Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

mercoledì 10 ottobre 2012

CARINZIA E STIRIA in camper e bici (LESACHTAL - Austria 2012) - 12° giorno

02/08/2012: Un giro nella Lesachtal (Carinzia)

(da Oberdrauburg: 115 km - 1800 metri di dislivello in mountain bike)

L’ultimo giorno in terra austriaca ci regala un cielo sereno e un sole splendente. Che bellezza! Sono proprio curiosa di attraversare la Lesachtal, una piccola valle compresa tra le Dolomiti di Lienz, a nord, e la Carnia friulana, a sud. Un angolo d’Austria ancora piuttosto isolato, ideale per chi ama la natura intatta e per me tutto ancora da scoprire. E’ un ambiente raccolto tra valli e vette, pochi paesini, niente complessi turistici o vita mondana. 
E allora via, si parte alla scoperta di un territorio che già si preannuncia interessante. Ci immettiamo sulla strada n. 110 e, superato il ponte sulla Drava, affrontiamo subito una salita, a dolci tornanti, di 6 km, seguita da una discesa di altrettanti 6 km, che ci deposita a Kotschach. Deviamo, quindi, a destra, sulla n. 111, infilandoci nella Lesachtal, in direzione di St. Lorenzen e, dopo un tratto di pianura, ricominciamo a salire di nuovo, in modo molto irregolare. 
Alternando blande pendenze a strappi più ripidi, stretti tornanti a curve più ampie, e raggiunta una quota intorno ai 1500 metri, procediamo, poi, lungo un interminabile saliscendi, dove perdiamo e recuperiamo continuamente dislivello, rimanendo, comunque, più o meno, sempre tra i 1000 e i 1500 metri di altezza. 
Non avevo mai affrontato prima d’ora un percorso simile … è sfibrante. 45 km di su e giù, con tratti all’11-12% … infiniti. Il paesaggio, però, merita tanta fatica. Una sfilata di cime rocciose ci accompagna per tutta la lunghezza della valle che stiamo attraversando. Dalla nostra posizione possiamo intravedere il Lesach, che scorre laggiù, distante, quasi nascosto dalla fitta vegetazione. Lungo la strada, piccoli borghi, fontanelle per riempire le borracce ed un numero incredibile di chiesette con il tetto a punta. Tutto è ordinato e armonioso, come in una bella cartolina: i prati dove pascolano indisturbate le mucche, le case con i fiori ai balconi e, poi, boschi e montagne alte più di duemila metri. A Maria Laggau facciamo una deviazione di 100 metri per vedere i famosi, antichi mulini e , dopo uno sguardo preoccupato al cielo, proseguiamo. 
Non riuscirò mai ad abituarmi ai repentini cambi di tempo della montagna. Com’è possibile che alcuni sbuffi di nuvole bianche, in un cielo terso, si trasformino, nel giro di qualche minuto, in un ammasso nero che avanza minaccioso, pronto a sconquassare la terra da cima a fondo? Non è tanto la pioggia a darmi fastidio, quanto i fulmini ed il timore che, ad uno di essi, venga la malaugurata idea di scaricarsi proprio sulla mia bici. L’animo sereno lascia il posto ad una leggera inquietudine ed è con un certo sollievo che raggiungo S. Oswald. Ricordo, per averlo notato sulla cartina, che, poco distante da lì, dovremmo incrociare un altro segmento della pista ciclabile che costeggia la Drava e, avvicinandoci alla civiltà, avremo maggior possibilità, all’occorrenza, di trovare riparo in un luogo più sicuro. 
Dopo una discesa più lunga delle precedenti e poco prima della ferrovia, imbocchiamo, a destra, la pista ciclabile R1 per Lienz, quasi tutta in mezzo al bosco e completamente asfaltata. Ci troviamo, ora, nell'Osttirol.
Cambiando la nostra direzione di marcia, il tempo sembra migliorare. Qui c’è ancora il sole e il suo conforto ci persuade a fermarci qualche minuto per mettere qualcosa sotto i denti. Calmati i morsi della fame, risalgo in sella e scruto il cielo di nuovo con un po’ di apprensione. La massa cupa e compatta ha, nel frattempo, superato la montagna alle nostre spalle che la celava ed ora incombe ancora sopra le nostre teste. Da altre direzioni, diversi nuvoloni si stanno radunando e convogliando verso di noi. Presto si scatenerà il finimondo e Lienz dista ancora 30 km. Pesto come una forsennata sui pedali, mi sento braccata. Un vento violento scuote le fronde degli alberi, sollevando foglie e ramoscelli nel suo vortice. 
Vedo i chilometri che mancano a Lienz, segnati sui cartelli posti lungo la strada, scorrere velocemente al mio passaggio: 30, 25 … Finalmente la periferia della città ed ecco il bar di un campeggio. 
Marco vuole continuare fino ad Oberdrauburg, è convinto che ce la possiamo fare. Io insisto per fermarci. Com’è possibile evitare il putiferio nei prossimi 20 km? Già stanno scendendo i primi goccioloni! Entro decisa nel campeggio. Il bar è all’aperto, ma i tavolini sono protetti da enormi ombrelloni. Man mano che il temporale si avvicina, il rombo dei tuoni diventa via via più potente e lo scrosciare della pioggia sempre più assordante. I pochi avventori del bar se ne vanno e pure le due ragazze al banco. Siamo soli in balia degli eventi. A questo punto non resta che lasciar passare la tempesta e sperare che gli ombrelloni resistano all’urto travolgente del vento. Sopravviviamo ad un’ora di burrasca e, quando la turbolenza si allontana, ripartiamo. 

Procediamo dritto verso il centro di Lienz, percorrendo un breve tratto sterrato e poi, prima del ponte sul fiume e della stazione ferroviaria, giriamo a destra. In fondo alla via ricompaiono i piccoli cartelli verdi della R1. Visto che dobbiamo tornare in Carinzia, seguiamo la direzione di "Kärnten" e, successivamente, quella di Oberdrauburg per circa 20 km, avendo alla nostra destra la Drava e alla sinistra i binari della ferrovia. Gli ultimi 3 km prima di Oberdrauburg diventano sterrati, ma, c’è anche la possibilità di deviare sulla strada principale asfaltata. 
Arriviamo al paese cinque minuti prima della chiusura dei negozi. Già pregustando qualche gustosa prelibatezza, entro felice nella forneria-pasticceria del centro e saluto radiosa il commesso che sta dietro il banco, che, invece, mi guarda torvo. “It’s closed … closed … closed”. Eh, che diamine! Ho capito! Questa sera niente gratificazione del palato. Ci si deve accontentare degli gnocchi. Avrei voluto lasciare l’Austria con un ultimo bel ricordo … pazienza. Domani si torna in patria e già sogno i magnifici gelati italiani ….

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