Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso. (Luis Sepulveda)

martedì 6 marzo 2012

10/12/2011: da Riva del Garda alla Capanna Grassi (3° giorno) (45 km – 1.050 metri di dislivello in mountain bike)

La pista ciclabile che da Torbole conduce a Riva del Garda

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Panorama dalla pista ciclabile che da Riva conduce ad Arco

Ne beccassimo una giusta! Anche stavolta sbagliamo pista ciclabile. Partiamo con tutte le buone intenzioni, come sempre. Abbiamo studiato bene il percorso sulla cartina, ma, non si sa come, da Riva, imboccando la pista ciclabile per Varone, finiamo di nuovo ad Arco, completamente fuori zona. Vabbè, visto che la nostra meta successiva è Tenno, ci arriviamo via Chiarano e Varignano. 

Tenno
Un’occhiata al maestoso castello e al borgo medievale e poi prendiamo la strada a sinistra, per un tratto sterrata, che, dopo una breve discesa, sale a Pranzo. 

Pranzo
Adesso ricordiamo. Siamo passati di qua la scorsa Pasqua per raggiungere il lago di Tenno, ma salendo attraverso sentieri e mulattiere. Dopo il semaforo del senso unico alternato di Pranzo e dopo un paio di tornanti, incontriamo il bivio a sinistra per Campi. Continuando a destra, invece, si arriverebbe al lago di Tenno. 

La strada per Campi che taglia a mezza costa la montagna
La strada per Campi aggira la montagna e s’infila in un’altra valle, dove finalmente il sole riesce a fare capolino tra le cime più basse delle montagne. Due chilometri e arriviamo al piccolo villaggio sperduto tra i monti; anche oggi siamo finiti in c… ai lupi! 


Da Campi la strada si restringe e sale per 4,5 km in mezzo ai boschi con una pendenza costante del 10% circa, eccetto qualche punta all’11-12%. Non ci sono rampe spezzagambe e il paesaggio attorno a noi è una favola già in questa stagione, con gli alberi spogli e il fogliame secco ai bordi della strada. Chissà che meraviglia questi posti in primavera o in estate! La carreggiata si restringe ancor più man mano che si sale; sarà larga poco più di due metri, ma per fortuna non passa nessuno. E’ inverno, chi vuoi che venga quassù se non due svitati in bici? 


Il panorama, più si sale e più diventa grandioso. Scatto qualche fotografia, pur sapendo che non renderanno l’idea di quel che vedono in realtà i miei occhi. Un chilometro prima della Malga Grassi la strada diventa sterrata e la pendenza si assesta su un comodo 5-6%. 

La malga Grassi
Di fronte a noi una bella parete rocciosa. Sulla cartina leggo “Mazza di Pichea”. Mah, questi nomi non mi dicono proprio nulla! 
La malga si trova in uno stretto alpeggio, circondato sui tre lati da alte montagne. 


Continuiamo su per un sentiero fino alla Capanna Grassi, dove d’estate si può mangiare la polenta, mentre oggi, ovviamente, è tutto chiuso. 


Dopo qualche saliscendi nei prati, ci infiliamo nel bosco e scendiamo verso Campi e Riva, ma subito iniziano i guai. Alcuni abeti sono stati abbattuti e abbandonati sul sentiero. Poco male, a piedi riusciamo a passare. 


Risaliamo in sella, pochi metri e poi siamo di nuovo costretti a scendere a piedi. Il sentiero è ripidissimo. Grossi massi sbucano da un alto strato di fogliame che nasconde altre insidie. Non è possibile scendere in bici da qui, eppure ci sono dei cartelli che indicano il contrario. Ma chi può essere tanto pazzo? Comunque, noi ci facciamo almeno un paio di chilometri a piedi e con non poche difficoltà. 


Quando la pendenza si attenua e le pietre rimpiccioliscono, risaliamo in sella, finchè non troviamo un bel tratto in bitume che ci scodella su una stradina asfaltata nei pressi di Campi. 


Svoltiamo a destra e imbocchiamo il sentiero della Pinza, bellissimo e veloce, che scende a Riva del Garda, più o meno ripido, un po’ bitumato, un po’ sterrato e con una vista spettacolare sul lago. 


Gli ultimi 2-3 km in bitume sono da capogiro. Il Garmin mi segna pendenze tra il 20 e il 33%. Mi ricordo che la scorsa primavera avevo tentato di salire nel senso inverso, ma, pur tenendo il busto chinato sul manubrio per spostare il peso del corpo in avanti e favorire una maggior aderenza del copertone al terreno, la ruota anteriore si staccava dal suolo e le gambe gridavano pietà. 


Arriviamo a Riva quasi al tramonto. Che meraviglia le vie del centro storico con le luminarie di Natale! 


Riva è una bella cittadina, mi piace tantissimo e in questo periodo ancora di più.


Così come mi piace la pista ciclabile che costeggia il lago fino a Torbole, tra incantevoli stagni e giardini con alberi secolari. Nell’acqua galleggiano eleganti cigni e intere famiglie di anatre. 


Tra l'altro, su tutto l’alto Garda è vietata la navigazione alle barche a motore, per cui durante il giorno ci sono soltanto le vele che scivolano veloci sulla sua superficie e tutto l’insieme dà un senso di pace. 



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