Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

lunedì 14 luglio 2014

Viaggio in bici dall'Italia a Capo Nord (5.286 km - 42.393 metri di dislivello) (01 maggio - 05 luglio 2014) La magia dei fiordi, l'incanto delle isole Lofoten e l'aspra bellezza della Lapponia








DIARIO 

1° maggio - giovedì - 1^ tappa: verso le 9,00 chiudiamo il cancello di casa alle nostre spalle. Pronti, via! Senza indugi, partiamo. Davanti a noi la strada, lunga, piena di incognite. Ce la faranno i nostri eroi? Monto in sella alla mia mountain bike, schiacciata sotto il peso delle borse da viaggio. Vi ho messo solo l'indispensabile, ma pesano comunque come macigni. Viaggiando in completa autonomia, senza il supporto di un camper o di un furgone, ci siamo portati anche tenda e sacco a pelo, per far fronte ad ogni evenienza. Qualche tentennamento iniziale, un leggero sbandamento e, poi, la bici si assesta, va, piano, ma va. E' un po' come pilotare un aereo: le fasi più critiche e delicate sono il decollo e l'atterraggio. Nel mio caso, la partenza e l'arresto. Ci avviamo, Marco ed io, verso la campagna di Grumello del Monte. E' nostra intenzione, infatti, far ricorso il più possibile a piste ciclabili o strade secondarie. A Bornato, nella splendida Franciacorta, ci immettiamo sulla ciclabile che proviene da Iseo e che ci porta direttamente nel centro di Brescia (siamo al 50° km). Attraversiamo la città, pedalando su corsia riservata alle bici e proseguiamo fino a Rezzato. La pista ciclabile per Mazzano e Molinetto è chiusa per lavori, perciò raggiungiamo quest'ultimo percorrendo un tratto di statale. All'incrocio, regolato da semaforo, svoltiamo a destra e seguiamo la segnaletica per Desenzano, che dista 21 km. Poco dopo Bedizzole, a Pontenove, passiamo su un magnifico ponte in pietra a schiena d'asino, con edicola centrale. Da qui, transiteremo sull'antica via Emilia Gallica, che collegava Bordeaux con Costantinopoli. Proseguiamo, quindi, tra immensi campi coltivati, per Ponte San Marco. Sullo sfondo, le dolci colline moreniche del Garda. Sempre immersi nel silenzio e nella pace, saliamo all'abbazia di Maguzzano, per poi scendere a Desenzano, lungo stradine che serpeggiano tra uliveti e ombrosi boschetti. Qui giunti, all'incrocio, svoltiamo a destra, poi a sinistra e subito dopo di nuovo a destra, dirigendoci verso Pozzolengo. Al bivio, deviamo a sinistra per Peschiera del Garda, passando sotto il ponte della superstrada, e, dopo qualche chilometro, sbuchiamo sulla statale. Continuiamo verso destra, superiamo il centro caotico di Peschiera e seguiamo le indicazioni per Cavalcaselle. Con cautela, aggiriamo una serie di rotonde e procediamo in leggera salita fino ad un incrocio, dove svoltiamo a sinistra per Pastrengo. Qualche saliscendi e, ad un rondò, prendiamo la strada per la Valle dell'Adige. Dopo una breve discesa, ci immettiamo sulla Ciclovia del Sole, costeggiando per alcuni chilometri un ampio canale. Decidiamo di fermarci al piccolo relais "San Michele" di Barbuzzola per passare la notte. E' accogliente ed arredato con molto gusto. Il gestore ci accoglie con molta cordialità e, visto che in questo periodo il ristorante è ancora chiuso, si offre di cucinarci un'ottima ed abbondante pastasciutta per la cena. Un pensiero davvero gradito. Inutile dire che l'abbiamo divorata in pochi minuti. (percorsi 113 km - 518 metri di dislivello)

TRACCIA PERCORSO PRIMA TAPPA


02 maggio - venerdì - 2^ tappa: diluvia. Bene, oggi verificheremo la tenuta dei copri borse impermeabili, dei guanti in lattice, quelli che si usano per lavare i piatti e ormai entrati nell'uso comune di molti ciclisti, nonchè dei sacchetti per congelare, che fungeranno da copriscarpe. A mali estremi, estremi rimedi e i più semplici, a volte, sono i migliori. Riprendiamo il nostro viaggio e, mentre risalgo l'ampia valle dell'Adige verso Trento, penso alla gradita sorpresa che mi ha fatto un amico facebookiano questa mattina. Un piccolo gesto che ho apprezzato tantissimo. La pista ciclabile cambia improvvisamente direzione, inerpicandosi su per la collina. Un paio di chilometri al 9-10% e quattro stretti tornanti, che mi fan vedere le stelle. I venti chili di zavorra che mi porto appresso, oltre ai tredici della bici, mi costringono ad una dura lotta contro la forza di gravità. Quando la pendenza s'inverte, è ancora peggio: il peso delle borse mi trascina verso il basso ad una velocità da brivido. Mi aggrappo alle leve dei freni e punto verso Rivoli Veronese. Il passaggio nel Bosco degli Elfi è uno spettacolo, come lo è il panorama sulla sottostante valle. Nei pressi di Mama di Sotto, un ponte ci trasporta sulla sponda opposta dell'Adige. Giungiamo, così, a Borghetto, dove incontriamo il primo cartello segnaletico della Via Claudia Augusta, l'antica strada imperiale che oggi rivive come ciclovia. La percorreremo per i prossimi 655 km fino a Donauwoerth, in Baviera. Proseguiamo, costeggiando il corso d'acqua, ora sulla sua riva destra, ora su quella sinistra, fermandoci qualche minuto a Pilcante per saccheggiare il piccolo negozio di alimentari. La pioggia continua a cadere incessante; soltanto nel pomeriggio ci dà qualche attimo di tregua. L'unico momento un po' caotico è l'attraversamento della città di Trento, che avviene comunque sempre sulla ciclabile. Poi, dirigendoci verso Bolzano, ritorna la pace e la tranquillità. San Michele all'Adige ci sembra il luogo adatto per passare la notte. Troviamo un piccolo albergo, a gestione familiare, pulito e profumato. Anche oggi, nonostante il maltempo, abbiamo macinato il nostro centinaio di chilometri ... evvai!!! (percorsi 99 km - 365 metri di dislivello. Ad oggi: 212 km - 883 metri di dislivello)

TRACCIA PERCORSO 2^ TAPPA
O3/05/2014 - sabato - 3^ tappa: il tempo promette bene, ma, non appena metto il piede fuori dall'albergo, mi rendo conto che oggi il vento ci darà parecchio filo da torcere. Lasciamo San Michele e ci dirigiamo verso Bolzano. La valle dell'Adige, da questo punto in avanti, si restringe leggermente e la ciclabile corre lineare sulla sponda destra del fiume. E' una bella giornata. Nell'aria fresca aleggia il profumo intenso dei fiori della robinia; dai frutteti, che si estendono alla nostra destra, sale il cinguettìo incessante degli uccelli e, sullo sfondo, le cime innevate delle Alpi spiccano sull'azzurro del cielo. Mi sento meravigliosamente bene; cos'altro potrei volere di più dalla vita? A Egna la pista si fa più sinuosa, s'insinua in fitti boschetti, supera ponti e ci deposita alla periferia di Bolzano. Qui, una deviazione ci dirotta verso una strada che sale, sale ... E' spettacolare, ma un dubbio ci assale. Infatti ci stiamo dirigendo verso il lago di Caldaro e siamo fuori rotta. All'ultimo incrocio dovevamo girare a destra per Merano anzichè andare dritto. Questi 4 km di salita fuori programma non ci volevano proprio. Dietro front ... Ritorniamo sul luogo del misfatto, scendiamo poche decine di metri e, oltrepassato un ponte, riprendiamo la retta via. Lungo la strada incrociamo decine e decine di ciclisti che sfrecciano veloci nel senso inverso al nostro mentre noi siamo i soli a lottare contro un vento rabbioso che rallenta ancor più il nostro lento procedere. Che loro sappiano qualcosa che noi non conosciamo? Tra saluti, sorrisi e pollici alzati, arriviamo a Merano. Seguiamo le indicazioni per la Val Venosta e abbandoniamo velocemente il centro abitato. La Via Claudia Augusta, a questo punto, piega decisamente verso est, le pendenze aumentano e il corso d'acqua, che scorre tumultuoso alla nostra sinistra, adesso è a regime torrentizio. Non ci sono parole per descrivere la bellezza di questa valle. Peccato che, oggi, sia spazzata da violente raffiche di vento. Quando soffiano di lato, mi spingono nell'opposta corsia ed io non posso fare nulla per impedirglielo. Il nostro proposito di raggiungere Glorenza viene, però, annullato dai Vigili del Fuoco di Ciardes. Mai visto un simile dispiegamento di uomini e mezzi! Stanno cercando un ragazzino di dieci anni in bicicletta. Si trovava a Prato allo Stelvio con i genitori ed è sparito. Marco, a cui non sfugge mai nulla, sostiene di averlo visto tre ore prima nei pressi di Merano. E' ormai tardi quando i Vigili ci permettono di ripartire, perciò andiamo alla ricerca di un posto per passare la notte. Troviamo un albergo a Coldrano. Soltanto una cinquantina di chilometri ci separa dal confine con l'Austria, ma per arrivarci dobbiamo superare un piccolo ostacolo: il Passo Resia. La più grande ricompensa della giornata: il messaggio dei Vigili del Fuoco di Ciardes "Il bambino è stato ritrovato nella zona da voi descritta. Grazie per la vostra collaborazione". (percorsi 101 km - 568 metri di dislivello. Ad oggi: 313 km - 1.451 metri di dislivello)

TRACCIA PERCORSO 3^ TAPPA
04/052014 - Domenica - 4^ tappaapro la finestra e non credo ai miei occhi: il cielo è limpido e azzurro, senza lo sbafo di una nuvola. Giornata ideale per scalare il Passo Resia. Poco dopo ci immettiamo sulla pista ciclabile e procediamo verso Prato allo Stelvio e Glorenza. La stradina corre inizialmente in piano, tra immense piantagioni di mele, e attraversa piccoli borghi. Poi, entra nel bosco e diventa sterrata, impennandosi per circa 3 km. Arriviamo a Glorenza dopo 30 km e continuiamo verso il Passo Resia, sempre seguendo il percorso ciclabile. Nel frattempo si è alzato un vento fortissimo, spietato, ovviamente contrario; quello che ci ha torturato ieri, al confronto di quello odierno, era una leggera brezza. Da subito mi rendo conto che sarà una vera impresa salire lassù. La pista è stretta e sale a scale, con strappi che raggiungono anche il 19%. Con il vento che mi sbatte di qua e di là, con il peso e l'ingombro delle borse, dispero di potercela fare. Stringo i denti e, nei punti in cui la strada spiana, mi fermo qualche secondo per recuperare. 23 interminabili chilometri. Non posso nemmeno alzarmi sui pedali per sgranchirmi le gambe e, reprimere l'istinto di farlo, è un'ulteriore sofferenza. Impieghiamo una vita per scollinare ai 1500 metri di quota e per percorrere gli ultimi chilometri pianeggianti che mancano per raggiungere il punto in cui è stato installato il cartello del Passo. Qua, addirittura, il vento sembra ancora più feroce. Pedalo ad una velocità ridicola, sballottata dalle raffiche del vento, ma ormai è fatta. Foto ricordo, una pizza, e poi scendiamo dal versante opposto, quello austriaco. Mi vien da ridere per non piangere. Non mi era mai successo prima d'ora di pestare sui pedali con tanto vigore in discesa, eppure è proprio così. Gli occhi mi lacrimano, nonostante gli occhiali; le labbra mi bruciano e si screpolano. Inaspettatamente, la pista ciclabile finisce poco dopo l'abitato di Nauders e ci ritroviamo sulla statale. Avremo sbagliato strada? La discesa è lunga e non c'è alcuno spazio per le bici. Seppur le auto ci passano a due metri di distanza, non vedo l'ora di arrivare a valle. L'idea di essere spinta dal vento verso il centro della carreggiata mi terrorizza, ma devo pur scendere da qui. L'incubo termina a Pfunds, il primo paese che incontriamo e dove ci fermiamo per trascorrere la notte. Per oggi basta, va bene così. (percorsi Km 75 - dislivello 982 metri. Ad oggi: 388 km - 2.433 metri di dislivello)

TRACCIA PERCORSO 4^ TAPPA
05/05/2014 - lunedì - 5^ tappa: Da Pfunds, la Via Claudia Augusta segue il corso dell'Inn, mantenendosi ad una quota compresa tra i 900 ed i 700 metri. L'aria è fresca, il cielo azzurro e il vento, per fortuna, clemente. Più che una discesa è un lungo falsopiano. Viaggiamo ad una buona velocità, spostandoci da una sponda all'altra del fiume grazie ai numerosi ponti in legno che lo attraversano. La segnaletica è capillare; i cartelli sono stati posti non soltanto agli incroci, ma anche in corrispondenza delle curve, a prova d'imbecille. La valle è idilliaca, racchiusa tra alte montagne dalle cime ancora innevate. Mi sembra di vivere in un sogno! Poco dopo il ponte in legno coperto, la strada entra nel bosco e diventa sterrata per un buon tratto. Il percorso è nervoso, con continui saliscendi e strappi che mi massacrano i garretti. La ciclabile passa, quindi, per il centro di Landeck e, poi, si dirige verso Zams e Imst, zigzagando tra verdissimi prati, sui quali spicca il giallo dorato dei fiori del tarassaco. Dalla valle dell'Inn siamo, dunque, passati alla Gurgltal. I villaggi che incontriamo sono piccoli, curati e sonnacchiosi, tutti con i tipici campanili dal tetto a cipolla. Penso che mi piacerebbe vivere qui. Nei pressi di un parco archeologico, la strada diventa sterrata e sale dolcemente, penetrando una fitta pineta. Respiro a pieni polmoni il profumo intenso della resina, un vero toccasana. Usciamo dalla pineta ed arriviamo a Nassereith. Siamo ai piedi del terribile Fernpass. Per raggiungerlo abbiamo due possibilità: percorrere il sentiero ripido, sterrato e ghiaioso della Via Claudia Augusta oppure la statale, stretta e trafficatissima. Visto che è un po' tardi, rimandiamo la decisione all'indomani. Troviamo una bella pensioncina e una ragazza che parla italiano, alla quale chiediamo quale sia la via migliore per superare il Fernpass in bici. Vederla mettersi le mani nei capelli ed assumere un'espressione spaventata, ci inquieta non poco. Siccome abbiamo cara la pelle, optiamo, così, per il meno eroico bus. Lo prenderemo domani mattina alle 9,15 (percorsi Km 70 - dislivello 412 metri. Ad oggi: 458 km - 2.845 metri di dislivello)

TRACCIA PERCORSO 5^ TAPPA
06/05/2014 - martedì - 6^ tappa: l'autista del bus, dopo aver superato con una certa disinvoltura il Fernpass (1200 m alt.), ci deposita, su nostra richiesta, a Biberwier, ad una quota di circa 1.000 metri. Secondo Marco, da qui in avanti dovrebbe essere tutta discesa, ma, secondo me, ha letto l'altimetria al contrario. Poco dopo, nei pressi di Lermoos, la ciclabile devia a sinistra, entra nel bosco e diventa sterrata. Saliamo per circa tre chilometri, che diventano, via via, sempre più ripidi. Se non fosse per le borse appese alle bici, fare mountain biking qui sarebbe anche divertente, ma, così come siamo messi adesso, non lo è per niente. Lo è ancor meno nei successivi 3-4 km di discesa, dove la ghiaia e le pietre rischiano di farci perdere l'equilibrio. Ci troviamo, poi, ad affrontare un continuo saliscendi, che ci fa viaggiare sempre ad un quota di circa 800 metri, alternando sterrato e asfalto. Il Tirolo, però, è una terra meravigliosa. Sono felice di essere qui, nonostante l'immane fatica. Poco prima di Fussen, attraversiamo il confine tra Austria e Germania. La Via Claudia Augusta, da qui in avanti, è segnalata da un cartello diverso, che seguiamo con scrupolo, e costeggia, dapprima un tratto del Lech, un fiume dalle acque color verde smeraldo, e, poi, il Forggensee, uno dei tanti laghi di cui è disseminata la Baviera. Non so come, riusciamo a sbagliare strada e ci facciamo una dozzina di chilometri fuori programma. Torniamo sulle nostre ruote e riprendiamo a pedalare sull'antica via romana. Sempre su e giù, sempre pendenze assassine. Il paesaggio che stiamo attraversando, però, è splendido. Arriviamo a Schongau dopo aver percorso circa 100 km e 812 metri di dislivello. La stanchezza comincia a farsi sentire e lo stomaco reclama. Perciò decidiamo di concludere qui la tappa odierna, che, a dir il vero, ci ha messo un po' a dura prova. (Ad oggi: 558 km - 3.657 metri di dislivello)

TRACCIA PERCORSO 6^ TAPPA
07/05/2014 - mercoledì - 7^ tappa: da Schongau ad Augusta. Neanche il tempo di agganciare le borse alle bici e già inizia a piovere. Fuori la mantellina, fuori i guanti in lattice ... ci prepariamo ad affrontare tranquillamente anche questa giornata di pioggia sui pedali. Lasciamo Schongau e ci rimettiamo sulla Via Claudia Augusta. Ecco di nuovo i logoranti saliscendi di ieri. Ma chi aveva detto che, una volta superate le Alpi, avremmo incontrato solo discesa? Pioggia e vento non ci rendono la vita facile, ma, vedere Marco, davanti a me, litigare con la mantelllina, mi fa venire un irrispettoso attacco di gregnarola. Rido a crepapelle, non riesco a trattenermi: la scena è troppo buffa. Finalmente il percorso vallonato termina e ci troviamo a pedalare fra campi coltivati e prati a perdita d'occhio. Seguiamo fedelmente la segnaletica, che ci porta a percorrere tanto sterrato e anche un tratto di prato. Sento Marco brontolare alle mie spalle.  In effetti, con le nostre zavorre, triboliamo non poco ad avanzare nell'erba. Però ... è emozionante pensare che le nostre ruote stiano ricalcando quelle degli antichi carri romani! Nel pomeriggio il tempo sembra migliorare. Nel cielo livido, il sole si sta aprendo un varco tra le nuvole, ma è la calma che precede la tempesta. Nel giro di un'ora si abbattono sulle nostre teste ben tre temporali. Avvicinandoci ad Augusta, il paesaggio intorno a noi cambia. Percorriamo diversi chilometri in una secolare, magnifica foresta e giungiamo sulla riva del Lech, che attraversiamo grazie ad un ponte. Proseguiamo, poi, lungo la sponda destra del fiume, all'interno di uno splendido parco, arrivando, quindi, ad Augusta. Non siamo un bello spettacolo, è vero, così ricoperti di fango, ma chissenefrega. Nonostante l'itinerario odierno sia avvenuto per la maggior parte su strade sterrate e nonostante le bizze di Giove-Pluvio, siamo riusciti a macinare 100 km e 315 metri di dislivello (Ad oggi: 658 km - 3.972 metri di dislivello).

TRACCIA PERCORSO 7^ TAPPA
08/05/2014 - giovedì - 8^ tappa - dalla Via Claudia Augusta alla Romantische Strasse: riprendiamo la Via Claudia Augusta dal punto in cui l'abbiamo interrotta, ieri sera, alla periferia di Augusta. Percorriamo una stradina sterrata, che costeggia il Lech per una ventina di chilometri e che continua, poi, in mezzo alla campagna. Attraversiamo piccoli villaggi dalle casette tutte uguali e dall'architettura molto semplice, come quelle che disegnano i bambini, finchè arriviamo a Donauworth, un bel borgo medievale costruito nel punto in cui il Wornitz si getta nel Danubio. E' da questa località che inizia o finisce la Via Claudia Augusta. Solitamente viene percorsa da Nord verso Sud per sfruttare il vento a favore. In un senso o nell'altro, resta, comunque, a mio avviso, un itinerario impegnativo, a dispetto di chi sostiene sia "alla portata di tutti e non presenti serie difficoltà". A questo punto proseguiamo sulla Romantische Strasse, la strada romantica che, in oltre 350 km, collega le Alpi al fiume Meno (o Main). Ci consentirà di raggiungere Wurzburg lungo una via ciclabile e, quindi, in modo più sicuro e senz'altro più piacevole. Il paesaggio cambia e diventa collinare. Intorno a noi, infinite distese di campi coltivati, prati verdi e gialli. Il primo borgo che incontriamo è Harburg, con la sua austera fortezza costruita su un'altura a dominare la valle del Wornitz. La strada segue, poi, un percorso ondulato sino alla medievale Nordlingen, situata nel centro del "ries", un cratere formatosi in seguito alla caduta di un meteore. L'attraversiamo, destreggiandoci nel traffico caotico, decidendo di fermarci per la notte a Wallerstein, il villaggio successivo, molto più tranquillo. Troviamo per caso una zimmer in una casa del 1760, dal gran tetto spiovente. La proprietaria è una nonnina di 85 anni, Dorothea, che ci mostra, con orgoglio, non solo la nostra stanza, ma anche il resto dell'edificio. Meraviglie delle meraviglie! La casetta sembra uscita da un libro di fiabe. I vari locali che la compongono traboccano di bambole e giocattoli di legno, di bilance, di quadri in peltro, di vasi, di tappeti colorati e decine di altri oggetti curiosi, disposti con cura e con garbo dall'anziana padrona di casa. Una casa accogliente e calda, che profuma di legno, ma soprattutto pulitissima. Tutto è lindo ed ordinato. Dorothea si rivela una persona amabilissima e piena di energia. Tratta i suoi ospiti con ogni riguardo, viziandoli. E' stata una fortuna capitare qui. La nostra camera si trova nella mansarda ed ha un enorme lucernario dal quale si vede il borgo medievale di Nordlingen. Quando scende la sera e le luci della città si accendono, davanti ai nostri occhi si apre uno scenario magico. E pazienza se non c'è Internet. (percorsi Km 89 e 256 metri di dislivello) (Ad oggi: 737 km - 4.228 metri di dislivello)

TRACCIA PERCORSO 8^ TAPPA
09/05/2014 - venerdì - 9^ tappa: lungo la Romantische Strasse: Dorothea, stamattina, non solo ci ha preparato una succulenta colazione, ma anche la merenda per il viaggio. Mi rimarrà nel cuore questa nonnina! Ci abbracciamo come se ci conoscessimo da sempre, dopodiché Marco ed io ritorniamo sulla Romantische Strasse, puntando verso Wurzburg. Pedaliamo lungo deserte stradine di campagna, dove la segnaletica scarseggia. La monotonia del paesaggio è interrotta da piccoli, suggestivi borghi medievali, nei quali ogni tanto facciamo una sosta ristoratrice. Il vento è una costante del nostro viaggio. Soffia prevalentemente da Nord-Ovest e con un'intensità maggiore nelle ore pomeridiane, ma ormai sono riuscita a domare il mio selvaggio destriero e adesso cavalchiamo nel vento in perfetta sintonia. Ed eccoci a Rothemburg ob der Tauber. Mai avrei pensato di ritornarci un giorno in bici. Ripercorro, felice, le antiche vie lastricate di questo gioiello medievale. Uno sguardo veloce tutt'attorno e, poi, usciamo dalla stessa porta d'accesso da cui siamo entrati. Svoltiamo a destra e, poco dopo l'antico ponte a doppia arcata che scavalca la valle, giriamo nuovamente a destra per infilarci sulla Tauberveg, la ciclabile che costeggia il Tauber. Il paesaggio fluviale è un incanto: boschetti, mulini, ponti in pietra, rovine, piccoli villaggi con le case a graticcio ... Insomma, come ci si immagina debba essere una Romantische Strasse. E proprio su questa strada romantica troviamo una Gasthof dove passare la notte. Anche qui niente Internet. (percorsi Km 94 - dislivello 538 metri. Ad oggi: 831 km - 4.766 metri di dislivello) 

TRACCIA PERCORSO 9^ TAPPA
10/05/2014 - sabato - 10^ tappa - dal Tauber al Main: Il percorso ciclabile della Romantische Strasse, da Rottingen a Wurzburg, segue il corso del Tauber e disegna un semicerchio verso ovest. Dopo aver pedalato lungo il suo argine per una dozzina di chilometri, Marco nota una ciclabile alternativa che ci permetterebbe di raggiungere Wurzburg risparmiando circa 25 km. Uomo pratico e per niente romantico, Marco, senza pensarci due volte, abbandona, ed io con lui, la magia del fiume. La scorciatoia, con una lunga, ripida salita, ci porta su un piccolo altopiano. Per 33 km attraversiamo un paesaggio prettamente agricolo, dove le coltivazioni di cereali e vegetali si estendono fino all'orizzonte. La pista segue la conformazione del terreno e ci troviamo a percorrere un interminabile saliscendi, finchè, con una dolce discesa, planiamo verso Wurzburg. Il centro della città pullula di turisti. L'avremmo evitato volentieri, se non fosse che lì c'è un negozio Media Market dove possiamo acquistare un nuovo cellulare. Il mio, purtroppo, l'ho perso l'altro ieri, probabilmente durante una sosta tecnica nel bosco, mentre quello di Marco, ironia della sorte, oggi è sbalzato dal suo borsello, lasciato sbadatamente socchiuso, ed è finito direttamente sotto le ruote della sua bici, frantumandosi. Quando si dice la sfiga ... Così doveva andare, amen. Non permettiamo a questi contrattempi di turbare il nostro buonumore. Usciamo dalla città sulla bella ciclabile del fiume Main e ci dirigiamo verso Fulda. L'ennesimo acquazzone ci sorprende lungo la strada, ma noi continuiamo imperterriti ancora per un paio d'ore. Anche la pioggia, come il vento, è una costante di questo viaggio. Entrambi li abbiamo messi in conto fin dall'inizio e stiamo imparando a conviverci. (percorsi Km 86 - dislivello 282 metri. Ad oggi: 917 km - 5.048 metri di dislivello)

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11/05/2014 - 11^ tappa - domenica - dal Meno alla Fulda, attraverso la Sinntal: Da Karstadt, il Meno scorre in una stretta, verdissima valle. E' un grande fiume navigabile. Enormi chiatte scivolano lente lungo le sue acque increspate dal vento. Oggi è domenica e, sulla ciclabile che stiamo percorrendo, incontriamo pochi runners e un paio di ciclisti: i più temerari. La giornata si presenta pessima. Mi preparo psicologicamente ad affrontare il peggio. A Gemunden lasciamo le sponde del Meno e ci spostiamo su quelle del Sinn, un corso d'acqua più piccolo, che attraversa una valle molto suggestiva, la Sinntal. Il tempo è più bizzarro che mai. Sole, pioggia e vento stanno disputando un interminabile match. Chi la spunterà? Improvvisamente, ci troviamo davanti una stradina sterrata e fangosa che s'inerpica su per la collina. Eh no, a tutto c'è un limite! Facciamo dietro front e abbandoniamo la ciclabile per proseguire lungo una strada comunale asfaltata e quasi deserta. Saliscendi dopo saliscendi, temporale dopo temporale, arriviamo a Fulda, bella città situata sull'omonimo fiume. Il sole adesso ha avuto la meglio e ci riscalda mentre pedaliamo con calma all'interno di uno splendido parco. Siamo stanchi, affamati, ma soddisfatti. Abbiamo macinato 107 km nella pace e nella tranquillità di una natura incontaminata. Direi che possiamo concludere qui la nostra 11^ tappa. (Km 107 - dislivello 731 metri. Ad oggi: 1.023 km - 5.779 metri di dislivello)
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12/05/2014 - 12^ tappa - lunedì - lungo la Fulda: Ci ingarbugliamo un po' per uscire dal centro abitato di Fulda. Non riusciamo a capire quale pista ciclabile dobbiamo seguire per raggiungere Kassel, in quanto ce ne sono diverse segnalate con la lettera R ed un numero, ma senza l'indicazione di alcuna località. Perciò, per tagliar la testa al toro, fino a Schlitz percorriamo una strada secondaria poco trafficata, dopodiché c'infiliamo nella R1, che segue il corso sinuoso della Fulda. Boschi, prati e campi ci accompagnano lungo questa meravigliosa, ampia vallata. Noto che, quasi ad ogni incrocio, vi è un cartello stradale triangolare con al centro il disegno di un rapace. Non so cosa significhi, ma, alzando lo sguardo, vedo parecchi falchi volteggiare nel cielo, maestosi, senza un battito d'ali. Sono bellissimi. A Bad Hersfeld facciamo una sosta per visitare le rovine della chiesa romanica più grande d'Europa e per rifocillarci. Ripartiamo dopo un breve scroscio e continuiamo verso la medievale Rotenburg am der Fulda. Masse nuvolose nere, gonfie di pioggia, passano veloci sopra le nostre teste. I rovesci sono brevi, ma si susseguono uno dietro l'altro. Ne abbiamo abbastanza e, dopo circa 104 km per lo più pianeggianti, andiamo alla ricerca di un posto per passare la notte. (Km 104 - dislivello 253 metri. Ad oggi: 1.127 km - 6.032 metri di dislivello)

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13/05/2014: martedì - 13^ tappa - dalla Fulda al Weser: Anche con la pioggia sarà un buon giorno per pedalare. Oggi pare non ci sia vento. Non mi sembra vero! E allora andiamo, la ciclabile della Fulda ci aspetta! Ci dirigiamo verso Kassel, sempre con il fiume che ci scorre accanto, sempre immersi nel verde. Attraversiamo ponti, paesini con le case a graticccio completamente deserti, boschi, campi coltivati e prati. Giungiamo direttamente in città dopo 55 km. Non è caotica, ma non c'è nulla che catturi la nostra attenzione, eccetto una Bäckerei, dove ci straffoghiamo di dolci libidinosi. Poi, via, verso Hann. Münden. La vegetazione è sempre più rigogliosa, ma la ciclabile diventa, ahimè, sterrata e piena di pozzanghere. Stiamo pedalando in un'area naturale protetta. Un airone cenerino passeggia sul ciglio della strada. Sobbalzo nel vederlo: mi sembra gigantesco. Anatre, cigni e germani reali galleggiano sulla superficie dell'acqua; gazze, corvi e piccoli uccellini si levano in volo al nostro passaggio. 33 km di grande suggestione, dove la natura dà spettacolo. Hann. Münden ci accoglie nel punto in cui la Fulda e il Werra si incontrano. I due fiumi, dopo averle accarezzato i fianchi, confluiscono l'una nell'altro, formando il Weser. L'antica città è un piccolo gioiello da assaporare con calma. Con le sue case a graticcio, le vie lastricate, le mura, le fontane, gli argini dei fiumi lungo i quali passeggiare, è davvero un luogo incantevole. E come sempre, a fine tappa, un sole birichino fa capolino fra le nuvole. (Km 87 - dislivello 213 metri. Ad oggi: 1.214 km - 6.245 metri di dislivello)

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14/05/2014 - mercoledì - 14^ tappa - lungo il Weser: Saltiamo in sella alle nostre bici e ci immettiamo sulla Weser Radweg. La voglia di pedalare e di scoprire posti nuovi si rinnova tutte le mattine. La ciclabile segue ogni ansa del Weser nella sua lunga corsa verso il Mare del Nord. Il paesaggio è cambiato: le verdi colline ricoperte di foreste dell'Assia hanno lasciato il posto ad un'immensa campagna, formatasi ai lati del corso d'acqua. Ci contendiamo la pista con trattori e macchine agricole. Pecore, cavalli e mucche pascolano sulle rive del Weser. Ma ecco che la strada finisce proprio sull'argine del fiume. Per continuare dobbiamo traghettare. Con un po' di difficoltà carichiamo le pesanti bici su una piccola imbarcazione. Un cavo teso tra le due sponde, la mano esperta dell'uomo sul timone e, in pochi minuti, saremo dall'altra parte. L'ennesimo scroscio ci coglie proprio lì, in mezzo al fiume. Ridiamo insieme al barcaiolo, non c'è altro da fare. Oggi è così, un acquazzone dietro l'altro. Arriviamo a Bodenwerder dopo 110 km e qui ci fermiamo per la sosta notturna. Nella piazzetta del paese c'è la statua del barone di Münchhausen, seduto su una palla di cannone. E' proprio qui che visse e morì Karl Friedrich Hieronymus von Münchhausen, il bugiardo più celebre della storia. Le sue avventure fantasiose, raccolte in un romanzo, hanno fatto il giro del mondo. (Km 110 - dislivello 111 metri (Ad oggi: 1.324 km - 6.356 metri di dislivello)

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15/05/2014 - giovedì - 15^ tappa - lungo il Weser (da Bodenwerder a Pettershausen) - Ormai abbiamo rinunciato a scrutare il cielo per cercare di capire le sue intenzioni, visto che, durante la giornata, il tempo cambia in continuazione e piuttosto velocemente. Sarà quel che sarà! Lasciamo Bodenwerder e ritorniamo sulla Weser Radveg. Il paesaggio non è molto diverso da ieri. Campagna, coltivazioni di cereali e vegetali, animali al pascolo. Ci godiamo il lento scorrere del fiume finchè, nel punto in cui il Weser, e con lui la ciclabile, compie un'ampia curva a sinistra, abbandoniamo per un tratto il corso d'acqua e tagliamo dritto, sulla statale, per accorciare il tragitto. A Minden ritorniamo sulla pista e la seguiamo fino a Pettershausen, dove concludiamo la tappa dopo circa 86 km. Oggi la pioggia ci ha risparmiati, nonostante le nuvole minacciose, ma il vento si è accanito nuovamente contro di noi. Ci troviamo nella Bassa Sassonia, più o meno all'altezza di Hannover. (Km 86 - dislivello 167 metri. Ad oggi: 1.410 km - 6.523 metri di dislivello)

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16/05/2014 - venerdì - 16^ tappa - lungo il Weser (da Pettershausen a Verden) - Stamattina partiamo sotto un cielo limpido e azzurro. Il sole splende e, lo dico sussurrando, non c'è vento. Finalmente! Mi piace pedalare nella campagna silenziosa, con il tepore del sole sulla pelle. Questa è una campagna un po' diversa rispetto a quella di ieri. Mi ricorda un po' quella olandese, con i canali e i mulini a vento. Percorriamo viali alberati e strade in pavé che introducono a piccoli, caratteristici villaggi. Tutti gli edifici, dalle chiese alle scuole, dalle cascine alle stalle, sono in mattoncini rossi. Rododendri, rose e glicini ravvivano, con i loro colori, i giardini delle case. Uno spettacolo! Il Weser si vede raramente; lo attraversiamo qualche volta su ponti colorati e lo ritroviamo a Verden, al termine di questa meravigliosa tappa di 97 km. (Km 97 - dislivello 59 metri. Ad oggi: 1.507 km - 6.582 metri di dislivello)

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17/05/2014 - sabato - 17^ tappa - da Verden ad Amburgo: pedaliamo da circa un'ora avvolti in una sottile nebbiolina. Non fa freddo e non c'è vento, ma l'umidità entra nelle ossa, nonostante i quattro strati di vestiario in cui sono intabarrata. Purtroppo, stamattina, abbiamo lasciato la bella ciclovia del Weser. Da Verden, infatti, la Radweg, seguendo il corso del fiume, piega verso nord-ovest e raggiunge il Mare del Nord attraversando la città di Brema. Noi, all'opposto, puntiamo a nord-est, verso Amburgo, e stiamo percorrendo la B215. Eravamo già pronti a sorbirci ore di traffico infernale, invece, l'avvicinamento a quella che è la seconda città portuale più grande dell'Unione Europea, si sta rivelando piuttosto piacevole. Una pista ciclabile corre lungo il lato destro della strada, dalla quale è separata da due metri di prato, ed il traffico non è nemmeno tanto sostenuto. Sorpresi, penetriamo una secolare foresta. Siamo così persi nei nostri pensieri, che non ci accorgiamo dell'unica deviazione a sinistra. Poco male, 10 km in più che saranno mai! Torniamo indietro e ci immettiamo sulla n. 75. La strada adesso corre, per chilometri e chilometri, all'interno di una lunga striscia di foresta ed è talmente diritta da sembrare disegnata con il righello. La nebbia, nel frattempo, si è dissolta, ma i raggi del sole faticano ad arrivare in questa volta naturale formata dai rami degli alberi, sotto la quale filiamo veloci. Se anche ci fosse vento, saremmo riparati. Un'altra foresta, ancor più buia e fitta, ci accoglie alle porte di Amburgo. Abbiamo percorso un centinaio di chilometri ed è ancora presto, ma Marco è irremovibile. Non se ne parla nemmeno di attraversare la città di sabato pomeriggio. Chissà che caos! Secondo me, sbaglia. Sono convinta che ci sia una pista ciclabile che agevolerà la nostra uscita da Amburgo. Vedremo domani chi ha ragione. (Km 96 - dislivello 281 metri. Ad oggi: 1.613 km - 6.863 metri di dislivello)

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18/05/2014 - domenica - 18^ tappa - da Amburgo a Bad Bramstedt: è domenica mattina e le strade di Amburgo sono quasi deserte. Seguendo le indicazioni per il zentrum sulla pista ciclabile, attraversiamo giardini, scavalchiamo i due rami dell'Elba su impressionanti ponti in ferro, superiamo la grande isola di Wilhelmsburg, ci insinuiamo tra due grandi arterie, costeggiamo canali e, dopo circa 20 km, arriviamo nel cuore della città. Visitare Amburgo in bici è facilissimo. Il percorso ciclabile è ben segnato e colorato di rosso. I pedoni ne hanno uno tutto per loro e non si azzardano neanche minimamente a mettere un piede fuori posto. Agli incroci non regolati da semaforo, i ciclisti hanno sempre la precedenza sulle auto. Quindi, si può pedalare in tutta sicurezza. Facciamo un giro tra le vie del porto e lungo i canali su cui si affacciano gli antichi magazzini che venivano utilizzati per lo stoccaggio delle merci. Un'occhiata alla piazza del municipio, due dolcetti, un caffè e, poi, cerchiamo la strada per uscire dalla parte opposta della città. Ma quanto è grande Amburgo? 40 km per attraversarla e duemila semafori che mettono a dura prova la nostra pazienza. Continuiamo ancora per una trentina di chilometri, fino a Bad Bramstedt e poi ci fermiamo. Oggi non si poteva fare di più. (Km 75 - dislivello 246 metri. Ad oggi: 1.688 km - 7.109 metri di dislivello)

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19/05/2014 - lunedì - 19^ tappa - da Bad Bramstedt a Schleswig, sul Mar Baltico: La pista ciclabile, che viaggia parallela alla statale n. 206, ad un certo punto si interrompe. La strada è interdetta alle bici. Trovare una via alternativa non è facile, vista la scarsa segnaletica, ma, alla fine, riusciamo a venirne fuori. Stiamo attraversando una zona agricola. Una cicogna se ne sta impettita in mezzo ad un campo, incurante del trattore che le gira attorno. Ovunque, lavori in corso e deviazioni che ci sballottano di qua e di là. Da Rosenburg il paesaggio si rivitalizza un po'. Parchi, belle vie su cui si affacciano eleganti casette di mattoni rossi e infissi bianchi, dagli enormi tetti spioventi. Mentre siamo fermi sulla riva di un canale, chiedendoci come fare per raggiungere l'altra sponda, vediamo alcuni ciclisti scomparire dentro un grande ascensore che non avevamo notato. Sulla porta c'è un cartello, dove l'unica parola che riusciamo a leggere è "tunnel". Geniale! Imitiamo gli altri e, poi, riprendiamo a pedalare sulla pista ciclabile verso Schleswig. Il profumo del mare lo sento a distanza di alcuni chilometri, trasportato dal vento, inconfondibile. La nostra meta odierna, infatti, si trova proprio all'interno di una insenatura del Mar Baltico lunga 43 km. (km 110 - 107 metri di dislivello. Ad oggi: 1.798 km - 7.216 metri di dislivello)

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20/05/2014 - martedì - 20^ tappa - verso la Danimarca: lasciamo Schleswig e ci dirigiamo a nord, sempre sulla pista riservata alle bici, che corre a fianco della statale n. 77. Quaranta chilometri di impercettibili saliscendi tra foreste e pascoli. Nell'aria, la dolce fragranza del biancospino. Arriviamo al confine con la Danimarca sotto un sole cocente e troviamo subito la segnaletica del percorso ciclabile n. 8, che ci permetterà di attraversare trasversalmente la penisola da est ad ovest. Seguiremo, poi, il percorso n. 1 per risalire tutta la costa occidentale dello Jutland. Peccato che i piccoli cartelli siano stati posizionati per essere visibili soltanto a chi proviene nel senso inverso al nostro. Ce ne rendiamo conto una volta raggiunta Rens su una strada alternativa trafficatissima e dopo aver perso due ore, nonchè macinato inutilmente 20 km. Qui, riusciamo a rientrare nel percorso ciclabile, che utilizza vie secondarie e tranquille, a tratti anche sterrate. Nonostante le varie traversie, arriviamo a Tonder, un bel paesotto, con antiche case che si affacciano su stradine in pavé, nostra meta odierna. (Km 101 - dislivello 281 metri. Ad oggi: 1.899 km - 7.497 metri di dislivello)

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21/05/2014 - mercoledì - 21^ tappa - Nello Jutland del Sud: da Tonder a Ribe: il percorso ciclabile n. 8 ci fa tribolare un po', ma, in compenso, ci porta ad attraversare suggestivi villaggi, le cui case hanno caratteristici tetti in paglia. Alcune risalgono al 1700-1800 e sono ben ristrutturate. Continuando a pedalare, incrociamo il percorso n. 1, che si snoda tra estese praterie punteggiate da centinaia di pecore. Ci stiamo dirigendo verso la costa ed il Wadden Sea (il mare in cui si può camminare), parco nazionale, patrimonio dell'UNESCO per la sua importanza ambientale. Uccelli di varie specie ci svolazzano attorno, oche selvatiche in formazione a V volano, starnazzando, nel cielo. C'è persino un grosso falco appollaiato su un palo. Che spettacolo! Quando, però, arriviamo a pochi metri dal mare, la segnaletica scompare. Come ieri, ripieghiamo sulla statale 419, finchè non ritroviamo il piccolo cartello con il n. 1. Chilometri e chilometri in mezzo al nulla; un paesaggio di brughiera e acquitrini che inquieta Marco. Il suo stomaco reclama, ma, all'orizzonte, non si vede nulla che assomigli ad un paese. Dovremo fare circa 70 km prima di trovare un supermercato e placare, così, i morsi della fame. Percorriamo, infine, alcuni chilometri di sterrato ghiaioso ed altri 16 di ciclabile lungo la statale n. 11, dopodiché arriviamo a Ribe, la città più antica della Danimarca, anch'essa patrimonio dell'UNESCO. Vie strette e lastricate, case medievali a graticcio, una grande piazza circolare, in mezzo alla quale troneggia un'imponente cattedrale. Un luogo affascinante, dove regna un'atmosfera d'altri tempi, ideale per trascorrervi la notte. (Km 92 - dislivello 113 metri. Ad oggi: 1.991 km - 7.610 metri di dislivello)

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22/05/2014 - giovedì - 22^ tappa - nel Far-West danese: Da quando siamo in Danimarca, sbagliare strada è all'ordine del giorno. Il percorso ciclabile n. 1, che stiamo seguendo da sud a nord, ci sta facendo impazzire. La segnaletica raramente è chiara, riportando il numero dell'itinerario, la freccia di direzione, i nomi dei paesi successivi e la distanza. Spesso, purtroppo, c'imbattiamo in piccoli cartelli con l'indicazione del solo numero, posti in corrispondenza degli incroci, cosicché a volte li interpretiamo nel modo sbagliato. Ma noi abbiamo una pazienza infinita e andiamo avanti, nonostante i numerosi giri a vuoto. Costeggiamo spiagge sabbiose spazzate dal vento, attraversiamo campi coltivati, pascoli e brughiere. Ci perdiamo nelle intricate stradine di un bellissimo parco, lungo sterrati e sentieri che si snodano tra fitte foreste e fresche pinete. Un cerbiatto ci taglia la strada e si allontana, saltellando, tra gli alberi. Questa visione, da sola, mi basta e mi appaga. Terminiamo la nostra tappa a Nymindegab e, dopo 123 km, siamo premiati da uno splendido tramonto. (Km 123 - dislivello 185 metri. Ad oggi: 2.114 km - 7.795 metri di dislivello)

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23/05/2014 - venerdì - 23^ tappa - nel Far-West danese 2: Stamattina snobbiamo la strada sterrata del percorso n. 1. Non abbiamo alcuna intenzione di seguire, in bici, il contorno delle dune, che si innalzano lungo il lato occidentale della lingua di terra che separa il Mare del Nord dal Ringkobing Fjord. Preferiamo, invece, percorrere la statale n. 181, asfaltata, dritta e piatta, che vi corre al centro per oltre 40 km. Questa scelta ci farà senz'altro perdere la parte migliore del paesaggio, ma non rallenterà oltremisura la nostra marcia. Il traffico è scarso e, a bordo strada, c'è un piccolo spazio nel quale pedaliamo in equilibrio precario, lottando contro un vento spietato che ci spinge indietro. Continuiamo, poi, costeggiando alcuni laghi e attraversando un'altra lunga, stretta striscia di terra simile alla precedente. Al di là delle dune si estendono spiagge selvagge di sabbia bianca; al di qua, oltre la strada, prati, pascoli e dune più morbide ricoperte di erba arsa dal sole. Non vedo grossi centri abitati, ma rari villaggi con un pugno di case, cascine, piccoli cottages neri con il tetto che quasi sfiora il terreno. Niente negozi, niente alberghi, ma diversi campeggi. Chi sceglie questi luoghi per trascorrervi una vacanza, deve amare la pace e il silenzio o la meditazione. Soltanto a Sondering c'è un po' di vita e la possibilità di fare provviste, ma noi non lo sappiamo. Così, quando la fame si fa sentire, non possiamo far altro che mangiare gli avanzi del giorno prima. Riusciamo a trovare un B&B a Lemwig, molto più a nord e dopo aver percorso 100 km, giusto pochi minuti prima dell'arrivo di un bell'acquazzone. (Km 100 - dislivello 120 metri. Ad oggi: 2.214 km - 7.915 metri di dislivello) 

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24/05/2014 - sabato - 24^ tappa - nel Thy National Park: la giornata non si presenta nel migliore dei modi: freddo, foschia e un'umidità palpabile, ma io non sto più nella pelle. Stiamo per raggiungere il Thy National Park, una riserva selvaggia, unica al mondo, che si estende lungo la costa nord-occidentale della Danimarca. Partiamo di buona lena, ma, come al solito, seguendo la segnaletica del percorso ciclabile n. 1, sbagliamo strada. Soltanto una mente arzigolata e ingarbugliata poteva posizionare siffatti cartelli in modo così illogico. Deviamo sulla n. 181 e percorriamo anche oggi una lingua di terra tra due mari. E' lunga circa 35 km, ma divisa a metà da un canale, che attraversiamo velocemente grazie ad un traghetto. Sull'altra sponda, la ciclabile è stata asfaltata da poco e i percorsi sono ben individuabili. La percorriamo fiduciosi, nonostante tutto. Non avevo mai visto tanti cigni tutti insieme, così come è la prima volta che vedo quelle strane mucche marroni con una larga fascia bianca al centro del corpo. Ci guardano incuriosite, seguendo con lo sguardo il nostro passaggio. Le varietà di uccelli, che fanno voli acrobatici in questi cieli alti e aperti, non si contano. Siamo entrati nel Thy National Park e la segnaletica degli itinerari n.ri 2 e 12, che stiamo seguendo, è ottima. Mare, vento e sabbia hanno creato un caratteristico paesaggio di brughiera, con dune, laghi, foreste spazzate e plasmate dal vento; un vento che, con la sua forza, ha piegato gli alberi nella direzione da lui voluta, dando loro una forma contorta e inquietante. Un luogo ideale per gli animali, che vivono liberi e sicuri in questi vasti spazi protetti. Ovviamente, in un posto simile non esiste nulla di commerciale. Superiamo un'infinità di paesini, chiedendoci come le persone che vi abitano possano vivere così lontani dal mondo. Niente negozi, farmacie, bar, distributori di carburante ... niente di niente. Per trovare un supermercato dobbiamo pedalare per 73 km. Anche le strutture ricettive sono rare. Quando, dopo 116 km, pensavamo fosse giunto il momento di piantare la nostra tendina in riva al lago, ecco apparire, come un miraggio, un'osteria. Alleluia! Anche stanotte avremo un comodo letto dove stendere le nostre stanche membra. (116 km - 264 metri di dislivello. Ad oggi: 2.330 km - 8.179 metri di dislivello)

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25/05/2014 - domenica - 25^ tappa - nello Jutland settentrionale: Qualche chilometro dopo Thisted, la ciclabile n. 12 diventa sterrata e serpeggia tra laghi, boschi e campi coltivati. Taglia, poi, in mezzo alla brughiera e ci deposita nei pressi di una immensa spiaggia, battuta dal vento e dalle onde del mare. Abbandoniamo per un attimo le bici e ci avviamo verso la riva. Barche di pescatori, arenate sulla sabbia, si stagliano contro l'azzurro del cielo. L'armonia dei colori mi dà serenità. Vorrei restare qui più a lungo, ma Marco è impaziente. C'è ancora tanta strada da fare, dice. Così, riprendendo il nostro viaggio verso nord, incrociamo di nuovo l'abominevole percorso ciclabile n. 1, ben segnato, per il vero, in questa zona. Peccato che continui sulla spiaggia di Blokhus, dove le nostre pesanti bici affondano nella sabbia. Troviamo una strada alternativa, ma, essendo domenica pomeriggio e trovandoci in una località turistica, è un po' trafficata. Prudentemente, ci fermiamo al primo B&B che incontriamo. Abbiamo percorso soltanto 78 km, ma non importa. Domani è un altro giorno e si vedrà. (78 km - 201 metri di dislivello. Ad oggi: 2.408 km - 8.380 metri di dislivello)

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26/05/2014 - lunedì - 26^ tappa - dalla Danimarca alla Norvegia: 45 km con il vento a favore volano veloci. Arriviamo al porto di Hirtshals verso le 11,15 con la speranza di salire subito sul traghetto. Avevamo letto sulla guida che la nave effettuava due corse giornaliere: una nel primo pomeriggio ed una alla sera. Ed è proprio così, ad eccezione del lunedì, dove la corsa è una sola: alle 20,45. Questo lo scopriamo leggendo l'avviso affisso sulla porta d'ingresso della Color Line, i cui uffici sono chiusi fino alle 18,15. L'attesa è lunga, ma, in qualche modo, il tempo passa e alle 19,45 saliamo sulla nave. A mezzanotte passata, varchiamo la dogana norvegese in sella alle nostre bici, sotto gli occhi stupiti di due giovani finanzieri. Imbocchiamo a caso una strada di Kristiansand, che ci porta verso la periferia, dove adocchiamo una scuola, con un giardino e due invitanti panchine. Il tempo di prendere i sacchi a pelo e ci stendiamo sul comodo giaciglio per qualche ora di sonno. Contrariamente a quanto aveva supposto Marco, non fa affatto freddo. (45 km - 92 metri di dislivello. Ad oggi: 2.453 km - 8.472 metri di dislivello)

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27/05/2014 - martedì - 27^ tappa - Norvegia 1* giorno: alle 6 siamo già nel centro di Kristiansand. Troviamo una macchinetta sputa Korone e un bar aperto per fare colazione, dopodiché andiamo alla ricerca della pista ciclabile. La troviamo subito: bella e con tutte le indicazioni utili. Seguiamo, quindi, il cartello color amaranto con il numero 1 in verde, dirigendoci ad occidente, verso la costa. Il percorso si presenta subito nervosissimo, con un susseguirsi di saliscendi infiniti e pendenze che sfiorano il 16%. Noi che pensavamo di pedalare lungo la costa, ci ritroviamo immersi in un paesaggio di montagna. Ci sembra persino di sentire il profumo dei ciclamini. A Mandal ci arriviamo abbastanza stremati: il vento contrario e le raffiche improvvise, oltre a renderci la vita dura, non solo in salita, ma anche in discesa, ci ha completamente stordito. Ci concediamo una lunga pausa ristoratrice e poi riprendiamo il nostro viaggio. Inaspettato lo sterrato all'interno di un bosco secolare, che farebbe la felicità di qualsiasi biker sprovvisto di borse. I saliscendi si ripetono anche qui. Marco non molla e resta in sella per tutti i 5 terribili chilometri. Io pesto sui pedali finchè riesco a farli girare, poi cedo e mi godo lo spettacolo della natura. L'inferno in paradiso, potrei definire questa tappa, che si conclude al primo alloggio rinvenuto: un piccolo appartamento su uno dei tanti laghi (o fiordi) costeggiati. (92 km - 785 metri di dislivello. Ad oggi: 2.545 km - 9.257 metri di dislivello)

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28/05/2014 - mercoledì - 28^ tappa - Norvegia 2° giorno: stamattina partiamo ringalluzziti verso Lyngdal. Dopo aver fiancheggiato a lungo un fiordo, lo attraversiamo su un grande ponte in ferro. Stiamo pedalando su dolci saliscendi, godendoci il panorama e il tepore del sole. I primi 10 km scorrono piacevolmente. Non ci sembra vero; magari fosse sempre così! Infatti, la pacchia finisce presto. La strada inesorabilmente s'inclina. Pendenze costanti al 12-13%, che non danno respiro. Ad ogni curva allunghiamo, invano, il collo per scorgere la fine della nostra agonia. Continuiamo a salire senza sosta per oltre 2 km. Un attimo di recupero e, poi, di nuovo su, con gli occhi puntati verso l'alto, finchè arriva, come una liberazione, la discesa verso Lyngdal. Procediamo, quindi, verso Farsund. Una trentina di chilometri non particolarmente impegnativi, ma perdiamo un po' di tempo per sostituire la camera d'aria della mia ruota posteriore, foratasi nel frattempo. Togli le borse, rimetti le borse. Abbiamo già percorso circa 50 km quando arriviamo in paese. Ci concediamo una sosta per mettere qualcosa sotto i denti, dopodiché ci rimettiamo in sella. Abbandoniamo subito la strada n. 43, per immetterci sulla n. 483, più tranquilla, in direzione di Kvinesdal, che dista 38 km. Un leggero sbandamento mi annuncia la seconda foratura. Sempre la ruota posteriore. Togli le borse, cambia la camera d'aria, rimetti le borse. Avanti di nuovo, in un ambiente che diventa via via sempre più suggestivo. Il traffico diminuisce e ci troviamo a seguire il lato destro di un fiordo per diversi chilometri. Improvvisamente il fondo stradale diventa sabbioso e iniziamo a salire, senza tregua. Attorno a noi una natura di una bellezza indescrivibile. Siamo fuori dal mondo, fuori dal tempo. Boschi, dirupi, laghi, torrenti. Nonostante la fatica, sono felice di essere qui, tra queste montagne selvagge. Posti così sono unici. Non ci sono parole o immagini che possano renderne l'idea; bisogna viverli in prima persona. Continuiamo a pedalare per una ventina di chilometri tra salite e discese che ci succhiano ogni energia. Venti chilometri in cui piacere e sofferenza si mescolano, si alternano, danzano in una sintonia di colori e di profumi. Sono quasi le 20 quando arriviamo a Kvinesdal. Le forze sono al lumicino, ma abbiamo percorso 88 km, 1489 metri di dislivello e 37 km di salita. (Ad oggi: 2.633 km - 10.746 metri di dislivello)

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29/05/2014 - giovedì - 29^ tappa - Norvegia 3° giorno: oggi dev'essere festa nazionale, perchè tutte le attività sono chiuse. Da Kvinesdal, ci avviamo lungo strade deserte e silenziose, seguendo le indicazioni per Flekkenfjord. Come ieri, i primi 10 km sono pianeggianti, ma non ci illudiamo. Infatti, subito dopo iniziamo a salire per diversi chilometri. Le pendenze non sono impegnative e le gambe girano ancora bene, cosicché scolliniamo abbastanza velocemente. La discesa finisce sulla E39, strada trafficatissima, vietata alle bici. Tuttavia, l'itinerario ciclabile n. 1 ci porta a percorrerne alcuni tratti, prima di immetterci su una ippovia. Non ci sono alternative. Il sentiero ci crea parecchie difficoltà e ci impalla le gambe. Le salite su ghiaia sono tanto ripide da costringere persino Marco a scendere dalla bici ed a spingerla a mano, con difficoltà, per un buon tratto. A Flekkenfjord, l'unico locale aperto è una pizzeria. Ci prendiamo una lunga pausa e poi ripartiamo. Ancora lunghe ascese si susseguono una dietro l'altra, mentre il paesaggio, piano piano, cambia. Fiordi e pinete lasciano il posto ad un ambiente più aspro, fatto di montagne rocciose e piccoli laghi. Arriviamo ad Arstad con le gambe a pezzi. L'ultima salita, con pendenze all'11-12%, ci ha dato la mazzata finale. E' stata una dura giornata, nonostante i soli 70 km percorsi e anche oggi abbiamo raggiunto un dislivello di 1330 metri. (Ad oggi: 2.703 km - 12.076 metri di dislivello)

TRACCIA PERCORSO 29^ TAPPA
30/05/2014 - venerdì - 30^ tappa - Norvegia 4° giorno: da Arstad seguiamo l'itinerario n. 1 della Strada del Nord, che, quando può, sfrutta vie secondarie o piste ciclabili. Ci troviamo vicino alla costa e le strade che stiamo percorrendo seguono le dolci ondulazioni del terreno, sfiorano il mare, costeggiano piccoli laghi, serpeggiano tra prati delimitati da grandi massi levigati. Pedaliamo, da circa 35 km, senza grandi difficoltà. Le nostre gambe, provate dalle fatiche degli ultimi giorni, avevano proprio bisogno di un break. Ma la Norvegia ha sempre in serbo qualche sorpresa, bella o brutta che sia e, dopo averti estasiato con lo spettacolo della sua straordinaria natura, prima o poi ti presenta il conto. Nei pressi di Ergesund, la Nordjrouta n. 1 ci porta, con una stradina sterrata, all'interno di uno splendido parco. Ci godiamo il paesaggio, spensierati ed ignari di ciò che il destino ci ha riservato. Il muro ci appare davanti agli occhi all'improvviso, dietro una curva. Panico. Guardo verso l'alto e mi chiedo come mai potrò portare la mia bici lassù. Marco ci prova, ma sprofonda in mezza spanna di ghiaia. Ci aiutiamo a vicenda e, unendo le nostre forze, riusciamo a superare l'ostacolo. I muri si moltiplicano lungo i 6-7 km di sterrato successivi. Lo sapevo, stava andando troppo bene. Con sollievo ritorniamo sull'asfalto, ma siamo inaspettatamente investiti da un vento feroce. A malapena raggiungo i 12 km/h in discesa, pestando sui pedali. In pianura avanzo al rallentatore. Per non parlare delle salite, dove vengo respinta con brutalità. Che senso ha pedalare così? Cediamo al 66° chilometro, nei pressi del campeggio di Brusand, dove affittiamo un solido e caldo bungalow di legno. Altre possibilità di alloggio pare non esistano nei prossimi 50 km, così informa il pannello del tourist information. (Percorsi 66 km - 868 metri di dislivello. Ad oggi: 2.770 km – 12.944 metri di dislivello) 

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31/05/2014 - sabato - 31^ tappa - Norvegia 5° giorno: lasciamo il campeggio sul Mare del Nord di Brusand sotto un cielo plumbeo. Il vento è rabbioso più che mai, ci respinge, ci schiaffeggia, ci è nemico. Di questo passo non arriveremo da nessuna parte. Abbandoniamo la costa e ci avventuriamo verso l'interno, cercando una via alternativa. Forse, così, riusciremo a sfuggire agli assalti di Eolo. Oggi il nostro obiettivo è Preikestolen, o Pulpito di roccia, il tanto fotografato balcone di roccia proteso sul Lysefjord. Nel giro di qualche ora il tempo migliora e il vento si placa. Ritornano i tranquilli paesaggi dei fiordi ed il tepore del sole. Ritroviamo anche i familiari cartelli segnaletici color amaranto con il disegno della bici. Seguendo l'itinerario n. 2 per Lauvvik, arriviamo al porto. Un traghetto ci porta sull'altra sponda del fiordo. Continuiamo verso Jorpeland e, dopo una dozzina di chilometri, ci fermiamo ad un campeggio posto sulla strada per Preikestolen. E' sera ormai. Al Pulpito di roccia (608 metri alt.) ci saliremo domani. Al campeggio conosciamo Simona e Patrick, italiana di Cortefranca lei, olandese lui, che, carinamente, ci cucinano mezzo chilo di graditissima pasta al pomodoro. Inutile dire che l'abbiamo divorata in due minuti, leccandoci i baffi. (88 km - 1000 metri di dislivello. Ad oggi: 2.858 km - 13.944 metri di dislivello)

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01/06/2014 - domenica - Norvegia 6° giorno - escursione a Preikestolen (Pulpito di roccia): Patrick e Simona ci danno gentilmente un passaggio in macchina sino al parcheggio del Preikestolen, che dista circa 4 km dal campeggio dove ieri sera abbiamo piantato la nostra tendina. Da lì, ci incamminiamo lungo una stradina sterrata, inerpicandoci, poi, su per un ripido sentiero roccioso. Dopo 3.800 metri raggiungiamo la nostra meta. Turisti da tutto il mondo si affacciano senza timore da questa straordinaria formazione granitica, che è diventata una delle immagini più emblematiche della Norvegia. "Il Preikestolen, con tre lati di pareti rocciose incredibilmente uniformi che scendono a picco per oltre 604 metri fino al fiordo sottostante, è una bizzarria naturale che, nonostante l'inquietante crepa nel punto in cui si unisce alla montagna, sembra destinata a resistere per diversi secoli", così recita la guida ed io voglio crederle. Valeva veramente la pena fare questa escursione. La vista a picco sul Lysefjord è spettacolare e spaventosa allo stesso tempo. Non ci sono barriere protettive, ma c'è chi si spinge fino ai bordi, lasciando penzolare le gambe nell'abisso. Marco, incosciente com'è, non si lascia sfuggire l'occasione di provare un nuovo brivido. Pare non ci siano mai stati casi di persone cadute accidentalmente di sotto, compreso il temerario francese che si è messo sul ciglio dello strapiombo in equilibrio su tre sedie. In questo luogo magico perdiamo la cognizione del tempo e, quando torniamo al campeggio, sono già le 18. Concludiamo la serata,, sempre in compagnia dei nostri nuovi simpatici amici, con una cenetta a base di pesce pescato da Patrick nel vicino fiumiciattolo. Grazie di cuore ragazzi per la vostra generosità.


02/06/2014 - lunedì - 32^ tappa - Norvegia 7* giorno: quando leviamo le tende dal campeggio di Preikestolen, sono già le 10,30: le operazioni di smantellamento hanno richiesto più tempo del previsto. Ci dirigiamo verso Tau e arriviamo al porto proprio nel momento in cui il traghetto si sta staccando dal molo. Che disdetta! Approfittiamo dell'attesa per fare la spesa al supermercato e, per poco, non perdiamo anche il traghetto successivo. A Stavanger, dove approdiamo dopo 10 minuti di traversata, scopriamo che non c'è alcuna possibilità di raggiungere via mare Skudeneshavn, come avevamo programmato; quindi, acquistiamo un biglietto per Haugesund. E' un po' più a nord, ma va bene comunque. La prima partenza utile è alle 16,45. Alle 18 siamo a destinazione. Troviamo subito una piccola hytte in riva al mare e ci fermiamo qui per la notte. Tra una cosa e l'altra, oggi abbiamo pedalato soltanto per 19 km, ma non c'erano alternative. In compenso, ci siamo riposati un po', godendoci lo spettacolo delle coste norvegesi dai comodi ferry-boat .

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03/06/2014 - martedì - 33^ tappa - Norvegia 8° giorno: riprendiamo il nostro viaggio, seguendo i cartelli dell'itinerario ciclistico n. 1 per Bergen, i quali ci conducono al porto di Buavag. Un lento traghetto ci deposita, quindi, sull'isola di Bomlo, che si rivela in tutta la sua bellezza. In questo piccolo fazzoletto di terra circondato dal mare, il paesaggio cambia continuamente: vi sono montagne, colline, pascoli, pinete, boschi, laghetti, ruscelli ... Pedaliamo per una quarantina di chilometri su dolci e divertenti saliscendi: con lo slancio della discesa, riusciamo a superare la salita successiva. Neanche un metro di pianura, ma non è stancante. Due moderni e spettacolari ponti ci portano, infine, sull'isola di Stord. Ci dirigiamo verso Lervik, unico grande centro abitato, dove abbiamo più possibilità di trovare una sistemazione per la notte. Il gestore del primo albergo in cui ci imbattiamo ci consiglia una card (150 corone, meno di 20 euro) con la quale potremo usufruire di forti sconti (addirittura 50% negli hotel) in molte altre strutture convenzionate della Norvegia. Se l'avessimo saputo prima .. (32^ - 33^ tappa: 98 km - 1.356 metri di dislivello. Ad oggi: 2.956 km - 15.300 metri di dislivello)

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04/06/2014 - mercoledì - 34^ tappa - Norvegia 9° giorno: stamattina l'itinerario n. 1 del North Sea Cycling Route ci sta facendo impazzire: vuoi perchè i cartelli sono nascosti dalla vegetazione o perchè rivolti nella direzione sbagliata, sta di fatto che giriamo a vuoto per diverso tempo. Così, risaliamo l'isola di Stord sulla 545 fino al porto di Sandvkag, dove ci imbarchiamo per Bergen. Quaranta minuti di navigazione, 39 km percorsi sulla pista ciclabile che fiancheggia la trafficatissima E39 ed eccoci in città. Navi ormeggiate al porto, pullman parcheggiati ovunque ed un numero incredibile di giapponesi per le vie del centro. Gli alberghi, ovviamente, sono tutti in full booking. Dopo aver bussato invano a decine di porte, ritorniamo sul percorso ciclabile e continuiamo a pedalare verso nord. Sono le 20, ma il sole è ancora alto; forse riusciamo a trovare, lungo la strada, un posto per dormire. Il tempo passa, i chilometri scorrono e le nostre speranze cominciano a vacillare. Verso le 22, veniamo adocchiati e fermati da una coppia intenta a chiacchierare davanti alla propria abitazione. Quando i due vengono a sapere che stiamo cercando una camera, ci aprono la loro casa, ci offrono una doccia calda e un comodo letto. Un gesto che mi tocca nel profondo e mi commuove. (101 km - 1.297 metri di dislivello. Ad oggi: 3.057 km - 16.597 metri di dislivello)

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05/06/2014 - giovedì - 35^ tappa - Norvegia 10* giorno: la fornaia ci nota e ci viene incontro sventolando un sacchetto pieno di brioches, che ci offre con un sorriso. Non ho parole! Questo popolo norvegese ci sorprende ogni giorno di più. Riprendiamo a pedalare. Costeggiando l'Herdefjorden, la carreggiata si restringe, tanto che l'incrocio con un'autovettura diventa problematico, quello con un camion, drammatico. Deviando verso l'interno, invece, ritornano gli infiniti saliscendi, con pendenze che ci fanno vedere i sorci verdi. Inizia pure a piovere. Non c'è da stupirsi: quella di Hordaland è una delle regioni più piovose della Norvegia; il tasso di umidità è altissimo, ma fa anche piuttosto caldo. Ci copriamo e ripartiamo. La stradina che stiamo percorrendo è secondaria e si snoda tra pinete e pascoli. Tuttavia è battuta da camion, TIR, pullman, auto e trattori, nonostante ci sia una comoda e più ampia 565 a disposizione. Mistero! Attraversiamo alcuni fiordi su lunghi ponti, finchè, verso le 17, avvistiamo un albergo. Trovare una struttura dove passare la notte, in questo territorio, non è facile; cogliamo l'occasione al volo e ci fermiamo. Poco prima di mezzanotte, la pioggia cessa e la giornata termina con uno splendido tramonto.
Oggi abbiamo percorso 67 km e 1.010 metri di dislivello (Ad oggi: 3.124 km - 17.607 metri di dislivello)

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06/06/2014 - venerdì - 36^ tappa - Norvegia 11* giorno: nuvole basse celano il paesaggio, pioggia persistente, interminabili ups and downs, rumore stridente e fastidioso del mio freno posteriore ... in salita! Tenere alto l'umore, oggi, non è facile, ma ci proviamo. Cerco di immaginarmi questi luoghi meravigliosi illuminati dai raggi del sole. Sarebbe uno spettacolo completamente diverso. Dopo 7 km, ecco il primo traghetto della giornata. Riusciamo a salirvi dopo una breve attesa e approdiamo, nel giro di pochi minuti, su una delle tante isole che costellano la costa norvegese. Trovarvi montagne, pinete, laghi e torrenti, ci sorprende ogni volta. Il secondo ferry richiede, invece, un'attesa di circa due ore. Venti minuti per attraversare il Sognefjord, che, con i suoi 204 km di lunghezza, è l'insenatura più profonda della Norvegia, e, poi, ci ributtiamo sotto la pioggia. Riprendiamo a salire e scendere senza interruzione di sorta. Negli ultimi 100 km, oltre all'albergo in cui abbiamo soggiornato la notte scorsa, non si è visto altro che un distributore di carburanti. Sono le 17, abbiamo finito le scorte di cibo e il prossimo centro abitato dista 42 km. Al primo cartello segnaletico con l'indicazione di un campeggio, giriamo le bici e lo seguiamo. Non è il caso di andare oltre, a quest'ora e con questo tempaccio. Purtroppo troviamo tutte le hytte occupate da operai polacchi. Siamo, quindi, costretti a dormire sotto la tenda. Per fortuna, ha smesso di piovere e possiamo pure disporre di una cucina pulita. Così, almeno, mezzo chilo di pasta riusciamo a papparcela. Soltanto 53 i km percorsi oggi e ancora tanto dislivello.

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07/06/20\4 - sabato - 37^ tappa - Norvegia 12° giorno: man mano ci avviciniamo ad Alesund, la costa si frammenta in un numero sempre maggiore di isole ed isolotti. Pensavamo di poter disporre di una frequente rete di collegamenti marittimi tra queste terre, ma non sempre è così. Durante il fine settimana, inoltre, in certe località, le partenze si riducono drasticamente e le attese nei porti si allungano a dismisura. Raggiungiamo Fure dopo una trentina di chilometri. Il tempo non è dei migliori, ma non piove ed il paesaggio è incantevole. Sono le 9,30 e il ferryboat parte alle 11,45. Approdiamo ad Askvoll dopo venti minuti. Qui, alle 16,50, saliamo su una fastboat, che, in due ore di navigazione, ci permetterà di evitare 70 km nella regione del ghiacciaio del Jostedal, a nord del Sognefjord. Questo ghiacciaio oggi si estende soltanto per 487 kmq, ma, diecimila anni fa, ricopriva l'intera Scandinavia. E' una zona con cime che raggiungono i 1700 metri di quota e non vorremmo avere brutte sorprese. Nel frattempo, ne approfittiamo per riposare un po'. Sbarchiamo a Maloy e troviamo subito una camera nell'albergo di fronte al porto.

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08/06/2014 - domenica - 38^ tappa - Norvegia 13° giorno: Marco, dopo aver dato un'occhiata al mio freno, emette la diagnosi: "Sei messa male". Visto che fino ad Alesund non possiamo fare nulla, continuo come ho fatto finora, ignorando il problema. Dopo aver attraversato un braccio di mare su un lungo ponte, percorriamo la riva di un fiordo, superiamo alcune gallerie e iniziamo a salire. Scolliniamo a 240 metri di altitudine con la sensazione di essere a quota 2000 e, poi, continuiamo in falsopiano. Affrontiamo, quindi, una lunga discesa e alcuni saliscendi. Nel giro di poco tempo nel cielo si ammassano minacciose nuvole nere, gonfie di pioggia. Nere le montagne, nera l'acqua del fiordo; un paesaggio tetro, sinistro. Mancano alcuni minuti alle 16 e circa 4 km per arrivare al porto, quando, da lontano, vediamo il traghetto dirigersi verso il molo. Con un'accelerata, Marco si piazza davanti a me. Pestando sui pedali come dei forsennati, nonostante il nostro carico, riusciamo a toccare i 28 km/h. Arriviamo sparati al porto, qualche secondo prima che il traghetto levi le ancore e saliamo direttamente a bordo. Dieci minuti di traversata e, infine, andiamo alla ricerca di un posto dove poterci riparare dall'imminente cataclisma. Oggi abbiamo percorso 66 km, ad Alesund ne mancano altrettanti; li faremo domani. Sarà un caso, ma incontriamo un'altra simpatica coppia che, per una cifra davvero irrisoria, non solo ci ospita presso la propria casa, ma ci offre pure la cena. Just in time!

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09/06/2014 - lunedì - 39^ tappa - Norvegia 14° giorno: anche oggi è festa nazionale in Norvegia. Negozi chiusi, strade deserte e niente cibo. Pedaliamo quattro ore a stomaco vuoto prima di trovare una caffetteria aperta. Intanto lo scenario intorno a noi sta cambiando: le montagne sullo sfondo si fanno via via più imponenti. I loro cupi versanti, solcati da bianche lingue di neve, si riflettono nelle acque scure dei fiordi. Le salite si allungano, ma le pendenze rimangono contenute tra il 4 ed il 9%. La varietà del paesaggio aiuta a non pensare alla fame e alla fatica, cosicché i 73 km verso Alesund scorrono veloci sotto le nostre ruote. Sono curiosa di vedere questa cittadina adagiata su un arcipelago di isolette. Nel gennaio del 1904 fu devastata da un incendio ed essendo costituita da case in legno, venne quasi completamente distrutta. Fu ricostruita immediatamente in stile Jugendstil, l'Art Noveau di provenienza germanica. Giriamo il centro in lungo e in largo. Bellissimi gli edifici dai colori pastello, con pinnacoli e torrette, che si specchiano nei canali. Passando davanti ad un ostello, ci viene la tentazione di provare anche questa esperienza. E' pulito, costa poco ed è frequentato da gente giovane. Abbiamo anche la possibilità di cucinare e fare il bucato. Aggiudicato! (36^-37^-38^-39^ tappa: 224 km - 3270 metri di dislivello (Ad oggi: 3.348 km - 20.877 metri di dislivello)

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10/06/2014 - martedì - Norvegia 15° giorno - escursione da Alesund al Geirangerfjord sul battello postale Hurtigruten. Oggi ci siamo concessi un giorno di pausa. Sarebbe stato un peccato venire sin qua senza fare questa escursione, soprattutto con una giornata calda e soleggiata come quella odierna. I battelli postali "Hurtigruten" erano un tempo adibiti al trasporto di posta e merci per la popolazione locale. Ora, queste navi effettuano soltanto viaggi per turisti da Bergen a Capo Nord e Kirkenes o viceversa. L'intero itinerario dura 11 giorni, ma ci si può imbarcare in qualsiasi porto e navigare anche solo per alcuni giorni. In estate, il battello si addentra pure nel fiordo di Geiranger ed è quindi possibile effettuare una minicrociera, in giornata, con partenza da Alesund alle 9,30 e ritorno alle 18,15. Questo servizio marittimo, chiamato "il viaggio più bello del mondo", è unico nel suo genere. Il Geirangerfjord, patrimonio dell'UNESCO, è circondato da maestose montagne rivestite da una vegetazione lussureggiante, dalle quali potenti cascate si gettano nelle sue acque turchesi. Il tratto finale è quello più spettacolare. Abbiamo speso circa 100 euro a testa, ma ne valeva la pena.

11/06/2014 - mercoledì - Norvegia 16° giorno: ad Alesund non ci sono negozi per ciclisti. Tutte le persone interpellate ci indirizzano verso i centri commerciali della periferia. Ne setacciamo con cura ben quattro, ma, alla fine, riusciamo a reperire le pastiglie dei freni a disco per la mia mountain bike. Evvai! Ritorniamo in città e, per uscire più agevolmente da questa zona insulare, alle 19, unico orario disponibile, prendiamo l'Hurtigruten per Molde, così come consigliatoci dal gentile personale dell'ufficio informazioni. Vi approdiamo alle 21,45 e andiamo dritti in albergo.


12/06/2014 - giovedì - 40^ tappa Norvegia 17° giorno: Pioviggina. Oggi il nostro programma prevede il passaggio sull'Atlantic Road, una delle strade più spettacolari del mondo. Noi partiamo, con la speranza che le previsioni meteo prendano l'ennesima cantonata. Neanche il tempo di pensarlo e la pioggia si fa più copiosa. Si alza pure un vento gelido. Nei chilometri successivi la situazione non migliora. Siamo a Bud, all'inizio dell''Atlantic Road, ma percorrerla in queste condizioni non ha senso. Ci rifugiamo al caldo di una bella hytte in riva al mare, in uno dei tanti Pluscamp disseminati in questa terra meravigliosa e aspettiamo. Domani è un altro giorno, si vedrà … (48 km - 496 metri di dislivello (Ad oggi: 3.396 km - 21.373 metri di dislivello)

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Atlantic Road (foto reperita sul web)
13/06/2014 - venerdì - 41^ tappa - Norvegia 18° giorno: cielo nuvoloso ed aria pungente, stamattina, ma non piove e a noi tanto basta. Inforchiamo le nostre bici e da Bud, villaggio di pescatori, ci inoltriamo lungo la Rv64. Abbiamo molte aspettative: se l'Atlantic Road è stata inserita nell'elenco delle strade panoramiche più belle del mondo, dev'essere davvero spettacolare. Pedaliamo per oltre un'ora senza notare nulla di particolare, tanto che Marco si convince di aver sbagliato strada. Lo lascio bofonchiare senza prestargli attenzione: il suo pessimismo è fuori luogo. Non possiamo aver sbagliato strada, perchè non ce ne sono altre. Infatti, al 27° km abbandoniamo la terraferma ed iniziamo ad insinuarci tra isole e scogli. Il gioco di dislivelli, creato dagli 8 ponti a campana che collegano queste piccole terre nel Mare di Norvegia, sembra divertire molto i centauri che ci superano. Ce ne sono alcuni che si fanno immortalare mentre impennano le loro moto su per lo Storseisundet Bridge, il ponte più ardito e conosciuto. Otto chilometri tra terra e mare davvero piacevoli. Secondo il giornale inglese The Guardian, è il viaggio in auto più spettacolare del mondo. Forse la definizione è esagerata, ma sicuramente è un'esperienza unica e particolare; in bici un po' meno, ma il panorama merita comunque il passaggio. Ritornati sulla terraferma, prendiamo il bus per Kristiansund, non potendo le bici transitare nel tunnel sottomarino, che costituisce l'unica via di accesso alla città. Andiamo, quindi, alla ricerca di un meccanico, perchè Marco ha notato una perdita di olio dalla pinza del freno posteriore della sua mountain bike. Siamo fortunati: troviamo subito il nostro uomo, ma sono le 16 e il negozio sta per chiudere. Dobbiamo ritornare domani mattina alle 10. Negli ultimi giorni, per un motivo o per l'altro, abbiamo pedalato molto poco. Vabbè, non abbiamo alcuna tabella di marcia da seguire. Prendiamo le cose così come vengono e pazienza. (P.S.: le prime due foto provengono dal web: danno un'idea migliore dell'Atlantic Road) 

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14/06/2014 - sabato - 42^ tappa - Norvegia 19° giorno: alle 11, il meccanico consegna a Marco la bici con la nuova pinza del freno posteriore. Ora possiamo ritornare sulla pista ciclabile e andarcene da Kristiansund, una delle maggiori città produttrici di merluzzo della Norvegia, che si estende su quattro isolette. Dovremmo raggiungere il porto di Seivika per traghettare sull'altra sponda, ma sbagliamo strada e, anzichè fare 5 km, ne facciamo 29 di saliscendi. Arriviamo al molo in perfetta sincronia con il ferryboat. Breve traversata e, poi, procediamo sulla 680 per Trondheim. Infiniti ups and downs ci logorano. Non un metro di pianura, vento contrario e fresco. Pedaliamo sulla costa frastagliata, tra un mare blu cobalto e montagne ricoperte di lussureggiante vegetazione. Lunghi ponti scavalcano profondi fiordi e dolci insenature. Cielo limpido e azzurro. Rare autovetture. Silenzio e pace. Aure è il primo paese degno di questo nome che incontriamo dopo 42 km. Sono le 18 di sabato sera. Forse è il caso di cercare una camera dove passare la notte. Scendiamo verso il centro, affrontando un chilometro di ripida discesa, che al ritorno, ahimè, diventa salita. L'unico albergo del posto, purtroppo, è chiuso e dobbiamo riportarci sulla 680 per continuare le ricerche. Poco dopo, vediamo l'insegna di un campeggio per pescatori. Tentar non nuoce. Il brav'uomo alla reception scuote la testa nel vederci, ma ci porge, con un sorriso, le chiavi di un cottage in riva al mare. Evvai! Anche questa notte avremo un comodo letto in cui riposare. (118 km percorsi tra ieri ed oggi - 1.531 metri di dislivello) (Ad oggi: 3.514 km - 22.904 metri di dislivello)

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15/06/2014 - domenica - 43^ tappa - Norvegia 20° giorno: cielo nuvoloso e aria densa di umidità, che, nel giro di pochi minuti, si trasforma in una pioggerellina fitta fitta. Mancano 150 km a Trondheim. La 680, dopo aver costeggiato un fiordo, inizia a salire tra pinete, piccole cascate, ruscelli e laghetti. Dai 20 metri di altitudine, raggiungiamo il primo passo, a 200 metri di quota. Scendiamo dall'altro versante, costeggiamo un altro fiordo e ritorniamo a salire. Ancora pinete, cascate, ruscelli, laghetti e un altro passo. Un copia e incolla di Madre Natura. Ci immettiamo, infine, sulla E39, non particolarmente trafficata oggi, giorno festivo, ma sempre si tratta di una strada a scorrimento veloce. D'altra parte è l'unica via di accesso per Trondheim. All'ufficio informazioni di Alesund ci avevano assicurato che, in questo tratto, la E39 sarebbe stata affiancata da una pista ciclabile. Non è così. Cerchiamo di viaggiare il più possibile vicino al bordo della carreggiata, consapevoli di essere piuttosto ingombranti e un po' d'intralcio alla circolazione. La strada è abbastanza tortuosa, con infiniti saliscendi, più sali che scendi, a dir il vero, ma, anche nei tratti lineari, i norvegesi ci sorpassano soltanto quando possono invadere completamente la corsia di sinistra. Ci fermiamo spesso per lasciarli passare: la coda che, a volte, causiamo, mi crea un certo imbarazzo. Nel tardo pomeriggio la pioggia aumenta. Pedalare con l'abbigliamento antipioggia non rende; facco doppia fatica. Al 74° km vediamo il primo cartello con l'insegna di una hytte. Sono le 18, i paesi incontrati sinora non erano che un pugno di case e nient'altro. Se anche i prossimi sono così, rischiamo di passare la notte in sella e all'umido. Meglio cogliere l'occasione al volo. Da quando siamo partiti, questa mattina, abbiamo trovato soltanto la "butikk" di un benzinaio dove poterci sfamare. Nella borsa abbiamo ancora mezzo chilo di spaghetti. Il tempo di una doccia calda e la pasta è pronta. (percorsi 74 km - 1.182 metri di dislivello) (Ad oggi: 3.588 km - 24.086 metri di dislivello)

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16/06/2014 - lunedì - 44^ tappa - Norvegia 21° giorno: partiamo subito sotto una pioggia scrosciante e in discesa. Siamo soltanto a 280 metri di quota, ma il freddo è pungente come quello d'alta montagna. Alcuni saliscendi, la riva pianeggiante di un lago, un'ampia valle e poi il mare del Trondheimfjord. Oggi i chilometri scorrono veloci, nonostante il vento contrario, che, però, spinge le nuvole lontano, facendo riapparire il sole. A 48 km dalla città di Trondheim, un cartello del percorso ciclabile ci permette di abbandonare la temibile E39, oggi trafficatissima, dirottandoci su una strada secondaria più tranquilla. Raggiungiamo il centro senza difficoltà e ci dirigiamo verso il porto. Qui, saliamo su una fastboat, attraversiamo il fiordo e approdiamo sull'altra sponda, dove seguiamo la strada n. 755 che costeggia il mare. Dopo 15 km arriviamo al primo campeggio. Tutte le hytte sono occupate, ma il gestore si offre di accompagnarmi, con un pick up, alla sua fattoria per mostrarmi qualcosa di alternativo. La casetta in legno, disposta su tre piani, è calda, accogliente, pulita ed ha un'ottima vista sul fiordo. Il tutto per circa 60 euro. Un affare! Torno al campeggio per recuperare Marco, rimasto in attesa. E' bello pedalare durante il giorno, ma, trovare una buona sistemazione per la notte, è altrettanto appagante. (percorsi 90 km - 862 metri di dislivello) (Ad oggi: 3.678 km - 24.948 metri di dislivello)

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17/06/2014 - martedì - 45^ tappa - Norvegia 22° giorno: cielo coperto, nuvole alte che non destano preoccupazione; però fa sempre un gran freddo. La popolazione, in questa regione, si dedica prevalentemente all'agricoltura. I campi coltivati e i prati lambiscono la sponda del mare; il dolce profumo del fieno si mescola con l'odore acre delle alghe ammassate sulla spiaggia. La strada che stiamo percorrendo segue la conformazione della costa, con pendenze dolci che permettono di ammirare il panorama in tutta tranquillità. La vista del mare mi dà sempre una sensazione di benessere. Pochi chilometri e, poi, pieghiamo verso l'interno. Saliamo, scendiamo, risaliamo tra infinite pinete, costeggiando laghi e torrenti. Le montagne non superano i 300 metri di quota; tuttavia, non si contano i rivoli e le cascatelle che si riversano dai loro pendii. Pedaliamo per circa 60 km prima di vedere l'insegna di un campeggio. Se ieri sera non avessimo trovato quella sistemazione in fattoria, ci saremmo trovati in difficoltà. E' ancora presto, perciò continuiamo fino al successivo, grande centro abitato di Steinkjer, dove affittiamo un piccolo appartamentino all'interno del campeggio cittadino. (98 km - 1.346 metri di dislivello) (Ad oggi: 3.776 km - 26.294 metri di dislivello)

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18/06/2014 - mercoledì - 46^ tappa - Norvegia 23° giorno: per raggiungere Namsos non ci sono alternative. Siamo costretti a percorrere un tratto della E6 e deviare, quindi, sulla Rv17, entrambe trafficatissime nonchè sprovviste di piste ciclabili. Un brivido ci corre lungo la schiena ogni qualvolta sentiamo i TIR frenare alle nostre spalle ed attendere il momento propizio per sorpassarci. Piove e tira vento. A testa bassa, con lo sguardo rivolto unicamente all'asfalto che scorre sotto le nostre ruote, procediamo, in equilibrio precario, sulla riga bianca che delimita la carreggiata. Le nuvole basse, in ogni caso, avvolgono tutto quanto ci circonda, celando alla nostra vista il paesaggio. Una tappa non evitabile e necessaria, ma veloce. A Namsos ci fermiamo al Pluscamp: una garanzia di qualità. (percorsi 86 km e 804 metri di dislivello). (Ad oggi: 3.862 km - 27.098 metri di dislivello)

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19/06/2014 - giovedì - 47^ tappa - Norvegia 24° giorno: A Namsos abbandoniamo la Rv17 e ci immettiamo sulla 679, strada tranquilla che serpeggia lungo la costa frastagliata. Da subito rampe lunghe ed ostiche, gran parte con pendenze tra il 9 e il 10%. Il forte e freddo vento che soffia da nord-ovest ci rende la vita dura, ma noi andiamo avanti imperterriti: sempre meglio della pioggia di ieri. Nel cielo le nuvole passano veloci e, nel giro di qualche ora, torna a risplendere il sole. Il paesaggio si illumina, le tinte fosche lasciano il posto a colori brillanti e il mondo sembra più bello. 56 km senza incontrare anima viva, se non alcune pecore sdraiate sul ciglio della strada, che ci guardano con curiosità. Attraversiamo Infinite foreste di conifere, costeggiamo piccoli e grandi laghi, superiamo ponti e raggiungiamo il porto di Lund. Alle 14,30 traghettiamo per Hoftles e proseguiamo ancora per una ventina di chilometri. Nel frattempo, nuvole nere si sono ammassate nuovamente nel cielo. Il Familiecamping di Kolvereid è una tentazione. Sono le 16,00. Forse potremmo continuare ancora un po', ma il prossimo campeggio chissà a quale distanza si trova. Ok, per oggi basta così. Decisione felice ... per pochi minuti riusciamo ad evitare un violento acquazzone. (percorsi 73 km - 1.101 metri di dislivello) (Ad oggi: 3.935 km - 28.199 metri di dislivello)

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20/06/2014 - venerdì - 48^ tappa - Norvegia 25° giorno: Pioggia ghiacciata, vento, sole ... Stamattina, quattro perturbazioni, una dietro l'altra. Caldo e freddo. Salite e discese. Ma che importa, stiamo percorrendo la Kystriksveien, la strada turistica costiera definita da molti "la più bella del mondo", che si snoda, sulla Rv17, da Steinkjer a Bodø. Al largo della costa ci sono circa 20.000 isole, tra cui Vega, patrimonio dell'Unesco e paradiso ornitologico. Abbiamo lasciato la regione del Trondelag, con le sue foreste, i suoi laghi, le sue verdi colline punteggiate dal rosso acceso delle fattorie, per entrare in quella del Nordland, con i suoi arcipelaghi e le sue aspre montagne. Poco prima delle 15, a Holm, prendiamo il traghetto per Vennesund. C'è un campeggio proprio a fianco del porto; il prossimo è a circa 80 km di distanza. Abbiamo percorso soltanto 68 km (Marco 24 in più, per fare la spesa al supermercato), ma è preferibile fermarsi qui e continuare domani, con calma. (68 km - 978 metri di dislivello. Ad oggi: 4.003 km - 29.177 metri di dislivello)

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21/06/2014 - sabato - 49^ tappa - Norvegia 26° giorno: tempo da lupi! Guardo, perplessa, attraverso i vetri della hytte, la pioggia battente ed il vento che si accanisce, con tutta la sua furia, sulle fronde degli alberi del campeggio. Il termometro segna 6° C. No, non è proprio una bella giornata per pedalare. Ci buttiamo in strada e siamo subito in balìa degli elementi. Intravedo montagne imponenti, alla mia destra. Dai ripidi pendii rocciosi colano numerose cascatelle le cui acque alimentano piccoli torrenti che si gettano nel mare in tempesta. Una giornata limpida e soleggiata avrebbe dato il giusto risalto a tanta bellezza. Oggi, invece, il paesaggio è appannato dalla pioggia e noi stiamo lottando contro un vento beffardo che si diverte a frenare la nostra corsa, spingendoci fuori strada. Arriviamo a Forvik fradici e stremati. In assoluto la tappa più sofferta di questo viaggio. Troviamo una stanza in una gasthaus proprio accanto al porto. Una vera fortuna. In caso contrario, avremmo dovuto pedalare ancora per 70 km prima di trovare un altro alloggio. (percorsio 83 km e 544 metri di dislivello) (Ad oggi: 4.086 km - 29.721 metri di dislivello)

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22/06/2014 - domenica - 50^ tappa - Norvegia 27° giorno: svegliarsi con il sole che inonda la stanza, dopo il tempo da tregenda di ieri, è il meritato premio per la nostra immane fatica. Il ferryboat per Tjøtta parte alle 9,45. Abbiamo tutto il tempo per recuperare le nostre cose stese ad asciugare in ogni angolo della gasthaus. Un'ora di piacevole navigazione tra le isole ed approdiamo al piccolo porticciolo. Ce la prendiamo comoda, godendoci questa splendida giornata di sole e lo spettacolo che ci circonda. Arriviamo a Levang dopo circa 70 km e ci imbarchiamo per Nesna. Decidiamo di fermarci al vicino campeggio: sono già le 18,00 e il prossimo è a circa 80 km di distanza. (percorsi 68 km e 593 metri di dislivello) (Ad oggi: 4.154 km - 30.314 metri di dislivello)

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23/06/2014 - lunedì - 51^ tappa - Norvegia 28° giorno: costeggiamo la sponda meridionale di un fiordo e, dopo alcuni chilometri pianeggianti, iniziamo a salire. Pendenze intorno al 7-8% che non impegnano troppo i garretti. Scolliniamo a circa 350 metri di quota con la sensazione di essere sul Gavia. Lunga discesa. Al bivio, lasciamo a destra la strada per Mo i Rana e continuiamo sulla Rv17. Aggiriamo il fiordo, portandoci sulla sua sponda settentrionale. Adesso pedaliamo in piano e, superate un paio di gallerie lunghe 3 km l'una, ci dirigiamo verso nord. Sento Marco bortottare alle mie spalle e sorrido. In effetti, un ponte ci avrebbe evitato ben 60 km. Oltrepassata la località di Stokkvagen, il paesaggio diventa sempre più suggestivo. Questo tratto della Kystriksveien è davvero spettacolare. Lungo la costa vi sono un'infinità di isole: alcune un po' più al largo, brulle e solitarie, altre, vicinissime alla terraferma, con i ripidi e lussureggianti versanti che si tuffano direttamente nel mare. E cascate, torrenti, felci, voli di gabbiani ... Un ambiente naturale che lascia senza fiato. Arriviamo al porto di Kilboghamn senza accorgercene. Un'ora di attesa e, infine, il traghetto, dopo averci portato al di là della linea immaginaria del Circolo Polare Artico, ci deposita a Jektvik. Ci fermiamo qui. Abbiamo percorso 96 km (90 + 6 delle gallerie) e 1.130 metri di dislivello. (Ad oggi: 4.250 km - 31.444 metri di dislivello)

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24/06/2014 - martedì - 52^ tappa - Norvegia 29* giorno: man mano ci avviciniamo a Bodø, il paesaggio diventa sempre più selvaggio. Da Jektvik, la strada si snoda tra alte montagne rocciose. La nebbiolina e le nuvole basse rendono l'ambiente inquietante, surreale; si respira un'atmosfera da Jurassic Park. Vorrei scattare qualche foto, ma Marco dice che "non rende". A sentire lui, non rende niente. E quando meno te l'aspetti, ecco che ricompare, a distanza di settimane, il famigerato cartello segnaletico color amaranto del percorso ciclabile n. 1. Chissà dov'era finito! Adesso, però, capita a fagiolo, a salvarci da una situazione che ci preoccupava. Accompagnandoci, infatti, lungo una strada alternativa, ci consente di evitare alcuni lunghi tunnel. Dopo 28 km, grazie ad un piccolo ferryboat, attraversiamo uno stretto fiordo e, poi, proseguiamo sulla 452. Ancora una trentina di chilometri e saliamo su un altro traghetto. Approdiamo a Ørnes, facciamo la spesa al supermercato e un salto in banca. Quindi, ritorniamo sulla Rv17, dove riprendiamo a scendere e a salire, prima dolcemente, lungo il litorale, poi più aspramente, quando la strada si addentra in una zona montagnosa. Il cielo è nuvoloso, ma non fa particolarmente freddo. Cascate, torrenti e ruscelli si susseguono senza fine. Siamo diretti verso il campeggio di Kjelling, ma non riusciamo a capire a quale distanza si trovi. Lo scopriamo verso le 8 di sera, dopo 123 km e 1.376 metri di dislivello. (Ad oggi: 4.373 km - 32.820 metri di dislivello)

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25/06/2014 - mercoledì - 53^ tappa - Norvegia 30° giorno: cielo nuvoloso, temperatura mite. Continuiamo la nostra galoppata verso Bodø, su e giù dalle montagne. Mentre arranco sull'ennesima salita, incrocio uno dei tanti camper che, come noi, percorrono la Kystriksveien. L'autista mi fa un cenno con la mano, che, lì per lì, non capisco. Ad un tratto Marco mi fa notare tre grossi alci sdraiati nel fosso che fiancheggia la strada. Cosa ci faranno mai lì? Ci fermiamo, ma le povere bestie si accorgono della nostra presenza e, dopo aver attraversato la carreggiata, scompaiono nel bosco. Riprendiamo a pedalare. Bodø non è lontana, ma facciamo in tempo a beccarci un piccolo scroscio prima di arrivare al porto. Alle 18,00 ci imbarchiamo per le Lofoten. Attraverso la vetrata del traghetto, osservo lo skyline che si staglia all'orizzonte. Il profilo di queste isole è impressionante. Approdiamo al porto di Moskenes dopo tre ore di navigazione e troviamo una camera a circa 3 km dal porto. (percorsi 68 km e 915 metri di dislivello). (Ad oggi: 4.441 km - 33.735 metri di dislivello)

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26/06/2014 - giovedì - 54^ tappa - Norvegia 31° giorno - isole Lofoten 1^ parte: da Moskenes ci dirigiamo verso Å, caratteristico villaggio di pescatori, che dista soltanto un paio di chilometri dal luogo in cui abbiamo trascorso la notte; si trova quasi sulla punta delle Lofoten, alla fine della E10, la Strada turistica nazionale che le attraversa per circa 180 km. Queste isole sono collegate tra loro da ponti, gallerie, tunnel sottomarini e traghetti. Scattiamo alcune foto e, poi, non ci resta che girare le bici e puntare verso nord. Ragazzi, se questo non è il paradiso, ci manca poco. Ad ogni curva si aprono scenari mozzafiato. E' una giornata limpidissima e c'è una luce meravigliosa. Non potevamo chiedere di meglio! E' chiaro che, oggi, di chilometri ne faremo davvero pochi, ma sarebbe stupido da parte nostra percorrere queste strade di corsa. Già non mi sembra vero essere qui! Mi voglio godere ogni metro di questo incanto. Arriviamo a Reine, la perla delle Lofoten, dopo 10 km. Il paesino non ha niente di particolare, ma si trova in una splendida posizione, affacciandosi su una tranquilla laguna sovrastata da un'alta parete rocciosa. Riprendiamo a pedalare con calma lungo la costa. Strida di gabbiani, profumo di baccalà che esce dalle cucine dei piccoli ristoranti, odore più marcato di quello steso ad essiccare sulle rastrelliere di legno a forma di A. 

Incontriamo diversi cicloturisti in questa zona, ovviamente tutti rigorosamente diretti verso meridione. Come sempre, nel pomeriggio, il solito vento, che soffia da nord verso sud, aumenta d'intensità, ma ormai non ci badiamo più. Ci fermiamo, dopo 43 km e 623 metri di dislivello, in un campeggio in riva al mare. Fortuna vuole che la spiaggia sia rivolta proprio ad ovest. E non sia mai che ci si lasci sfuggire l'occasione di vedere il nostro primo sole di mezzanotte. Fantastico! 
(43 km e 623 metri di dislivello. Ad oggi: 4.484 km - 34.358 metri di dislivello)

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27/06/2014 - venerdì - 55^ tappa - Norvegia 32° giorno - isole Lofoten 2^ parte: riprendiamo il nostro viaggio sulla E10, lungo la costa montagnosa. Mare limpido e azzurro, spiaggette di sabbia candida come quelle dei Caraibi. Mi piacerebbe sentire la temperatura dell'acqua, ma mi tengo la curiosità e proseguo. Il tunnel sottomarino ci procura un po' d'ansia. Ci rilassiamo, però, quando leggiamo sul cartello segnaletico che è lungo poco meno di 2 km. C'è pure un marciapiede sul quale possiamo pedalare in tutta tranquillità. Scendiamo, inaliamo la nostra dose di veleni e risaliamo dall'altra parte. La strada, poco dopo, piega verso l'interno. Attraversiamo una vasta valle riparata dal vento, con pascoli, pecore e piccoli laghetti. Poi, ritornano il mare, le profonde insenature, i ponti da vertigine e gli immancabili saliscendi. L'aria è fresca, il sole caldo e si sta bene. Grazie alla Corrente del Golfo, le Lofoten, infatti, godono di un clima molto più mite rispetto ad altre parti del mondo che si trovano alla stessa latitudine. Verso le 16 iniziamo a cercare un rifugio per la notte. Da alcuni giorni i turisti sono aumentati e abbiamo più difficoltà a reperire un alloggio. Siamo fortunati: al secondo tentativo troviamo un cottage sulla riva di un piccolo fiordo, qualche chilometro prima di Svolvaer. Abbiamo percorso 90 km e 869 metri di dislivello. (Ad oggi: 4.574 km - 35.227 metri di dislivello)

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28/06/2014 - sabato - 56^ tappa - Norvegia 33° giorno - isole Lofoten 3^ parte: A Svolvaer abbandoniamo la E10 e ci immettiamo sulla strada n. 82 per Fiskebol, che costeggia un braccio di mare chiuso tra due catene montuose: cime morbide e versanti ricoperti di vegetazione, quelle della sponda occidentale; più aspre e brulle, con lingue di neve che scintillano al sole, quelle della riva orientale. Dopo 41 km di ups and downs, prendiamo il traghetto e approdiamo a Melbu, sull'isola di Hinnoya. Il traffico diminuisce notevolmente. I camper, che avevano invaso le strade delle tre isole precedenti, le principali e più turisticizzate, sono scomparsi. Questa parte settentrionale delle Lofoten è meno selvaggia, ma altrettanto affascinante. E' più tranquilla e senz'altro più piacevole da percorrere in bicicletta. 45 km, quasi tutti pianeggianti, sul litorale. Arriviamo velocemente al campeggio di Sortland, posto su un promontorio, in ottima posizione. Percorsi 86 km e 635 metri di dislivello. (Ad oggi: 4.660 km - 35.862 metri di dislivello)

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29/06/2014 - domenica - 57^ tappa - Norvegia 34° giorno - isole Lofoten 4^ parte: da Sortland, la strada n. 82 si inerpica su un piccolo altopiano ricoperto di boschi, penetra in una galleria e scende di nuovo verso la costa. Prosegue, quindi, verso Narvik, ma noi, al bivio, deviamo a sinistra sulla n. 83, dirigendoci verso Harstad, non potendo percorrere il lungo tunnel sottomarino che incontreremmo più avanti. La carreggiata si restringe e serpeggia lungo un fiordo dominato da alte montagne cosparse di nevai. Aria frizzante, cielo azzurro e tanta pace. Pedaliamo per 48 km in completa solitudine, tra il gorgogliare dell'acqua dei ruscelli che si tuffano direttamente nel mare e il cinguettio degli uccellini. Questa parte delle Lofoten sembra snobbata dal turismo di massa eppure è di una bellezza sconcertante. Circa 15 km prima di Harstad, attraversiamo un promontorio e, quindi, scendiamo verso il porto. Alle 16 ci imbarchiamo su una fastboat. Dopo tre ore di navigazione, approdiamo a Tromso, dove andiamo alla ricerca di un albergo.
Percorsi 72 km e 798 metri di dislivello. (Ad oggi: 4.732 km - 36.660 metri di dislivello)

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30/06/2014 - lunedì - 58^ tappa - Norvegia 35° giorno: attraversiamo un lungo ponte e lasciamo alle nostre spalle Tromso, piccola cittadina incastonata tra il mare ed una corona di montagne innevate. Ci avviamo, quindi, lungo la pista ciclabile che, costeggiando un grande fiordo, corre parallela, ma solo per un tratto, alla trafficatissima E6. Fortunatamente, dopo 26 km, deviamo sulla strada n. 91, più tranquilla, che si snoda, per 23 km, in una valle ricoperta da foreste e racchiusa tra montagne dalle cime arrotondate. Una gran quantità d'acqua scende dai ripidi pendii e si riversa in numerosi, piccoli torrenti; la corsa di questi ultimi è breve, confluendo presto in un fiumiciattolo che sfocia nel mare. Arriviamo al porto e traghettiamo sulla penisola di Lyngen, la cui dorsale, coperta da ghiacciai, è formata da alcune tra le più aspre vette alpine della Norvegia. Pedaliamo per 21 km sulla riva di un fiordo, stretto tra imponenti montagne, dopodiché prendiamo un traghetto per Olderdalen. Qui, seguiamo di nuovo la E6, ora divenuta l'unica strada percorribile per Capo Nord. La carreggiata, a tratti, si riduce ad una sola corsia e pure il traffico diminuisce notevolmente. Procediamo ancora per una ventina di chilometri, fermandoci non appena reperiamo una stanza dove passare la notte. Percorsi 90 km - 809 metri di dislivello. (Ad oggi: 4.822 km - 37.469 metri di dislivello)

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01/07/2014 - martedì - 59^ tappa - Norvegia 36° giorno: oggi c'è una luce particolare, molto più viva del solito, che mi dà energia. L'aria è fresca e limpidissima; il sole, invece, scotta sulla pelle del viso, l'unica scoperta. Continuiamo a pedalare sulla E6, con il nostro passo regolare. Qualche saliscendi, 3,5 km di salita per scavalcare un promontorio, ancora saliscendi e, infine, un'ascesa di 7 km per superare un piccolo passo a 400 metri di quota. Ed è qui che vedo le mie prime renne al pascolo. Non si muovono al passaggio delle auto, ma, al nostro arrivo, si dileguano nel bosco. Dobbiamo avere un aspetto spaventoso! La strada è larga e sale, drittissima, ad una pendenza costante del 7%. Arriviamo ad un bel rifugio in legno, arredato in stile lappone. Qualche foto allo splendido panorama, una buona cioccolata e, poi, riprendiamo la nostra via. Dopo un paio di strappetti, ci lanciamo in una lunga discesa. Attraversiamo un grande ponte e procediamo sulla riva di un fiordo. Sono quasi le 17; abbiamo percorso 85 km e 1.093 metri di dislivello. Al primo cartello segnaletico raffigurante una casetta, giriamo le bici e poniamo fine alla nostra tappa odierna. (Ad oggi: 4.907 km - 38.562 metri di dislivello)

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02/07/2014 - mercoledì - 60^ tappa - Norvegia 37° giorno: giusto per non perdere il ritmo, iniziamo subito con una bella salita di 6,5 km al 7% di pendenza, che ci consente di superare un promontorio. Ed eccoci finalmente nel Finmark, la regione dei lapponi, la più estrema della Norvegia. Credo che il caldo di oggi sia anomalo; il sole brucia sulla pelle e in salita si suda maledettamente. Non indosso l'abbigliamento estivo perchè vi è una gran quantità di vespe, tafani e zanzare. In discesa sento gli insetti picchiettare sugli occhiali e sul viso; è una sensazione disgustosa. Dopo aver costeggiato un interminabile fiordo, ci dirigiamo verso Alta, sempre pedalando lungo la costa montuosa, accompagnati dal rumore dell'acqua che scorre nei torrenti, impetuosa. Aggiriamo una galleria, ne evitiamo un'altra, percorrendo la vecchia E6 che scavalca la montagna, e, poi, ci tuffiamo in picchiata verso la piccola cittadina. Ci fermiamo al primo albergo; siamo stanchi ed affamati. (Percorsi 120 km - 1311 metri di dislivello. Ad oggi: 5.027 km - 39.873 metri di dislivello)

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03/07/2014 - giovedì - 61^ tappa - Norvegia 38° giorno: lasciamo Alta sotto una fitta pioggerella, che cessa non appena inizia la salita, dopo circa 18 km: 4 km al 7%, che scorrono velocemente. Una breve discesa e, poi, di nuovo su, verso l'alto. Saliamo in modo discontinuo, finchè arriviamo su un altopiano desolato, spazzato da un vento violento, a 400 metri di altitudine. Le forti raffiche arrivano lateralmente, da ovest, e ci costringono a piegare le bici sul fianco per mantenere l'equilibrio. Tir, autobus e camper viaggiano ad una velocità supersonica. Non ci sono controlli, qui, e questa strada invoglia a correre. Ad ogni loro passaggio, veniamo scossi e sballottati in modo pauroso. Pedaliamo per molti chilometri in quota, percorrendo infiniti saliscendi. Ogni metro è guadagnato con grande fatica. Fa freddo. Il vento non dà tregua e una pioggia ghiacciata, adesso, sferza la pelle del viso, graffiandola. Dopo un'eternità, finalmente, scendiamo ai 70 metri di quota e il tempo migliora. All'incrocio con la strada per Hammerfest, svoltiamo a destra e continuiamo sulla E6, riprendendo, quindi, a salire. Restiamo, per una quindicina di chilometri, a 200 metri di quota e, poi, una discesa di 3-4 km ci deposita all'albergo sul mare, l'unico incontrato in questa tappa, dove ci fermiamo per la notte. (Percorsi 110 km e 1.121 metri di dislivello. Ad oggi: 5.137 km - 40.994 metri di dislivello)

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04/07/2014 - venerdì - 62^ tappa - Norvegia 39° giorno: la strada corre sinuosa lungo la costa, tra il mare e la montagna. Piove a singhiozzo, ma non è una pioggia che inzuppa. Le nuvole nel cielo non destano preoccupazione. Non c'è neppure un gran traffico; quindi, possiamo pedalare con tranquillità, godendoci il paesaggio, che, via via, diventa più selvaggio. Questi luoghi solitari sono popolati da diverse specie di uccelli marini. Mi perdo ad osservare i loro voli. Che spettacolo meraviglioso è la natura! Ad un tratto Marco mi indica alcune foche che stanno nuotando poco distante dalla riva. Sono talmente vicine che posso sentirle espellere l'aria quando la loro testolina emerge dall'acqua. Più tardi ci infiliamo in una galleria di 3,5 km e, poco dopo, in un'altra di 500 metri. I versanti si addolciscono e la strada si allontana dalla costa, attraversando una landa priva di vegetazione. Abbiamo già macinato una novantina di chilometri, quando ci troviamo davanti le fauci spalancate del tunnel sottomarino. Poco meno di 7 km, di cui 3 in discesa, uno in piano e 3 in salita al 9% di pendenza. Per fortuna, al suo interno, essendo il traffico scarso, non vi ristagna tutto quel gas di scarico che avevamo immaginato. Però c'è molta umidità. Le ruote delle nostre bici, con i copertoncini ormai levigati dall'usura, scivolano leggermente sull'asfalto viscido e lo spostamento d'aria, causato dai veicoli al loro passaggio, ci procura qualche sbandamento. Riemergiamo dall'altra parte con un sospiro d sollievo. Le nostre pesanti bici ci hanno fatto penare un po' durante la risalita, ma ce l'abbiamo fatta. Un bel respiro e, poi, via, verso Honningsvag, che raggiungiamo dopo 23 km e un'altra galleria di 4,5 km. E' l'ultima ed unica località nella quale possiamo organizzare il nostro viaggio di rientro. A Capo Nord mancano soltanto 30 km; ci andremo domani, con calma. Prima vorremmo capire come leveremo le ancore da qui alla fine della nostra avventura. Consigliati dall'ufficio turistico del posto, decidiamo di ritornare a Tromso, lunedì prossimo, con l'Hurtigruten, così ci rilasseremo un giorno navigando lungo la costa. Mercoledì, voleremo da Tromso a Milano, via Oslo. Con il cuore in pace, ci avviamo verso l'ostello. (Percorsi 117 km e 609 metri di dislivello. Ad oggi: 5.254 km - 41.603 metri di dislivello)

TRACCIA PERCORSO 62^ TAPPA


05/07/2014 - sabato - 63^ e ultima tappa - Norvegia 40° giorno: cielo terso e azzurro, temperatura gradevole. Potevamo chiedere di meglio per la nostra tappa finale? Accendo il lettore MP3: voglio ascoltare la mia musica preferita durante i 30 km che ci separano dalla nostra meta. Ho il cuore gonfio di gioia, non mi sembra vero di essere arrivata sin qui. Affronto con entusiasmo le ultime salite. Chi la sente più la fatica? Mi sbraccio nel salutare i camper italiani che incrocio per strada e rido quando i motociclisti alzano il pollice passandoci accanto. Forse, sì, nel nostro piccolo, abbiamo fatto qualcosa di grande. Ripenso ai paesaggi superbi che ho avuto la fortuna di ammirare, alle persone meravigliose che ho incontrato e che non dimenticherò mai. Sono felice, soprattutto per Marco, perchè raggiungere Capo Nord in bici era il suo sogno, che, poi, è diventato anche il mio. Averlo realizzato in completa autonomia, senza il supporto di un camper od altro, è stata un'esperienza unica, che non ha niente di paragonabile ad altri viaggi. Rivado col pensiero a coloro che ci hanno offerto un aiuto lungo la strada, spesso prima ancora che glielo chiedessimo. Dall'Italia alla Norvegia abbiamo sempre trovato disponibilità e cordialità. Sono immensamente grata a tutti quanti, in particolar modo ai norvegesi per la loro generosità. Ho scoperto un popolo semplice e forte, più rivolto all'essere che all'apparire (per dirla come l'amico Giorgio Murari). Sono stati due mesi lunghi, intensi, ma, ogni giorno abbiamo sentito la vicinanza degli amici più affezionati, che hanno seguito assiduamente la nostra avventura da casa, grazie a Facebook. Li racchiudo tutti in un unico grande abbraccio. E adesso di corsa al "globo" per la foto di rito!!
(oggi: 32 km - 790 metri di dislivello)

TRACCIA PERCORSO 63^ TAPPA

COMPLESSIVAMENTE: percorsi 5.286 km - 42.393 metri di dislivello)















19 commenti:

  1. Grandi. Avete qualche indicazione (segnaletica, prezzi ecc.) circa le camere dei privati in Norvegia ? Questo perchè a metà maggio mi "tuffo" in una piccola pazzia inkappi.eu Grazie, Fabio Fabbri

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  2. Grazie! Premesso che noi abbiamo seguito essenzialmente piste o percorsi ciclabili, posso dirti che la segnaletica è ottima in Austria e Germania, buona in Danimarca e Norvegia. Per sicurezza, comunque, è meglio avere con sè una cartina dei vari Paesi attraversati. In Austria e Germania una camera doppia in B&B costa in media sui 70 euro e in Danimarca 80-90 euro. In Norvegia trovi, sia presso privati che nei campeggi, le hytte (casette o appartamenti), i cui costi vanno dai 40 ai 140 euro, in base al numero dei posti letto, al bagno interno od esterno, alla presenza o meno di una cucina, ecc. Anche una doppia in albergo non costa meno di 100 euro. Un letto in ostello, costa, invece, intorno ai 25 euro, in camerata, oppure intorno ai 100 euro, in camera doppia senza servizi. Più vai a nord, più i prezzi aumentano e meno possibilità di scelta hai. Questo è quello che abbiamo riscontrato pedalando lungo la costa occidentale della Norvegia. Non so dirti se vale anche per le zone interne. Un grande in bocca al lupo per la tua avventura!

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    1. Grazie e lunga vita al lupo. Girando per vari siti anch'io ho avuto il riscontro che il nord ha un altro tenore di vita e per questo ho con me la tenda che è moooooolto più economica e consente soste estemporanee. Un saluto, Fabio

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  4. Davvero complimenti per il vostro incredibile coraggio, e grazie per questa bella esperienza che mi avete fatto vivere!

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    1. Grazie a te! Gentilissimo! E' stato veramente un viaggio meraviglioso, che auguro a chiunque di poter effettuare una volta nella vita. Ciao!

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  5. Ciao, innanzitutto complimenti. Qual era il vostro livello di preparazione fisica al momento della partenza?

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    1. Ciao Maddalena! Grazie per i complimenti! Scusa per il ritardo con cui rispondo al tuo commento. Nei mesi precedenti la partenza per Capo Nord, cioè da gennaio ad aprile, avevo macinato circa 5.000 km in mountain bike. Pedalo regolarmente dal 2004 e adoro le salite. Nonostante ciò, è stato un viaggio abbastanza faticoso, vuoi per il peso delle borse, vuoi per il vento costante e sempre contrario, vuoi per tutti i saliscendi e le salite che abbiamo affrontato lungo la costa occidentale della Norvegia, vuoi per l'età (53 anni). Mio marito, invece, all'epoca aveva 56 anni; ha iniziato a pedalare 10 anni prima di me e, al momento della partenza, era ben allenato.

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  6. Ciao Emanuela, e davvero complimenti per questo Viaggio! Faccio cicloturismo da sempre o quasi (quest'anno sarà il viaggio numero 22...) e capo nord mi affascina da sempre...
    Una semplice domanda: come siete tornati? nave? Aereo? treno?
    Grazie!!
    Emanuela

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    1. Grazie! ..."Consigliati dall'ufficio turistico del posto, decidiamo di ritornare a Tromso, lunedì prossimo, con l'Hurtigruten, così ci rilasseremo un giorno navigando lungo la costa. Mercoledì, voleremo da Tromso a Milano, via Oslo."

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  7. Prima di tutto ti faccio i complimenti per lo straordinario viaggio che hai fatto, poi per le fotografie e per il diario: leggere il tuo racconto è un piacere per l'anima e carburante per i miei sogni di viaggiatore.
    L'anno scorso sono stato a Salisburgo e su quanto scrivi riguardo ad Alpe Adria non posso che essere d'accordo, chiamarla ciclabile è per conto mio un azzardo, dovrebbero chiamarla 'percorso'.
    L'altro viaggio che ho fatto (lo so due sono pochi ma mi rifarò) è stato il tentativo di percorrere la Claudia Augusta. Da sprovveduto principiante, al Passo Resia ero rosso come un peperone. C'erano 34 gradi e continuare completamente coperto per proteggere le scottature non era per niente divertente e quindi ho deviato per Innsbruck e sono tornato.
    Dopo questa lunga introduzione arrivo alla domanda.
    Quest'anno vorrei andare al Lago di Costanza, quindi rifare il Resia e raggiungere Fussen. La volta precedente da Nauders, seguendo la guida, sono andato a Martina in Svizzera, percorso che non vorrei rifare visto che ho letto che tu da Nauders sei andata diretta a Pfunds.
    Adesso arriva la domanda davvero:
    ricordi di aver trovato gallerie (che vorrei evitare) in quel tratto di statale?
    Enrico

    Se ti va di dare un'occhiata ai miei album

    https://www.facebook.com/nome.hocambiato/media_set?set=a.1851683561561686&type=3
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    1. Ciao Enrico! Innanzitutto, grazie per i complimenti! Rispondendo alla tua domanda: sì, ci sono gallerie ed è una strada molto trafficata. Non te la consiglio. Io non la rifarei più, anche perché con il forte vento laterale che abbiamo trovato noi e che ci faceva sbandare paurosamente, è stato un incubo. Buone pedalate!

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  8. Ciao Emanuela,
    Complimenti vivissimi per tutto, veramente emozionante leggere il tuo diario.
    Sono capitato qui perché voglio andare anche io a capo nord in bici.
    Ti chiedevo se era possibile avere la traccia del vostro viaggio?
    Per avere una base su cui eventualmente lavorare.
    Valerio

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    1. Grazie mille, Valerio, per i complimenti! Nel diario ci sono tutte le 63 tracce GPS del percorso scaricabili e anche la mappa completa del viaggio. Ciao!

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  9. Ciao, una domanda apparentemente sciocca: come siete tornati? Treno/aereo? E le bici ?

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  10. Ciao Emanuela, complimenti per il tuo viaggio. Mi chiamo Giuseppe e a meta' maggio partirò anche io per Capo Nord. Quello che mi terrorizza è il ritorno. Secondo te si può prendere l'aereo ad Alta? e poi come avete fatto ad impacchettare la bici?
    grazie

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