bocco, che, da qui, dista 30 km. Continuiamo a scendere, più dolcemente, adesso, dirigendoci verso S. Maria del Taro e sbucando sulla SP359R, che, in falsopiano, risale la verdissima Valle del Taro per circa 10 km, proprio sul confine tra le due regioni. Veramente un posto fantastico e tranquillo, con traffico quasi assente. 
Al piccolo borgo di Santa Maria, deviamo a sinistra ed affrontiamo gli ultimi 7 km di blanda salita che ci conducono al Passo, dove c'è un grande rifugio. Da quassù si può scendere a Chiavari o Lavagna, ma anche a Varese Ligure. Pertanto, procediamo verso quest'ultima località e saliamo ancora per 3 km nella meravigliosa Foresta dell'Aveto, che, da sola, varrebbe un viaggio sin qua. Percorriamo, infine, gli ultimi 12 km in discesa, sempre immersi nella natura e nella pace di questo territorio fuori dal tempo, lontano dalla civiltà. Con molta prudenza, a causa del manto stradale dissestato, torniamo di nuovo nell'Alta Valle del Vara e, quindi, a Varese Ligure.

Decidiamo di rientrare subito, facendo una sosta notturna a Berceto, presso l'area attrezzata di Via San Francesco da Sales, la quale, all'esiguo costo di 5 euro, include camper service e corrente (l'ingresso dell'area camper è regolamentato da una catena con lucchetto e le chiavi si ritirano presso il gestore dell'Edicola Cavazzini in Piazza Micheli, con reperibilità dalle ore 6.30 fino alle 22.30). La raggiungiamo, senza difficoltà, attraverso il Passo Cento Croci e seguendo la segnaletica per Borgotaro e Berceto. Siamo soltanto a 60 km di distanza da Parma e ad un paio di chilometri dal casello dell'autostrada. Domani, in poco tempo, potremo far ritorno al nostro nido.

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