Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

domenica 7 ottobre 2012

CARINZIA E STIRIA in camper e bici (Parco Nazionale di Gesause - Austria 2012) - 8° giorno

29/07/2012 (ottavo giorno) Giro in mountain bike nel Parco Nazionale di Gesause (fattibile anche in bici da corsa) – Stiria

(72 km – dislivello tra i 1000-1500 metri. Il Garmin ad un certo punto ha smesso di rilevare il dislivello, forse a causa del temporale?)

Uscire in bici stamattina è un azzardo. Non piove, è vero, ma tutta la notte sulle nostre teste ha imperversato un violento temporale ed è impossibile che quei nuvoloni neri, che ci osservano minacciosi da lassù, non rovescino di nuovo, sul mondo sottostante, qualche goccia d’acqua, ma io voglio crederlo; magari non proprio qui, magari non così tante da inzupparci, magari molto più tardi, a giro concluso. Così, sorretti dal reciproco ottimismo, Marco ed io inforchiamo le nostre mountain bike, che, in questi posti traboccanti di piste ciclabili, sono l’ideale, perché permettono di andare dappertutto e ci dirigiamo verso Hieflau. Costeggiamo per 9 km la sponda destra del torrente, in un ambiente che, se fosse illuminato dai raggi del sole, sarebbe paradisiaco. Come cambiano i luoghi, invece, in una giornata fosca e cupa! Un paesaggio ridente diventa improvvisamente lugubre ed opprimente. L’allegro gorgogliare di un torrente si trasforma in un frastuono sinistro e inquietante. Le sue acque, limpide e chiare, assumono il colore della terra che trascinano nella loro corsa tumultuosa. Ce la sto mettendo tutta per vedere un cespuglio di rose al posto di uno di rovi, ma proprio non mi riesce. Non lo voglio ammettere, ma sono delusa. Oggi, come non mai, avrei tanto desiderato una giornata diversa. I 9 km fino a Hieflau scorrono lenti; il paesaggio è nascosto dalle nuvole. Passiamo sull’altra sponda dell'Enns, percorrendo, ora, il corso d’acqua in senso inverso e seguendo le indicazioni per Kirchenland. 
Lo scroscio violento arriva improvviso, preceduto da folate di vento. Neanche il tempo di indossare il k-way e ci ritroviamo fradici. Il cielo è squarciato dalla luce dei fulmini, che preannunciano i boati dei tuoni. Raggiungiamo, dopo alcuni minuti, una vecchia cascina e ci ripariamo sotto un capanno della legna, in attesa che il temporale passi. Poi ripartiamo alla volta di Attanmarkt, allontanandoci dalla gola del Gesause. 
Pioviggina, adesso. La strada è tutta un saliscendi ed è praticamente deserta. Svoltiamo a sinistra verso Admont, attraversiamo St. Gallen, passiamo ai piedi del suo piccolo castello, eretto su un’altura, e, poco dopo, iniziamo a salire; prima dolcemente, poi con pendenze più severe. Una bella strada, fiancheggiata da un ruscello, che serpeggia tra boschi e prati. Scolliniamo dopo circa 7-8 km e ci fiondiamo in una discesa che è spettacolare anche col maltempo. Alte montagne rocciose si stagliano all’orizzonte, emergendo dalle nuvole, che le avvolgono come stole preziose sulle spalle di eleganti signore. 
Continuiamo, poi, su un tratto in pianura fino ad Admont, dove seguiamo le indicazioni per il Campingplatz, immettendoci sulla n. 146. In alto, a destra, immersa nel fitto del bosco, scorgo l'abbazia benedettina, che ospita, tra l'altro, la più grande biblioteca abbaziale del mondo, creata nel corso dei secoli dai monaci benedettini. La tregua è terminata, ricomincia a diluviare. Con gli occhi appannati dalla pioggia, percorriamo gli ultimi 15 km che ci separano dal campeggio. Oggi è andata così, ho voluto forzare gli eventi e mi devo accontentare. Beh, almeno ci ho provato. Poteva andare meglio, ma forse anche peggio. 

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