Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

mercoledì 7 marzo 2012

STRADA DEL PONALE E LAGO DI LEDRO in mountain bike (Lago di Garda, dicembre 2011)

TRACCIA GPS:

(30 km tra andata e ritorno – 600 metri di dislivello in mountain bike)

Come sempre, il tempo scorre inesorabile e siamo già arrivati all’ultimo giorno di vacanza. Con le poche ore che abbiamo a disposizione, decidiamo di salire al Lago di Ledro. Un percorso che io immaginavo molto facile e anche alla portata dei ragazzini, ma che, alla fine, rivelerà le sue piccole insidie. Partiamo dall'area camper di Torbole (Camperstop Torbole - Via al Còr n. 2a - Nago-Torbole, Italia - GPS: N45.872580, E010.872620 - Link tariffe (cani ammessi), con corrente e camper service, a 100 metri dalla spiaggia, servizi igienici puliti, bagno per disabili, baby room, lavatrice, piccolo negozio - Tel. +390464548204 - sito web: https://www.camperstoptorbole.com/it), seguendo la pista ciclabile che costeggia il lago fino a Riva del Garda, dove arriviamo dopo circa 2 km. Abbandoniamo la pista e ci immettiamo sulla statale per Limone del Garda. Poco prima della galleria, imbocchiamo la rampa che sale alla destra del tunnel, dove inizia la vecchia strada del Ponale, che un tempo congiungeva il lago di Garda alla valle di Ledro. E’ più un largo sentiero che una strada ed è battuto sia da bikers che da pedoni in entrambi i sensi di marcia, perciò cerco di fare molta attenzione; corre alto, sopra le acque blu cobalto del Garda e attraversa piccole gallerie scavate nella roccia. Non esagero se dico che il panorama è mozzafiato. La vegetazione è rada, mediterranea, fatta di cipressi e lecci che crescono tra rocce strapiombanti sullo specchio d’acqua sottostante.  

La vecchia strada del Ponale che collega il lago di Garda al lago di Ledro

Dopo qualche chilometro arriviamo ad un bivio. A sinistra si raggiunge Pregasina, mentre noi continuiamo a salire, tenendo la destra per circa 2 km facili.


Usciamo, quindi, sulla strada principale, proprio in corrispondenza della fine di una galleria, e proseguiamo ancora per 300 metri su asfalto. 


Prendiamo, poi, la strada sterrata che si stacca a sinistra, la quale attraversa, per circa 6 km, piccoli boschetti, costeggiando un ruscello che scende a valle tra massi ricoperti di muschio verde. 


La pendenza è abbastanza dolce, ad eccezione di alcuni strappetti al 20%, in prossimità dei quali c’è un cartello che consiglia di salire con la bici a mano e che noi snobbiamo ridendo. Attraversiamo Prè e, appena fuori dal paese, lasciamo a destra la strada principale per imboccarne un’altra più stretta e impervia. 


Questi sono gli ultimi 2 km più impegnativi, con una rampa di circa 200 metri verso la fine ad una pendenza che non so quantificare, perché il Garmin non è stato in grado di rilevare. Superata Molina, ci troviamo sul lungolago di Ledro, ovviamente deserto in questa stagione. 


Una strada fa il periplo del piccolo bacino, ma oggi non abbiamo tempo a sufficienza per percorrerla e ci rassegniamo a rientrare. Dietro front! Stesso percorso fatto all’andata, ma, anziché riprendere la bella strada a fianco della galleria, abbiamo la malaugurata idea di tornare a Riva attraverso un ripido sentiero, che poi scopriremo essere solo pedonale, roccioso e a gradoni. 


A questo punto, però, indietro non si torna. Bici in spalla e, con grande fatica e non poca difficoltà, sbuchiamo di nuovo sulla vecchia strada del Ponale. 


Scendiamo gli ultimi chilometri con calma, per goderci ancora per qualche istante il magnifico panorama lacustre e, infine, quando la luce del giorno comincia a spegnersi, un po’ a causa delle nuvole e un po’ perché a dicembre la notte arriva molto presto, ripercorriamo a ritroso la pista ciclabile fatta al mattino, con un po’ di malinconia per questa vacanzina che ormai sta per volgere al termine.


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