Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

sabato 1 dicembre 2012

FERRARA, FIUME PO E DINTORNI in camper e bici (01-04/11/2012)



01/11/2012: FERRARA. Il meteo per il prossimo “ponte dei morti” è sconfortante. Non mi scoraggio: c’è sempre una via d’uscita. Ma dove posso andare senza sprecare troppo tempo per il viaggio, visto che ho a disposizione soltanto quattro giorni? Procedo per gradi. Un’occhiata generale alle previsioni dell’Italia mi consentono di individuare due aree meno piovose per quel periodo, raggiungibili con il camper in meno di tre ore: la provincia di Cuneo e il delta del Po, due regioni diverse e opposte. Per la prima sono annunciate temperature massime intorno ai 7° C, mentre, per la seconda, più vicine ai 19°C. Nessuna indecisione sulla destinazione, dunque: per gelare dal freddo ci sarà tutto il tempo nei mesi a venire. La zona nei pressi del delta del Po offre molto, sia dal punto di vista naturale che culturale; non c’è che l’imbarazzo della scelta. Se, poi, consideriamo che questi luoghi sono “amici” dei ciclisti … un motivo in più per andare a conoscerli. E allora perché non cogliere due piccioni con una fava e combinare la visita ad una città d’arte con qualche scorribanda in bici nei suoi dintorni? Ferrara mi entra nella testa come un tarlo; non ci sono mai stata, ma so che è un piccolo gioiello. Già mi vedo passeggiare lungo i suoi vicoli stretti, che trasudano storia da ogni pietra. 

Dal sogno alla realtà, il passo è breve e, come per magia, mi ritrovo nel'area camper di Via Darsena n. 138, Rampari di San Paolo (GPS: N44.835151, E11.610370), 31 posti, videosorvegliata, vicina al centro storico, il quale, chiuso al traffico motorizzato, si raggiunge in 10 minuti a piedi (aggiornamento: ora, per accedere all’area camper, bisogna registrarsi on line sul sito http://www.ferraratua.it e pagare anticipatamente, con carta di credito o prepagata, blocchi di 12 ore a 5€ (00-12 e 12-24) fino ad un massimo di 72 ore. Una volta pagato si riceverà una mail di conferma della prenotazione contenente un QR CODE che può essere stampato, o in alternativa salvato su smartphone, che consente l’ngresso alla struttura. Oppure, negli orari di apertura al pubblico del front office di via Kennedy n. 6/8 (orari: 8.30–12.30 /13.30–16.30), è possibile effettuare l’operazione di prenotazione e pagamento direttamente allo sportello).

Dedichiamo il pomeriggio alla visita dei tesori artistici e storici della città, quali il Palazzo dei Diamanti, la cattedrale di S. Giorgio ed il castello degli Este, dopo aver attraversato immense piazze, passeggiato sotto infiniti portici e tra antiche mura, respirato secoli di storia e ammirato capolavori d’arte, nonchè degustato, con il medesimo piacere, quelli culinari.












02/11/2012: DA FERRARA A CENTO E RITORNO in mountain bike

(99 km - 77 metri di dislivello)

Stamattina montiamo in sella alle nostre mountain bikes e andiamo alla scoperta anche delle bellezze naturalistiche del posto.

Usciamo dall’area camper, giriamo a sinistra e poi subito a destra verso Corso Cavour, che percorriamo sino in fondo sul largo marciapiede riservato alle bici. Svoltiamo, quindi, di nuovo a destra in Viale Po, restando sempre sul marciapiede. Attraversiamo l'incrocio e proseguiamo alla nostra sinistra su pista ciclabile, seguendo i cartelli che indicano FE 101 del Burana. 

Dopo circa 4 km usciamo dalla città e ci portiamo sull'altro lato della strada, immettendoci sul “Percorso ciclopedonale del Burana”, che costeggia il canale omonimo; 14 km di puro relax nelle campagne ferraresi. Prima della sua inaugurazione, nel 2004, questo percorso era il semplice argine di un anonimo canale sperduto tra le nebbie. Oggi, invece, è un paradiso per chi ama praticare sport all’aria aperta, a due passi dalla città. A parte un piccolo tratto finale, la ciclabile corre tra due filari di pioppi ed è, quindi, ombreggiata; ideale in estate, ma sconsigliata a chi soffre di allergia, nel periodo primaverile, durante la fioritura di queste piante; la si può percorrere sia a piedi che in bicicletta ed è adatta a tutti, anche ai più piccoli. Sulla strada ci sono pure aree attrezzate con panchine e tavoli ove poter sostare, ma è presente una sola fontanella, situata nei pressi della località di Vigarano Pieve. 

Poco dopo aver attraversato il Cavo Napoleonico (un canale artificiale, lungo 18 km, che collega il Reno al Po) sul vecchio ponte della ferrovia, usciamo dalla pista ciclabile e svoltiamo a sinistra, seguendo le indicazioni per il centro di Bondeno, che raggiungiamo attraversando il ponte sul Panaro. Da qui si può raggiungere anche la pista ciclabile "Delta Po", che fa parte di un altro itinerario. Noi, però, siamo diretti a Cento. Percorriamo, quindi, un lungo viale, alla fine del quale giriamo a destra e, al semaforo, a sinistra, verso Santa Bianca, uscendo velocemente dall’abitato. Nei pressi di un’idrovora, e appena superato l’ennesimo ponte sul canale, giriamo a destra, ritrovandoci sull’argine sinistro di quest’ultimo, molto alto rispetto al corso d’acqua che scorre a destra ed ai terreni coltivati che si estendono a sinistra. 

Percorriamo una strada aperta al traffico, ma si tratta di una via secondaria poco battuta dalle auto. Il paesaggio è tutto uguale e, a dir la verità, un po' monotono, cosicché il tempo scorre troppo lentamente nel silenzio della campagna. Dopo una dozzina di chilometri, giungiamo a Finale Emilia. All'incrocio giriamo, prima, a sinistra e, poi, a destra. Mancano 14 km alla nostra meta e li facciamo su strada un po’ trafficata, attraversando Alberone, Dodici Morelli e Rezzato. Quando arriviamo a Cento abbiamo percorso 46 km. 

La cittadina, piano piano, si svela in tutta la sua bellezza. Il centro storico, nonostante sia stato gravemente danneggiato dal sisma dello scorso mese di maggio, è magnifico, con i suoi lunghi portici tipicamente padani. Osservo con dispiacere le lunghe e profonde crepe negli edifici che, con tanta cura, erano stati ristrutturati e recuperati. Che peccato! 

Un brivido lungo la schiena mi riscuote dai tristi pensieri: è ora di ritornare a Ferrara. Usciamo dal centro città dalla via principale e continuiamo dritto verso il cimitero, a destra del quale troviamo la stradina che conduce a Dosso. 

Improvvisamente la nebbia si dirada e, come d’incanto, mi ritrovo circondata da un paesaggio ridente e luminoso. Così è tutto un altro mondo! Costeggiando un piccolo canale e dopo aver superato i borghi di Dosso e Molino Albergati, ci troviamo ad un crocevia. Giriamo a sinistra, continuando dritto per un paio di chilometri fino ad una grande rotonda, dove prendiamo la prima via a destra per S. Agostino. Dopo il ponte svoltiamo subito a sinistra verso S. Carlo, sbucando di nuovo sulla statale. Deviamo, quindi, a sinistra, passando davanti ad un altro cimitero e, poco dopo, imbocchiamo, sempre a sinistra, Via Risorgimento per raggiungere il centro di S. Carlo. 

Procediamo dritto per alcuni minuti e, prima del ponte, al bivio, viriamo a destra sulla stretta carreggiata che costeggia il Cavo Napoleonico. Dopo 8 km ci ritroviamo nuovamente a Bondeno, all’incrocio con la strada principale. 

Ci dirigiamo, quindi, a sinistra, verso il centro del paese, ma adesso ignoriamo il ponte sul Panaro attraversato questa mattina e ci infiliamo nella stradina a destra, dalla quale eravamo usciti all’andata e che ci riconduce sulla Ciclovia del Burana. Ripercorriamo quest'ultima a ritroso e con buon passo, godendoci il tepore del sole. Dopo circa un’oretta, ci rituffiamo nel centro storico di Ferrara per riassaporarne ancora un po’ la  sua magia alla luce calda del tardo pomeriggio. 

Ecco, però, che, dopo aver pedalato per 99 km, altri desideri si fanno impellenti e prendono il sopravvento. Abbandono, quindi, senza sensi di colpa, i capolavori rinascimentali per dedicarmi a quelli più seducenti, in questo momento, della pasticceria “Il gusto dell’arte”. Non nutriranno l’anima, non coinvolgeranno le emozioni, ma vuoi mettere? E, poi, chi l’ha detto? Sempre di arte di tratta.













03/11/2012: DA FERRARA ALLA CICLOVIA "DESTRA PO", CON RITORNO VIA BONDENO E CICLOVIA DEL BURANA, IN MOUNTAIN BIKE 

(70 km - 30 metri di dislivello)


Terzo giorno in quel di Ferrara. Stamattina il cielo è un po’ lattiginoso e leggermente offuscato dall’inevitabile nebbiolina autunnale. Siamo fortunati, visto che, in questo momento, dalle mie parti sta piovendo. Anche oggi abbiamo la possibilità di fare un bel giro in mountain bike, seppur su strade asfaltate. Salvo imprevisti, compiremo un piccolo e facile anello di circa 70 km che include un breve tratto della ciclovia Destra Po: inizia a Stellata di Bondeno e termina a Gorino Ferrarese, alla foce del fiume che le dà il nome. Un percorso di 124 km attraverso ambienti naturali unici, borghi antichi e città d'arte. La “Destra Po”, tra l’altro, è inserita nel progetto Eurovelo, una rete di 12 itinerari ciclabili paneuropei che collegano tutti i Paesi del continente e costituisce il tratto centrale del percorso n. 8 che parte da Atene, in Grecia, e arriva a Cadice, in Spagna.

Dal Castello Estense di Ferrara, lungo l'antico Corso Ercole I d'Este, con un po' di fastidio da parte mia, a causa della pavimentazione in sassi che mi fa tremare come un budino, raggiungiamo le alte mura della città, che la cingono per 9 km. Con grande sorpresa, scopro che si può salire sul terrapieno alberato che copre la cortina muraria, accessibile soltanto a piedi o in bici. Come se pedalassi sul crinale di una collina, osservo il centro storico che si dispiega alla mia sinistra e la periferia alla mia destra. Dopo pochi chilometri, però, lo sterrato sulle mura termina e siamo costretti a scendere. Tanto per cambiare, abbiamo sbagliato direzione. Torniamo indietro sulla strada asfaltata e andiamo alla ricerca della ciclabile FE202 per la Destra Po. Non è difficile da trovare, le indicazioni ci sono, ma noi eravamo distratti o, forse, attratti da quella particolare cinta muraria. La pista appena imboccata, invece, ci porta all'esterno delle mura.

Pertanto, lasciamo alle nostre spalle la città, passiamo accanto al Campeggio Estense e ci dirigiamo verso Francolino, che raggiungiamo dopo circa 10 km. Qui, saliamo sull'alto argine del Po e pedaliamo, per circa 25 km, attraverso le tipiche atmosfere rarefatte della campagna, ammirando il paesaggio fluviale che scorre lento davanti ai nostri occhi. Dopo un’oretta, arrivati a Bondeno, usciamo dalla ciclovia, che, seppur poco trafficata, è comunque aperta ai veicoli motorizzati. Superiamo il ponte sul Cavo Napoleonico (grande canale che collega il Reno al Po) e seguiamo le indicazioni per il centro del paese. Riconosco le strade già percorse ieri e adesso è facile individuare, alla nostra sinistra, appena attraversato il ponte sul Panaro, il “Percorso ciclopedonale del Burana”, che ci riconduce a Ferrara dopo una ventina di chilometri. 

E' presto, perciò ci arrampichiamo di nuovo sulle mura della città. 

Mi piace questa strada sopraelevata, che corre tra due filari di alberi: sembra di essere in un immenso giardino, dove la gente passeggia, pedala o fa jogging. 

Ad un certo punto dobbiamo scendere dai bastioni per risalirvi, qualche metro più avanti, attraverso un piccolo sentiero, al termine del quale ci lanciamo giù per un ripido pendio erboso. 

Ci infiliamo subito nella pista che aggira le mura all’esterno, in un bel parco, dove coppiette e intere famiglie passeggiano indisturbate: un'oasi di pace in mezzo al verde. Non ho mai desiderato vivere in una città, ma Ferrara è davvero bella e ci si sta bene; è a misura d’uomo, vivibile di giorno e vivace quando calano le ombre della sera.






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